Fuori venerdì 14 gennaio per l’etichetta Show in Action (distr. Pirames International) il nuovo singolo di Francesco Curci dal titolo Come Frank. Il brano inaugura un nuovo percorso artistico e di vita, non a caso arriva nel giorno del suo compleanno, dopo tre anni di assenza vissuti alla ricerca di nuove forme espressive e segnati da una radicale trasformazione della sua immagine da cui prende forma una nuova consapevolezza artistica con cui oggi si racconta e che rivendica con tutta la determinazione possibile. Come Frank è infatti un vero e proprio inno alla libertà, un manifesto di emancipazione, un invito ad amarsi ed accertarsi per quello che si è e non per quello che vogliono gli altri «Cercare a tutti i costi di piacere al mondo / E diventare poi la brutta copia di sé stesso», imparando giorno dopo giorno a fare i conti con le proprie paure e insicurezze, a trasformarle in punti di forza per affrontare il mondo spietato che là fuori è sempre «con il dito già puntato a condannare un innocente».
Il caffè
È la prima cosa che cerco al mattino quando mi sveglio perché riesce a darmi la carica giusta per affrontare una nuova giornata. Mi perdo nel suo aroma al punto che, il solo sentirlo in una casa o per strada, non riesce a trattenermi dal volerne poi uno. Direi che non vado al di sotto dei 7-8 caffè giornalieri e spesso mi piace fermarmi al bar a prenderlo perché il fascino di un luogo come quello fatto di tanti volti, di tanti sguardi mi regala un piacere doppio.
Il Natale
È il periodo più magico dell’anno che prevede tutto un rito preparatorio che comincia già l’8 dicembre: l’allestimento dell’albero, del presepe che a casa mia non devono mai mancare, il profumo dei dolci, le strade che si riempiono di luci e mercatini, i grandi classici musicali. È sempre stato per me poi un periodo di bilanci in chiusura di un anno e al contempo di nuovi propositi per l’inizio di uno nuovo. Posso dire: “Che mondo sarebbe senza il Natale?”
Gli anelli
Sono una sorta di coperta di Linus per me, mi danno sicurezza, ormai sono un tutt’uno con me, una sorta di “marchio di fabbrica”. Ne ho diversi, di ogni tipo, forma e colore. Li indosso ogni volta che esco e li tolgo solo alla sera per andare a dormire. È come se mi completassero, senza non mi sentirei a posto. È una di quelle cose che non potrei mai dimenticare di portare con me.
Lo sport
Mi alleno con una media di tre volte a settimana e quando sono in viaggio, porto sempre con me qualche attrezzo, primo fra tutti il tappeto degli addominali per non perdere l’abitudine al mattino quando mi sveglio. Le camere di hotel diventano per me delle mini palestre in cui potermi concedere almeno 30 minuti di allenamento giornaliero. Allenarmi è stata una salvezza durante il lockdown, quando le palestre erano chiuse e non c’erano altri svaghi. Direi che mi ha salvato, perché al di là dei benefici fisici, è in grado di darmi benefici psicologici che contribuiscono al mio benessere generale.
Il pianoforte
Non è solo il mio strumento, è un vero e proprio compagno di vita, fedele e sempre pronto a dare sfogo alla mia creatività o semplicemente al desiderio di perdermi nelle note quando sono sotto tensione e ho bisogno di scaricarmi. Al piano ci scrivo le mie canzoni, mi racconto o semplicemente mi accompagno per cantarci su. Se penso a certi momenti di solitudine che ho vissuto, mi viene in mente solo il pianoforte come compagnia, direi che è stato, è e sarà sempre la mia salvezza.