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Le cinque cose preferite di Simone Galassi

Il 14 febbraio è uscito “Rainbow Tempo”, il secondo singolo di Simone Galassi. Il cantautore racconta con una metafora bambinesca quel momento della nostra vita in cui la voglia di vivere, sperare e sognare supera preoccupazioni e paura. “Rainbow Tempo” è una vera e propria colonna sonora, un ritmo che ci portiamo dentro che ci tiene in piedi quando tutto va storto. Un ritmo che ci accompagna nella crescita e nella voglia di scoprire il mondo. Un brano che mescola un pop leggero ed energico a un cantautorato italiano profondo e in grado di toccare le corde giuste. Ma “Rainbow Tempo” non è solo una canzone, è LA canzone. Quel brano che anticipa e presenta tutta la filosofia del primo disco di Simone Galassi in uscita quest’anno. In questo piccolo assaggio ritroviamo il fil rouge che legherà tutti i pezzi dell’album: la nostalgia e la ricerca del suono romantico. Quel sentimento che Simone riassume nella frase “Piango mentre ballo”. Ovvero quel momento in cui possiamo sfogarci e riflettere contemporaneamente.

Noi per l’occasione, abbiamo deciso di chiedergli quali sono le 5 cose preferite!

Stare al bar
Partendo dalla mattina, osservando i vecchietti che si arruffano verso i giornali per poi leggerne una pagina sola, fino ad arrivare al dopo pranzo quando l’odore di caffè e sambuca si mescola in un senso di convivialità e discorsi di politica tipicamente italiani. 
Inoltre la tradizione del bar concepito non come posto in cui andare a bere soltanto la sera come in altre culture ma come porto sempre aperto è sicuramente affascinante, talvolta rifletto sul come nel bar di casa mia poco prima di vedere i lavoratori che arrivano a fare un aperitivo vedo le nonne o le mamme con i loro bambini che prendono la merenda. I find it very cute. 

Discutere per interminabili ore di come il transumanesimo proposto da Elon Musk possa essere o meno la salvezza per l’umanità
Diciamo che la mia paura di un futuro distopico non è un segreto per quelli che mi stanno intorno, non voglio prendere alcuna posizione o dispensare verità che non possiedo, però da essere umano curioso quale sono, spesso cerco di capire come potremmo arginare il problema delle intelligenze artificiali che inizieranno a programmare i loro stessi codici. In quel caso è come se un enorme mostro potesse schiacciarci senza che nessuno di noi possa far nulla, Neuralink di Elon Musk è un progetto che di base potrebbe evitare questo inserendo dentro di noi uno “strato” in più al nostro sapere, un’intelligenza artificiale integrata dentro il nostro corpo e non più dentro un telefono. Questo ci aiuterebbe a stare al passo con le super intelligenze artificiali che continueranno a generarsi e che al momento sono invisibili al nostro occhio. Una parte di me però si chiede: a quale costo? Sarà davvero un progetto per favorire il transumassimo come evoluzione collettiva, o una mossa autoritaria mascherata?

Gli occhiali da sole e i cappelli
Ho sempre trovato nell’occhiale da sole molteplici funzioni, per esempio quella di nascondermi quando lo sguardo svela troppo del mio umore (lenti scure) o quella di esaltare il mio tono umorale (lenti chiare). Inoltre lo trovo un oggetto decorativo davvero versatile in quanto ognuno può a suo modo dare uno statement attraverso l’occhiale che indossa.  Questo vale anche per il cappello, che dice molto della personalità della persona che lo indossa. Per quanto mi riguarda è un elemento indispensabile e lo indosso quasi sempre. Ne possiedo molti e scelgo anch’essi in base all’umore.

L’insalata Machu Picchu
Un pasto che io e quello che è diventato il mio manager abbiamo spesso condiviso quando mi sono trasferito a Londra nel 2011, quando io ero un busker e lui uno studente di finanza. L’insalata Machu Picchu riempiva i nostri stomaci e riscaldava i nostri cuori perché piatto semplice e colorato. Adesso vi spiego la ricetta:
-Piselli in scatola di media qualità 
-Mais in scatola di altrettanta qualità 
-Carote baby a tocchetti
-Pepe (a piacere)
-Sale (3 pizzichi)
-Maionese (qui non badate a spese)
Mescolate il tutto e accompagnate con tozzi di pane o cracker di qualsiasi tipo. Perché si chiama Machu Picchu? Rimane un mistero. 

Early morning in wonderful Machu Picchu

Fare la doccia fredda e poi calda e poi fredda e poi calda
La mattina rappresenta molto spesso per me un momento di scelta, come fosse un bivio, troppe volte ho scelto la strada sbagliata e l’umore di conseguenza delinea le basi per una giornata di merda. Quando invece la scelta è una bella doccia fredda niente può andar male; se appena sveglio dopo un caffè sei capace di tollerare l’alternanza di temperatura calda e fredda sul tuo corpo puoi psicologicamente affrontare qualsiasi problema si ponga di fronte a te durante la giornata. Inoltre dice che fa bene alla circolazione!