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Indie Pop

I Cassandra: la provincia che arriva a Milano!

Nel pomeriggio di martedì 22 marzo 2022 i Cassandra (che già avevamo avuto modo di intervistare) hanno presentato durante un’intima conferenza stampa nel locale di Germi, piccolo rifugio per intellettuali un po’ ubriaconi nel cuore di Porta Genova a Milano. Tre ragazzi di Firenze che sorridono ai giornalisti, impacciati e allo stesso tempo sfacciati, nell’emozione di questa prima volta di chi però si porta dietro ore di furgone e concerti in localini in giro per l’Italia. Si parla di Campo di marte, un disco di debutto (Mescal, 2022) che sa di casa: Firenze, un quartiere nello specifico, e poi tutta un’inevitabile autobiografia musicale. Il progetto, anticipato dai singoli Kate Moss, Novembre, Ti Auguro tutto il peggio che c’è e Polaroid e paranoie, si compone di dieci tracce che raccontano storie di quotidianità, d’amore, di amicizia: una quasi banalità tematica, che in questo periodo di complessità e pandemie, rende tutto incredibilmente bello.

Un bellissimo momento che si condisce di sigarette all’esterno, e birrette a parlare di libri e musica in quello che è sicuramente uno dei localini più interessanti di Milano, uno dei sopravvissuti al Covid. Si parla di un disco che nasce per la volontà di raccontarsi, raccontare ciò che circonda la band, ed è così bello venirlo a sapere in un contesto estremamente informale, fuori dalle dinamiche della discografia.

foto di Simone Pezzolati

L’incontro con il produttore Marco Carnesecchi rende i Cassandra “pop”, e da qui l’incontro con la Mescal e con noi, che siamo seduti sulle sedie, tutte diverse, di Germi, a far loro le domande più diverse. No, non sono l’ennesima band à la Pinguini Tattici Nucleari, i Cassandra narrano con urgenza la provincia musicale, quella lontana da Roma e Milano, e questa urgenza di quartiere si riversa in dieci brani che compongono Campo di marte. Storie che ci sfiorano, che guardiamo distratti con la coda dell’occhio, finché qualcuno non le raccoglie, le trasforma in canzoni, le canta e ce le butta addosso. Momenti di vita, polaroid che segnano il ritmo di giorni da ricordare e da dimenticare; questa l’unica ricchezza di un autore; saper cogliere l’attimo e metterlo a fuoco. Questo hanno fatto i Cassandra, coadiuvati nella produzione da Marco Carnesecchi e Alex Marton (Add. Production); oltre ad aver scritto testi e musiche, se lo sono suonato, affiancati da Giacomo Rapisardi e Federico Sagona (tastiere / sinth / pianoforte), da Enrico Mega, Marco Emanuele, Irene Bavecchi (basso) e Marco Carnesecchi (basso e chitarre acustiche).

foto di Simone Pezzolati

Si scrive una storia e si cerca di mandarla a memoria, perché il tempo corre sempre troppo veloce e a volte serve un promemoria. Mentre la radio passa Sally, i buoni propositi svaniscono come fumo di sigarette, quelle che non si smette di fumare; si dorme poco, anche sulle nuvole, mentre si guida verso il mare raccontando le proprie paranoie, anche se si sogna un’altra onda da inseguire, lontano dal dolore e dal lunedì.  Quanto era bello illudersi, quando non si era in ritardo e la vita non ci sorpassava. Ma poi fai mente locale e ti arrivano le piazze in rivolta e il cuore che non si ricarica neanche con il 5G. E ti viene voglia di scappare dalle risse fatte per niente, dalla città e dal suo umorismo che fa male per continuare a giocare con sogni che non bastano mai e alla fine, con il kamasutra morire da star. Questo è Campo di marte.