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Cosa c’è nella camera di Cassio

CASSIO, con i precedenti brani “Nerodita” – una lettera sincera e diretta al suo babbo scritta con cinismo tossico e distaccato – e “Sparo” – canzone con cui prova a darsi un po’ di tregua suggerendo di concedersi un po’ di indulgenza e un po’ di pace – ci ha mostrato la sua scrittura diretta, schietta e terribilmente sincera, con cui si mette completamente a nudo senza timore di essere giudicato per quello che è stato e che è.
La sfera familiare è un punto fermo nella scrittura e composizione di CASSIO, un luogo da cui si è allontanato a volte in passato, ma che è colonna portante della sua esistenza.
La nuova traccia “Nonna” è un omaggio alla nonna defunta a causa di una malattia degenerativa, di cui sente tremendamente la mancanza e alla quale sono legati tanti momenti. Il ricordo della voce della nonna e la rabbia per la malattia che se l’è portata via e che le ha fatto dimenticare tutto nei suoi ultimi anni di vita; il rimpianto per i discorsi mancati e le assenze ai pranzi domenicali.

CASSIO ancora una volta ci mette di fronte a esperienze personali che ci pungono nei nostri punti più deboli e fanno riaffiorare in tutti noi rimpianti, malinconie e frustrazioni.

“La lezione amara che ne esce da questa brutta storia è che le persone le devi amare fuori dai denti, se vuoi, quando sono quì, da qualche parte. Dopo il nostro amore varrà poco, pochissimo. Io vado spesso al cimitero, a trovarli. Non sò perchè lo faccio. Forse perchè sono un pò masochista.  Forse per farmi perdonare. Ma l’amore oggi vale come il perdono, niente.“. Cassio.

Noi come sempre non abbiamo saputo resistere, e abbiamo fatto un salto a casa sua perchè ci mostrasse qualcosa, ecco com’è andata.

PERIODO VANDALISMO

Immagino che la foto si spieghi abbastanza da sola…
E indubbiamente può essere catalogata nella sezione “Vandalismo“, story of my life.
Via Calatafimi è la via dove sono nato e cresciuto, dove ho sbagliato, amato, sognato e preso un sacco di schiaffi. Così, quando siamo venuti via, ne ho preso un pezzo, per tenerla con me per sempre, in qualche modo.

PERIODO COBRA

Questo è uno di quegli oggetti che vedo in casa mia da tutta la vita. Ora che ci penso, non so neanche chi ce lo abbia regalato… So però che mi faceva paura, e che prima c’era pure un topo alla base del serpente. Non credo che lo abbiano comprato i miei genitori perché mia madre non avrebbe mai permesso a mio padre di comprare un aggeggio del genere… comunque.. a me piace.

PERIODO BACHARACH

Questo è stato un mio guilty pleasure,
Un pianoforte da tre palle e un soldo, 150 euro di strumento e quasi 200 per trasportarlo. Immaginate come può suonare… Comunque mi ci sono sfogato sopra per un sacco di tempo. Ad un certo punto suonavo solo questo, a tal punto che ogni volta che mettevo le mani su un pianoforte decente le canzoni non mi piacevano più.
Adesso lo vivo poco in realtà, mi sento un pò in colpa per questo.

PERIODO EQUINO

Questa è una chicca!
Sembrerà da malati di mente, ma tengo in casa un cavallo a dondolo di cartapesta.
Era di mio nonno, di quando era piccolo lui.
Ora,
io non sono certo un campione di matematica, ma facendo il conto della serva, questo cavallo ha quasi 100 anni.
Inutile dire che non lo butterò mai via, un po’ per attaccamento all’idea, un po’ perché ha quella vena macabra che mi piace.
A Natale gli metto pure le lucine addosso.

PERIODO UK

Questa è una fiammante Tanglewood che risale al mio periodo UK.
L’ho comprato a Denmark Street, a Londra.
Me l’ha venduta un tipo capellone in un negozio che si chiamava Wunjo Guitars. Il tipo si piaceva a tal punto che si sarebbe scopato da solo, credo…
Ci ho fatto busking per tutto il tempo che sono stato in Inghilterra.
Praticamente l’ho devastata.
Il corpo della chitarra era tutto rotto dagli anelli che portavo, ed era tutta schizzata di sangue all’interno (non uso il plettro) già dopo pochi mesi.
L’anno dopo, quando sono tornato in Italia, l’ho portata a sistemare da un liutaio che quando l’ha vista si è messo le mani nei capelli!
Oggi la suono poco o niente, ma dentro di me questo chitarrino è leggenda.