“Statue di cera” è il nuovo singolo di Ambradea, giovane artista piuttosto fantasiosa, che a marzo pubblicherà il proprio nuovo disco, “esSenza”. Le abbiamo chiesto quali siano le sue cinque cose preferite: ecco le sue risposte.
Londra
La mia seconda casa anche se manco da un po’. Ci andai per la prima volta per una vacanza studio a 13 anni. Da lì me ne sono innamorata così tanto che nel 2009 mi ci sono trasferita per un po’. Adoro l’odore di fast food per le strade, i pub in legno scuro, le case in stile vittoriano, e il mood soprattutto. Mi si smuove sempre qualcosa dentro ogni volta che metto piede in quella città. Se fossi una città sarei Londra. Probabilmente in una vita passata ero il migliore amico di Charles Dickens.
Fare colazione
Non sto scherzano se dico che la mia giornata cambia in base a se faccio o no colazione. Anche in base al tipo di colazione. Da anni ormai la mia è composta da due fette di pane tostato con burro e marmellata, latte e caffè. Se mancasse almeno una di queste cose a casa potrei uscire alle 3 di notte e cercare un supermercato aperto per averle la mattina dopo. Per me quello è il momento più bello della giornata, quello in cui sono da sola e penso. La mente fresca mi fa rimpicciolire quei pensieri giganti che ho fatto la notte prima e tutto si ridimensiona. Ah, la marmellata è sempre, rigorosamente, ai frutti rossi.
Dipingere
Dipingere è un’altra delle passioni che mi porto dietro da quando sono piccola. Mi è sempre piaciuto disegnare cose astratte principalmente. Sono molto simbolista e cerco sempre di trasformare un concetto in immagini. Credo che un’immagine sia in grado di smuoverti qualcosa dentro, come la musica d’altronde. Dipingo quando sono ispirata e soprattutto quando ho bisogno di schiarirmi le idee. Faccio molta attenzione ai dettagli e quando lavoro su progetti musicali, anche l’immagine deve avere la sua parte. Soprattutto nelle copertine e nei videoclip. Spesso disegno qualche schizzo prima di formulare un’idea. Poi lo passo al mio team che si occupa di elaborarla ed esaltarla al meglio per come la ho pensata.
Il bicchiere di vino delle 18:00
Non importa in che paese mi trovi, con chi sia o dove sia, ma dalle ore 18.00 in poi devo bere un bel bicchiere di vino che scioglie tutte le tensioni avute durante la giornata. Questa regola dell’orario me la sono data durante la pandemia in cui si era perso un po’ il senso del tempo e rischiavo di confondere la mattina con la sera. Da lì ho deciso che dalle 18.00 in poi potevo dare il via alle danze. La mia mente si attiva in tardo pomeriggio, sono decisamente più nottambula che mattiniera. La sera la mia creatività triplica, sono più sensibile alle emozioni e con un bicchiere di vino, buono e rigorosamente bevuto in calice, riesco ad enfatizzare il tutto e lasciarmi andare alla creazione.
I byopic
Mi piace prendere ispirazione dalle storie della gente. Mi piace ascoltare le storie, vedere come i protagonisti riescano a cambiare le cose, come chi ha chiaro un obiettivo venga attirato sempre di più dal desiderio di renderlo reale. Mi piacciono le storie di rivalsa, le storie di chi prende la vita di petto, di chi la cambia anche a cinquant’anni. Mi piace scoprire i diversi processi che portano le persone a realizzare i loro sogni. Questo genere di film, se fatto bene, mi lascia sempre qualcosa su cui riflettere e alimenta sempre di più le mie convinzioni sul “tutto è possibile”. Mi lascia la scia per giorni interi.