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Un viaggio nel tempo con una Delorean chiamata “Wendy Night”, ecco com’è andata a Milano!

É stato strano? É stato strano. Ma strano bello? Strano bello. Perchè era da veramente tantissimo che non ritrovavo così tante persone, concentrate in un posto solo, che riescono a sfoggiare senza vergogna questi pantaloni stretti, queste vans a scacchi, capelli freschi di tinta di colori assurdi, non vedevo certi personaggi (incredibilmente sopravvissuti) dal 2008, ed è stato strano ritrovarsi, vecchi, e sempre emo. La Wendy Night ha avuto su di me quell’effetto amarcord, quel ritrovare quelle situazioni, vibes e persone che mi riempivano e mi salvavano quando ero un adolescente.

É un giovedì sera, e c’è la Wendy Night al Gate, in questa serata a Milano dove fa freddissimo. e già una vociare all’ingresso attira l’attenzione. L’idea è quella di portare per la prima volta dal vivo (con band) artisti appartenenti alla scena emo-punk romana, che finora hanno sempre e solo collaborato attraverso produzioni e featuring, con l’intento di proporre uno spettacolo unico! Il tutto era già avvenuto a Roma, al Monk, e da lì, la Wendy Night è diventata itinerante con l’obbiettivo di toccare le maggiori città italiane e inserire in line-up nuovi progetti di questo panorama musicale. 

Batteria e chitarra sono coperti dai membri della band Il Corpo Docenti (Luca Sernesi e Lorenzo Manenti), e sul palco si sussegguono xDiemondx, Suicide Gvng, Ego, Decrow, IN6N, Giuze, ANSIAH e Spidy & Biso. Un concentrato adrenalinico dove è successo di tutto: un ragazzo con le stampelle è salito sul palco, il sudore addosso, il pogo che ci era così mancato durante gli anni del Covid. Quegli anni così brevi che ci hanno fatto così male, perchè ci hanno fatto invecchiare e ritrarre nella nostra comfort zone. Roma da urlare anche qui, a Milano, dove senza tregua, Decrow ci invita a fare un casino pazzesco, precedendo una cover fantascientifica di “Sere Nere” di Tiziano Ferro.

La sottocultura emo non sta tornando di moda, forse è stata dormiente nella testa di tutti noi, che non abbiamo mai dimenticato cosa significasse stare nelle piazzette, parlarsi per ore su internet, innamorarsi di quella ragazza con le gambe nude e i calzini a strisce, anche in pieno inverno. Siamo tutti Mercoledì della serie di Netflix, anche se abbiamo passato i trenta, e non potrei essere più contento di tutti quei ragazzetti che ho visto giovedì, che forse pensano che sono ancora un figo a vestirmi così. Mi domando come si siano avvicinati a queste sonorità e colori, come è successo che dei ragazzi come Spidy & Biso, classe 2004 o di lì, si vestano come avrei voluto vestirmi io 15 anni fa. E questo vortice di domande e passione, rende tutto bellissimo.

Due ore serrate, a cui segue anche il DJ set emo-punk di Emo Sucks e Yuks. Ed è un giovedì sera di gennaio che sa di estate, di fine degli esami e di spensieratezza, quella che non ti costringe alla sveglia delle 7, domani mattina.

J.