Con il nuovo video di “Stramba4”, Giorgia D’Artizio aggiunge un ulteriore tassello alla sua ricerca artistica, confermandosi come una delle voci più interessanti della scena contemporanea. Questo progetto rappresenta un’esplorazione del concetto di diversità, declinato attraverso un linguaggio visivo ricco di simboli e metafore. Il video non è solo un accompagnamento alla musica, ma una vera e propria opera che comunica su più livelli.
“Stramba4” invita lo spettatore a superare i propri preconcetti, proponendo un’estetica che mescola elementi onirici e contemporanei. Giorgia ha spiegato che l’obiettivo del progetto è dare visibilità a ciò che spesso viene considerato marginale o “strano”, ribaltando la prospettiva e valorizzandolo come elemento essenziale della creatività.
Nel corso dell’intervista, approfondiremo con l’artista il percorso che l’ha portata a concepire “Stramba4”, il significato personale che attribuisce al concetto di stranezza e il ruolo che, secondo lei, l’arte e la musica possono giocare nel cambiare il modo in cui vediamo il mondo. Un’occasione per scoprire non solo il dietro le quinte di questo lavoro, ma anche il pensiero di un’artista che non smette di interrogarsi sul suo ruolo nel panorama culturale attuale.
1- Ciao Giorgia, raccontaci com’è nata Stramba4.
Volevamo costruire un album musicale senza interruzioni.
Le strambe nell’album NOMEA sono quattro momenti di collegamento musicale in stile libero che servono a conferirne una dimensione disordinata sia musicalmente che nelle parole.
STRAMBA4 è l’unica ad avere una melodia e delle frasi con parole, si distingue così dalle altre che non hanno melodie e dove le voci improvvisano pianti, grida, risate, sospiri.
2- Cosa ti ha ispirata a scrivere un brano così particolare?
La follia, tematica principale dell’album, quella da cui è partito tutto.
Nelle sue forme di manifestazione spesso è formata da voci, allucinazioni visive o uditive, siamo tutte e tutti soggetti a queste dimensioni, chi più chi meno, e musicalmente, questi momenti, hanno preso questa forma, dove lo stile libero si fonde in una melodia quasi funebre, dove il cantato è stato sostituito da frasi parlate, enfatizzate da urla, pianti, suoni disturbanti.
3- Quali influenze musicali ti hanno guidata nella creazione di Stramba4?
MAX RAVANELLO ha scritto qui un brano dai richiami popolari, ispirato dal timbro del clarinettista Tony Scott. L’atmosfera è ambigua, cupa, si evolve in crescendo fino a creare un vortice.
Le frasi sono dirette, crude, disorientanti.
4- Come hai scelto di rappresentare visivamente l’ombra junghiana?
Con la presenza di CATERINA DE BIAGGIO che nel video ha fattezze umane.
Io non la posso vedere ma solo sentire. È stata bravissima a entrare nella parte dell’ombra junghiana. Il suo bel vestito nero, capelli sciolti, la sua fisicità qui si manifesta in una dolcezza cruda e suadente, ambigua e bivalente.
Divina! Scatenata quando si arrabbia veramente eh eh…
5- Come speri che il pubblico interpreti il messaggio del brano?
Ognuno come meglio crede eh eh…Ho dato qualche indicazione di lettura, ma si potrebbe anche dire che spesso, le opere, trascendono dall’intenzione dell’autore rivelando a ognuno ed anche all’autore stesso particolari diversi. Significati e simboli emergono dall’inconscio collettivo.