Anticipato dal singolo “Mina”, esce in CD e su tutte le piattaforme digitali, il 15 novembre 2024, “The Rain Caller” il primo album della band catanese HELEN BURNS, distribuito e promosso da Alka Record Label, registrato e prodotto presso il Buddy Sound Studio di Catania da Antonio Spina.
Così la band siciliana presenta il nuovo lavoro: Questo album nasce dall’esigenza di chiudere la nostra prima fase, come band. All’interno di “The Rain Caller” ci sono storie di emozioni nostre e altrui, e il meteo della nostra isola ci ha ispirato molto nel dare forma a queste emozioni e farle diventare canzoni. Pensiamo sia un mood, devi crederci per sentirlo. Siamo fieri che esca, non vedevamo l’ora di rendere pubblico il nostro primo capitolo. Abbiamo già nuova musica in produzione, ma sentivamo di dover trovare il momento giusto per pubblicare finalmente l’album. Ora è giusto che respiri un po’ è che faccia il suo corso. A noi ha già dato tanto.
Proveniente dalla Sicilia, Helen Burns è un progetto post-punk con influenze alternative e stoner, caratterizzato da un suono caldo, scuro ma tagliente, a volte bagnato e malinconico, a volte secco, incandescente, come le fiamme, e come la Sicilia stessa. La band compone e lavora all’interno di una casa in campagna, in un paesino della provincia di Catania, dove si vive, si suona e si scrive rigorosamente insieme. Ancora prima di essere una band, Helen Burns è una famiglia. Il legame e il rapporto che li unisce sono ciò che spinge gli Helen a fare musica e a condividere quei valori e quei sentimenti per cui scrivere diventa necessario, e che li ha portati a comporre il loro primo album: The Rain Caller, un album che tramite la violenza e la malinconia della pioggia, racconta di emozioni personali e altrui. Dopo un primo tour in Italia, varie date nel territorio siciliano tra cui il concerto insieme a Nile Marr, e l’uscita dei primi singoli, l’album “The Rain Caller” verrà pubblicato venerdì 15 Novembre 2024.
“Dove sei stata?” (Edac Music Group, distribuzione Believe) è il nuovo mini EP di FITZA, la promettente cantante che ha conquistato il pubblico e i giudici di X FACTOR 2024.
Noi gli abbiamo chiesto di raccontarsi quali sono le sue 5 cose preferite.
I MIEI AMICI
I miei amici mi aiutano a mettere la mia vita in ordine. Mi danno serenità e mi sanno calmare. Gli voglio un gran bene.
MIA NONNA
C’è sempre quando ho bisogno ed è la persona che mi ha supportato di più nelle mie scelte. Crede in me e questo ha fatto crescere sempre di più la mia voglia di fare musica. Anche a lei voglio un botto bene.
LE BATTAGLIE DI FREESTYLE
A volte metto su qualche beat e inizio a fare (MOLTO MALE) freestyle con le persone. È un modo per passare il tempo, è molto divertente quando partono i dissing fatti male (ride ndr).
I GIRI IN MACCHINA DI NOTTE
Mi piace fare i giri in macchina la notte. È anche un modo poetico di ascoltare le canzoni. Spesso mi capita di mettere “IRA” di “Iosonouncane”, disco fighissimo. Mi dà un grande senso di armonia.
LA BIRRA
Beh bona un botto la birra, soprattutto ai concerti!
“Gold and Mess” è lo strepitoso esordio discografico della cantautrice Irene Ettori in arte STREA, disponibile su etichetta Vrec in versione CD e sui digital store.
STREA viaggia con la sua musica tra art-rock, prog e folk amalgamando un suono originale ed etereo tra Tori Amos, Porcupine Tree e Alanis Morissette. Il brano “Ophelia” vanta la partecipazione eccezionale dell’ex bassista dei Porcupine Tree Colin Edwin in una progressione sonora delicata e sofisticata oltre ad un video online di rara bellezza. Il meraviglioso timbro vocale di STREA (“strega” in dialetto bresciano) donano al progetto un’aura di classe ed internazionalità. Oltre ai 7 inediti scritti da STREA insieme a Nicola Sanzogni (anche chitarrista del progetto) tra cui i singoli “Hazel” e “July”, anche due cover d’eccezione: una dilatata versione di “Runnin Up That Hill” di Kate Bush e una emozionante interpretazione di “The Lost Song Part 2” degli Anathema. L’album è stato registrato presso il Sonic Temple Studio a Parma. Alle registrazioni hanno preso parte anche Nicola Panteghini (Chitarra), Francesco Savazza (Pianoforte/Tastiere), Alessandro Pedretti (Batteria) ed Emanuele Agosti (Basso).
STREA (nome d’arte di Irene Ettori) è bresciana, classe 1994. Ha studiato canto e pianoforte fin dalla giovane età avvicinandosi da adolescente all’ambiente rock, al prog ed al folk rock della scena femminile di fine anni novanta. Partecipa a vari contest, tra cui Area Sanremo, dove arriva finalista nel 2022. Lavora da tempo al suo esordio discografico “Gold and Mess” previsto in uscita nel prossimo autunno anticipato da diversi singoli. “Hazel” è il primo in uscita a Marzo 2024.
Tracklist: 01. Gold And Mess 02. Hazel 03. Running up That Hill (Kate Bush cover) 04. Bright Side 05. Ophelia feat. Colin Edwin (ex Porcupine Tree) 06. July 07. Rise 08. Stanze 09. The Lost Song Part II (Anathema cover)
IG: https:// bit.ly/IG_STREA FB: https://bit.ly/FB_STREA SP: https://spoti.fi/3IBBYHy TIK TOK: https://bit.ly/TIK_STREA
Anticipato dal singolo “Il vento soffia da Marte”, esce in CD e su tutte le piattaforme digitali, il 25 ottobre 2024, “Fuori dal mainstream” il primo EP del cantautore parmigiano IZINE, pubblicato e promosso da Alka Record Label, prodotto da Michele Guberti (Massaga Produzioni) presso il Natural HeadQuarter Studio di Ferrara.
Così il cantautore emiliano presenta il lavoro: L’ecologia, la sostenibilità, la ricerca dei propri spazi emotivi ed il riappropriarsi del proprio tempo sono alcuni dei temi contenuti in questo primo lavoro solista di Izine, “è qualcosa di completamente diverso rispetto a tutto quello che ho scritto in passato, in particolare per quanto riguarda le sonorità, ho dato spazio al flusso delle emozioni senza cercare di imbrigliarlo in qualcosa di prestabilito”.
“Questo è un disco che ho scritto per me” – dichiara IZINE – “penso che sia in assoluto il lavoro più intimo che abbia mai scritto, ho messo tanto di me, delle emozioni e dei pensieri di cui sentivo la necessità di parlare in questo lavoro e spero vi piaccia… prendetevene cura”. Ed in merito al titolo dell’EP prosegue “abito da anni una scena fatta di concerti nei club, fatta dal rapporto diretto ed autentico con la gente, lontano dalla smania di successo del mainstream… con dedizione e costanza, per necessità e per una sorta di urgenza comunicativa, è una realtà per la quale nella mia storia personale ho dovuto lottare con grande fatica e facendo scelte importanti… questo disco si colloca proprio in questa dimensione sconosciuta ai più dove però si sta maledettamente bene: Fuori dal Mainstream”.
Tracklist: 01 Il vento soffia da Marte, 02 Ma quanto sei bella, 03 Preoccuparsi del Wi-Fi, 04 Spazio (Take me to the dark side), 05 Qui
BIOGRAFIA
Izine aka Marco Ravasini, originario di Parma, milita sin dagli anni delle scuole superiori in alcune band emiliane; nel corso degli anni con alcune di queste formazioni (Ground Control, The Troublemakers) scrive e pubblica diversi album e colleziona centinaia di concerti in Italia e all’estero oltre a qualche apertura per importanti artisti della scena underground italiana ed estera (Sick Tamburo, Punkreas, Subsonica); nel frattempo si laurea in Disciplina delle Arti, Musica e Spettacolo all’Alma Mater di Bologna e si diploma in canto moderno al Modern Music Institute.
Nel 2023 durante un periodo di stallo creativo degli altri progetti inizia a scrivere per sé alcuni brani destando subito interesse tra addetti ai lavori e pubblico durante le esibizioni live in cui viene invitato; di lì a poco inizia la collaborazione con l’etichetta ferrarese Alka Record Label e nasce così l’idea di un progetto solista e del nome d’arte Izine che Marco riprende da un vecchio “sfottò” di alcuni amici: “mi piaceva l’idea – dichiara l’artista – che una presa in giro potesse essere il nome con cui far nascere qualcosa di bello”. Nell’ottobre dello stesso anno iniziano così presso il Natural Head Quarter Studio di Manuele Fusaroli le sessioni di registrazione del primo disco intitolato “Fuori dal mainstream”, sotto la supervisione artistica di Massimiliano Lambertini e la produzione di Michele Guberti.
Esce il 27 settembre 2024 “Il vento soffia da Marte”, il singolo d’esordio del cantautore, che anticipa il primo EP, pubblicato e promosso a cura di Alka Record Label.
Il singolo è accompagnato dal videoclip ufficiale di cui l’artista stesso ha curato il montaggio.
Crediti
Registrato e mixato da Michele Guberti presso il Natural HeadQuarter Studio di Ferrara Prodotto da: Michele Guberti e Izine
Stefano dell’Armellina, ci racconta traccia dopo traccia il suo nuovo album “La Magnolia Stellata”.
RINASCERE DOMANI
“E’ un inno a noi tutti, per rinascere con il sole, senza aspettare. E’ un inno anche all’ Italia, una Nazione bellissima, ma che fatica a manifestarsi. Un invito a fiorire indipendentemente da come vanno le cose, un pò come succede per la Magnolia Stellata, che fiorisce senza aver emesso le foglie. Un brano di grande speranza, una primavera che ce la farà”.
NE’ DESTRA NE’ SINISTRA
“Le buone intenzioni non sono nè di destra, nè di sinistra. Non hanno colore, sono buone e basta. Per tutti. Una visione dell’ Italia malinconica, ma anche una denuncia ai soliti luoghi comuni ahimè, purtroppo sempre presenti”
CON LA ZIA
Con la partecipazione straordinaria della scrittrice Enrica Tesio (recitato) e del grande Moreno “il biondo” Conficconi al clarinetto, un brano simpatico e ritmico, una visione retrò del rapporto di un cinquantenne di oggi con i millennials. Fingere disturbi prostatici per riuscire a stare tranquilli a casa con la Zia è il “goal” del protagonista della canzone, a cui per stare bene basta un divano, un pò di fumo, una compagnia silenziosa, e un buon documentario, magari sugli uccelli.
LASCIAMI FARE
L’eterna storia dell’Artista, che secondo alcuni perde il suo tempo a bere, fumare e cantare.
CONDIVIDIAMO
Forse per la prima volta nella scrittura di Stefano, una canzone diretta, semplice, sull’amore. La parola “condividiamo”, utilizzata dall’Autore già una decina d’anni fa, diventa oggi, nell’era dello “sharing”, modernissima, e perfetta per descrivere emozioni vissute in due.
L’AMORE Sì
L’amore non muore mai, muta e cambia, ma non muore mai. E’ un’ancora di salvezza, controlla le stagioni e persino l’arrossire delle rose.
UNA LUCE IN FONDO
‘Se tu mi guardi le spalle/posso proteggerti un po’’ è una frase importante in questo brano. Anche dovessimo vedere la luce in fondo al tunnel, dipenderà solo e soltanto da noi uscire dal baratro e rivivere.
Creare un nuovo futuro è un miraggio, ci guarderemo le spalle da soli e regoleremo il futuro con le nostre forze. E magari diventeremo più forti e “più biondi..”
É sempre più difficile concentrarsi sui dischi, un susseguirsi di dieci o più tracce ad occupare tempo prezioso del nostro venerdì, ormai dedicato al consumo di singoli da classifica, da playlist o da algoritmo di Tik Tok. Ormai è come se le nostre giornate non fossero proprio più programmate per accogliere un album, una pausa lunga per accogliere interamente l’immaginario di un artista. Ad ottobre ne sono usciti parecchi, e ho deciso di selezionarne tre che mi hanno particolarmente colpito e che mi hanno fatto compagnia durante questa settimana di pioggia incessante.
“Whale Fall” di Damon Arabsolgar
Che la testa di Damon Arabsolgar fosse piuttosto piena di meraviglie, avevamo già avuto modo di costatarlo ai tempi dei Pashmak e più recentemente coi Mombao, ma abbiamo sempre avuto la sensazione come di vederlo filtrato, trattetuno, o forse semplicemente adattato ad un contesto che non fosse completamente suo. Quello che ci ha donato con “Whale Fall” è un’incredibile autobiografia musicale: un riassunto tra inglese ed italiano, di sonorità sospese tra i generi e i contenuti, di tutta la sua vita sinora. Damon, come una balena in punto di morte, si libera probabilmente di alcuni pensieri scomodi, dolori e amori passati, e non poteva farlo in modo più piacevole.
“The wave we are” dei Love Shower Love
E a proposito di riassunti ben riusciti, i Love Shower Love hanno deciso di uscire di scena in grande stile (e un po’ di ritardo!) con un best of di quelli che sono stati i loro sette anni di attività, sette dei nostri anni migliori dove l’indie-rock era cool, si potevano ascoltare i Green Day senza essere considerati degli sfigati, ed eravamo totalmente sganciati dalle dinamiche dei social. Questo Best Of, oltre ad essere un bellissimo album dei ricordi con la firma di Luca Urbani, è anche un’indagine emotiva sui nostri ascolti dei primi anni Duemila, e i Love Shower Love sono il simbolo di una scena che faceva casino e si divertiva molto, che forse non c’è più. Da ascoltare indossando vecchie tute e camminando per casa immaginandosi la nostra vecchia cameretta, piena di poster e caos, una chitarra elettrica che poi forse abbiamo venduto e quel eravamo felici, ma non lo sapevamo ancora.
“La città radiosa” di Epoca22
E per non vivere solo nel passato, e di ricordi, non posso che soffermarmi qui, su questo disco indipendente che aspettavamo. Epoca22 è un progetto fuori dal tempo, che non si può collocare in questi ruggenti anni Venti, nè in un passato di spirito amarcord, è un mix unico di oscurità e punti luce, post-punk e suggestioni elettroniche, chitarre potenti e anche quella voglia di raccontare sentimenti sfacciati, senza mascherarsi. Esporsi, porsi come un mentore che dà lezioni sul rapporto tra Uomo, Natura e Città, in un mondo come quello rock, può sembrare fuori luogo e un po’ inquietante, cringe, come dicono i giovani, qui risulta la cosa più naturale del mondo. Per le macchinate notturne, per le serate di pioggia, per gli amici scettici che non si innamorano di un disco da un bel po’, e per noi, che non abbiamo molti amici e stiamo costruendo la nostra città radiosa.
“Sento ancora il mare” è il singolo di debutto di DALE, dopo aver ascoltato questa nuova release abbiamo pensato di conoscere l’artista più da vicino, raccontandosi proprio attraverso le sue 5 cose preferite.
Ecco come è andata!
La Pizza
E in particolare tutte quelle mangiate a casa di Alessandro Russo scrivendo musica e raccontandoci di noi stessi.
Born To Run – Bruce Springsteen (l’album)
Otto tracce che sanno di auto e di oceano. E di strade senza fine. Strade dentro noi stessi, da percorrere fino in fondo.
Lo studio di Lorenzo (Avanzi)
Il posto in cui realizzo buona parte dei miei sogni. Dove ogni sbatti diventa qualcosa di positivo. Dove mi esprimo.
Il mare
Che può calmare e può distruggere. Che fa freddo e poi fa caldo, e lui sta lì, tenace e incessante.
Abbiamo passato qualche giorno alla ricerca delle cose più interessanti che sono accadute nella scena indipendente, e non solo italiana. Lontano dalle rotazioni radiofoniche e dai circuiti mainstream, la musica ci offre ancora tantissimi punti e occasioni per fare una bellissima figura con gli amici nerd. Pronti?
Il nuovo inizio di EMIT
Abbiamo ascoltato EMIT, tra i nomi che rimbalzano numerosi in questo autunno che sembra particolarmente prolifico, come un piccolo faro di speranza: si può fare musica pop, si può parlare di amori e di amori che finiscono, si può usare una chitarra acustica e venature elettroniche, senza essere uguali a qualcun altro, ed è il caso di questo bacio che ci regala Emanuele Conte, in arte EMIT. Un respiro, una visione, il cominciare di nuovo davanti a un percorso ad ostacoli, tutti caduti malamente a terra, si può essere estremamente tristi e allo stesso tempo non suonare melodrammatici, si può essere innamorati, senza usare le parole da Festivalbar “sole, cuore, amore” a tutti i costi. EMIT è un nome interessante che si è svelato con questo singolo, un primo assaggio timido che speriamo sia solo l’inizio per qualcosa di più grande. Fatevi accogliere dalla sua Kissland.
Il primo full length di dada sutra
Un alieno che si aggira tra noi, di battiti, ansimi e sussurri, dada sutra è qualcosa che non avete mai sentito prima, che non potete paragonare a nessun altro. Il suo è un atteso mix che avevamo già osservato dai precedenti singoli: l’alternative rock degli anni Novanta che ritrovano anche vibes dei fumosi locali jazz, amori e dipendenze, poesie estinte e quella voglia, che rimane, permane anche ad ore dopo l’ascolto di questo disco, di spaccare tutto. Siamo felici di avere un ascolto lungo, un album intero, un mondo oscuro in cui affondare, e di questi tempi di banalità e brani tutti uguali, ne avevamo veramente bisogno.
“questo amore mortale” ha un titolo preso in prestito dal famoso murale berlinese del bacio tra i politici Honecker e Brežnev, e vuole essere un inno alla disobbedienza e alla ricerca di spazi di guarigione in un mondo infettato da oppressione, genocidi e distruzione ambientale. Parla della necessità di inventarci nuovi miti, nuove divinità che non siano complici di crimini o malate di indifferenza, riscrivere una storia che non sia solo la verità parziale scritta dalla cultura ufficiale e dalle classi dominanti, che sia una storia di speranza e rigenerazione.
Il musicista Vincenzo Adelini sta facendo un tour nei planetari di tutta Italia
E a proposito di cose che non hanno precedenti, non potevamo che parlarvi anche di Vincenzo Adelini, musicista e compositore che sta portando in giro per tutta Italia, ma solo in location spettacolari, i planetari, uno spettacolo dal titolo “Moonlight From“. Una rassegna senza precedenti in Italia per uno spettacolo dal vivo in oltre 11 strutture astronomiche da nord a sud del paese. Accolti da ambientazioni intime e profonde, assisteremo alla creazione di una colonna sonora estemporanea, che Adelini intreccerà con le proiezioni della volta celeste. Oltre al suo principale strumento a 6 corde utilizzerà in simultanea archetti per il violoncello, E-bow, Joystick per la Nintendo Wii, Slide di ferro, pedaliere e theremin, il tutto per realizzare uno spettacolo unico ed irripetibile.
Un’ottima scusa per uscire con quel ragazzo che non sapete mai a che concerti portare, per far uscire quell’amica che non ama i live in piedi, per chi ama le stelle, sognare, il buio, ma anche chiudere gli occhi e lasciarsi andare.
La magia di Indieponente
E da poco abbiamo assistito a una magia che ci sentiamo di segnalarvi, tra le cose che sono successe ultimamente. Un piccolo festival alla sua prima edizione, completamente indipendente. Avete presente quando da ragazzini tutti noi abbiamo sognato di organizzare il nostro festival, di chiamare a suonare la nostra band del cuore, e di fare una grande festa. Due ragazzi qualsiasi lo hanno fatto davvero. Un festival di musica (ma anche un mondo di degustazioni, street food e street market…) che si è posto l’obiettivo di portare i grandi artisti della musica indipendente italiana nell’estremo ponente ligure. La prima edizione della kermesse, oltre a band arrivate da tutta Italia, ha avuto come artista di punta lo storico gruppo dei MEGANOIDI.
Due dischi internazionali che vi consigliamo davvero di non perdervi
E per non rimanere solo in Italia, abbiamo deciso di scavare tra le nuove uscite, anche internazionali, e non potevamo che cadere in due dei dischi più interessanti pubblicati dopo l’estate. Albin Lee Meldau ci avvicina al suo dolore nel suo ultimo album “Discomforts“, ad una malinconia estrema condita di pop-folk che è lo specchio di un periodo buio, quello della riabilitazione. Albin si mette a nudo e regala ai suoi ascoltatori racconti del suo vissuto, errori commessi e lezioni apprese. Queste canzoni sono capitoli di ciò che è stata la sua vita fino ad oggi, raccontando dei suoi anni più selvaggi e travagliati e riflettendo su quanto sia fortunato ad essere ancora vivo.
E se avete bisogno di una di quelle serate solitarie, un bicchiere di vino e un piano martellante, forse dovreste affidarvi anche a Leif Vollebekk. Un artista degli artisti, tra suoi ammiratori ci sono diversi colleghi, Vollebekk – che in “Revelation” ha autoprodotto e suonato pianoforte, chitarra, basso, organo B3, armonica, fisarmonica e sintetizzatore Moog – ha riunito un cast di supporto impressionante che testimonia il calibro del suo talento musicale e l’atmosfera delle registrazioni. Tra questi, il leggendario batterista Jim Keltner, la nota chitarrista Cindy Cashdollar (Bob Dylan, Van Morrison e Rod Stewart) e il venerato bassista Shahzad Ismaily. Tra i suoi collaboratori per l’album ci sono anche artisti come Angie McMahon e Anaïs Mitchell nei cori.
Un mondo che si può ballare, anche se è molto triste, una libertà che si rompe di pianto, una vita intera che sembra una rivelazione che non possiamo raccontare a nessuno. Un disco da consumare.
Dopo la “Tragica Magica Notte” di Bologna, il concerto evento di luglio con orchestra, CIMINI prosegue l’inizio del suo nuovo percorso artistico con il “TRAGICO TOUR”. A questo annuncio si aggiunge quello di un nuovo singolo in uscita l’11 ottobre, “L’URLO”, colonna sonora di questa particolare e inedita esperienza.
CIMINI ritorna così sulle scene con un tour lungo e capillare che avrà luogo, a partire dalla stagione autunnale ’24, nei posti più “punk” e in cui “stare stretti”, lungo tutto lo stivale, a prezzi popolari, in formazione elettrica, ribelle e sudata.
Il “TRAGICO TOUR” e “L’URLO” si legano, così, a doppio filo, non solo perché entrambi specchio dei nostri tempi, ma anche perché manifesto di una generazione incattivita. Ed è proprio da questa consapevolezza che CIMINI ha deciso di intraprendere l’“impresa eccezionale” di un tour così articolato, con lo scopo di invitare l’ascoltatore a non restare in superficie ma a lasciarsi trasportare dallo spettacolo per godere a pieno delle sue sonorità ruvide.
Si parte con la prima doppia data a Bologna allo storico Cortile Cafè il 16 e il 17 ottobre 2024, a cui seguiranno poi senza sosta, una dopo l’altra, le tappe di un tour in cui ad ogni concerto corrisponde un’esperienza, sempre diversa: in tutti i live CIMINI avrà la libertà di anticipare canzoni nuove insieme ad altre da cantare a memoria. Ballate strappalacrime e canzoni arrabbiate unite in un abbraccio stretto.
Ecco le parole di CIMINI:
“L’URLO è una preghiera tragica che mi accompagnerà nel mio tour più sguaiato di sempre, è la colonna sonora migliore. Sarà il mantra che accompagnerà il Tragico Tour in tutte le città italiane da ottobre fino a Natale. Una condivisione faccia a faccia dei sentimenti che pervadono questi “tragici anni”. Con la certezza che dopo il Tragico arriverà il Magico.”
LINK AI BIGLIETTI: https://linktr.ee/tragicomagicotour
Biografia
Cantautore calabrese trapiantato a Bologna, conosce il successo nel 2017 con “La legge di Murphy”, brano cult della scena indie-pop italiana. Nel 2018 pubblica l’album “Ancora Meglio”, a cui segue un tour di oltre 100 date nelle principali città italiane. Nel 2021 esce “Pubblicità”, accompagnato dal fortunato “Karaoke Tour”, uno spettacolo a metà tra il teatro canzone e un concerto vero e proprio sotto la regia di Lodo Guenzi, che riesce a portare con grande successo CIMINI in tutti club italiani più importanti nonostante la difficile situazione di pandemia, poi riproposto in full band nell’estate 2022. Ritorna sul palco con una data live il 13 luglio 2024 accompagnato dall’Orchestra Leggera in occasione del festival bolognese BOtanique. Il 25 settembre annuncia il nuovo “TRAGICO TOUR”, una lunga serie di date indoor lungo tutta Italia, che anticipa l’arrivo di un nuovo singolo, “L’URLO” in programma per il 4 ottobre.
MGMT Milo Manera +39 345 631 1101 – Nicola Roda +39 333 955 0639
E’ fuori il videoclip di “Quanti di spazio”, singolo uscito online il 30 agosto 2024. Il videoclip, realizzato da Maurizio Del Piccolo, già regista di altri videoclip di Gilberto (“Film”, “Non è un Paese per Jovanotti”, “C’è un’altra Terra”, e il corto “Come fare un make up da paura”), è stato girato presso Studio37, studio di posa di Rubano (PD). Laura compare nel limbo bianco, a rappresentare il viaggio nel buco bianco, Gilberto intento nell’assolo di tastiera, e i coristi. Per i più cinefili, c’è un omaggio alla Guida Galattica per Autostoppisti, e una citazione nascosta a Futurama.
Per tale occasione abbiamo deciso di farci raccontare il singolo da poco uscito!
Benvenuto Gilberto! Abbiamo colto al volo la possibilità d’intervistarti ed eccoci qui, partiamo subito parlando del tuo ultimo singolo come in una sorta di viaggio a ritroso, raccontaci un po’ la storia di “Quanti di spazio”.
“Quanti di spazio” è nata leggendo “Buchi bianchi” di Carlo Rovelli, ma la mia è una canzone di fantascienza, anzi di fantasia; ho immaginato che Laura, il nostro soprano, facesse un viaggio nel futuro nel 2084, poi nel 2104 e infine nel 3004, per raccontarci come saremo. La melodia è nata sopra il giro armonico, che volevo particolarmente suggestivo. Credo sia LA canzone più “gilbertesca”, penso che per un po’ non riuscirò a spingermi oltre. E sapere che pure Carlo Rovelli in persona ha gradito, scrivendomi via mail, beh… Credo che potrò morire soddisfatto!
Non tutti scrivono canzoni ispirandosi a personaggi dotti e di spicco, cosa ne pensi dell’attuale panorama musicale Italiano? Intravedi qualità o solamente musica commerciale poco degna di nota?
È banale dirlo, ma la musica di qualità è tutta intorno a noi. Basta volerla cercare. L’algoritmo di YouTube funziona benissimo, rispetto a quello di altre piattaforme. La cosa importante, come ho letto da qualche parte, sarebbe smettere di contrapporre “underground” e “mainstream”. Io abolirei l’aggettivo “emergente”. Smettere di valutare una proposta in base ai numeri. Vale anche per i famosi, eh. Non è che se uno ha successo vada schifato per forza. Ci vuole la maturità di non considerare più la musica come faccenda da teenager. Se si smettesse di rincorrere il giovanilismo a tutti i costi, magari qualcosa di più interessante spiccherebbe prima.
Detto ciò, parteciperesti mai ad un talent con la speranza di diffondere arte e bellezza a più persone possibili? O ti ritieni più un’artista per “pochi”?
A parte che ho 37 anni, e come dicevo prima, il mercato vuole adolescenti con gli occhioni dolci e le frangette, da tritare e poi buttare via. Se si lasciasse perdere il giovanilismo a tutti i costi, che già a 19 anni non sopportavo, potrei anche pensarci ai talent, ma la vedo improbabile. Poi, “pochi”… valutiamo quanto pochi! L’importante è che chi vuole entrare nel mio mondo, ci stia bene. Non voglio consumatori da sfruttare, voglio persone che mantengano vivo il proprio bambino interiore.
Chi sono “i Complici”?
Sono tutti coloro che gravitano attorno al mio progetto: il soprano Laura Presazzi, il chitarrista Trizio, con cui facciamo trio. Ma poi anche il rapper Hot Ice, e i vari cantanti ed attori, registi e anche i fonici che stanno contribuendo a realizzare il primo spettacolo dell’Associazione Culturale I Complici: “1527 – Roma è sicura”.
Alle spalle hai una gran bella discografia con un gran numero di dischi già pubblicati, cos’è cambiato da quando hai cominciato ad oggi (come ti senti cambiato?)
Mi sento più consapevole dei miei limiti e delle mie capacità. Per questo canto sempre meno, e mi concentro di più a scrivere i brani, valorizzando altri cantanti. “Quanti di spazio” serve anche a questo: nel videoclip vedrete diversi Complici all’opera. Inoltre, ho trovato forse finalmente la formula giusta per esprimere la mia visione, cioè attraverso il teatro. Avevo sempre vagheggiato questa unione di stili opposti, un intero che contenesse le contraddizioni, ma una carriera da cantautore o con la band non avrebbe mai funzionato. Ora riscontro l’entusiasmo tra attori e cantanti nel preparare questo spettacolo, una situazione di cooperazione spontanea che con le band non avevo mai vissuto. Un motivo ci sarà!
Lasciamo spazio adesso ai ringraziamenti, questo spazio lo dedichiamo a te, ringrazia pure chi vuoi e se vuoi lasciarci un messaggio, segno, del tuo passaggio fai pure! Noi ti ringraziamo per la preziosa disponibilità!
Ringrazio voi per questo spazio, e tutti i Complici, che stanno contribuendo a realizzare un grande spettacolo, di cui “Quanti di spazio” non c’entra, ma è una canzone che mostra le loro capacità interpretative! Che dirvi… che in futuro la California perderà il suo primato economico, e Cartura diventerà una metropoli!