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Elettronica

Cosa c’è nella camera di Anna Soares

Esce venerdì 21 ottobre 2022 per Lost Generation Records “Dionysus”, il nuovo (secondo) album di Anna Soares

Qui, la cantautrice e producer snocciola un discorso già iniziato lo scorso anno con “Sacred Erotic” muovendosi in direzioni più spirituali e mature, creando delle preghiere in musica per la sua divinità oscillando tra sensualità e alterazione dei sensi, mostruosità e moniti evolutivi. L’elemento sperimentale, sempre presente nell’elettronica di matrice future garage, va ad incontrarsi con un cantautorato che non dimentica di strizzare l’occhio a melodie e vocalità pop. I nove brani di “Dionysus” vanno quindi a creare un percorso spirituale verso il basso, toccando i luoghi più oscuri dell’esplorazione di sé.

Noi siamo stati a casa sua, ed ecco cosa ci ha mostrato.

1. Le mie pietre 

Sono il punto di connessione con la mia sfera spirituale: attraverso di esse medito, mi porteggo energeticamente, portandole con me o indossandole dentro i vestiti, e ognuna di esse è stata trovata per delle ragioni e pensata per darmi un certo tipo di energie. 

2. Corde

Anche chi non mi conosce sa che il BDSM fa parte della mia vita in maniera costante, ma non tutt3 sanno che recentemente ho anche iniziato a fare pratica di bondage come rigger (ruolo di chi lega). Per cui mi sono armata di corde, e il fatto di averne in casa mi riempie di gioia! (oltre che consentirmi di allenarmi sulla mia coinquilina che pazientemente mi fa da cavia)

3. Strumenti musicali 

Banalità? Forse. Ma avere in casa qualcosa sul quale poter suonare in ogni momento è per me fonte di gioia e di entusiasmo. Dal mio piccolo home studio al piano pesato, passando per la mia consolle da DJ. Ogni strumento mi dà una vibe diversa e mi connette con un diverso lato di me. Sfaccettature sonore. 

4. I post-it del cuore 

Sono un piccolo linguaggio in codice tra me e la mia coinquilina, qualcosa che utilizziamo quando ci muoviamo “in differita” alternativo ai soliti messaggi tramite smartphone, o quando vogliamo supportarci, dirci qualcosa che resti, che vogliamo che l’altra “senta” oltre che legga. Piccole tracce d’affetto, in poche parole. Che tenerelle, vero? 

5. La mia (disordinatissima) collezione di lingerie hot!

Ogni minimalista ha il suo guilty pleasure, quella cosa alla quale non riesce a rinunciare perchè rappresenta una rappresentazione importante del suo modo di essere. Ecco, per me la lingerie ha esattamente questo ruolo. Mi ha aiutata nel mio percorso di perdita peso ad accettarmi, a farmi riconquistare il mio sentirmi donna, a guardarm con occhi carichi di entusiasmo e seduzione. Ad oggi, non ho la più pallida idea di quanti pezzi io possegga, chissà che un giorno non li conti 🙂