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Cosa c’è nella camera di Metcalfa

Torna il progetto di Metcalfa, alter ego musicale del batterista e compositore Metello Bonanno, con un nuovo album disponibile da venerdì 22 gennaio 2025 su tutte le piattaforme digitali. Un nuovo e importante capitolo che si aggiunge all’autobiografia musicale di Metello: un disco che fugge dalle etichette di genere e si stratifica di influenze, si immerge nell’elettronica, nel jazz e nelle potenzialità dello strumento della batteria.

Il tutto parte dal termine “lagom“, questo il titolo del disco, una parola svedese che significa  “quanto basta”, così racconta Metcalfa: “Negli anni il seme di questa parola è rimasto dentro di me e ha fatto crescere l’idea di questo disco. La giusta commistione tra jazz ed elettronica, la giusta dose di ritmo e melodia, un equilibrio armonico. Questo album vuole essere come certo di essere io ogni giorno: calmo dentro, forte fuori”

Noi volevamo conoscerlo al meglio delle nostre possibile, ma un progetto del genere non poteva che essere raccontato così, dall’interno. Quindi ci siamo fatti invitare a casa di Metello, perchè potesse parlarci di sì, attraverso cinque (+1) particolarissimi oggetti.

Questa scimmietta è un regalo che mi è stato fatto da un’amica (una ragazza cinese) che ho conosciuto durante il mio soggiorno in Svezia nel 2015. Ci siamo rivisti a Firenze nell’estate del 2016 e lei, sapendo che sono nato sotto il segno della scimmia, ha pensato di farmi questo regalo.

Questa invece è una Daruma, una figura votiva giapponese. Quando si esprime un desiderio si deve colorare un occhio e quando quest’ultimo si avvera, si colora anche il secondo. È un regalo a cui sono estremamente affezionato, essendo che viene da una persona molto speciale. Ha un significato molto profondo, per me.

Questa invece è una statuetta (credo di bronzo, ma potrei sbagliarmi) realizzata da Fuad Aziz, un artista originario del Kurdistan. Un grandissimo artista che ha esposto e continua ad esporre in tutto il mondo, oltre ad essere un caro amico. È un dono che risuona molto con la persona che sono diventato nell’ultimo anno.

Questo invece è un disegno che ha fatto una mia allieva, che purtroppo non studia più con me. Ha sempre avuto la passione per il disegno e quando ha fatto questo non voleva mostramelo: ci ho messo almeno un mesi per convincerla, inscenando una finta asta di opere d’arte. Alla fine ho detto “piuttosto che buttarlo, regalalo a me” e un giorno me lo ha portato. Conservo un bellissimo ricordo del periodo passato con questa allieva. Un grandissimo abbraccio Sophie, ovunque tu sia (ovvero Peschiera Borromeo, se non erro).

Qua invece andiamo sul sentimentale: questa è la mia prima batteria “seria”. Ci ho passato sopra non so quanto tempo, ha un monte ore di volo incalcolabile. È uno strumento al quale sono estremamente legato, essendo anche un regalo dei miei genitori.

Se vuoi, ho anche un bonus. Questo specchio mi è stato regalato da mia madre quando stava svuotando un appartamento. Durante l’ultimo anno, soprattutto durante la scrittura del disco, mi guardavo nel riflesso e pensavo “dai Met, dai che ce la stiamo facendo”