Si intitola MACERIE E GRATTACIELI il nuovo singolo di MARTIN HESTA, ex chitarrista di matrice underground che ha riscoperto la propria anima semplice e ricca di sostanza, ritirandosi sull’Appennino e scrivendo canzoni intime e sincere. MACERIE E GRATTACIELI rappresenta un’immagine, materiale ed emotiva, del punto di vista di MARTIN HESTA sulla società. Il contrasto tra questi due elementi è alla base della scrittura del brano.
Il testo racconta della solitudine che prova il protagonista nell’interfacciarsi con le persone che incontra nella vita, dai rapporti personali a quelli di svago, e della sua sensazione di sentirsi estraneo e non riconoscersi in quegli ambienti, in cui la sensazione principale è quella che tutto corra troppo veloce. Le persone molto spesso interagiscono tra di loro a un livello superficiale, perdendosi nei dettagli effimeri che cannibalizzano la verità dei rapporti umani. Da qui, MACERIE E GRATTACIELI, apparenti grandezze e piccole miserie interiori.
Il brano si basa sulla voce e sulle chitarre ma con inserti di sintetizzatori e sub bass che danno il calore necessario per portare avanti le strofe e accompagnare il testo. Il finale strumentale arriva con una cadenza più intensa, con un coro di suoni in crescendo che si uniscono per creare una sensazione di unità fino all’ultima nota, dove si rilascia la tensione che si è accumulata fino a quel punto.
Ma quali sono le sue cinque cose preferite? Glielo abbiamo chiesto.
Lo strumento
La chitarra che possiedo ha una storia singolare, ero entrato nel negozio per un’altra chitarra più costosa (dopo anni ero deciso a fare un salto di qualità) ma tornando a casa mi sono accordo che era difettosa, quindi l’ho riportata al negozio dove mi dissero che la avrebbero cambiata ma ne avrei dovuta scegliere un’altra. Ho passato praticamente tutta la giornata a provare chitarre su chitarre di marchi celebri a prezzi maggiori fino a che non ho incontrato lei, marca cinese mai sentita prima. Era quella che suonava meglio di tutte e non ci ho pensato un’attimo.
Il rifugio
La cascina è il posto dove vivo, il tempo scorre più lentamente che in città (dove sono nato e cresciuto) e il passare delle stagioni è molto più intenso. Credo che ognuno nella propria vita debba trovare la propria bolla e entrarci dentro. La mia è questa.
L’autoproduzione
C’è una certa soddisfazione a mettere sotto i denti qualcosa che con tempo e fatica è sopravvissuto alla furia della natura. E molto spesso anche più gustoso. Condivido la passione della musica con quella dell’autoproduzione alimentare. Dal seme alla padella.
Il ritrovo
Sicuramente tra le mie cose preferite c’è il tempo passato con gli amici. Sono momenti di inestimabile valore. Sono spesso un animale solitario ma allo stesso tempo provo sempre a circondarmi di persone che possono insegnarmi qualcosa che ancora non conosco, oltre che farmi fare una bella risata. Come esempio di tutto questo metto un posto del cuore per me, il Rabbit bar gestito dal mio amico Paolo. Un locale frequentato da bella gente (spesso musicisti) che organizza piccoli concerti e offre ottime birrette. Quando torno a Milano un salto lo faccio sempre.
La focaccia genovese
Potrei cibarmi di focaccia genovese 24/7/365. Purtroppo diventerei presto 120 kg se lo facessi ma sarebbe un sogno. Il segreto è l’aria dicono, e pochi ingredienti di qualità che possono creare questa ricetta divina che amo classica o in tutte le sue varianti. Lo so sono un invasato.
(Nella foto la ricetta della “fugassa co-a salvia” di un vecchio libro di cucina ligure)