C’è sempre un po’ di morte e di resurrezione nel blues: lo sanno benissimo THE ROOTWORKERS, talentuosa band marchigiana, che pubblica DEAD FLOWER BLUES (Level Up Dischi), nuovo singolo e video.
Il quartetto fa affiorare tutta la propria abilità in un pezzo che si collega direttamente con le radici del blues ma prende svolte psichedeliche, lasciando galoppare gli strumenti e la fantasia, in tutta libertà.
“DEAD FLOWER BLUES” – racconta la band – è il primo singolo scritto dopo il nostro EP d’esordio “ATTACK, BLUES, RELEASE”. Il titolo, letteralmente “blues del fiore morto” prova a riassumere in modo velato il testo, fungendo da metafora alla necessità di cambiamento, della vita che va e include morti, rinascite, ma anche momenti di stallo, di decisioni difficili, di buone e cattive avventure nel mondo. Il brano ha fattezza rock/blues, con un’atmosfera sospesa nelle strofe che esplodono poi in un riff stoner/rock, per arrivare a uno special psichedelico che introduce al finale del pezzo”.
“Il videoclip di “DEAD FLOWER BLUES” è stato realizzato da PAOLO TASSO, amico e videomaker maceratese. L’idea è stata quella di montare diverse clip ritagliate da archivi liberi sulla rete, amalgamarle edar loro un tocco alla “super8”, creando un Frankenstein di immagini, luci e ombre. Le clip scelte offrono un’altra prospettiva su quello che è il significato di DEAD FLOWER BLUES: un passaggio, un cambiamento, il prima e dopo di un momento di stallo e la necessità di rinascere. Anziani, bambini, nature vive e morte e scene quotidiane accompagnano la musica in un viaggio di4:03 minuti che non ha inizio né fine, ma sembra disegnare lo scorrere Inevitabile e incessante delle cose”.
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THE ROOTWORKERS nascono nel 2019 nei meandri delle campagne appignanesi (MC), dove stabiliscono la loro base operativa. Sin dai primi esperimenti in sala prove trovano affinità nello studio della musica nera, incentrando la loro ricerca sulla costruzione di suoni acidi, stridenti, intrisi di groove che trascendono il classico blues.
Un’indagine musicale ed estetica che riparte dalla traccia, dal frammento, riportando quell’atmosfera nebulosa e labirintica di un paesaggio sonoro in sospensione. La formazione è composta da ENRICO PALAZZESI al microfono/chitarra ritmica/chitarra slide, LORENZO CESPI al basso, ANDREA BALLANTE alla chitarra solista ed ENRICO BORDONI alla batteria/piano.