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Piccoli Bigfoot mi ha portato in giro per Milano

Esce lunedì 21 giugno 2021 (in distribuzione Artist First) il primo EP di PICCOLI BIGFOOT dal titolo Tra Bergamo e il Far WestEcco il capitolo definitivo del cantautore senza volto che gioca con gli stereotipi in mescolando folk e punk e indaga sull’identità di chi, nell’ultimo complicato periodo, si è un po’ perso. 

Tra Bergamo ed il far West ci sono un sacco di maschere pirandelliane, di trappole della quotidianità, di desideri di scappare e di cambiare identità per ritrovare se stessi, in un mondo fatto di slogan, violenze verbali, frustrazioni e stress.

Per l’occasione, mi sono fatto portare in giro per Milano e mi sono fatto raccontare qualche cosa in più.

Partiamo con una presentazione di stampo classico: chi sei, da dove vieni, come descriveresti il tuo progetto artistico a chi ti scopre per la prima volta?

Ciao sono Piccoli Bigfoot, un cantautore mutante folk punk. Sono un personaggio mitologico, mezzo uomo e mezzo bigfoot, la mia identità è segreta, indosso una maschera e vengo dalla provincia di Bergamo. Il mio obiettivo è mangiare i palchi.

Parliamo un po’ del tuo background musicale: quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato e quali sono state le esperienze maggiormente rilevanti nel corso della tua formazione?

Le mie influenze principali sono il punk rock e i cantautori. Potrei azzardare iniziando con dirti: Rino Gaetano, TARM, The Clash, Zen Circus.. ma rischierei di andare avanti all’infinto.. Effettivamente ogni singolo ascolto potrebbe avermi influenzato, in qualche modo… Riguardo alle esperienze rilevanti, una volta ho fatto un concerto, in una bar sperduto in Val Brembana, davanti a due muratori che mi davano le spalle bevendo un amaro. Probabilmente non gliene fregava niente della musica ma io ce l’ho messa tutta lo stesso. L’altra quando ho aperto a Brescia i Tre Allegri Morti in una Latteria Molloy SOLD OUT.

Sono state entrambe esperienze incredibili in cui ho imparato tantissimo.

Come dovrebbe essere secondo te un live perfetto?

Quando persone sconosciute cantano le mie canzoni durante un concerto.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro della scena musicale in Italia?

La scena musicale è molto florea. Ci sono un sacco di band di tutti i tipi che meritano e che mettono passione, voglia e condivisione. Parlo della scena che non sta sotto i riflettori, quella scena musicale tutta da scoprire, che ti devi andare a prendere, perché non arriverà mai lei da te. Che è la scena che conosco meglio, in fin dei conti. Poi c’è la scena più mainstream che tende ad essere, più o meno, tutta uguale, con canzoni romantiche tendete al noioso. Ma non ne so molto, ci sarà sicuramente chi si salva. Poi son gusti ovviamente…

Come è nata l’ispirazione per Tra Bergamo ed Il Far West e qual è la situazione ideale per ascoltare questo tuo disco?

“Tra Bergamo ed il Far West” è arrivato strada facendo. Sicuramente è stato influenzato dalla pandemia. Infatti ho aggiunto “La più bella che c’è” una sorta di fotografia della lotta al covid, nata durante la prima distruttiva ondata, che c’è stata a Bergamo. La situazione ideale per ascoltare questo disco è indubbiamente… adesso! Su dai ascoltalo!!! SUBITO!! 😉 😉 😉

Qual è il tuo rapporto con la città?

Vivo in provincia di Bergamo, la città per me è un momento di svago. Ci vado ogni tanto per passare le serate nei miei posti preferiti, per una birretta e un concerto. Grazie mille ragassssss, Ascoltatemi su tutti dispositivi di mondo umano!

Le foto sono di Simone Pezzolati, @lab.731