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Nascosti dietro a petali di papaveri | Recensione di Entrambi, Il Corpo Docenti

Ci sono momenti nella vita in cui la sensazione di sentirsi fuori posto viene accentuata da un gesto, da una parola, da uno sguardo. Ci si sente a disagio o inadeguati in ciò che si sta facendo e si vorrebbe cambiare, differenziarsi dagli altri o mollare tutto e andarsene, convinti che sia la cosa migliore da fare. È una fase che attraversiamo tutti prima o poi, per alcuni rappresenta addirittura lo status di default e non sempre si decide di combatterlo o di uscirne. Spesso ci si rifugia dietro delle maschere, talvolta senza nemmeno esserne consapevoli, mossi dalla voglia di non omologarsi. È da questo tipo di pensieri che prende spunto Entrambi il nuovo singolo de Il Corpo Docenti uscito giovedì 28 ottobre e distribuito da Believe Music Italia. Come anticipa il titolo parte da una situazione di dualità, nonostante ciò che sentiamo raccontare dalla band riguardi più un percorso personale e un rapporto con sé e gli altri, più che la relazione tra due individui specifici. 

Il Corpo Docenti sono BenzoFede e Luca, un bresciano, un livornese e un modenese. Quello che potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta è invece l’origine di una bellissima storia, nata tra i boccali di birra del Maga Furla, ci svelano i ragazzi. Benzo (Lorenzo Manenti) voce e chitarra della band, Fede (Federico Carpita) al basso e Luca (Luca Sernesi) alla batteria. Alle spalle un EP, Scivoli, e un primo disco, Povere Bestie (gennaio 2020) prodotto da Divi de I Ministri; nel presente due uscite freschissime: Sottotitoli ed Entrambi; release seguite dalla stessa direzione artistica.

“Saremo morti prima di sembrare noi stessi” riassume molto bene il messaggio del brano. La delusione data dal non avere mai piena coscienza di sé mista alla consapevolezza che a condividere questa sensazione siamo entrambi: noi e gli altri. Temi che ci riportano alla testa letterati e filosofi del passato; il pezzo è un viaggio tra le maschere di Pirandello e uno Schopenhauer che trattava dell’insoddisfazione perenne dell’essere umano. Interrogativi che attanagliano spesso le nostre menti e in questo caso sono provocati dalle parole della band. Il Corpo docenti non perde l’attitude underground che caratterizzava i primi lavori, ma si arricchisce di nuove sonorità più pulite, tipicamente new wave, ed evolve in quello che potremmo definire un punk più beverino, che di conseguenza non storce il naso davanti a qualche synth. 

Da menzionare anche la struttura dei cori, posizionati nei punti giusti e in grado di avvolgere l’ascoltatore; è quasi come se fosse la nostra coscienza a parlarci e a consigliarci di lasciare da parte tutto ciò che serve, per essere felici.

Anche la cover del brano incarna la sensazione di solitudine che viene approfondita nel testo. Due individui che nascondono i propri volti dietro ai petali di un papavero, nella speranza di non essere visti dall’altro. Il tratto di Margherita Morotti si fonde alla perfezione sulla penna di Lorenzo Manenti e riassume le sensazioni del brano con un artwork in pieno stile Corpo Docenti. Margherita infatti accompagna la band già dai tempi di Povere Bestie e racconta le vibes dei brani attraverso le sue illustrazioni e grafiche.

Nell’attesa di scoprire cosa ci riserverà la band nei prossimi mesi ci riproponiamo di andare a sentirli dal vivo nelle prossime date:

  • 06 novembre al Circolo Arcipelago di Cremona
  • 19 novembre al Ziggy Club di Torino
  • 02 dicembre a Mare Culturale Urbano a Milano

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