Esce venerdì 4 giugno 2021 (in distribuzione Artist First) il secondo singolo di Piccoli Bigfoot, un nuovo capitolo per il cantautore senza volto della provincia di Bergamo, in attesa di un EP di debutto in uscita prossimamente dal titolo Tra Bergamo ed Far West. Piccoli Bigfoot ribalta gli stereotipi in un brano in salsa western folk punk, paragonando il traffico lombardo ai sogni infranti in cui ci siamo incastrati.
Rimanere bloccati nel traffico come metafora della condizione umana intrappolata nel presente. “Se potessi tornare indietro farei un’altra strada!?” Probabilmente NO, o forse SI, chi lo sa… Il fatto è che ora siamo qui. Immersi nel traffico e nei nostri sogni quotidiani.
Ecco come è andato il suo lockdown.
Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?
Lavoro, mangio, suono, canto, disegno e porto in giro un Pastore gigante di quasi 40 kg, tutti i giorni, nel bosco del monte in cui vivo, in un piccolo paese della Bergamasca. A mezzanotte vado a dormire perché ormai mi sembra tardissimo. La mezzanotte di questo periodo è un po’ come le 3 di mattina nel pre-Covid.
L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?
Avevamo appena iniziato a registrare “Tra Bergamo ed il Far West” il mio primo EP da solista. La pandemia ovviamente ha bloccato i lavori e tutti i piani che mi ero imposto per questo progetto. Però, forse è brutto da dire, mi piace vederla come un cosa positiva, infatti con l’aiuto di Gregorio Manenti, produttore e arrangiatore incredibile, abbiamo aggiunto cose che non mi sarei mai aspettato, strumenti REALI di ogni tipo. Abbiamo fatto tutto con molta più calma. Penso d’aver imparato che la fretta di concludere un lavoro, non porta mai a degli ottimi risultati.
Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
Ho passato la prima settimana a capire cosa succedeva. Si sentivano ambulanze ogni 5 minuti. La voglia di suonare dal balcone, qua a Bergamo, non c’era proprio. Mi sentivo quasi inutile, volevo fare assolutamente qualcosa per aiutare la gente, allora mi sono unito ad un gruppo di volontari per fare e consegnare la spesa nelle case. E’ stata un’esperienza incredibile, eravamo una cinquantina di persone, completamente diverse tra loro, dal Prete al Muratore, dalla Ragazzina al Pensionato, tutti uniti per un unica causa, Aiutare la comunità a superare questi momenti drammatici, sempre con il sorriso. Da qui è nata “La più Bella che c’è”, brano che chiude il mio EP “Tra Bergamo ed il Far West” che fotografa proprio quel periodo assurdo.
Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
S’intitola “Prima Gli Immigrati” ed è nato nel Giugno del 2019 dopo la vittoria alle elezioni europee da parte della Lega di Matteo Salvini. In quel periodo la Lega sembrava volare. La gente sui social network era impazzita, non che adesso sia normale ovviamente, sembrava che l’unico modo di comunicare fosse insultandosi, l’argomento di discussione principale era l’immigrazione, vedevo commenti veramente violenti, fatti di slogan, senza nessuna voglia di ragionare e tutto ciò si stava ripercuotendo anche nella realtà. Mi sentivo in dovere di creare un contro-Slogan. Gli Immigrati in fin dei conti sono persone alla ricerca di una vita migliore esattamente come tutti. Quindi siamo tutti un po’ immigrati. Prima gli Immigrati si può tradurre anche in Prima gli Essere Umani.
Cosa ti manca più di qualsiasi cosa?
Io sono sempre stato un fan del contatto umano, quindi la cosa che mi manca di più in assoluto sono senza dubbio gli assembramenti senza mascherina.
Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?
Forse ho visto i Punkreas al Live di Trezzo da seduto. Mi sembra che all’epoca il coprifuoco fosse a mezzanotte. Però forse ricordo male. Quindi ti direi no, non mi ricordo più niente della vita prima della pandemia.