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Le 5 cose preferite dei Not Too Shabby

Not Too Shabby sono una band emergente pugliese, dalle sonorità pop/rock elettronico. Il loro nome proviene da uno slang americano che sta a significare “non male/niente male”. Il loro progetto nasce nell’estate del 2022 con la semplice aspirazione di fare musica per divertirsi e imparare l’uno dall’altro, in un contesto comunque professionale come quello del conservatorio. Si può dire che galeotto fu il Conservatorio di Monopoli, che permise alla band di esordire e muovere i primi passi verso l’esterno.
 
Nonostante abbia avuto un solo anno di attività, la band è riuscita comunque a totalizzare i suoi primi successi esibendosi per diversi contest musicali, su palchi fuori dalla Puglia come: Roma, Napoli e Frosinone. Ovviamente, però, la Puglia gli ha permesso di crescere e di creare i suoi primi contatti con l’ambiente musicale locale. Ognuno dei quattro musicisti proviene da un background musicale molto diverso e questa è una fortuna perché permette ad ognuno di loro di conferire alla band sonorità e sfumature sempre differenti. Il loro repertorio è vasto e abbraccia tutto quel filone di brani che hanno tracciato un solco importante nella storia della musica, rivisitati ed eseguiti con delle sonorità fresche e moderne, date dall’aggiunta degli strumenti elettronici. A Marzo 2023 hanno pubblicato il loro primo singolo “Tutti Parlano” con il quale si sono esibiti allo stadio San Nicola di Bari in occasione di un importante evento calcistico. A questa pubblicazione ne seguiranno molte altre nel corso del 2024, con produzioni inedite anche in inglese. La formazione è composta da Davide Dibello (tastiere), Edoardo Silvestri (chitarra) e Domenico Lombardi (voce), tutti studenti del Conservatorio Nino Rota di Monopoli, ed infine Leonardo Natuzzi (batteria), attualmente studente di percussioni presso il Conservatorio Niccolò Piccini di Bari.

Lo scorso 19 aprile è uscito su tutte le piattaforme digitali per Adesiva Discografica “Che senso ha”, il loro nuovo singolo. Per l’occasione abbiamo incontrato i ragazzi per farci raccontare qualche curiosità sulle passioni che condividono:

Eddy è un ragazzo spontaneo, espansivo (a volte un po’ troppo), sempre lì con la battuta pronta (che è un modo carino per dire che è un rompiscatole).
Oltre alla sua passione per la musica, coltiva da sempre anche quella per il cinema che influenza il suo modo di scrivere. Dai film horror (che guarda sin da quando era in fasce) a quelli più romantici, la nostra “principessa” riesce sempre in qualche modo a estrapolare qualcosa. Può sembrare sfrontato ma in realtà è molto sensibile; spesso per trovare l’ispirazione (come solo un masochista farebbe) guarda quei film che, sa per certo, lo faranno soffrire (mah…contento lui). Eddy e la sua dolce metà, Serena, passano interi pomeriggi a scrivere musica e testi per il gruppo e insieme a Domenico danno vita alle loro storie.

Moro, cinefilo, chitarrista, e pure simpatico, cosa vorreste di più? Magari se chiudesse la bocca ogni tanto sarebbe meglio.

Leo è il batterista della band, ma ha diverse caratteristiche che gli conferiscono delle qualità differenti da quelle di un classico batterista di una band rock, perché in realtà  ha una doppia personalità e vita musicale; infatti oltre ad essere un batterista, è un percussionista classico.

La musica classica, il suonare in orchestra e lo studio delle percussioni gli ha concerto uno sguardo sulla musica a 360°, ultimamente infatti non solito freqyentare teatri ed ascoktare concerti di musica contemporanea, l sua preferita.

Ha una personalità molto particolare e appare sempre confinato nel suo mondo psicologico interiore, fatto sempre di musica e arte; infatti appare sempre stonato e fuori dal mondo.

Ha sempre la risata pronta e sa essere super simpatico ma internamente nasconde un lato oscuro in cui si alternano momenti di felicità sprizza te a momenti di tristezza profonda.

Una delle sue più grandi passione oltre alla musica è il basket infatti segue l’Nba americano fin da piccolo, tifando i Cleveland. Ha giocato a basket fin da piccolo e tutt’oggi nonostante il meteo e le condizioni atmosferiche la domenica è solito frequentare i tornei i basket del suo piccolo paesino.

Alex è il produttore della Band e ha uno studio di registrazione fighissimo nel garage della sua umile dimora di Giovinazzo, un paese in provincia di Bari. Da quando Domenico (Cantante) ce l’ha presentato si è creata una chimica pazzesca , come se facesse parte della band, sia in ambito produttivo che addirittura in amicizia.

Lo soprannominiamo Zio Ian per via della somiglianza con il manager dei celebri Chipmunk in “Alvin Superstar”…è praticamente identico, mettici un pizzico di accento Barese ed è fatta.
Ovviamente capisce di musica decisamente di più del suo sosia, infatti noi lo vediamo sempre come una sorta di guida sugli arrangiamenti e specialmente come psicologo per la band, visto che la maggior parte delle discussioni nascono proprio in studio.

È un ragazzo sempre pronto ad ascoltare anche le peggiori idee che ci vengono in mente, la sua reazione sarà sempre “può avere un suo perché, lo elaboriamo” qualsiasi idea gli proponiamo.
Siamo di certo la sua rovina per quanto riguarda le spese di sostenimento dell’ area caffè, dove zio Ian si è dovuto attivare all’immediata apertura di questo reparto dello studio, 3-4 caffè ogni sessione, ogni due per tre sale sopra a prenderci l’acqua borbottando e sbuffando perché puntualmente finisce l’acqua della macchinetta.

Il suo talento nel settore è innegabile, veramente veramente colto e produttivo, quando si siede difronte al Mac le mani iniziano a volare, e in un paio d’ore il pezzo è pronto, le altre due le passiamo a cazzeggiare, fumare, discutere e montare la batteria (cosa che lui odia profondamente), a discapito del batterista (Leo) che viene in studio solo per dormire.

Il Clubbing, il mondo notturno, fatto di: socialità, birre, musica elettronica, energia, senso di libertà; è un mondo che ha origini storiche già negli anni ’70/’80. In quegli anni i club notturni, in cui si ascoltava musica elettronica facevano parte di un mondo sotterraneo in cui la gente, di qualsiasi età, estrazione sociale, etnia, genere e identità si riuniva, ballava, si divertiva e tutti i club di questo tipo avevano poche regole che andavano a difendere la libertà individuale.

Dagli anni ’70 ad oggi i club fanno parte della cultura giovanile, conservando i principi di libertà, si alternano alla console gli ospiti, main artist della serata, con qualche dj resident del posto e dj emergenti, non c’è una distinzione di tipo gerarchico tra artista e spettatore, i clubber comunicano con il proprio corpo in movimento e, relazionandosi fra loro e con la musica dei dj, creano la festa.

Questo modo di pensare il club e la socialità blocca i freni inibitori del pregiudizio, dell’imbarazzo, cosa che normalmente non ci permette di interagire con qualcuno molto diverso da noi, non pensando che conoscere il suo modo di essere può arricchire anche il nostro.

Questo è il clubbing, molto spesso associato ad un mondo oscuro e misterioso, proprio per questa motivazione storica, e per tutto ciò che riguarda i clubber che assumono droghe pesanti.

E’ vero, nei club non sempre è tutto così bello, a volte capitano spiacevoli inconvenienti o persone non molto socievoli ma ogni paese è mondo. Non bisogna fare di “tutta l’erba un fascio”, come si suol dire, è ormai vitale, per noi, la sensazione di condividere il nostro stesso stato d’animo sulla pista da ballo che ci permette di far parte di un sistema più grande, guidato dalla musica, dai movimenti, dalla libertà di essere e dalla condivisione.

Il Sole. Dopo ogni notte sorge sempre il sole che ci permette di vedere le cose per come sono. Con la sua luce permette che ogni cosa assuma la forma e rifletta il colore che ha, assieme a tutte le sue sfumature. Passare del tempo al sole pensiamo che sia rigenerante, ci da vitalità, benessere. Ci sono tanti concetti e pensieri legati alla figura del sole, come quello che ruotando permette a tutti di avere luce, le zone che inizialmente sono in ombra pian piano vengono illuminate e viceversa, col giusto tempo permette a tutti di brillare. È fondamentale per la nostra esistenza sulla terra e, secondo noi, è importante per trovare il bello nella vita di tutti i giorni, come i girasoli, affamati di luce che lo inseguono, si sentono protetti dai suoi raggi o gli piace semplicemente la sua compagnia e quando arriva sera, si chiudono in sé stessi. Il sole è il motore del nostro mondo, almeno di ciò che è bello e che ha bisogno di luce, ed è importante ogni tanto ricordarselo.