Dal 24 settembre è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “Unstable” (Irma Records), brano che anticipa e dà il titolo al prossimo album dei Lostinwhite. “Unstable”, nuovo brano dei Lostinwhite, parla in modalità super-energetica dello stato d’animo altalenante tra il senso di liberazione e la malinconia dopo la rottura di una storia d’amore. Lo fa con una sonorità jazz-funk a bpm elevati e con un ritornello che allenta la tensione quando la/il protagonista percepisce la libertà e il futuro. Il bridge con venature disco-funk incalza invece i dubbi e la paura del nuovo.
«“Unstable” è la titletrack dell’album che presto pubblicheremo sempre per Irma Records – spiega la band a proposito della nuova release – Per noi è un pezzo importante, perché è quello più “energetico” e forse più rappresentativo di ciò che intendiamo per “Lostinwhite Groove”. Quando lo abbiamo suonato le prime volte dal vivo, abbiamo capito, grazie al pubblico, che sarebbe stato il “nostro” singolo. Ci aspettiamo che “Unstable” possa appassionare anche i non abituali frequentatori della nostra nicchia di ascoltatori».
Abbiamo chiesto a Vittorio quali album lo hanno segnato più di altri.
THE NIGHTFLY, Donald Fagen
Ho sentito una traccia entrando in un negozio a Londra…e mi sono detto…ma che cxxxx…questa roba è sublime. Comprato. Consumato. Imparato.
100° AND RISING, Incognito
Secondo me è l’album più rappresentativo degli Incognito, scritto, arrangiato e suonato ai massimi livelli. La Bibbia del Jazz-Funk. Sentito questo disco mi sono detto…ok, farò il musicista.
THRILLER, Michael Jackson
Quando il pop, invece che omogeneizzare, innovava. Un album che a fatica è stato affidato a Quincy Jones (l’etichetta diceva che Q era troppo…jazz). Alla faccia.
UNORTHODOX JUKEBOXE, Bruno Mars
Essere commerciali senza essere banali. Talento da vendere. Produzione pazzesca. Scrittura curatissima.