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Le 5 cose preferite di Casablanca

Fuori dal 8 novembre “Non solo qui ed ora”, il secondo disco di Casablanca. Nove canzoni che raccolgono la crescita umana e creativa dell’artista. L’album è stato anticipato dai singoli “Skin” e “Indietro”, brani che fin da subito hanno riscosso l’interesse del pubblico. “Non solo qui ed ora” è impossibile da etichettare sotto un genere preciso. Casablanca scrive testi da cantautore italiano ma li accompagna con melodie jazz e soul mescolate a sonorità elettroniche. Il risultato è un qualcosa di inatteso, fuori dal comune, ma che sa farsi amare.

Il disco si apre con “Consciousness overture” dove la musica elettronica fa da padrona, ma già dal secondo brano “Cose Magiche” le melodie cambiano e deviano verso un mix tra jazz e pop. La bellezza di “Non solo qui ed ora” è che ogni brano riesce a sorprendere l’ascoltatore presentando sfumature diverse, ma mantenendo un fil rouge comune alla base. “Indietro”, ad esempio, è un altro brano molto particolare dove il soul incontra l’elettronica attaverso suoni che ricordano un canale televisivo che non funziona.

Noi volevamo saperne di più, e come sempre siamo partiti dalle sue 5 cose preferite.

La sperimentazione, non solo musicale, è alla base del mio pensiero. Mi permette di scoprire, di attraversare e di ampliare i limiti, le sensazioni e le capacità. Questo mio secondo disco, “Non solo qui ed ora”, come gli ultimi due anni della mia vita, si è basato molto su questo concetto: sulla conoscenza di nuovi luoghi, spazi e tempi, fisici e personali. Sperimentare mi permette di uscire da me stesso, per imparare qualcosa di nuovo, per poi tornare a casa con un bagaglio emotivo ed esperienziale indubbiamente più importante.

La spazialità del suono è una delle cose che più rappresenta la mia concezione di produzione musicale. Creare, appunto, degli spazi, degli ambienti sonori dove ogni elemento possa avere la sua giusta nicchia ma che, nel contempo, possa relazionarsi agli altri, creando un’armonia di incastri e direzioni.

Il Jazz è sicuramente una grande fonte di ispirazione per me. I suoi strumenti tipici, come ad esempio i fiati o il contrabbasso, sono molto presenti nella mia musica. Sono molto influenzato soprattutto dal jazz più sperimentale ed anche dal nu jazz, proprio per l’interesse alla fusione e alla scoperta di nuove combinazioni.

L’attitudine derivante da questo genere che più cerco di trasferire nelle mie produzioni è indubbiamente quella dell’improvvisazione. Non solo nei live, dove il mio sassofonista o il mio chitarrista si muovono liberamente fra le note più svariate, ma anche nei dischi. Questo tipo di approccio è alla base della mia idea creativa.


Il Rhodes è uno degli strumenti principali della mia produzione. Il suo suono può essere molto avvolgente ma anche un po’ aspro, se necessario, e riesce a risultare sempre attuale e contemporaneo, se mescolato ad atmosfere stilistiche influenzate da vari generi. Il microcosmo interiore per quanto riguarda la scrittura è fondamentale, e non solo sul piano testuale. La composizione della mia musica avviene attraverso un processo di analisi interiore, introspettiva: si basa sull’indagine delle esperienze, dei sentimenti, del vissuto. Fare musica per me significa studiarmi e scoprirmi. Cercando poi di tradurre in suono, ambienti e parole quello che sento.


Il microcosmo interiore per quanto riguarda la scrittura è fondamentale, e non solo sul piano testuale. La composizione della mia musica avviene attraverso un processo di analisi interiore, introspettiva: si basa sull’indagine delle esperienze, dei sentimenti, del vissuto. Fare musica per me significa studiarmi e scoprirmi. Cercando poi di tradurre in suono, ambienti e parole quello che sento.