Esce martedì 23 marzo 2021 Siolence (titolo che viene dall’incontro tra “silence” e “violence”), il disco di debutto di Metcalfa, già anticipato dal singolo Missing. Si tratta del mondo oscuro del progetto solista di Metello Bonanno, primo esponente della hybrid music, che viene finalmente svelato, che presenta un suono che mischia elettronica, influenze jazz, atipiche soluzioni timbriche e ritmiche. Lasciatevi trasportare nel mondo di Metcalfa.
SIOLENCE, un incontro tra le parole “silence” e “violence”. La scelta di questo titolo vuole tradurre in parole quello che succede all’interno del disco e le sensazioni che, si spera, possa suscitare nell’ascoltatore. Attimi di pura quiete affiancati ad elementi più ruvidi, in modo da creare un interessante connubio sonoro.
Nel 1980 accadde uno strano fenomeno nel Nord-Est della penisola italiana. Comparvero degli insetti alquanto insoliti, simili a delle falene nella forma del corpo ma dal muso più vicino agli anfibi. Non si sa come hanno fatto questi strani insetti ad arrivare in Veneto, molti dicono di averli già visti nelle lontane Americhe in tempi antecedenti e che, anzi, in quelle zone fossero in realtà molto comuni. Stiamo parlando delle metcalfe.
Apparentemente innocue, quello che sappiamo su di loro è che si nutrono di linfa vegetale assorbendone solo la parte proteica ed espletando la parte zuccherina su rametti e foglie, successivamente raccolte da api per produrre del delicato miele squisito. Ma quando questo non avviene, la parte zuccherina riviene assorbita dalle piante portando alla nascita di particolari funghetti microscopici che fanno ammalare le foglie di queste rendendole di un colore nero pece.
Da anni circolano storie strane su questi insetti: si pensa che una metcalfa sia nata con una malformazione genetica a causa dell’assorbimento di sostanze nutritive nei vigneti in cui vengono prodotti i frutti che portano alla realizzazione del prosecco e che, nella fase della sua crescita, la sua prolificazione abbia contagiato parte della natura sottostante.
A quanto pare, inizialmente fu poco considerato lo strano comportamento di quelle api che furono le prime ad entrare in contatto con le esplicazioni della metcalfa anomala, producendo un miele che le portarono a scomparire dagli alveari attentamente controllati da apicoltori e gente di campagna. Non si sa dove siano finite queste api, ma molti pensano che abbiano compiuto degli atti suicidi creando alveari nei posti più pericolosi possibili, ovvero proprio dentro le tane degli animali selvatici. Sembra che questi animali, in particolare volpi e cinghiali – dopo aver mangiato il miele prodotto da quelle api ma anche in seguito le piante e frutti ricoperti di quel nero pece anomalo – abbiano acquisito una forma di coscienza collettiva. Una coscienza collettiva che ha portato le volpi a non uccidere più le galline nei pollai, ma bensì a liberarle; stessa sorte che capitò ai maiali degli allevamenti, liberati dai fratelli suini selvatici.
Seppure fatti crescere in cattività, la comunicazione tra di loro acquisì una evidente progressione anche grazie alla loro conseguente nutrizione di piante contagiate, creando retate sempre più organizzate per liberare gli altri loro simili tenuti imprigionati dall’ingordigia dell’essere umano. Fu poi il turno di equini, bovini, caprini e in libertà ebbero modo di creare delle comunità multispeciste autogestite senza essere sotto possesso dell’uomo. Avevano capito che la loro vita non era nient’altro che una farsa di ciò che avrebbero potuto fare davvero, rendendosi conto che erano nati solo per essere sfruttati o per riempire la pancia di coloro che li avevano messi al mondo o di chi avesse comprato le loro carni dopo essere stati maciullati ben bene. Non accettarono questa condizione, per cui fecero un patto di non belligeranza con gli animali selvatici sin dalla nascita ottenendo il giuramento di non essere mangiati da loro e in cambio si ripromisero che insieme avrebbero unito le forze per passare all’atto successivo: fare comunità e fare agli uomini quello che è stato fatto a loro in caso fossero attaccati.
Nel frattempo, ci fu un grande scalpore tra gli esseri umani possessori di quelle aziende agricole appena si resero conto che gli animali che avevano diligentemente allevato stavano misteriosamente scomparendo. Così molti organizzarono delle spedizioni nei boschi alla ricerca dei loro futuri prodotti scomparsi, ma stranamente nessuno faceva mai ritorno. Questa cosa allarmò i paesi limitrofi: come era possibile? Cosa stava accadendo nei boschi?
La ricerca degli animali scomparsi si trasformò in ricerca delle persone scomparse, ma chi entrava dentro ai boschi automaticamente non avrebbe fatto più ritorno a casa. Gli animali domestici avevano perfettamente capito cosa stesse succedendo, infatti molti tentarono di bloccare i padroni prossimi alla ricerca ferendoli prima di partire e impedendogli così di scomparire anche loro in quell’enorme buco nero che stava divenendo la natura.
Le spedizioni stavano iniziando a diventare troppe, per questo gli animali per evitare ulteriori spargimenti di sangue, migrarono in massa in zone ancora più selvagge: dai colli trevigiani arrivarono fino alle Dolomiti per creare delle tane vicine che insieme andavano a formare delle comunità armoniose.
Gli umani non accettarono tutto questo, per cui organizzarono delle ricognizioni aeree per attaccare i nemici che ormai avevano capito essere quegli stessi animali che una volta possedevano. Vennero utilizzate armi di distruzioni di massa per terminare questa situazione, con alberi devastati dalla reazione crudele.
Tuttavia, nonostante perdite ingenti, la risposta degli animali fu altrettanto calibrata: lupi, orsi, cinghiali e rapaci furono gli unici ad uscire dalle loro comunità naturali per attaccare i centri abitati da cui provenivano gli attacchi. Le strade si riempirono di sangue di uomini, donne e bambini. Ci sono stati addirittura paesini completamente svuotati. Il tutto attuato nel silenzio delle tenebre e con l’aiuto del buio, la condizione più favorevole.
Furono eventi ricordati da tutti. Gli umani capirono: li dovevano lasciare in pace e accettare la condizione. Lasciarono in pace anche le foreste a quel punto, si arresero. Gli animali avevano vinto. Si diffuse la voce in tutta la nazione: chi fosse entrato dentro le foreste, sarebbe automaticamente sparito in uno spirale di silenzio e violenza. Tutto merito di un piccolissimo insetto chiamato metcalfa.