In occasione dell’uscita del suo ultimo album, “Voglio vivere così”, abbiamo fatto qualche domanda alla cantautrice Claire D. riguardo alla sua storia musicale e al percorso ricco e denso che l’ha portata, oggi, alla pubblicazione di un disco dall’impronta fortemente femminile; un grido d’identità che rivendica per sé stesso la natura del manifesto, e allo stesso tempo dell’album di ricordi.
Insomma, una dichiarazione in poesia che trova spinta nel timbro e nell’estro di una voce che, attraverso gli anni, ha saputo reinventarsi raggiungendo un equilibrio funambolico tra passato e presente, senza smettere di guardare al futuro.
Buona lettura!
Ciao Claire, benvenuta su Perindiepoi. Scegli tre aggettivi che raccontano, in qualche modo, il tuo disco. E diccene anche uno, di aggettivo, che proprio non c’entra nulla con “Voglio vivere così”.
Ciao… direi che sono i seguenti:
- Intenso
- Emozionante
- Raffinato
E l’aggettivo che non ha nulla a che fare è senz’altro “Banale”.
Come sempre, ad ogni giro di boa, tocca fare il recap del passato. Questo è il tuo primo disco da solista dopo anni sui palchi e in studio: cos’è cambiato da quando hai iniziato e cosa, invece, è rimasto uguale?
Ritengo sia cambiato radicalmente il mio approccio nei confronti di me stessa e del ruolo di interprete e al contempo di autrice che adesso sento di vivere con maggior consapevolezza. Tuttavia e’ rimasto immutato nel tempo il mio entusiasmo, la voglia di imparare, di emozionarmi.
“Voglio vivere così” è un disco complesso, che riesce a restituire all’ascoltatore una sensazione di leggerezza quasi virtuosa ma allo stesso tempo lo inchioda all’ascolto, costringendolo a pensare ed attivare i circuiti neuronali, fosse solo per apprezzare appieno la commistione di atmosfere e generi che il disco propone. Come nasce il desiderio di un azzardare un lavoro simile?
“Voglio vivere così” nasce dal desiderio di assecondare il mio animo creativo, che in quanto tale può esprimersi a pieno soltanto sperimentando la diversità, indagando la molteplicità delle vie, dei percorsi sonori che di fatto sono il riflesso delle molte sfaccettature che albergano in me come del resto in ogni essere umano. Siamo nati per esperire costantemente il mondo che ci circonda, i colori , sapori, semplicemente per vivere le esperienze che ci pervadono e che in quanto variegate non possono che essere tradotte, a loro volta, in forme e linguaggi differenti.
Swing, jazz, canzone d’autore sono solo tre degli ingredienti del tuo disco d’esordio. Da dove viene musicalmente Claire D.?
Claire D. sin da piccolissima ha respirato ottima musica, suonata dal vivo da mio padre (pianista autodidatta) cantata da mia madre, interprete appassionata, e poi riprodotta tramite vinili e musicassette disposte su scaffali traboccanti di ogni genere. Fausto Papetti, Richard Clayderman, Mia Martini, Dean Martin, Bonnie Bianco, Pat Boone, Barbra Streisand erano i più gettonati nei miei primi anni di vita. Poi in adolescenza è stato il momento in cui ho scoperto ed amato molti i grandi del cantautorato italiano, Lucio Battisti, Lucio Dalla, De Gregori, Claudio Baglioni, Pino Daniele, Franco Battiato per poi approdare ad ascolti più maturi con NOA, Tracy Chapman, Natalie Cole, Ray Charles, Dulce Pontes. Avevo allora e conservo ancora una grande passione per il musical, non a caso le mie primissime performance vertevano sul repertorio di tutti i lungometraggi Disney, tanto per cominciare per poi abbracciare il musical di Broadway , della commedia musicale (italiana e straniera). Adoravo interpreti quali Julie Andrews, Julie Garland, Hovard Keel, Kathryn Grayson. Negli ultimi anni ho riscoperto il fascino e l’intensità della musica siciliana, quella di Rosa Balistreri in particolar modo.
Certo che possiamo dire che “Voglio vivere così” è un disco dedicato alle donne. La tua dote vocale, tra l’altro, deriva da un’eredità matrilineare, come si legge nelle note del tuo disco. Insomma, la tua famiglia pare essere stata una fucina stimolante per il tuo talento. Ci regali qualche fotografia dal passato, qualche aneddoto sulla tua infanzia/adolescenza musicale?
Durante i momenti di festa, quando la famiglia si riuniva ricordo che spesso ci si lasciava travolgere in canti all’unisono seguendo mio padre al piano o mia nonna Carolina, nonna paterna, che cantava le canzoni romantiche degli anni trenta. Ricordo con piacere che venivo spesso scelta ed inserita nella rosa dei cantori che dovevano esibirsi durante le messe in scena scolastiche, i saggi o le feste di piazza. A 10 anni, insieme a mia madre, feci parte del coro polifonico parrocchiale e ricordo ancora palpabile la magia che si respirava quando per Natale un anno eseguimmo la “Missa Pontificalis” di Lorenzo Perosi.
Proviamo a fare un gioco: raccontaci “Voglio vivere così” utilizzando nove citazioni, una da ogni brano. Difficile, eh!
- Voglio Vivere così, correndo, gridando piangendo, sognando.
- Io sono altro e altrove, e non importa quando, non importa dove, non importa come.
- Se bastassero sotanto due parole ti avrei detto tutto quello che non sai.
- Tra le mie braccia , tremanti ma certe, con te adesso ho tutto, non mi manca più niente.
- Cerco un letto per amare che profumi di lilla.
- Portami li dentro, nel tuo mondo, perché il mio tempo sia poesia.
- Liberi, con la voglia di fare festa, una musica nella testa ci accompagna e non va più via.
- Il tempo passa, il tempo vola, e allontana nostalgie, lascia qualche nodo in gola, ma cancella le bugie.
- La nostra più profonda essenza adesso, soltanto adesso, trova il coraggio di far schiudere i propri semi.
In conclusione di questa nostra intervista, se ti va, dicci qualcosa che non hai mai detto prima e che oggi hai voglia di rivelare ai nostri lettori.
Relativamente la realizzazione del disco non ho mai detto che durante le prime sessioni di registrazione ero ancora in piena fase d’allattamento del mio terzo figlio e dopo un po’ di ore in sala d’incisione mi toccava scappare a casa ad allattarlo. E’ stata un’avventura conciliare i miei doveri di mamma con quelli di cantante ma sono riuscita fortunatamente a conciliare le due cose anche in quell’occasione.