Giulia, in arte Granger, classe ’98, una delle voci più belle che ha ipnotizzato il pubblico di una delle ultime edizioni di XFactor e che, dopo un periodo di riflessione, torna con un progetto solista per proporre qualcosa di totalmente diverso da quello che molti hanno conosciuto e che ricordano come “Seawards“. Dopo il primo singolo “27”, uscito il 27 novembre totalmente in italiano e scritto e arrangiato dalla stessa Giulia, ecco oggi BLUE, che segna un ritorno alla lingua albionica e che esce per UMA Records il 30 aprile.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei, riguardo il suo lockdown.
Come stai passando questo strano periodo? Qual è la tua routine?
Adessso abbastanza bene, ma perchè purtroppo è più di un anno che siamo in questa situazione e non dico che sembra la normalità, ma la quotidianità quando ti entra nelle ossa ti annebbia ciò che c’era prima. È abbastanza triste come cosa, però è vero. La mia giornata tipo consiste nello svegliarmi, studiare un po’, buttare giù idee per i brani oppure andare in studio, tornare a casa e fare un sacco di cose casuali fino a quando non sono sfinita di sonno.
L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?
Me ne ha sconvolti parecchi, soprattutto mi ha messa davanti alla presa di coscienza più grande: l’aver bisogno di diventare solista. In generale nei piani c’erano più canzoni da far uscire e più concerti da suonare, ma credo come tutti.
Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
Me la ricordo molto bene perchè per la prima volta ho passato più di 3 giorni consecutivi con mio papà, sono stata a casa sua per tutta la quarantena. E niente, ormai mi ero abituata a vivere da sola. Tra l’altro nel periodo appena precedente a marzo 2020 io avevo appena finito XFactor, facevo molta vita notturna e mi sono goduta un po’ di libertà che per gran parte del 2019 non ho avuto. Rimanere chiusa in casa così di botto è stato davvero strano e deprimente.
Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
BLUE parla di una richiesta di aiuto urlata a gran voce ma ad una persona che però non riesce a sentirla, e che quando inizia a percepire qualcosa è ormai troppo tardi. Ho rubato il “feeling blue” utilizzato dagli inglesi per esprimere tristezza per esprimere la mia, e anche qualcosa di più. L’ho scritto a febbraio 2021 in una sessione di studio.
Cosa ti manca più di qualsiasi cosa?
Sembrerà banale ma è la verità: i concerti dal vivo, sia farli che andare a vederli. Presentare i singoli nuovi al pubblico e far sentire tutte le cose nuove che abbiamo preparato. Poi mi manca poter andare in riva al mare alle 2:00 di notte a bere una birrettina.
Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22:00?
Mi sa che l’ultima serata normale che ho fatto post 22:00 ho fatto un incidente in auto con una mia amica.. se non è stata l’ultima è comunque l’ultima che ricordo ahahahah. Però giuro che ho avuto delle bellissime serate anche in questo periodo, un po’ anticipate ma belle.