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Cosa c’è nella camera di Ulisse Schiavo

Esce mercoledì 17 novembre 2021 il nuovo singolo di Ulisse Schiavo dal titolo Precious Silver Grace. Un nuovo capitolo e un cambio di direzione per il cantante e chitarrista padovano classe 1994. Un brano che è un tormento elettronico, che suona come la colonna sonora di una fuga notturna, come perdersi all’interno di un club sotterraneo berlinese: un feat fantascientifico tra Jeff Buckley e Apparat.
 

Così abituati a sostare, sicuri della forza che ci attacca al suolo, saliamo e ci eleviamo caricandoci il peso. Pesiamo con le nostre suole le nostre caviglie, le rotule e la spina dorsale, i nostri capelli, le nostre palpebre. Stiamo.
Eretti e fieri, in equilibrio sulle nostre estremità, ci agitiamo per non cadere.

Inermi, di fronte a certe angolazioni di noi stessi.

Inspira a pieni polmoni e dai silenzi e dalle pause e dalle esplosioni e i dirottamenti e l’intimo in vetrina e nel tuo buio lasciati percorrere dal mancamento. Abbandonati alle sabbie mobili del pavimento liquido su cui da sempre combatti. Ora correggi la luce per essere dal lato giusto dell’inquadratura, col tuo nuovo sguardo, la tua nuova prospettiva. Finalmente vivo. E quando sei dall’altra parte, piegato, accogli il dolore nel ventre e nello stomaco. Accoglilo come tuo compagno fino alla caduta. E ascolta la calma del corpo esausto.

Riparti dal piano terra ed ascendi con lo sguardo ben fisso su di te.
Perché è nel momento della noia che inizia l’attacco. Per una nuova difesa.

Segui le tracce di chi porta con sé lo stendardo della grazia. La grazia preziosa. La grazia d’argento dell’armatura riposta. Segui le tracce di chi ha con sé la memoria dell’esperienza, imparane il linguaggio e lasciati guidare verso il fuoco per essere in luce, sotto la giusta luce a cui sei stato affidato, dalla quale sarai plasmato d’energia già caricata in altri corpi, pronta ad essere sfruttata, per aumentarti.

P S G è la parte più sensibile di forze non violente, pronte a mostrarsi a chi è dalla parte giusta dell’inquadratura, disposto a guardare e a cercare l’altra parte. Ed è il corpo di più voci nude. Lo stesso corpo che si moltiplica pronto a guardarsi da fuori. Un corpo a corpo meticoloso fra le voci della stessa gola che si lascia addomesticare per potenziarsi.

Come sempre, non abbiamo saputo resistere, e gli abbiamo chiesto di fare un giro a casa sua!

Inizio dal basso, da questi splendidi Marsell che non mi toglierei mai. Sono uno a cui piace tenere le scarpe ai piedi, mi fanno sentire pronto. Ricordo che da bambino prima di suonare la mia chitarra giocattolo sentivo l’esigenza di mettermi le scarpe. Io faccio tutto con le scarpe, l’unica cosa che faccio senza è scopare.

Questo è decisamente uno dei miei dischi preferiti, e non solo per come è registrato e suonato, ma soprattutto per la delicatezza e la grazia che trasmette. Quella voce è così fragile che non sai che cazzo dire.

La prima parrucca che ho comprato circa due anni fa, ovviamente dai cinesi. L’ho anche colorata con una bomboletta fuxia con scarsi risultati. Purtroppo si sono persi i frisè che aveva sulle lunghezze. In fondo ho sempre pensato di volermi rasare per poter indossare ogni giorno una parrucca diversa: questa sarebbe quella del lunedì mattina.

Questo libro è un regalo di Gina. Anche di Marco. E pure di Massimo. Devo loro tanto, e questa copertina è meravigliosa.