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Cosa c’è nella camera di Boison

Fermo qui è il singolo di debutto di Boison, nome dietro il quale si cela il cantautore romano Ivan Boison, fuori il 18 marzo 2022 per The Prisoner Records in distribuzione The Orchard. Boison si presenta con un brano cupo e intimo, si racconta da subito e ci presenta, sotto forma di un rock che sintetizza suoni elettronici e acustici, una fotografia emotiva figlia del nostro tempo: la sensazione di stallo in un’epoca veloce e allo stesso tempo anestetica, che ti lascia la sensazione di vivere in un lunghissimo istante sempre uguale a sé stesso.
 
Fermo qui è un’istantanea scelta per rappresentare un periodo delle nostre vite, dove tutto continua a scorrere, a mutare velocemente, mentre noi siamo come impassibili a tutto ciò che accade, anestetizzati. Siamo fermi. Viviamo gli eventi quasi fossimo spettatori di un film che non ha un lieto fine, bensì rimane lì, in balia di sé stesso, in un loop infinito senza particolari colpi di scena. E noi tutti, attori più o meno inconsapevoli di questa trama, vaghiamo in giro per la città, come anime in cerca di qualcosa di nuovo che ci possa far sentire vivi.

Come sempre, siamo stati a casa sua ed ecco cosa ci ha mostrato.

Necronomicon 

Da amante del genere horror e fan dei racconti di Lovecraft, non poteva mancare nella mia camera questa ristampa (con tanto di super copertina ridisegnata ad hoc per la serie “Oscar Mondadori”), di una delle più grandi invenzioni di questo autore. 

Technics SL-D212

Questo è il mio primo giradischi. Ed è anche l’unico che ho in casa, l’ho comprato non molto tempo fa. Riuscire ad averne uno è stata la realizzazione di un sogno, dato che ho sempre avuto una grande attrazione per i vinili.

Mini Arcade Game

Come li chiamava mia madre quando ero più piccolo, questi sono i famosissimi “prendi polvere”. Mi piacciono tantissimo i giochi arcade anni ’80/’90 e questo è il risultato di un pomeriggio un po noioso finito su Amazon. Devo dire che comunque ha il suo fascino vederlo poggiato sulla scrivania. Dopo poco tempo, comunque, anche lui è diventato un’ottimo “prendi polvere”.

Lampada di sale dell’ Himalaya 

A chi non è mai stata regalata una di queste?! O semplicemente, durante una passeggiata di sera nel bel mezzo di una festa di paese, tra le bancarelle, di quelle che vendono incenso, maglie con dei lupi disegnati, e flauti di Pan che suonano improbabili cover, vedendo una di queste lampade, chi non si è mai fatto prendere da un irrefrenabile voglia di comprarne una?! Io l’ho fatto, e quella stessa sera ho comprato anche un flauto di Pan, così, per rimanere in tema.

Maschera “Bauta” veneziana

Oggetto che mi porta indietro di qualche anno. Carnevale di Venezia, Febbraio 2017. Tutto bellissimo, vedere la città durante quel periodo è un’esperienza che consiglio a chiunque non l’abbia ancora mai fatto. Per l’occasione, dato che per le vie gira soltanto gente mascherata, mi fermai in uno dei tanti negozi di artigiani e comprai questa maschera, la “Bauta”, uno dei più grandi classici delle maschere veneziane. Essa presenta dei lineamenti allungati ed esagerati, ed in origine era solo di colore bianco. Veniva indossata con un cappello nero a tricorno per un maggior contrasto. La Bauta acquisì talmente tanta importanza nel corso degli anni da divenire un simbolo di Venezia. Basti pensare che nel XVIII secolo divenne obbligatorio indossarne una durante le riunioni politiche che si svolgevano nella città.