Alessandro Grazian in tour per festeggiare i dieci anni del disco ARMI.Questo autunno il cantautore e musicista Alessandro Grazian festeggia dal vivo, con un live elettrico, l’anniversario dell’uscita dell’album ARMI pubblicato il 5 ottobre el 2012. Per l’occasione Grazian ripropone lo stesso concerto di dieci anni fa rispolverando l’atmosfera new wave e shoegaze che caratterizza l’album. La band sarà composta oltre che da Grazian alla chitarra elettrica da Emanuele Alosi alla batteria, Giovanni Calella al basso e Davide Andreoni alle tastiere. Un’occasione imperdibile di riascoltare dal vivo questo album e rivedere su un palco il cantautore di origini padovane e milanese d’adozione (l’ultimo tour di Grazian con band al completo risale a 7 anni fa).
Non potevamo che ascoltarlo, per l’occasione.
- Dieci anni dalla pubblicazione del tuo album “Armi”. Come riassumeresti questo periodo dove è cambiato tutto? Ci sembra un decennio che ha visto l’avvento della distribuzione digitale, e una pandemia globale… Quali aspetti ti hanno segnato di più?
Temo che la pandemia abbia in alcuni casi accelerato dei processi che erano già in corso e così si sono sbriciolate in fretta delle certezze e delle realtà che vacillavano già da un po’ e non mi riferisco solo al mondo della discografia… Io all’epoca di ‘Armi’ sentivo una certa inquietudine sotto pelle e ho cercato di raccontarla con le canzoni. Purtroppo a volte a pensar male non si sbaglia e anche la stessa ‘Armi’ suo malgrado ha un testo che ora è beffardamente attuale.
Io comunque sono sempre stato di nicchia anche quando andava di moda altra musica per cui non ho subito chissà quale tracollo con le rivoluzioni e gli stop drastici degli ultimi anni. Intendiamoci, non poter fare più concerti per quasi due anni è stato un disastro ma diciamo che ero già strutturato per andare ad un’altra velocità. Mi piace comunque pensare che tutto è ancora da scrivere perché il presente è imprevedibile e in questa imprevedibilità voglio testardamente vederci anche dei possibili sviluppi positivi. Certo suona stonato a dirsi visti i tempi che viviamo ma penso che non sia il momento di gettare la spugna e abbassare la guardia.
2. Ti è mai capitato di riascoltare “Armi”? Ti senti ancora così?
Sì assolutamente, forse tra i miei dischi è quello che ho riascoltato più spesso e la ragione probabilmente sta anche nel fatto che mi ci riconosco ancora. In fondo è un disco che ho scritto a 34 anni, quando avevo ormai raggiunto una certa ‘maturità’ e stabilità emotiva. Un album che invece non ascolto mai è il primo che infatti ho scritto quando di anni ne avevo 20 o poco più: in quel caso sento un po’ di distacco.
Detto questo credo che ‘ARMI’ sia un album molto a fuoco, probabilmente meritava di raccogliere di più. Mi è capitato di sentirmi dire che per qualcuno è stato anche di ispirazione e questa è una cosa molto bella.
3. Ci racconti come hai conosciuto i tuoi compagni di band: Emanuele Alosi, Giovanni Calella e Davide Andreoni? Giovanni l’ho conosciuto all’epoca di ARMI, lo coinvolse Leziero per la registrazione dell’album. Con Giovanni ho fatto anche tutta la seconda parte del tour di ‘Armi’ e anche il tour del mio ultimo album ‘L’Età Più Forte’. Emanuele è stato il batterista del tour del mio ultimo album. Da allora abbiamo condiviso mille progetti, non ultimo il mio Side-project Torso Virile Colossale.
Davide l’ho conosciuto alla fine di un mio concerto in Toscana qualche anno fa. Quando poi è venuto a vivere a Milano abbiamo cominciato a frequentarci e oltre ad un’amicizia è nata una bella collaborazione artistica che ora è nel pieno del suo fulgore.
4. E cosa si prova a tornare sul palco con una band?
Questo lo potrò dire solo dopo i due concerti che faremo a Milano e a Padova! Al Momento non salgo con un band sul palco per fare le mie canzoni da 7 anni. Penso che mi divertirò.
5. E perchè hai sentito l’esigenza di un concerto per ricordare questo disco? È come un compleanno nel quale sei felice di compiere gli anni: un’anniversario può essere la giusta occasione per rompere il ghiaccio con il palco dopo tanto tempo e festeggiare suonando con un po’ di amici. Nulla di autocelebrativo, solo la voglia di riportare in vita una creatura musicale che amo e l’occasione di distrarsi un po’ dai tempi difficili che tutti noi stiamo attraversando ultimamente. La musica, si sa, è un balsamo.