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Tre piccoli dischi usciti quest’estate che dovreste davvero conoscere

Continuo ormai a essere sempre più convinto che la forma “EP” sia sempre meglio di un album, perchè è un concetrato, è il tempo di una passeggiata, il tempo di una macchinata, di andare in spiaggia. Venti minuti per un pugno in faccia, per stare male, per entrare in un mood. Un album, e mi vergogno quasi a scriverlo, non riesco quasi a mai a finirlo, mi stufo, devo essere pronto, devo avere il tempo, è come vedere un film di quattro ore, e non si può guardare “Via col vento” tutti i giorni. Gli EP sono come una serie TV, come guardarsi un episodio durante una pausa pranzo estiva in ufficio, qualcosa da vivere bene, a cui aggrapparsi, che non ti sovrasta. E qui ve ne è selezionati tre, tra i più nuovi che sono arrivati in redazione ultimamente, e che ci hanno conquistato.

“Crescere Perdersi” de Il Generatore Di Tensione

Questi due vi faranno innamorare. Vi faranno entrare in una bellissima atmosfera à la “Chiamami con il tuo nome“, in quest’estate italiana assolata e malinconica. “Farci male“, la traccia che dà inizio a tutto questo, è proprio questo, potrebbe essere una colonna sonora alternativa di quel film, due che si amano, ma non più, ma ancora tanto, con quell’ossessione che accompagna i momenti della fine. E le voci di questi due, questi due che vi conquisteranno alla prima traccia, che si chiamano Il Generatore Di Tensione, si intrecciano meravigliosamente, e ci sono echi di De Andrè, che cantava senza cercare ossessivamente la melodia, ma chiacchierava, come a raccontare qualcosa al proprio migliore amico, ma scivolano facilmente in ritornelli che vi troverete a canticchiare in macchina, allontanandoci dall’iper produzione, riducendo tutto all’osso, a sentire una chitarra acustica che basta, basta e basta.

Andare via di casa, sentirsi lontani anni luce, nostra madre che ci sembra diversa, una storia di cui non ci libereremo mai, una serie infinita di meraviglia, di house concert, di Milano che ci sta troppo stretta, e il cuore a Bologna.

“Annuario” di AL!S

E dalla chitarra acustica, passiamo a un piano invadente e sincero, aggressivo: a parlarci di amore che non amore e di ansia sociale. AL!S ci racconta la sua vita, ballando un valzer malato come quello di “Scarpette Rosse“, quello a cui non possiamo sfuggire. La storia di Alice è quella di molte altre ragazze, in questo mondo di uomini che non sanno amare, che sono distanti e invisibili, e che ci tengono in attesa, su cui possiamo solo ironizzare, per non stare troppo male. Ci piace il modo bellissimo in cui si può parlare di tutto qui, un disco come un diario, senza paura di tirare frecciatine, di parlare di fegato consumato, di alcol e fughe notturne, come se i nostri genitori non potessero mai ascoltarci.

Da uomo, mi ritrovo qui dentro, mi rendo conto di come sia difficile amare qualcuno, perchè dall’altra parte c’è una forza come Alice, che ti sbatte in faccia in un disco qualsiasi cosa, tutti i suoi pensieri di cristallo, e poi ci siamo noi, che non sappiamo ascoltare, nè formulare, nè concepire, tutta questa vita. Il pop indipendente non è mai stato così trascinante, triste, vero, incredibile.

“I Fiori Del Male” di Kimera

E a proposito di pianoforte, mi piace molto quello di Kimera, che di relazioni fredde che si interrompono se ne intende, di piacere carnale che traduce in sintomi e vortici di pensieri. Kimera e AL!S li vedrei bene a cantare insieme, che hanno quell’anima tormentata comune, concentrata, che si esaurisce in poche tracce, perchè delle cose vere non si può contare troppo a lungo, come quei romanzi che poi non si leggono mai fino alla fine, perchè ormai hanno detto tutto quello che dovevano dire. Così fa Kimera, in questo piccolo disco struggente, oscuro, di cantautorato e venature elettroniche, e allo stesso tempo incredibilmente estivo, che riempirebbe bene i club dei litorali, quelli frequentati dai locali e non dai turisti, che servono drink nei bicchieri di plastica, di quell’Italia provinciale, affascinante. Un romanzo di Cassola nel 2024.

Di amori che non fanno più ridere, tunnel elettronici e ipnotici che non vi lasceranno andare facilmente. Che meraviglia.

BR