Milano d’inverno è una di quelle città che ti consuma, che ti fa scendere zampettando come uno scemo dall’autobus, crepando di freddo. Che ti fa fare le file nei locali, che ti fa schiacciare contro mille sconosciuti ogni giorno in metropolitana, che ti fa spendere quaranta euro per una cena mediocre, e rimane comunque una città da amare. Quella delle cene con gli amici, quella delle ore piccole e degli spiccioli in tasca, quella che ti fa guadagnare tanto e spendere altrettanto. I Nolo, duo del celebre quartiere al nord di Loreto, hanno di recente pubblicato il loro nuovo EP dal titolo Luminia, un omaggio a questa città di luci e contraddizioni incredibili.
Qui dentro troviamo una città ai confini del mondo Occidentale, quella Milano scintillante, la città delle luci che ci circonda fin da piccoli: i neon, i semafori, le metropolitane, le finestre dei palazzi. Per noi nati e cresciuti a Milano sono luci calde, accoglienti e domestiche. Il pop malinconico dei NOLO, diventa un ritratto generazionale per una generazione cittadina che si perde e si ritrova continuamente: una dichiarazione d’amore alla città di Milano.
Basta questa location suggestiva, che spesso manca ai dischi indie che ritroviamo in ripetizioni violente nelle playlist di Spotify, per farci piacere questo disco. Di un pop dichiarato e sfacciato, che però nasconde quella sofferenza generazionale che consuma, come questo freddo che mi porto dietro fino a casa, in questa città così accogliente e scontrosa. Milano è come la musica dei Nolo, brillante e scintillante, divertente, ballabile, eppure solitaria, triste e scontrosa. Qui dentro ci sono gli sguardi in metropolitana, quelli che ci fanno innamorare, ci sono le chitarre degli anni Sessanta che piaceranno a vostro padre (provate a mettergli questo disco in macchina!), e la produzione di Plastica.
Benvenuti.
CM