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Pop

Le 5 cose preferite di Pellegatta

Esce lunedì 4 ottobre 2021 per Adesiva Discografica e in distribuzione SELF Sono come suono, il nuovo secondo singolo di Pellegatta (nome d’arte per Manuela Pellegatta). Il brano è un nuovo capitolo che ci avvicina sempre di più alla pubblicazione di un nuovo album: un brano di electro-pop che suona dolce-amaro, per chi non ha timori di suonare sfacciatamente pop e di fare di Sono come suono un vero e proprio manifesto musicale, per chi ha preso qualche chilo e sta attento al colesterolo.

Il singolo, prodotto da Paolo Iafelice  già al lavoro con Fabrizio De André, Ligabue, Fiorella Mannoia – è un brano che rispecchia lo stile semplice e diretto della cantautrice che racconta“sono come suono è la sveglia delle sei, il caffè bollente che ti  tiene in pista per quattro anni, un periodo in loop e porte spazio temporali di istanti irripetibili. Il brano è stato registrato in tre momenti differenti, prima durante e dopo un trasloco, l’apri pista dell’album fluorescente. Da maggio 2020, ho deciso di concludere tutte le registrazioni del nuovo album attraverso una collaborazione a distanza insieme al produttore Paolo Iafelice e Sara Velardo alle chitarre, la squadra non si cambia”

Film da rivedere : Pomodori verdi fritti alla fermata del treno.

Mi piacerebbe fare un pigiama party con le mie amiche storiche e rivedere insieme questo film con una cofana di pop-corn. Pomodori verdi fritti alla fermata del treno è un film travolgente, parla di Evelyn, casalinga dedita al marito e alla casa, la sua felicità è confinata fra le quattro mura di una villetta nell’Alabama. Dentro a questa apparente felicità si nasconde una insoddisfazione spesso colmata dall’esigenza di mangiare cibo spazzatura davanti alla tv.  

Ogni settimana Evelyn ha  il compito di andare a trovare la zia in una casa di riposo dell’Alabama e durante le sue visite incontra Ninny “l’ammaliatrice di api” una persona speciale che da ragazza per il suo talento innato si arrampicava sugli alberi incantando le api per raccogliere il miele senza farsi pungere. Ogni settimana Ninny racconta un pezzo della sua storia e il film prende una piega del tutto inaspettata i flash back riportano ai ricordi degli anni 20, dei personaggi che ha conosciuto in giovinezza, di un ristorante vicino alla stazione del treno dove con la sua amica Ruth aveva preso in gestione. Evelyn fa tesoro delle parole della vecchina e cerca di mettere in pratica quello stesso spirito Towanda ribaltando casa abbattendo tutti quei muri che per anni non le hanno fatto vedere la sua grinta. Questo è solo un film, ma in realtà se ci pensate quante volte capita di ascoltare una storia e cambiare il proprio punto di vista sulle cose. Non posso raccontarvi tutto il film nei dettagli quindi preparatevi un barile di  pop-corn e buona visione

L’ordine 

Come in un girone dantesco, la mia punizione divina è riordinare ogni venti minuti tutti i  giochi di Gabriele. Non so come faccia a spargere a spargere per casa tutte le sue costruzioni, credo che abbia un talento naturale preso dalla sottoscritta. L’ordine è diventato una mia conquista spirituale che ogni giorno cerco di mettere in pratica  pazientemente, non solo in casa ma anche nella mia vita. Ho apprezzato il lato buono del disordine, stimola la memoria visiva e quindi per anni non ho mai perso niente, si ero disordinata ma con una memoria impressionante per ogni cosa al suo posto. Negli ultimi anni dove 80% degli oggetti non sono miei, incomincio ad avere qualche difficoltà nel ricordare e quindi in primis per un sano principio di sopravvivenza ho deciso di eliminare buona parte dei miei oggetti vestiti in disuso, tenendo l’essenziale così quando li sposto nello spazio li ritrovo con facilità. Questo vale anche per la strumentazione musicale e per il set che devo preparare per il nuovo album. 

Son la prima a credere che le persone non cambiano però posso sincerarmi con voi dicendo che dipende dal cambiamento e per me diventare mamma è stata una trasformazione, un cambio di pelle. L’ordine ha una connessione nella produzione  musicale? Non lo so sinceramente, sicuramente aiuta ad avere le idee più chiare ma spesso per creare serve anche molto caos esistenziale.

Il cibo : dal pollo di Giannasi alle Tigelle 

Il cibo che preferisco, ma soprattutto quello che mi consola dopo  momenti ti pessimismo cosmico è il pollo allo spiedo ( chiedo venia per tutti i lettori  vegani e vegetariani). Fabrizio, il mio compagno di vita, quando mi vedeva un po’ giù di morale andava da Giannasi, una rosticceria vicino a Porta Romana a Milano e per me quel gesto era una dichiarazione d’amore, altro che orecchini collanine … pollo, patatine ed insalatina . 

Qui a Modena non ho ancora trovato il mio dispensatore di felicità, ma ho scoperto il Forno Raffaello che sforna “il gnocco”   (si dice così guai dire “lo gnocco” )  Comunque ho scopeto che ci sono ben altre pietanze molto prelibate che possono palesemente sostituire il pollo come i tortellini in brodo,  tigelle e borlenghi. Sempre a livello culinario importo nel modenese “le vellutone di Manu”una  vellutata di verdure dell’orto servita con crostini di pane saltato in padella olio e rosmarino. In inverno questa pietanza è ben apprezzata e anche il mio bimbo chiede il bis quindi credo che siano davvero top le Vellutone di Manu e quando avanza TAC schiscetta e frizer. Adoro il piccante quello calabrese, Concy la mia ex coinquilina quando arrivava il pacco eravamo tutte entusiaste per tutte le leccornie che tirava fuori dallo scatolone, nell’appa era sempre una festa e la domenica ci preparavamo i Nachos con chili di provola fusa e olio piccante… Baboom.

Dagli indiani a Teheran

Mio fratello maggiore oltre ad insegnarmi a suonare la chitarra mi ha fatto vedere un sacco di film e documentari sugli indiani nativi d’America.  Un film che mi ha sempre colpito è il piccolo grande uomo un film di Arthur Penn prodotto negli anni 70   una produzione indipendente, uno dei primi film che affronta il tema dei nativi americani da un punto di vista nuovo per l’epoca. Il protagonista Jack Crabb (interpretato da Dustin Hoffman) è l’unico superstite della battaglia di Little Bighorn nel Montana. Il film inizia con Crabb ultracentenario che viene intervistato da un giovane giornalista desideroso di acquisire informazioni nuove sugli scontri tra bianchi e pellirossa.  

Il racconto percorre tutte le leggende Wester sfatando i classici miti del mondo nuovo, il pistolero Wild Bill Hickok,  il Generale Custer  e Buffalo Bill. Crabb attraversa ogni fase della sua vita facendo delle virate vertiginose e in lui mi sono sempre riconosciuta sebbene i contesti siano differenti ho fatto molte virate amando e rinnegando quello che so far meglio, cambiano in modo camaleontico ma vorrei tornare alle origini ovvero fare solo quello che mi fa stare bene senza compromessi e quindi tornare ad essere una Cheyenne nel mio spirito.  Una canzone che associo sempre a questo film è la canzone di Fabrizio De André  scritta nel 1981 “Fiume Sand Creek”. Il brano racconta della strage dell’accampamento indiano del 29 novembre del 1864. Solo dopo 136 anni il Congresso Americano riconosce colpevoli gli aguzzini della strage,  quella strage  fu l’inizio di dodici anni di guerre indiane che ebbero il loro culmine con la sconfitta del Generale Custer a Little bighorn.

L’Irlanda e le isole Aran

Ho visto poco ma di quel poco ne ho scritto molto, a 16 anni sono partita per l’Irlanda, era la classica vacanza studio, ma in quaell’occasione ho avuto la possibilità di vedere ad occhio nudo dei paesaggi incantati e le scogliere delle isole Aran . E’ stato un viaggio che mi ha dato lo stimolo per iniziare a suonare, tornando a casa in aereo mentre tutti erano assopiti ho iniziato a scrivere “scogliera” una ballata folk. Mi piacerebbe un giorno ritornare a Dublino e girare tutta l’Irlanda per la musica e soprattutto per la Guinness.

Il Caffè Bistrò a Milano

Uno dei luoghi di Milano ricordo il Caffè Bistro dove ho iniziato a suonare ha vent’anni. Ogni venerdì salivo sulla mensola del Caffè Bistrot con la chitarra e iniziavo a suonare indisturbata come se fosse camera mia. La sera con la mia Graziella andavo verso China Town precisamente in via Lomazzo. Nel locale ho lasciato la  mia dodici corde appesa. Da qualche anno il locale ha chiuso e ora c’è una lavanderia. Di quel mondo ho scritto una canzone Bacco Tabacco e Venere, in brano che racchiude tutta la storia del mio Bistrot.