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Dammi tre parole #4 – Marzo

Parole, parole, parole: parole che rimbalzano contro i finestrini di macchine lanciate a tutta velocità verso il fraintendimento, mentre accanto a noi sfilano cortei di significati e di interpretazioni che si azzuffano per farsi strada nella Storia, provando a lasciare un segno. Parole giuste, parole sbagliate; parole che diventano mattoni per costruire case, ma anche per tirare su muri; parole che sono bombe, pronte a fare la guerra o a ritornare al mittente dopo essere state lanciate con troppa superficialità: parole intelligenti, parole che sembrano tali solo a chi le pronuncia, mentre chi le ascolta cerca le parole giuste per risanare lo squarcio. Parole che demoliscono, parole che riparano. Spesso, parole che sembrano altre parole, che pesano una tonnellata per alcuni mentre per altri diventano palloncini a cui aggrapparsi per scomparire da qui. Parole che sono briciole seminate lungo il percorso da bocche sempre pronte a parlare, ma poche volte capaci di mordersi la lingua: se provi a raccoglierle, come un Pollicino curioso, forse potresti addirittura risalire all’origine della Voce, e scoprire che tutto è suono, e che le parole altro non sono che corpi risonanti nell’oscurità del senso.

Parola, voce, musica: matrioske che si appartengono, e che restituiscono corpo a ciò che sembra essere solo suono.

Ogni mese, tre parole diverse per dare voce e corpo alla scena che conta, raccogliendo le migliori uscite del mese in una tavola rotonda ad alto quoziente di qualità: flussi di coscienza che diventano occasioni di scoperta, e strumenti utili a restituire un senso a corpi lessicali che, oggi più che mai, paiono scatole vuote

LEO LENNOX

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent-show, talentscouting

Se penso a queste 3 parole, mi risulta istintivo immaginare una televisione. In effetti gli anni che stiamo vivendo sono stati, per la musica, una storia d’amore (a tratti di quelle che finiscono male) con il canale di comunicazione di massa più importante. La musica e la TV si sono incrociate anche per mezzo dei talent e, nonostante il binomio non sia stato sempre vincente, non possiamo urlare alla disfatta. Sangiovanni, Irama, Marco Mengoni, Aka7even sono solo alcuni dei nomi che ci forniscono la prova provata che, checché se ne dica, con i talent ci si possa costruire una carriera.

Sarebbe anche un po’ da retrogradi pensare il contrario se si ha piena coscienza dell’era in cui viviamo. Eppure non è tutto oro ciò che luccica e molti dei concorrenti che tentano la strada, o l’autostrada, per meglio dire, dei talent , finiscono per fare un piacevolissimo giretto nell’incubo comune del XXI secolo: il celeberrimo dimenticatoio.

La verità, se mai ce ne fosse una e una sola, è che i talent , almeno secondo me, amplificano ciò che si è. Se c’è del talento, esso viene in breve tempo trasformato in diamanti e gemme musicali pronte per la fruizione del pubblico, altrimenti si torna a casa, soli soletti, ma mi auguro sempre in compagnia della voglia di fare della buona  musica. Che poi alla fine è ciò che accomuna sia chi fa freestyle sotto i ponti che chi porta la 674° cover di Adele in TV.

PINTUS

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent-show, talentscouting”.

Ho sempre pensato al talento come qualcosa di estraneo a chi dovrebbe tecnicamente possederlo. In fin dei conti, il talento è riconosciuto dall’esterno a qualcun altro, e quindi per definizione un’etichetta per riconoscere qualcosa di particolarmente fuori dagli schemi (o sopra la media) rispetto a degli standard. Il concetto di talento si è prestato negli anni alla commercializzazione del talent scouting o del talent show, che hanno un po’ ridotto il discorso di cui parlo sopra all’opposto: riconosco di avere talento e cerco di metterlo in mostra con gli strumenti che il mondo di oggi mi fornisce. Non esiste più la vera ricerca di talento, perché è mangiata dalla troppa esposizione del presunto proprio talento, la cui affermazione è già di per sé scostante rispetto a come secondo me dovrebbe essere. 

Credo, inoltre, che spesso il talento venga confuso con l’originalità rispetto alla proposta di ognuno, e qui parlo di musica in particolare. Vengono spesso definite come talentuose le gesta di un musicista che riesce a raggiungere risultati significativi, ma quest’ultimo aspetto è troppo dipendente a mio avviso dal contesto, dal periodo storico, dall’allineamento della proposta con il trend del momento. Tutto questo fa si che sia difficile riconoscere del talento in maniera puramente diretta, astraendo dai consensi di massa o dai gusti personali. In fin dei conti forse il talento oggettivo non esiste, e proprio per questo ricercarlo come se fosse una verità assoluta negandone le mille sfaccettature ha un che di anacronistico. 

KASHMERE

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent-show, talentscouting”

Il talento è certamente importante per poter essere notati, ma non è mai sufficiente, perché se non viene costantemente coltivato non può essere in grado di garantire con certezza degli ottimi frutti. Di conseguenza, il ricercatore di talenti detiene un ruolo fondamentale, ma certamente non cruciale e decisivo, perché il talento costituisce senza dubbio una buona base su cui lavorare, ma se poi non c’è allenamento, i risultati faticano ad arrivare. 

Credo che i talent-show possano costituire un possibile trampolino di lancio per qualsiasi artista emergente che ricerchi maggior successo, ma ciò non significa che questo valore dei talent-show non possa rivelarsi un’arma a doppio taglio. L’artista emergente che, dal nulla, si ritrova catapultato in un contesto all’interno del quale il proprio hobby diventa improvvisamente il proprio lavoro può spesso incespicare in numerose difficoltà che potrebbe non essere in grado di sostenere, poiché non ancora pronto a intraprendere tale percorso. 

CELESTE 

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent-show, talentscouting”

Se penso alla parola talento mi viene in mente la capacità di una persona di rendere un qualcosa di così semplice estremamente magico e irrealizzabile. Preferisco associare questo termine, dunque, non tanto alle abilità tecniche, assolutamente fondamentali, ma alla capacità di saper far emozionare, probabilmente proprio a quelle abilità innate o no che però passano in secondo piano.

Talent-Show e Talescounting mi fanno invece pensare a uno dei sogni che ho nella vita, ovvero quello di fare l’A&R. Credere in qualcuno credo che sia una delle forme di amore più belle che possano esistere. 

URANIA

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo talento, talent show, talent scouting.

Stefania: Il talento è un dono e lo è altrettanto l’identificarne l’esistenza. Tutti possiamo trovare dentro di noi un piccolo talento e farlo crescere, se abbiamo la forza per svilupparlo e farlo respirare nel modo giusto Il talento non si misura, non si riceve e non si possiede. Si cerca, si trova e si costruisce. Credo che oggi essere una persona di talento nel mondo della musica significhi avere qualcosa da dire e farlo con intelligenza, costanza ed empatia.
I talent show possono dare occasioni e una speranza in più per farsi conoscere ed emergere.

Laura: Talento: Ce l’abbiamo tutti, dobbiamo solo tirarlo fuori. Ognuno di noi ha un’inclinazione particolarmente sviluppata verso qualcosa fin dalla nascita e la sfida sta non solo nel tirarla fuori ma poi nell’accrescerla e renderla un automatismo. Siamo un prato da coltivare che più viene curato più cresce e si fa bello. Dunque oltre ad un talento innato mi viene in mente che serve poi una grande costanza e pazienza per svilupparlo al meglio e arrivare attraverso quello a comunicare qualcosa di se stessi senza tanti giri di parole perchè alla fine 1% è talento e il restante 99% è il lavoro che uno fa.

Talent show: Un mezzo per farsi conoscere e comunicare, un modo per mettersi in gioco e per confrontarsi con tante altre persone che inseguono il tuo stesso sogno, un atto di coraggio verso se stessi e verso il messaggio che si vuole diffondere con la propria arte.

Talent scouting: Ricerca e scoperta di piccoli fiori nascosti fra migliaia di piante grasse piene di spine, una possibilità per i giovani talenti di farsi sentire, un’attività che punta a tirare fuori un talento prima ancora che egli stesso sappia di esserlo o comunque che lo aiuti a farlo emergere nel miglior modo possibile.

KALDOREI

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent-show, talentscouting”

TALENTO

Quando si parla di talento possono venire in mente numerose definizioni e/o modi di pensare. Per noi il talento è qualcosa di nascosto, è qualcosa che si nasconde da noi stessi e che viene rivelato solo vivendo; una volta fatto questo va allenato , raffinato e portato alla luce. 

Tutti noi ne abbiamo uno , visibile o invisibile , è una sorta di caccia al tesoro dove non c’ è chi cerca e chi perde , c’ è solo chi sente e chi trova.

TALENT-SHOW e TALENTSCOUTING

I talent-show non ci hanno sempre convinto, perché è sempre stato difficile giudicare una persona per quello che realmente è, evitando di giudicarla in base ai propri gusti personali.

Il giudice gioca un ruolo davvero importante, il giudice è un critico oggettivo per la meritocrazia di un talento, deve saperlo scovare, deve saper vedere oltre un ragazzo con una semplice chitarra, un ragazzo con lievi imperfezioni…

Nei talent sono sempre più rari questi giudici e queste capacità che , delle volte devono seguire un certo sistema imposto dal programma.

Questo non esclude la presenza di talent e giudici meritevoli che sanno vedere nelle note di una singola voce un artista puro.

ROBERTO QUASSOLO

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent-show, talentscouting”

Il talento è un’attitudine innata, qualcosa che contraddistingue un individuo in maniera singolare, una potenzialità che comunque necessita di particolari condizioni per poter essere espressa, e che se riconosciuta coltivata ed affinata può offrire nel corso della vita opportunità.

Riconoscere il proprio talento non è sempre un’operazione immediata e spesso si rischia di trascurare quelle abilità e capacità singolari per una serie di motivi, che il più delle volte hanno a che fare con le nostre paure ed insicurezze, su tutte la paura del giudizio altrui, con la quale tutti noi ci confrontiamo quotidianamente. Scoprire, riconoscere e sviluppare i propri talenti può quindi rivelarsi un compito davvero arduo. 

Ecco quindi che il talent scounting inteso come un processo finalizzato all’implementazione di abilità e caratteristiche che mira all’acquisizione di nuove consapevolezze da parte dell’individuo rispetto al proprio funzionamento e all’effetto delle proprie azioni può risulta estremamente utile ed essere paragonato a mio avviso ad un vero e proprio processo educativo, e chi intraprende questa attività dovrebbe avere la responsabilità di guidare coloro con cui collabora proprio in tal senso.  Non si tratta infatti di lavorare semplicemente su eventuali difetti per migliorarli, ma prestare attenzione ai talenti, abilità e risorse per rafforzarli ancora di più.

Personalmente ritengo che tutto questo processo necessiti tempo, e il più delle volte risulta strettamente connesso all’evoluzione dell’individuo stesso nel corso degli anni, alle esperienze di vita ed indubbiamente agli incontri di persone significative, non è quindi pensabile che l’acquisizione ed il potenziamento delle proprie caratteristiche e potenzialità possa avvenire in un format come quello dei talent show che comunque restano una buona vetrina. Detto in altre parole, non tutti i talenti passano in Tv.

BERT

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent show, talent scouting”.

Qualcosa di abbastanza lontano dalla mia idea musicale in questo momento. Anche se riconosco che, probabilmente, la popolarità di un emergente passa sicuramente da li nella maggior parte dei casi.

Non credo però che il talento risieda solo li, anzi, ci sono tantissimi artisti bravissimi che non hanno nessuna visibilità ma sono di valore assoluto.

Credo anche che molte cose che vediamo in tv, non corrispondano effettivamente alla realtà.

https://open.spotify.com/track/0Q0bVGUfmFSccMXo26rg9W?si=00e4e151510a48e4

ALESSANDRO TOSI

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent-show, talentscouting”

Il talento è una cosa individuale e tutti ne abbiamo uno: tutti abbiamo qualcosa in cui siamo più bravi; non i più bravi, semplicemente più bravi. I talent show sono la frizione dei talenti ma il successo in questi contesti non è necessariamente dovuto alla bravura, ma alla commerciabilità del talento. Il talent scout è una figura mitologica che ti contatta quando oramai hai già raccolto il tuo pubblico. Ma è scouting questo?

MAZZOLI

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent-show, talentscouting”

Vedo il talento come una predisposizione naturale nei confronti di qualcosa, da solo non basta e va curato con la tecnica e l’osservazione, chi parte già col talento dalla sua è un passo avanti ma non per questo è un vantaggio, spesso la consapevolezza di questo stato di grazia è un’arma a doppio taglio 

I Talent show mi sembrano invece uno specchio per le allodole, nella percezione comune sono diventati quasi l’unico modo per arrivare al successo, quando in realtà statisticamente è molto raro, oltre che non mi sembra una strada permissiva nei confronti dell’artista che vi si propone.

Se ci fosse più attenzione sul talento e meno sullo show potrei considerarli pure una strada plausibile per me

Il talent scouting è un’attività fondamentale, credo che la ricerca di artisti con determinate qualità fatta da chi ha visione nel campo pratico possa essere un’enorme possibilità per entrambe le parti.

Una soluzione che lascia spazio agli artisti come agli scout di trovare un profilo adatto l’uno per l’altro con cui crescere e sperimentare.

ZERELLA

Tutto quello che ti viene in mente se ti diciamo “talento, talent-show, talentscouting”

Quando sento la parola “talento” mi vengono in mente tante immagini. Se dovessi restare confinato alla musica moderna ti parlerei di una mia amica cantautrice: Galea.

Se dovessi spiegare a parole cosa è il talento, probabilmente, vi chiedere di fare una chiacchierata con lei su come scrive e canta le canzoni.

Facile dirlo ora, che è fuori con un disco per Sugar – direte voi – ma io lo sostengo dal nostro primo incontro, nel 2018.

Se mi parli di talent show – ahinoi, non posso che sperare che la formula di questi format televisivi cambino iniziando a puntare meno su vestiti, capelli tinti e paillettes e più sulle canzoni. Attualmente il look e la storia personale prevale sul valore delle canzoni, mi auspico accada il contrario.

Se mi parli di talent scounting, disegni sul mio viso un sorriso amaro. Che fine ha fatto il talent scouting? Chi ancora lo fa nei locali o negli studi di registrazione? Chi esce ad ascoltare gli artisti anche dal vivo e non solo su Scuola Indie o New Music Friday?