Nicola Marotta è un cantautore e produttore musicale. Dal 2014 al 2021, da autore in esclusiva per Warner Chappell Music Italiana, ha scritto brani per Francesco Renga, Marco Masini, Noemi, Einar (Sanremo 2019) e Leonardo Lamacchia (Amici 20), tra gli altri.
Il suo nuovo progetto artistico, invece, parte da “Anni90”, singolo uscito ad agosto 2022, selezionato da Spotify nelle playlist editoriali “Scuola Indie” e “Indie Italia”. A seguire pubblica “Ciliegie”, a ottobre dello stesso anno, e “Incosciente”, a marzo 2023. Tutti i pezzi sono scritti e prodotti interamente dall’artista e distribuiti da Artist First. Ha prodotto l’EP “Bouganville”, per Marsali, co-scrivendo tutte le tracce, compresa “Booking”, il singolo selezionato nella playlist editoriale “Scuola Indie” di Spotify. Definisce la sua musica un’indie-pop sinestetico, in cui idealmente le canzoni cercano sempre di creare dei piccoli film, nei quali i testi diventano una sceneggiatura e il sound la fotografia. Fan di Tarantino, e di quel cinema nei quali sono i dettagli a fare la storia, tra le sue ispirazioni ci sono serie e film. Non esclusi quelli mentali.
È da poco uscito su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo del suo progetto, dal titolo “Estate Indiana”. Abbiamo colto l’occasione per auto-invitarci a casa di Nicola per conoscerlo meglio.
Ecco cosa ci ha mostrato:
- Il primo oggetto che voglio raccontare è un quadro, realizzato dalla mia compagna ed è ispirato a uno dei miei singoli, “Wembley”. Dipingere è il suo anti-stress, ma anche il mio. Non sapendo disegnare, i quadri mi danno un effetto calmante, tant’è che l’ho appoggiato al muro su un tavolo che è, come si vede in foto, polifunzionale. Fino a una certa ora, perfetto per la colazione, poi diventa territorio di brainstorming di nuove idee e nuovi progetti. A descrivere perfettamente il mood, un altro quadretto in cartone con l’omino che viene tenuto tra testa e cuore. È chiaro: “in casa Marotta” c’è un equilibrio squilibrato tra ordine e caos.
- Il secondo oggetto è un giradischi. Si trova su un mobile nell’angolo relax di casa. È la zona dove gli oggetti, giradischi e chitarra, mi riportano alla musica anche quando non sono in studio. Mi piaceva avere qualcosa che mi ricordasse una parte della musica meno digitale, meno moderna. Non sono un collezionista di vinili, ne ho pochi ma buoni. La chitarra, invece, è sempre lì, a volte a farmi la faccia minacciosa in dei periodi in cui non scrivo da tanto, a volte a fare davvero da anti-stress anche solo per cazzeggio.
- E a proposito del rapporto meno digitale con la musica, qui invece siamo in studio. Uno dei motivi per cui ho scelto la casa che abito è perché mi avrebbe garantito uno spazio da dedicare solo allo studio. Per cui, un’ex sala riunioni di un’agenzia assicurativa, ora ha un registratore a nastro AKAI originale. Non è funzionante, ma mi è stato regalato da un grande musicista. Alle spalle, una lavagna sulla quale ogni tanto appunto delle idee, ma anche delle frasi motivazionali, che, per chi vive di musica, servono sempre. Infine, segnalo, a contrapposizione di due oggetti dal significato più “profondo”, uno più stupido, ma a suo modo efficace. Un mini-semaforo che mi sono regalato come supporto decisionale. Quando mi trovo davanti a delle decisioni che mi mettono in dubbio tra il fare una cosa e non farla, specialmente se non c’è una scelta sbagliata, mi faccio aiutare dal semaforo. Rosso, no; giallo, non è il momento; verde, assolutamente sì. Leggenda narra che ci abbia scritto anche delle canzoni in questo modo. Non è vero. Ma magari un giorno…
- Quest’oggetto invece è la mia combo nostalgica preferita. Sono oggetti che ho comprato in occasione del lancio del mio primo singolo del nuovo progetto NiCOLA MAROTTA, “Anni90”. Li ho messi in studio, dal lato opposto del banco dove lavoro. Essendo cresciuto con le cassette e con gli stereo, mi sembrava giusto averne uno. Ogni tanto riascolto dei vecchi Festivalbar da lì. Mi fa fare un salto temporale davvero importante. È un po’ la mia sala giochi nostalgica/rifiugio dal presente. L’insegna del Central Perk è l’abbinamento perfetto, visto che Friends è una delle serie che ha segnato la mia adolescenza.
- Qui, invece, siamo all’ingresso. Non mi sono mai potuto permettere un ampli Marshall, per cui ho preferito averne una versione con un’utilità diversa. Commerciale o meno, mi ricorda che prima o poi dovrò comprarne uno. La copia della statuetta dell’Oscar è un premio ai miei film mentali. L’unico posto dove, spesso, davvero tutto è possibile. Ed è anche un piccolo spoiler del mio progetto artistico. Shhhh.