Manfri è il progetto solista di Manfredi Grigolo, classe 2000.
Intrepreso nel 2019 quando ho scritto il primo pezzo e gli altri hanno seguito. I miei stimoli alla scrittura arrivano dalla realtà, dalle cose che mi succedono tutti i giorni, mescolo passato presente e futuro all’interno dei testi in una chiave di lettura senza maschere. Non ho intenzione di raccontare nulla al di fuori della verità, la scrittura è il mio modo di comunicare la mia esperienza. Traggo ispirazione da diversi generi musicali, principalmente un mix fra RnB e Soul.
Fragile è un brano che parla della condizione fisica al momento in cui si affronta la separazione da una persona. Nei minuti della canzone si riassume un’intera relazione raccontata fra passato, presente e futuro. Impressioni ed episodi fluttuano all’interno del testo, che non è altro che un flusso di pensieri, lo stesso che pervade la mente al momento della rottura. Manfri racconta vere e proprie immagini che riassumono stralci di vita vera, ora lenta, ora veloce, ora più triste ora più felice, metamorfica. Questo concetto viene anche riassunto dalle atmosfere musicali del singolo, che alternano approcci ritmici ad altri più melodici e fluidi.
Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?
Come per tutti gli altri penso sia un periodo storico ma anche personale abbastanza particolare, lo studio e la musica mi tengono parzialmente impegnato e quindi in qualche modo le giornate passano. Mi alzo alle 8:20 tutti i giorni, che io abbia lezione la mattina oppure no. Spesso l’università mi tiene abbastanza impegnato in vari progetti. All’una pranzo con mia mamma e a seconda degli impegni organizzo il mio pomeriggio, in genere lo passo a suonare chitarra o piano o a fare passeggiate in giardino. Musicalmente ammetto che è un momento difficile per me, dato che traggo molta ispirazione dal mio vissuto e dalle mie esperienze, e l’essere confinato in casa è molto limitante, dopo cena solitamente guardo qualche film, mi piacciono quelli che hanno un significato profondo (ultimamente mi sono buttato su Dario Argento per esempio).
L’orario in cui vado a dormire dipende principalmente dalla durata del film.
L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?
Direi di si, non ho potuto fare live di alcun tipo e le uscite sono slittate, anche lavorare con Kyv per l’uscita di “Fragile” non è stato semplice: essendo io in Toscana e lui in Campania abbiamo dovuto fare tutto via Webcam.
Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
Penso sia stato uno dei periodi più cupi e complessi per me, ero indeciso sul cosa fare della mia vita, e il non poter fare niente non ha risolto le cose, con la fine del lockdown questo mio stato emotivo è passato.
Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
Fragile è un brano che tratta del proprio stato emotivo nel momento in cui si conclude una relazione, è un pezzo relativamente recente, ero sdraiato sul letto quando la melodia del ritornello mi è saltata in mente, stile illuminazione… Il testo l’ho scritto velocemente, che è un bene perché
significa che avevo molte cose da dire, questo pezzo ha rappresentato per me la fine di un periodo privo di ispirazione.
Cosa ti manca più di qualsiasi cosa?
Sicuramente andare con i miei amici in discoteca; mi manca un po’ tutto, dal pre-serata alla dancefloor fino al post. Vivo in una città relativamente piccola ma la nightlife è molto ben considerata, era anche un modo per evadere, vedere qualche faccia nuova.
Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?
Probabilmente risale all’estate 2020 ma non mi ricordo con esattezza