I Palinurus sono una band di Varzi, paese nell’Oltrepo pavese, composta da Fabio Bergamini, Andrea Matti, Paolo Balzarini e Carlo Emanuele Dirotti. Formatosi nel 2013, il gruppo pubblica nel 2017 il primo album “Fame di niente”, registrato e prodotto da Simone Sproccati, proponendo come singoli i brani “Testa bassa” e “Secondo cervello”. Questa uscita dà vita a una serie di esibizioni dal vivo, dapprima nei locali limitrofi, e successivamente nel nord italia. Dopo anni di tregua, complice anche la pandemia, nel 2023, sempre col supporto di Sproccati presso il Crono Sound Studio, realizza il secondo lavoro in studio anticipato dal singolo “Philippe Petit” e da “E’ tutto grigio”, uscito lo scorso 27 aprile.
Per l’occasione, ci siamo autoinvitati a casa di Fabio Bergamini e ci abbiamo curiosato un po’ per conoscere meglio questo progetto musicale:
Ciao, sono Fabio dei Palinurus e vi faccio fare un giro dentro e fuori da casa mia.
Il primo oggetto è un quadro acquistato ad un concerto di Colapesce nell’ormai lontano 11 novembre 2015. Lo spettacolo era arricchito dalla mano di Baronciani che durante l’esibizione disegnava in tempo reale, proiettando sullo sfondo queste bellissime opere. Ha un valore affettivo particolare perché oltre a ricordarmi una bellissima serata, ogni volta che lo guardo mi riporta a quel posto magico dove abbiamo suonato e assistito a moltissimi concerti: SpazioMusica a Pavia, che aimè è stato chiuso, un posto che rimarrà per sempre nel nostro cuore.
Il secondo oggetto è in realtà una raccolta di disegni che ho realizzato durante il lockdown. In quel momento suonare e provare a disegnare era uno dei pochi modi per riuscire ad evadere da quella situazione. Sono disegni improvvisati che raffigurano la band e alcune nostre canzoni.
Il terzo oggetto è uno stereo completo (giradischi, lettore audio cassette e radio) dell’Akai degli anni ’80. Mi è stato regalato da un amico di mio nonno e da quel momento fa parte dell’arredo. Essendo cresciuto con il lettore cd e l’mp3 in tasca, purtroppo non ho una grande collezione di dischi ma la sua presenza in casa è sempre stimolante e credo che prima o poi rimedierò facendomi una collezione di dischi del cuore.
Il quarto oggetto è la cassetta all’interno. L’ho ereditata con lo stereo.
Il quinto oggetto è un Fiat Ducato che prima delle serate e nei periodi di tour tenevo fuori da casa, ci veniva gentilmente prestato per i live da un nostro amico (fino a che non lo ha purtroppo venduto). Sembrerà banale, ma eravamo molto legati al “nostro” furgone e mi sembrava doveroso salutarlo, forse per l’ultima volta. Ciao Tenebra, ti vogliamo bene ovunque tu sia.