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Sea.bass_beat ci racconta il suo nuovo singolo “Dimensioni”

Fuori dal 19 gennaio “Dimensioni”, il doppio singolo di Sea.bass_beat. Quattro minuti che raccontano una storia ambientata, per l’appunto, in due dimensioni differenti. Nella prima stanza abbiamo suoni più leggeri, mentre la seconda lascia spazio all’introspezione. Sea.bass_beat ama da sempre sperimentare con i suoni e in ogni suo lavoro avviene un piccolo salto di qualità. La musica scorre come un flusso continuo e senza giudizio lascia che sia l’ascoltatore a trovare la propria interpretazione.

“Dimensioni” ha lo scopo di aiutare l’ascoltatore a creare la propria ambientazione. E’ come se avessimo a disposizione due stanze e in una di essa costruiamo quello che ci suggerisce la nostra immaginazione.

Ne abbiamo parlato direttamente con lui.

“Dimensioni” è il tuo nuovo singolo pubblicata a metà gennaio. Da dove nasce l’ispirazione per questo brano?  

“Dimensioni” è un idea nata dall’unione di due singoli in uno legati da un flusso, da una storia, da varie ambientazioni che in qualche modo possano ‘’parlarsi’’. “Dimensioni” non è significato di chiusura mentale anzi, ma di creazione della propria messa in scena. E’ come se avessimo a disposizione due stanze vuote e in ognuna di essa potessimo provare a riempirle costruendo quello che ci suggerisce la nostra immaginazione. 

Hai usato la voce campionata di Dolce Nera, come mai questa scelta? 

Quando ho ascoltato la prima volta il brano di De Andrè, la voce iniziale mi ha accesso immediatamente una lampadina. Nella mia testa iniziavo a ripetermi quella parte e sentivo che poteva essere mischiato con le mie sonorità.

Ci dicono che tu abbia una passione per le percussioni, come si riflette questa cosa nella tua musica?

Questa passione nasce fin da bambino. Sono praticamente nato con le bacchette in mano. Per anni ho suonato la batteria ma successivamente mi sono avvicinato alle percussioni. Prima di tutto sono rimasto affascinato da come vengono costruiti e poi dalla libertà che esprimono mentre li suoni. Percuoterli mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a delle realtà totalmente diverse dal nostro mondo, dal nostro modo di vivere. Così poi ho pensato di omaggiare diverse etnie, soprattutto quelle africane, nelle mie produzioni.

Quali sono gli artisti che hanno influenzato la tua musica?

Tra tutti spicca per influenze e sonorità Paul Kalbrenner. Ma sono cresciuto a pane e Pink Floyd grazie ai vinili di mio padre, alle colonne sonore per film e ai dischi di musica hip hop/rap di mio fratello. 

Qual è il concerto più bello a cui tu sia mai stato? E perché è stato il più bello?

La mia ragazza mi ha regalato per il mio compleanno il live di Paul Kalbrenner. L’abbiamo visto a Ferrara ed è stata una serata indimenticabile. Mi sono commosso davanti al mio idolo e inoltre, non avevo mai ricevuto qualcosa di così bello e grande prima d’ora nella mia vita. 

Prossimi progetti nel cassetto?

Posso tranquillamente anticiparvi che sto lavorando ad un nuovo EP. Sono per ora arrivato a completare 3 brani. In totale penso che saranno 5. Il progetto va a riprendere alcune sonorità del compositore Vangelis (per intenderci colui che ha vinto l’oscar per “Chariots of Fire”).