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Cosa c’è nella sala prove dei Golden Hind

É disponibile da martedì 15 aprile 2025 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo dei Golden Hind. Un nuovo intenso capitolo dal titolo “Hypno-Girl“, un racconto di un’attrazione fatale, una relazione che consuma, che ipnotizza fino a svuotare chi ne cade vittima. Il brano, che anticipa l’album di debutto di prossima uscita, utilizza la figura di un vampiro come metafora di un amore tossico, un legame in cui si finisce per cedere completamente, perdendo pezzi di sé, senza più distinguere il piacere dalla dipendenza, la passione dalla distruzione.

Il sound è un perfetto specchio di questa ambiguità: chitarre vibranti e synth magnetici avvolgono l’ascoltatore in un’atmosfera sospesa tra desiderio e pericolo. La voce attraversa melodie seducenti e taglienti, proprio come la relazione di cui parla il testo: un gioco di seduzione e manipolazione in cui il protagonista sa di perdersi, eppure non riesce a resistere. Hypno-Girl” è la colonna sonora di chi ha amato troppo, di chi si è lasciato trascinare oltre il punto di non ritorno, di chi si è ritrovato a guardarsi allo specchio senza più riconoscersi.

Noi per conoscerli meglio, non potevamo che farci accompagnare nella loro sala prove. Da questo ambiente, ci siamo fatti raccontare cinque oggetti.

Il clamp è un accessorio essenziale: serve a fissare il rullante e lo usiamo sempre durante i nostri set in strada.

Un giorno, a soli venti minuti dall’inizio della nostra esibizione in Piazza del Duomo, ci siamo accorti che mancava proprio il clamp. Tiziano è corso subito nello studio di Simone a prenderlo, mentre gli altri si occupavano di montare tutta la strumentazione per suonare. Nonostante l’imprevisto, siamo riusciti a iniziare puntuali, come sempre.

La 500, la nostra “Golden Mobile”, ci ha accompagnato in numerosi viaggi, sia in Italia che all’estero.

Un aneddoto divertente che riguarda questa macchina risale a dopo un concerto a Milano, quando ci siamo trovati tutti e tre a dover tornare in auto. Il problema? Avevamo tutta la batteria nel retro, quindi i posti disponibili erano solo due. Alla fine, Ivan è salito in braccio a Giordan, nel sedile del passeggero, e così siamo tornati a casa sani e salvi.

Il tappeto per il nostro batterista è essenziale: senza di lui, non può suonare.



Recentemente siamo dovuti andare a Roma per un concerto, e ovviamente il tappeto era con noi. Trasportarlo in treno è stata una vera avventura: trovare un posto dove non desse fastidio agli altri passeggeri è stato veramente molto difficile. Immaginate la scena: cercavamo un angolo in cui sistemarlo senza creare intralci, mentre intorno a noi il treno si riempiva sempre di più. Alla fine, siamo riusciti a sistemarlo, ma è stato un momento di pura improvvisazione!

I pannelli fonoassorbenti del nostro studio sono stati una vera e propria impresa collettiva, un lavoro di squadra che ha coinvolto non solo tutta la band, ma anche i nostri genitori e amici.



Ogni pannello è stato creato interamente “home made”, con tanta creatività, ma anche un bel po’ di imprevisti lungo il percorso. Tra tagli di materiale che non andavano, colle che non incollavano come dovevano, e giorni passati a sperimentare le soluzioni migliori, ogni fase è stata un’avventura. Ma il bello di tutto questo è che, nonostante il caos e le sfide, siamo riusciti a portare a termine il progetto con successo. Alla fine, vedere il risultato finale è stato incredibile: lo studio è diventato non solo funzionale, ma anche un po’ il nostro orgoglio. Un mix perfetto di fatica, risate e soddisfazione.

I carrelli ci hanno seguito ovunque, senza mai fermarsi. La loro avventura è iniziata quando li abbiamo acquistati per trasportare la strumentazione, suonando per le strade di Milano.

Da lì, li abbiamo portati in giro per l’Italia, caricandoli sempre più, fino a rischiare di farli esplodere. La prova più impegnativa è arrivata quando siamo saliti su un Flixbus diretti a Londra, con tutta l’attrezzatura a bordo, tra cui una batteria al litio che, da sola, pesava 25 kg. Ogni viaggio si è rivelato una sfida, ma i carrelli non ci hanno mai deluso, continuando a fare il loro lavoro senza mai cedere.