Esce venerdì 16 settembre 2022 “Mi hanno detto che”, il primo singolo di Argo, prodotto da Trem, dopo più di un anno senza alcuna pubblicazione. Il singolo in questione rappresenta una frattura di un equilibrio fittizio che l’artista si era creato in successione ad alcune difficoltà personali che affronta nel testo, come disturbi d’ansia e dipendenza.
Argo compromette la propria “stabilità di facciata” accettando l’irruenza di un periodo passato che continua a pesare e a condizionare le sue aspettative e la sua concezione di sé. Il brano, accompagnato esclusivamente da alcune note di pianoforte e violino curate da Trem, trascina un’atmosfera soffocante ma anche consapevole.
Noi ci siamo fatti mostrare casa sua, ed ecco com’è andata.
Ho 14 anni, vivo ancora a Brescia e acquisto un walkman usato online per €5. Questa è la “foto” che ho in testa ogni volta che mi capita tra le mani questo affascinante “strumento vintage”. Avevo appena trovato una decina di musicassette di mio padre, si era fatto delle compilation della musica che si ascoltava verso l’inizio degli anni ’90. Volevo fare un tuffo nel passato, sentirmi come mio padre che ascoltava quella musica in camera sua. Ho iniziato a sentirle mentre studiavo o mentre disegnavo i graffiti. Mi sono subito lasciato travolgere da alcuni artisti come i Queen, Peter Tosh, Jimmy Cliff, Sting. È stato un bell’input per il mio interesse verso la musica.
Questo disegno l’ho ricevuto da un mio caro amico, Christian (in arte Morb).
Era appena uscito uno dei miei primi pezzi (“Stand-By”), stavamo ascoltando la musica a casa sua e ad un certo punto parte la mia traccia.
Lui inizia a focalizzarsi solo su un disegno e per me era normale, anche lui era presissimo dai graffiti, pensavo stesse facendo le solite tag. Dopo alcuni minuti mi regala il foglio con sopra una frase della mia canzone “Serpenti fratè, non li senti, non ci sono sonagli, arrivano e non te l’aspetti”. Ricordo che mi emozionò molto questo gesto. Ora tengo il foglio all’interno del mio armadio e lo guardo ogni giorno.
Ai primi live mi diedero dei pass totalmente inutili. Si trattava di contesti piccoli, non c’era bisogno di un pass per tutti e venti i ragazzi che dovevano cantare.
Mi piacque così tanto farmi sentire, però, che decisi di tenere ogni cosa che potesse ricordarmi quella sensazione. Conservo tutto sulle due mensole dove tengo i miei vinili preferiti.
Questo è il mio lockdown.
Il lockdown mi è servito molto sotto tanti aspetti, innanzi tutto mi ha insegnato a stare bene da solo. Ero ingrassato di 10 kg, pur essendo sempre stato molto magro. Stavo terminando una terapia per i miei problemi d’ansia che mi ha causato un rallentamento del metabolismo significativo. Ho iniziato a bere molto alcool dopo aver interrotto l’uso di ansiolitici, e ogni bottiglia la lasciavo in camera. Ora è diventata una collezione, un promemoria per ricordarmi che “ho già dato”.
Durante il lockdown ho comprato delle cose per poter registrare le idee che mi venivano per dei nuovi testi. Poi l’interesse si è allargato verso tutto il mondo della post produzione audio (editing, mix, mastering, ecc).
Dopo un’esperienza lavorativa che non mi appagava mi sono iscritto a un corso per diventare un tecnico del suono.
Queste cuffie sono state il regalo di compleanno delle persone più vicine a me. Da questo regalo ho potuto sentire tutto il sostegno delle persone a cui voglio bene.