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Indie Post-Punk

Cosa c’è nella camera di Luca Gemma

É uscito giovedì 30 giugno 2022 per Adesivadiscografica “Nè santo nè killer“, il nuovo singolo di Luca Gemma. Un nuovo capitolo che è il secondo brano, dopo “Sul precipizio” (pubblicato a fine aprile), ad anticipare il nuovo album che uscirà a settembre. È un pezzo lunare e un po’ marcio in cui un basso distorto, un piano elettrico ostinato e le percussioni minimali della strofa sfidano gli archi distesi, la chitarra acustica e un beat elettronico creato da Paolo Iafelice – che ha mixato il disco – sul ritornello. La canzone si regge su questa tensione che si scioglie in una coda strumentale in cui il fischio prende il posto della voce: quello è il duello finale! 

Sì, perché “Né santo né killer è un duello tra il buono e il brutto e cattivo che convivono in (quasi) ognuno di noi, è un’anima divisa in due che si ricompone solo grazie alla musica e alla natura, magnifiche e ‘inutili’ cose nell’era dell’utile, con il loro potere salvifico. Perché, come dice il ritornello, ‘la nostra più grande fortuna è stata l’idea di chiudere nelle canzoni violenza e paure’, in attesa della ‘grazia che fiorisce quando meno te lo aspetti’. 

Noi come sempre, abbiamo approfittato per fare un salto a casa sua!

‘Everybody’s gonna need a ventilator’ è la frase che chiude le strofe di ‘Ventilator blues’ dei Rolling Stones, da ‘Exile on Main Street’. È un mantra fuori moda e fuori tempo nell’era dell’aria condizionata, ma non per me, perché LA PALA SUL SOFFITTO DELLA CAMERA DA LETTO è l’oggetto più prezioso in questa stagione a Milano.I’m gonna need a ventilator!

Questo PIANOFORTE Römhildt Weimar è un vecchietto tedesco di 102 anni ma ha un suono da ragazzo, squillante e profondo. È lo strumento musicale che più ho voluto e l’ho trovato da un restauratore di Milano che l’aveva acquistato da un anziano nobiluomo con la passione del gioco d’azzardo che gli aveva portato via quasi tutto. Era l’ultima cosa da vendere in un appartamento ormai svuotato, mi disse. Spero gli abbia portato fortuna.

Questalibreria affollata, come si vede, contiene un sacco di cose belle e importanti per noi in questa casa. Ma lascio la ribalta a ELVIS, un regalo della mia compagna, perchéin fin dei conti (he) has (never) left the building!

Poi c’è un antico BANCO DA FALEGNAME dei primi del 900 appartenuto a mio nonno Pietro e al suo laboratorio a Prati, a Roma, a suo figlio Sergio, fratello di mia madre, anche lui ebanista, poi arrivato ai miei genitori e a mio padre che lo ha restaurato e ripulito e infine a me, a Milano. Su quel tavolo io c’ho fatto un sacco di musica e di canzoni. Quel legno ha un gran bel suono!

CHI è il nome di questa LAMPADA di Artemide degli anni 60 che mi lega e mi rimanda alle tante case in cui ho vissuto con mia sorella e i miei genitori tra Roma, Ivrea, Karlsruhe in Germania e Milano, resistendo a mille spostamenti e traslochi.