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Tina Platone ci racconta i suoi “Impulsi elettrici”

Finalista di Music is The Best e vincitrice del premio Rockit Pro del contest musicale organizzato da Panico Concerti e la regione Emilia-Romagna, conclusosi lo scorso 19 Maggio, che le ha permesso di pubblicare il singolo Luna d’Arancia, Tina Platone torna con un nuovo brano, decisamente più scuro e intitolato Impulsi Elettrici.

Il brano si presenta come un dramma sexy, un ballo nella psiche tra i pensieri tristi di giornate no e quelli delle profonde epifanie che si manifestano nel dolore.

La mente è come una caverna decadente in cui vengono proiettate delle ombre, scrivere canzoni è un processo di rivelazione e guarigione.

“In Impulsi Elettrici -rispondiamo ai ruggiti- e al senso di inadeguatezza e impotenza evocati nel brano precedente, Luna D’arancia. L’uno conseguenza dell’altro, come tappe di un percorso, puntate di un film che è stato la mia vita nel momento in cui li ho scritti, difficile ma anche prezioso e arricchente.”

Il brano è uscito il 29 Giugno su tutte le piattaforme digitali per l’etichetta Triginta.


Partiamo facendo ordine tra le idee che viaggiano nella tua testa. Presentati a chi ancora non ti conosce, cosa dobbiamo assolutamente sapere su di te?

Ciao! Sono Tina Platone, sono una cantautrice e sono da poco usciti due singoli Luna D’arancia e Impulsi Elettrici, puoi ascoltarli su tutte le piattaforme digitali e sono il preludio di una serie di brani che trattano il tema delle

Impulsi elettrici è il secondo episodio di un film a puntate di cui tu sei la regista. Ma facendo un salto indietro, cosa è successo nel primo episodio dal titolo Luna d’arancia?

Dico sempre che questi due brani sono uniti insieme da un link tematico che è la depressione. Il primo brano parla del sentirsi inappagati, svuotati da stimoli, complici uno stile di vita sregolato e l’ansia da prestazione di fronte alle sfide della vita e il confronto con gli altri. Credo sia successo a tutti nella vita di subire una battuta d’arresto. Luna D’Arancia è un istantanea di quel momento.

Qual è quindi il collegamento con l’episodio successivo che è appunto Impulsi elettrici?

Il brano successivo è sempre un brano cupo, scuro. Però qui avviene la prima reazione a quello stato descritto prima. Si torna a ruggire, per riprendere in mano la direzione della propria vita.

Perché hai scelto di mescolare l’elemento della danza nel videoclip di questo brano e come mai la scelta è ricaduta proprio sulla performer Laura Carnevali?

La danza è una disciplina che mi è sempre piaciuta, da piccola ho frequentato per qualche anno un corso di hiphop. Inutile dire che poi sono diventata un pezzo di legno, per cui di fronte a chi sa comunicare con il corpo rimango sempre affascinata.

Detto questo, il brano con il suo andamento cantilenante mi richiamava la danza, così ho chiesto a Laura di intepretarlo e coreografarlo. Nutro per lei una profonda stima artistica, mette una grande passione nel suo lavoro e la trovo estremamente espressiva.

Hai un programma l’uscita di un EP o di un album entro la fine dell’anno? Se sì secondo te gli ascoltatori hanno ancora la soglia dell’attenzione per ascoltare un lavoro per intero o la loro attenzione dura il tempo di un singolo?

Ho in programma l’uscita di un concept ep, sul tema delle ombre. Una piccola raccolta di brani che racchiudono momenti e considerazioni cupe che mi hanno attraversato negli ultimi anni.

Sulla questione dell’attenzione dell’ascoltatore mi sento di dire che cerco semplicemente di fare le cose con un senso. Per me presentare un lavoro significa trovare la formula che più si adatta al racconto che voglio fare. Il pubblico per me è un entità sensibile e intelligente, e va trattata come tale. Non mi piace cercare strategie per attirare l’attenzione o mantenerla, penso che crescendo sia umanamente che artisticamente si possa migliorare e creare link più forti con le persone, detto questo, prima va curato il proprio lavoro artistico e

Se dovessi pensare alle tue canzoni come colonna sonora, in quale momento o fase della vita consiglieresti di ascoltarle?

Consiglierei l’ascolto durante le fasi di transizione, quando avverti che stai cambiando e ti senti confus*. E’ in quei momenti che scrivo, per cercare di comprendere il momento che sto attraversando e in che direzione sto andando.