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Cosa c’è nella sala prove dei The Pax Side Of The Moon

Esce su tutte le piattaforme digitali per Believe Music Italy (e in formato birra) il primo disco dei The Pax Side Of The Moon, fuori da venerdì 12 aprile 2024 per Hukapan (etichetta discografica indipendente e agenzia creativa di proprietà del gruppo musicale Elio e le Storie Tese): un primo e definitivo capitolo che segue oltre dieci anni di attività live.

Prodotti da Elio e Le Storie Tese e definiti come “eredi illegittimi” del medesimo Complessino, i The Pax Side Of The Moon passano dal country fino al “soft metal” con assoluta nonchalance. Testi solidi, arrangiamenti non banali e ironia da cecchini sono il risultato degli anni passati a suonare davanti a un pubblico molto eterogeneo e poco incline alla benevolenza.

Noi volevamo conoscerli meglio, e per farlo non potevamo che infilarci in uno spazio a loro comune, per poi scoprire che la loro salute è piuttosto cagionevole. Ecco come si difendono.


Siamo in sette, sparsi su 5 province. Da sempre vorremmo una sala prove nostra ma stiamo ancora calcolando col righello un luogo equidistante da tutti. Il posto in cui abbiamo provato di più è la sala prove degli Elii, sotto gli studi Hukapan. Come è facilmente comprensibile è pieno di oggetti meravigliosi che però con noi non c’entrano nulla. Stessa frammentazione per quanto riguarda i locali: siamo grandi frequentatori e amici di  diverse birrerie e citarne una sola sarebbe uno sgarro troppo grande (i birrai sono dei tipi insospettabilmente sensibili).

Ci abbiamo pensato un po’ ed essendo una band emergente di quarantenni in effetti ci sono degli oggetti a cui siamo particolarmente legati. I farmaci…

Fabio “Raul” Longo, bassista. “Loperamide”

Il mio farmaco del cuore (non esattamente…) è la loperamide, anzi tutte le declinazioni della loperamide. Sono ingordo, goloso e intollerante a qualsiasi cibo. Il risultato è che piú volte ho dovuto abbandonare il palco per necessità non rimandabili. La loperamide, quindi, sotto forma di Dissenten o Imodium, è un indispensabile alleato del poter fare musica assieme.

Beppe Chisari, tastierista. “Brufen 600”

Prevenire è meglio che curare. Certo. Ma per chi è un procrastinatore seriale come me anche lenire è meglio che curare. Anzi è proprio curare. Inoltre essendo un maniaco dei dettagli mi piace fare le cose bene. Anche farmi male.

Pur essendo seduto alla tastiera e lavorando in smartworking sono riuscito, negli ultimi anni, a procurarmi dei danni notevolissimi. Ecco perché nella custodia della mia tastiera non può mai mancare il mio simpatico amico antidolorifico!

Pier Panzeri, chitarrista: Moment

Chi soffre di mal di testa come il sottoscritto sa che non c’è niente di più bello di un sollievo farmacologico. Per questo da anni il Moment è un caro compagno di avventure e sempre presente nelle mie tasche . Tra l’altro è anche un fantastico argomento di conversazione ed espediente per socializzare : quante volte mi hanno chiesto “hai per caso un Moment ?”.

Filippo Pax, voce: Rivotril

“It’s a long way to the top if you wanna rock’n’roll” e come sa bene il collega Brian Johnson la strada è ancora più dura se ad accompagnarti ci sono gli acufeni. Per fortuna c’è il Rivotril (in dosi mooolto basse eh!) che può davvero fare la differenza. 

Un altro farmaco con cui ho avuto, tanti anni fa, un rapporto speciale è lo Stilnox. Ma sull’uso ricreativo delle benzodiazepine ha detto tutto il M° Rocco Tanica in un famoso podcast, cercatelo!

Ste Barbanti, chitarra acustica: Ventolin 

“Che fretta c’era MALEDETTISSIMA primavera?” Quando arriva il bel tempo tutta la band non vede l’ora di fiondarsi all’aperto a fare i concerti. Per me è ogni volta è un’esperienza da togliere il fiato. Letteralmente.  Per riuscire a suonare ma anche a sopravvivere mi sparo una botta di Ventolin e a fine serata vado sempre a pisciare sulle graminacee. 

Perché è un amore corrisposto e loro devono saperlo.