Esce venerdì 13 settembre 2024 su tutte le piattaforme digitali (per Believe Digital) il nuovo singolo di Emit, alter ego musicale di Emanuele Conte. Il brano, dal titolo “bacio“, è un brano stratificato di influenze dalle tinte color pastello, che ci accompagna alla fine dell’estate, come un nuovo inizio. Racconta il momento in cui si lascia alle spalle qualcosa che non ci appartiene più. Che può essere un’esperienza, uno stile di vita o qualsiasi altra cosa. Qualcosa che non ci aiuta più a diventare quello che vogliamo essere. Il bacio rappresenta sia un saluto finale a quello che c’è stato prima e che si sta lasciando indietro, sia un incontro con quello che ci aspetta dall’altra parte di questo attraversamento.
Noi per conoscerlo meglio, abbiamo deciso di fare un salto a casa sua ed ecco cosa ha deciso di mostrarci Emanuele.
mini amplificatore:
È un piccolo amplificatore che ho comprato di seconda mano durante l’erasmus nei Paesi Bassi e che usavo anche per andare a suonare per strada ad Amsterdam. In quel periodo ho scoperto della musica che mi ha ispirato tantissimo e mi piaceva molto mandare dei beat e suonarci sopra con la chitarra elettrica, ma ovviamente non avevo portato il mio fender deluxe da 800 chili dall’Italia. In quel periodo mi ha accompagnato questo oggetto. E meno male che l’ampli era piccolo e leggero perché la chitarra elettrica con la custodia rigida era un po’ difficile da portare in bicicletta, non so come ho fatto a non schiantarmi.
braccialetto Outside Lands:
Sono andato a questo festival l’estate scorsa a San Francisco con mio fratello. Ero curioso di sentire Alex G, poi ha suonato Willow. A un certo punto incredibilmente ho ritrovato mio fratello dopo che c’eravamo separati, senza bisogno di sentirci o scriverci. C’era questo set di un dj/chitarrista che è stato spaziale. Era il primo evento di quel tipo a cui andavo e il fatto di condividerlo con mio fratello è stato bello e speciale. “San Fran, ‘till next time” cit. Kendrick Lamar
chitarra Takamine:
Era del mio insegnante di chitarra Claudio Olimpio, di quando ero al liceo. Mi piaceva tanto questa chitarra perché mi sembrava morbida sulla tastiera e aveva la spalla mancante, quindi era perfetta per suonare alcuni pezzi blues che studiavo in quegli anni. Poi con lei ho scritto le prime canzoni, registrato il primo disco. Aveva dei problemi di accordatura verso il dodicesimo tasto e l’amplificazione era mezza rotta, quindi ha fatto qualche giro dai liutai e adesso suona da paura, secondo me. È ancora la mia chitarra acustica principale, le voglio tanto bene.
spartiti Lucio Battisti:
Non so da dove venga questo libro ma semplicemente mi dà la possibilità in qualsiasi momento di sedermi e imparare qualcosa di bello e cercare di farlo mio. E poi sono canzoni che cantavo da bambino in macchina. Infatti lo uso con parsimonia perché comunque sono cose delicate.
Billionaire:
Credo sia il gioco da tavolo più divertente dell’universo. Ho un sacco di ricordi delle partite e soprattutto delle risate fatte giocando a Billionaire. Gente che urla, si alza, ti strappa le carte di mano. Qualcuno non riesce più a giocare, piegato in due dalle risate. Alla fine di ogni mano per vincere bisogna prendere prima degli altri una valigetta che si trova al centro del tavolo e in quel momento le consuete norme sociali perdono ogni significato. Se ne sono rotte di valigette.