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Foolish But Not Alone torna con “Getting Sick”, il nuovo singolo e video che racconta il caos interiore, l’incertezza e il bisogno di trovare un equilibrio

Dietro questo progetto solista c’è un artista che si definisce introverso e nerd, con una passione per il pop punk, gli stickers e l’arte in tutte le sue forme. La sua musica è una fusione di emozioni crude e sonorità che richiamano la scena alternative, con un’attenzione particolare alla libertà espressiva.

“Getting Sick” non è stato un brano semplice da realizzare. Due anni di lavoro, ripensamenti e un blocco creativo lo hanno messo alla prova, ma alla fine ha trovato il coraggio di chiuderlo, accettando le proprie imperfezioni e lasciandosi andare. Il risultato è un pezzo che parla di quel senso di smarrimento che tutti, prima o poi, affrontiamo.

Anche il video segue questa linea tematica, mostrando quanto sia normale sentirsi sopraffatti e senza stimoli. Il messaggio? È possibile ripartire da zero, superare i momenti bui e trovare una nuova strada.

Ciao, ci racconti qualcosa di te?

Che dire, sono introverso, un po’ strano.

Sempre alla ricerca di qualcosa che non so nemmeno io cosa sia. Mi definirei un tipo nerd, con la passione per la pizza, gli stickers e il pop punk. Ma quello che amo davvero è l’arte, in tutte le sue forme. Ad esempio Pollock è il mio artista preferito, anche se molte persone non riescono a vedere nulla nelle sue opere. Eppure, in quel caos di linee e colori, io ci vedo il mio stesso caos.

Come è nata l’idea di iniziare un progetto solista?

Avevo bisogno di prendere le redini su un progetto dove il potere decisionale era solo ed esclusivamente mio, soprattutto se si parla di esibizioni dal vivo, cosa che in una band con elementi fissi diventa difficile da gestire a volte. È anche un modo per mettermi a nudo e iniziare a uscire un po’ dalla comfort zone.

Quanto tempo ci hai messo per completare “Getting Sick”?

Questo brano credo sia uno dei pochissimi brani che mi ha davvero fatto impazzire. Ci ho messo circa 2 anni, continuavo a fare e disfare in continuazione, non ero mai convinto. Scrivevo una parte e poi la lasciavo lì per mesi, ero in crisi, in una fase di vuoto creativo che mi perseguitava.

Qual è stata la parte più difficile da scrivere o comporre?

Tutta la struttura di per sé a livello compositivo è stata difficile perché pretendevo sempre di più da me stesso e nulla mi convinceva abbastanza. Ci ho messo un po’ ad essere meno severo e chiudere il pezzo.

Qual è il messaggio che il video vuole trasmettere?Che è assolutamente normale sentirsi completamente in sbattimento, confusi, privi di stimoli. L’importante è capire i propri limiti, scrollarsi tutto da dosso e ricominciare da capo, le cose alla fine si sistemano sempre e molto spesso in meglio. 

Foolish But Not Alone torna con “Getting Sick“, il nuovo singolo e video che racconta il caos interiore, l’incertezza e il bisogno di trovare un equilibrio.

Dietro questo progetto solista c’è un artista che si definisce introverso e nerd, con una passione per il pop punk, gli stickers e l’arte in tutte le sue forme. La sua musica è una fusione di emozioni crude e sonorità che richiamano la scena alternative, con un’attenzione particolare alla libertà espressiva.

“Getting Sick” non è stato un brano semplice da realizzare. Due anni di lavoro, ripensamenti e un blocco creativo lo hanno messo alla prova, ma alla fine ha trovato il coraggio di chiuderlo, accettando le proprie imperfezioni e lasciandosi andare. Il risultato è un pezzo che parla di quel senso di smarrimento che tutti, prima o poi, affrontiamo.

Anche il video segue questa linea tematica, mostrando quanto sia normale sentirsi sopraffatti e senza stimoli. Il messaggio? È possibile ripartire da zero, superare i momenti bui e trovare una nuova strada.

Ciao, ci racconti qualcosa di te?

Che dire, sono introverso, un po’ strano.

Sempre alla ricerca di qualcosa che non so nemmeno io cosa sia. Mi definirei un tipo nerd, con la passione per la pizza, gli stickers e il pop punk. Ma quello che amo davvero è l’arte, in tutte le sue forme. Ad esempio Pollock è il mio artista preferito, anche se molte persone non riescono a vedere nulla nelle sue opere. Eppure, in quel caos di linee e colori, io ci vedo il mio stesso caos.

Come è nata l’idea di iniziare un progetto solista?

Avevo bisogno di prendere le redini su un progetto dove il potere decisionale era solo ed esclusivamente mio, soprattutto se si parla di esibizioni dal vivo, cosa che in una band con elementi fissi diventa difficile da gestire a volte. È anche un modo per mettermi a nudo e iniziare a uscire un po’ dalla comfort zone.

Quanto tempo ci hai messo per completare “Getting Sick”?

Questo brano credo sia uno dei pochissimi brani che mi ha davvero fatto impazzire. Ci ho messo circa 2 anni, continuavo a fare e disfare in continuazione, non ero mai convinto. Scrivevo una parte e poi la lasciavo lì per mesi, ero in crisi, in una fase di vuoto creativo che mi perseguitava.

Qual è stata la parte più difficile da scrivere o comporre?

Tutta la struttura di per sé a livello compositivo è stata difficile perché pretendevo sempre di più da me stesso e nulla mi convinceva abbastanza. Ci ho messo un po’ ad essere meno severo e chiudere il pezzo.

Qual è il messaggio che il video vuole trasmettere?Che è assolutamente normale sentirsi completamente in sbattimento, confusi, privi di stimoli. L’importante è capire i propri limiti, scrollarsi tutto da dosso e ricominciare da capo, le cose alla fine si sistemano sempre e molto spesso in meglio.