Categorie
Internazionale

Le cinque cose preferite dei Tales Of Sound

Il 14 gennaio è uscito “Paura”, il terzo singolo dei Tales of Sound. Il trio di Vicenza, seguendo lo stile dei precedenti brani, metto a nudo le proprie fragilità in un brano molto attuale che parla proprio della paura dell’altro.  Ci scontriamo tutti i giorni con una realtà che ci sta dividendo e allontanando sempre di più dagli altri. Questo sentimento, questa paura, è come un urlo che rimbomba nelle nostre teste. I Tales of Sound non si nascondono dietro la maschera dei supereroi, tutt’altro. Il loro scopo è raccontare storie reali, di persone fragili.

La natura ci dona di uno strumento che definisce il coraggio: la paura. L’istinto che sovrasta tutti gli altri con lo scopo di preservare la specie da ogni pericolo. E se quest’istinto si manifestasse proprio in presenza della tua stessa specie? Il circuito mentale genera panico, paranoia, allucinazione dissociative.  Paura è un delirio fobico che racconta il terrore di essere umano fra umani, senza sentirsi tale. Racconta il percepirsi come inferiore, debole, sbagliato rispetto alla sfavillante massa che plastifica la propria esistenza. Il timore di essere vivo e considerarlo già una conquista. Paura è indossare un sorriso di circostanza che nasconde urla di disagio. “Pillole Acide Urlano Rabbia Asettica”, soffocati dall’inevitabilità di questa vita“, così il trio descrive il proprio brano.

Noi per l’occasione abbiamo chiesto loro quali sono le loro 5 cose preferite.

(risponde Samakruss)

Tutta la discografia di Giorgio Gaber.

Il Signor G, con le sue canzoni, mi ha spiegato come funziona il cuore. La meraviglia e lo schifo che si annida dentro le persone. Da l’inquietante “io se fossi Dio” (potente ancora oggi), dove rivedo l’antica ostilità sociale e difficile comprensione dell’uomo becero ed egoista, alla leggera “Barbera e Champagne” che ti lascia l’amaro in bocca della disparità sociale accomunata dal calcio e l’amore. Canzoni, monologhi, interventi. Nella sua carriera credo ci abbia donato tutto il suo sapere senza che fossimo pronti. Ancora inarrivabile.

Pasolini

Niente mi ha creato tanta confusione, dolore e attrazione come le opere di Pasolini. In particolare, Salò e le 120 giornate di Sodoma. Il film rende in maniera disturbante, vera e cruda la natura umana. Inutile nasconderci dietro a perbenismi di sorta, tutti si tenta di divenire persone socialmente accettabili ma allo stesso tempo tutti coltiviamo una macabra verità che nascondiamo nei più reconditi pensieri.

Doctor Who

Qualche “whovians” mi ucciderà ma, non intendo la serie classica. In particolare, con Tennants e Capaldi, Il dottore è il personaggio che, di stagione in stagione, è così umano da farci comprendere perfettamente il fatto che sia alieno. Così umano da non esserlo. Sensazione a cui a volte mi sento davvero vicino. Cuore, coraggio, decisioni, famiglia, solitudine, paura. Tutti stati emotivi che fra un viaggio spaziotemporale e l’altro, il dottore ci insegna ad affrontare. 

HellBlazer e Spawn

Fumetti che ho scoperto per sbaglio in adolescenza e che hanno rafforzato in me il concetto fluido di bene e male. Dal buon John Constantine, tabaggista spediscidemoni dal senso dello humor delizioso, ho appreso come ci siano sfere di correttezza nell’agire. Soprattutto, ho capito come la redenzione è un ottima strada da intraprendere nella vita ma che, che lo si voglia o meno, diviene nel tempo una banale pausa dal prossimo passo falso. Quindi conviene arrendersi? No, conviene provare fin che il tempo ci è concesso. Da Al Simmons, Spawn, ho imparato che fare patti con Malebolgia non è conveniente. Che devi capire per chi lavori prima di finire a guidare orde di demoni in nome del male. Che l’amore non ha dimensione o tempo, è una scelta che se vera va oltre l’eternità. Ultima cosa, anche sei brutto e tendenzialmente non buonissimo, niente ti impedisce di agire per il bene di qualcuno. Non di tutti.

La musica

In un verso scrivevo “la musica è mia madre, ed io ho peccato d’incesto”. Non riesco a spiegarlo troppo bene. Posso solo dire che nel mio caos interiore la musica si allinea al mio animo a seconda del periodo storico. Come amica non mi ha mai deluso, l’ho sempre trovata lì vicino a tenermi la mano nella gioia e la tristezza. Come amante è decisamente una peripatetica. Può toglierti il fiato come abbandonarti e riprenderti quando vuole. Quando fa l’amante, non ho volontà. Come madre, mi rigenera con qualità di umano diverse. Come se mi buttasse in un turbinio di genesi perenne riportandomi a nuova vita dopo 3 minuti di qualche frammento di se stessa.