Esistono, o meglio, capita di imbattersi talvolta in canzoni diverse, che dicono ben di più di quello che pensano di “poter dire”: insomma, succede che a volte l’ambizione di un brano risulti più moderata, meno arrembante rispetto al potenziale d’azione che quel brano realmente poi possiede.
E’ il caso, ad esempio, di “Occhi” di Niveo, che se te leggi “secondo singolo dell’appena maggiorenne cantautore toscano” ti dici vabbé, sarà la “canzone per l’estate” di un nuovo talento della Generazione Z, e invece ti trovi davanti (o meglio, nelle orecchie) la conferma migliore di un progetto che, già qualche mese fa, sembrava essere partito davvero con la barra dritta: “Sui sedili della metro”, il primo singolo di Niveo, ci aveva già colpiti allora, alimentando aspettative e speranze per il futuro.
Ed eccolo il futuro, che ci gronda addosso a metà luglio e lo fa rinfrescando, senza appesantire l’afa già irrespirabile di quest’estate italiana e “all’italiana”, con i soliti tormentoni (quest’anno, ad onor del vero, meno “molesti” degli scorsi anni…) che rimbalzano da una playa all’altra e le polemicucce su qualsiasi argomento possibile che l’italiano ingaggia al riparo nella sua trincea di battaglia – ovvero, la sdraio sotto l’ombrellone, o il divano davanti al televisore con il ventilatore puntato a raffreddare i neuroni già al collasso.
E allora, quale momento migliore per riprenderci la nostra voglia di ascoltare cose nuove, diverse dal solito melting pot del pop nazionale? Scopritevi Niveo, và, che secondo noi vi fa bene…
Benvenuto Niveo, qualche mese fa sei stato protagonista di uno dei nostri bollettini mensili con “Sui sedili della metro”. Oggi, invece, torni con “Occhi”: se dovessi raccontare questo singolo in poche parole, quali utilizzeresti?
Vi direi sicuramente ‘contrasto’ e ‘allergia’ come se l’amore fosse polline per i nostri occhi.
Raccontaci un po’ di te, per far capire meglio ai nostri lettori chi hanno davanti: chi sei, da dove vieni, quanti anni hai e perché hai deciso, ad un certo punto della tua vita, di fare musica.
Mi chiamo Marco, in arte Niveo, ho 18 anni e vengo da Pistoia, ho sempre avuto il pallino della musica ma per me era come un sogno chiuso a chiave in un cassetto. A 16 anni, in piena quarantena, ho deciso di lavorare scrivendo articoli per permettermi la mia prima chitarra così da imparare a suonarla da autodidatta contemporaneamente a scrivere le mie prime canzoni che tutt’ora mi porto nel mio cassetto musicale. Ora ne ho 18 e spero di non fermarmi mai.
Quali sono gli ascolti che hanno maggiormente segnato la tua visione della musica?
“Love Is Not dying” è un album di un artista inglese di nome Jeremy Zucker. Questo album ha completamente sconvolto il modo di pensare la musica per me. ‘OK’ di gazzelle è stato un album che mi ha fatto capire al meglio quale fosse lo stile di scrittura adatto per me.
“Occhi” è un brano intenso, che tra l’altro si gioca sul parallelismo interessante e curioso fra l’allergia e l’innamoramento. Ti va di parlarcene?
“Occhi” compara appunto un amore tossico e distruttivo tra due persone in completo contrasto con il polline e gli occhi. Ho sempre pensato di essere allergico all’amore, per questo ci ho scritto una canzone.
Ma proprio come l’allergia al polline e alla polvere, basta solo il giusto antistaminico.
Hai lavorato con Formica Dischi alla pubblicazione dei tuoi due singoli: cosa ti ha convinto, della giovane etichetta toscana? Come sei entrato in contatto con loro?
Ho provato una istantanea intesa con i ragazzi del team di Formica, mi hanno preso a 16 e mi hanno indirizzato al meglio in una strada fin troppo complessa per un ragazzino e l’hanno fatto al meglio delle loro possibilità, ne sarò sempre grato e spero di restituirgli almeno un po’ di quello che mi hanno dato.
E adesso, quali saranno i prossimi passi di Niveo?
continuare a scrivere, a fare musica, a vivere cose che mi faranno provare emozioni da mettere su foglio, su musica. Questo e nient’altro.