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Le 5 cose preferite di Leo Tenneriello

Fuori dal 4 giugno “L’amore è in corto”, il nuovo singolo di Leo Tenneriello. Un brano tra il pop e il cantautorale che racconta con leggerezza un amore un po’ fuori dagli schemi, un po’ instabile. Il titolo del brano di Leo Tenneriello è un ottimo riassunto di cosa deve aspettarsi l’ascoltatore. Ironia, leggerezza e una visione dell’amore un po’ diversa. Qui si parla di un amore liquido tra incertezze e tradimenti. Un amore instabile in cui si guarda solo la superficie dicendo di amarla.

Leo Tenneriello parla di tradimenti e inganni, ma lo fa con leggerezza. Una melodia pop abbraccia lo stile cantautorale della voce esaltandone le qualità. Il tutto condito da un testo che sa come smorzare situazioni poco simpatiche.

LA MIA CHITARRA

La mia chitarra non è un oggetto ma una cosa. L’italiano cosa è la contrazione del latino causa. La mia chitarra è essenziale nella mia vita, è la mia causa. Ho bisogno di abbracciarla, di aggrapparmi a lei. Insieme facciamo belle cose. Siamo coinvolti. Siamo complici. La vita monotona, alienata ci fa confondere oggetti e cose. Quando imbraccio la mia chitarra non è mai alienazione, ma relazione. Io e la mia chitarra sappiamo che abbiamo qualcosa da dirci, non sappiamo bene cosa perché il dialogo è in continuo divenire, non mettiamo mai il punto al nostro discorso, al massimo solo punti e virgola perché sappiamo che la nostra conversazione è sempre da riprendere. Un po’ come fanno gli amanti, parlano e parlano ma non concludono mai il discorso, perché sanno che concludere il discorso equivarrebbe alla fine dell’amore.

L’ODORE DEI LIBRI

Chi l’ha detto che i libri si leggono. I libri si odorano. È un modo per cercare di penetrare l’anima dell’autrice, dell’autore. Inebriarsi della loro essenza. Il primo passo per orientarsi nel viaggio che ci apprestiamo a intraprendere tra le loro pagine. È l’odore del tempo, l’odore della vita. I personaggi iniziano a vivere nella nostra vita e noi nella loro. La realtà aumenta attraverso i sensi e i sensi restituiscono senso alla realtà.

IL MIO GIARDINO

Ogni casa ha il suo giardino, il luogo della serenità, della pace, dell’armonia, della vita. Luogo della nostalgia e del ritorno. Io ho il mio giardino. Ogni anno ci ritroviamo per festeggiare Chiara e Margherita, le mie eterne bimbe. Il giardino mi permette di riflettere su ciò che ho perso, sulla bellezza che ho smarrito e su quella che devo ancora ritrovare. Il giardino è stare con le mani in mano, in un tempo lento non ossessionato dalla competizione della vita quotidiana. Ogni giardino è infedele al presente, guarda al passato e ci traghetta verso il futuro.

IL FOGLIO BIANCO

Il foglio bianco mi dà una piacevole sensazione egocentrica di onnipotenza. La creazione è lì che aspetta di essere realizzata. Una parola e poi un’altra. Una frase che apre brecce su mondi sconosciuti. Un concetto che fiorisce in mille direzioni. Una rima che mi spinge ad aprire una porta mai aperta e che bisbiglia confidenze mai rivelate. Ho creato una storia, delle persone mascherate da personaggi. Un foglio bianco aspetta che la fantasia aiuti a capire la realtà.

L’INTER

È il mio spazio di gioco, il mio rifugio, la mia dimensione trascendentale, l’eco di un’infanzia perenne che mi lega a un popolo. È il cordone ombelicale con mio fratello Enzo che mi ha trasferito l’amore per le canzoni e per l’interismo. Non c’è sconfitta che possa scalfire questo amore. Con l’Inter vale “finché morte non vi separi”. Quando sarà, avvolgete le mie ceneri in un drappo nero azzurro.