Anima è il progetto del cantautore romano Stefano Gentile: classe 1997, la sua musica si muove tra sonorità rap, pop, r&b. Il cantautore ha trovato la sua arma vincente: trasformare la tristezza in creatività; e così, in poco tempo conquista il pubblico e Spotify, che inserisce i suoi primi singoli nelle playlist Generazione Z, Novità Rap Italiano e Anima R&B.
Il punto forte del cantautore è sicuramente la scrittura, in particolare la capacità di riuscire a ricreare, attraverso questa, un immaginario intimo e personale, ma di facile identificazione da parte dell’ascoltatore. Anima non rinnega il passato, anzi talvolta lo rivisita, riscoprendo emozioni che trasforma in musica.
“Gli scorci di Roma i tuoi fianchi che cingo
e se mi abbracci ora sento che ho vinto
mi dai la schiena fragole e amarena
quella voglia di te che mi avvelena”.
In occasione dell’uscita di Photogallery, Anima ci ha raccontato come i ricordi custoditi gelosamente nella gallery del suo telefono abbiano preso la forma di canzoni, raccolte poi nel disco d’esordio uscito il 4 marzo per ADA Music Italy.
Ciao Stefano! Hai sempre scritto canzoni o ti sei avvicinato alla scrittura in altre forme?
Raccontaci un po’…
Ciao! Ho iniziato a scrivere poesie a 16 anni per via di una forte necessità d’espressione. Volevo lasciare un segno di quello che avevo dentro. In seguito a 18 anni sono entrato per la prima volta in studio ed ho inciso il mio primo brano come regalo per la mia ragazza dell’epoca.
Sei stato apprezzato da Spotify che ha selezionato i tuoi singoli per playlist quali Generazione Z, Novità Rap Italiano e Anima R&B. Considerando il gran numero di uscite settimanali, non è banale essere inseriti in playlist editoriali. Per cosa ti sei distinto?
Grazie. Penso semplicemente di avere il mio stile. Indipendentemente dal genere che faccio, il tipo di scrittura e di immaginario che cerco di portare nella musica è differente da quello degli altri. Penso sinceramente che questo sia il mio punto forte, avere una mia identità nonostante non faccia un genere specifico.
Pi Greco è un noto producer. Com’è nata la vostra collaborazione?
Ho conosciuto Pi Greco direttamente sul campo lavorando al nostro primo brano insieme: Cento Baci. Penso che sia una delle persone fondamentali per l’album Photogallery, ma soprattutto per il progetto Anima. Pi Greco mi ha aiutato a trovare un’identità musicale ben precisa, gli devo molto.
Ti definisci più rapper o cantautore?
Ho iniziato con il rap nel 2016 circa, ma poi più andavo avanti e più mi rendevo conto che non era proprio il massimo essere relegato solo ed esclusivamente ad un tipo di metrica. Provando a cantare di più nei brani ho capito che riuscivo ad esprimermi decisamente meglio. Ad oggi alcuni miei brani sono rappati e altri cantati, ma se proprio devo scegliere preferisco definirmi cantautore.
Antiproiettile, A parte te, Re, Non Va, Non vediamoci più hanno riscosso grande successo. Il 4 marzo è uscito il tuo disco di debutto. Hai sentito un po’ l’urgenza di definire il progetto con l’album o è stato un percorso naturale? Raccontaci un po’ della lavorazione al disco.
L’album è nato dopo i brani, nel senso che l’idea di accorpare le canzoni in un progetto unico si è sviluppata una volta che avevo un bel po’ di materiale. Inizialmente volevo fare un ep di massimo 8 brani ma poi ne avevo così tanti che era un peccato far prendere loro polvere per chissà quanto tempo. Prima ero un po’ più geloso della mia musica mentre da quando sono indipendente voglio farne uscire il più possibile. L’album è nato e cresciuto in quarantena, non potendo andare in studio ho comprato microfono e scheda audio e ne ho creato uno in casa e questo ha aumentato di molto la mia produttività. Photogallery dal lato grafico si è sviluppato grazie alla mia amica Chiara Yan che si è occupata di tutta la fotografia dell’album.
Sonorità pop e un rap che tocca un sentimentalismo evidente. Le tue canzoni raccontano personali esperienze di vita o, in fondo, sai anche tu che una buona dose di tristezza fa bene all’ Anima di chi ascolta musica?
Sinceramente io sono la persona più nostalgica, malinconica e a volte triste che conosco. Quasi mi piace sguazzare nella tristezza. Scrivo sempre meglio quando sono triste. Nei miei brani racconto quello che vivo, letteralmente parlo di esperienze di vissuto o di mie idee e pensieri utilizzando uno stile di scrittura ricco di metafore come piace a me.
Però non devo sforzarmi di fare canzoni tristi, le faccio perché mi piace farle, poi ovvio che se altre persone ci si rispecchiano io sono solo che contento.
I tuoi testi mi hanno ricordato il mood malinconico e sentimentale di Mecna. Ho notato anche alcuni riferimenti, magari non voluti, ai suoi brani nelle tue canzoni (Lungomare Inverno, Danza della pioggia). Ti ispiri un po’ a lui? Ti piace, lo ascolti?
Hai fatto centro. Mecna è l’artista italiano che più preferisco ma da sempre! Ho imparato da lui l’utilizzo di una scrittura particolare rispetto ad altri. In danza della pioggia trovo che ci sia qualche similitudine nell’enfasi e nel modo di dire le cose, ma poi in quanto a scrittura io parlo sempre e comunque del mio mondo, ci sono riferimenti alla mia vita privata.
Lungomare Inverno forse ti riferisci al fatto che un suo album si chiama Lungomare Paranoia ma oltre a questo in questo brano non ci sono altre somiglianze. Il nome del brano proviene dal fatto che l’ho scritto sul lungomare in inverno banalmente.
Fammi tre nomi di artisti internazionali e tre italiani che ascolti.
In realtà da qualche anno ascolto molto meno la musica, ma posso comunque dirti artisti che mi piacciono. Internazionali: Post Malone, Justin Bibier, Travis Scott. Italiani: Marracash, Mecna, Cesare Cremonini. Sono i primi che mi sono venuti in mente, ma il mondo è pieno di artisti fenomenali.
Photogallery ospita artisti interessanti. Perché hai pensato a loro per alcuni brani del tuo album d’esordio?
Esordisco dicendo che io adoro collaborare con altri artisti perché penso che unire stili e modi di versi di intendere la musica sia stimolante e produttivo. Tutti gli artisti presenti all’interno dell’album sono ragazzi che stimavo come artisti e di cui conoscevo alcuni brani. Ho chiamato per ogni brano l’artista che più era adatto a completare l’immaginario di quel brano portando il proprio mondo nel mio. Un esempio che posso fare è proprio danza della pioggia dove il brano era composto dalle mie due strofe ma sentivo che nel ritornello ci voleva un qualcosa di diverso e il tocco di Kevin Payne è stato incredibile, quando mi è arrivato sono saltato in aria. Tutti gli artisti coinvolti in Photogallery hanno spaccato, davvero.
Sono d’accordo con te sul fatto che i nostri telefoni racchiudano tutto il nostro mondo e i nostri ricordi. Considerando il titolo del tuo disco, rientri tra quelli che leggono vecchie chat o riguardano la gallery, o preferisci archiviare?
Le vecchie chat mai, specialmente di relazioni finite altrimenti mi prende male e rievoco dolori passati. Però molto spesso se sono in fila da qualche parte o se non ho nulla da fare guardo tutta la gallery del telefono dal 2015 ad oggi e, attraverso video e foto, rivivo quelle emozioni e sensazioni che magari avevo anche dimenticato o comunque riposto in una parte della memoria difficilmente accessibile.
Live in programma per la presentazione del disco?
Al momento non abbiamo live in programma, ma con la stagione estiva sicuramente ci sarà occasione ed io non vedo l’ora di incontrare dal vivo tutte le persone che in questo ultimo anno mi hanno supportato infinitamente.
di Alessia Pardo
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