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Indie Pop

Le lacrime di Parrelle

E’ fuori da qualche giorno l’ultima fatica di Parrelle, artista che fa parte del roster dell’etichetta indipendente romana Luppolo Dischi. Dal 12 Novembre è presente su tutti i Digital Stores grazie alla distribuzione di Artist First. Si tratta del settimo singolo negli ultimi tre anni ed una cosa è restata indelebile, anche dopo diverse release: l’anima fragile di Parrelle. Chi dice che non bisogna offrire il nostro lato più debole alle intemperie di questa vita? Chi ha deciso che le piccole onde di malinconia e di dolore, che si nascondono nell’anima, non vanno condivise con chi non ci conosce personalmente?

Si tratta di rischiare. Di lanciarsi nel vuoto con un paracadute che altre volte non si è aperto, e ci ha fatto schiantare al suolo, rompendoci in mille pezzi, come un vaso di cristallo. Oppure di tuffarsi da una scogliera altissima, chiudendo gli occhi, aspettando che l’impatto con l’acqua, resistente come un muro, ci lasci scampo, e ci permetta di emergere nuovamente. Per respirare aria, a pieni polmoni.

“Alla fine siamo tutti un po’ masochisti. Alla fine siamo tutti perennemente ossessionati da un qualcosa, un qualcuno, che ci farà male, ma che speriamo possa farci stare bene. Ed anche il più cinico, il più introverso, il “senza cuore”, un cuore eccome se ce l’ha, e magari batte ancora più forte, e se ne frega del giudizio degli altri, delle consuetudini: farà male ok, pazienza, ma quegli attimi in cui rischierà tutto, saranno tra i più belli della sua vita.”

Artwork by Alyssa Sermidi

mifacciomaleok” è il nuovo singolo di Parrelle in collaborazione con L.E.D., altro giovane della scuderia Luppolo Dischi, che come un attore di Hollywood fa un cameo di poche scene, regala al brano quel pizzico di malinconia in più ( come se già non bastava quella presente ihih ) e completa un viaggio di tre minuti tra auto flagellazione e un filino di speranza, di fiducia in sé stessi. Il tutto, perfettamente cucinato dalla produzione di Ayellow, altro astro nascente della scena musicale indipendente.

BIO

“Vivo a Boscoreale, paese in provincia di Napoli con gli occhi sul Vesuvio, in una strada che porta il nome di “Via Parrella” al singolare, ma che nel corso degli anni, grazie al dialetto, viene comunemente definita al plurale: “abito ai Parrelle”; da qui nasce il mio nome d’arte, la strada dove abito, perché ovunque mi porterà la musica non dovrò mai, e dico mai, dimenticare da dove sono partito, le mie radici.
Nella vita faccio il fisioterapista alla luce del sole, e l’artista quando scende la notte, ed è più facile chiudersi nei propri spazi e lasciar parlare la musica. Le prime orecchie ad ascoltare le mie canzoni sono quelle lunghe e affusolate di Snoopy, che insieme al divano compongono la platea di tutte le mie demo”

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Comunicato stampa

Il “Miglior attore non protagonista” sono Gli Incubi di Freud

“Un inno urlante di bellezza che attecchisce sul più brullo dei terreni”
Miglior Attore Non Protagonista

Il singolo di debutto alternative dei marchigiani “Gli Incubi Di Freud”

in streaming dal 22 ottobre, con videoclip dal 01 novembre

Gli Incubi Di Freud, nuovi volti della scena alternative rock italiana, debuttano con il singolo “Migliore attore non protagonista”.


Il brano, come definito dalla band marchigiana stessa, è una rapida e vorticosa carrellata autobiografica scritta dal frontman Joshua McFarrow che afferma:

“La prima parte della canzone lascia facilmente intuire a quante e quali difficoltà ho dovuto fronteggiare sin dalla tenera età. Il linguaggio è molto cupo e disilluso, il riffing è sincopato e frammentario. E’ chiaro e forte il senso di irrimediabile oppressione avvertita.

Il crescendo musicale suggerisce l’impeto con cui vengono a scarseggiare le  risorse emotive per far fronte a questa vita ingenerosa. Ma nel punto più alto della desolazione (“basta son già morto due volte” alla fine del secondo ritornello) c’è un netto cambio di tonalità, ritmica e prospettiva, a simboleggiare una tanto attesa e agognata rinascita. La vita sì può essere davvero ostica, ma ostinarsi a cercare buone chiavi di lettura verso la propria realizzazione è sempre la cosa migliore da farsi e augurare.” 

“Migliore attore non protagonista” è così un inno urlante di bellezza che attecchisce sul più brullo dei terreni.

Scritto, composto ed arrangiato da Joshua McFarrow (nome d’arte di Josafat Farroni) con la partecipazione di Alessandro Camela (batteria), Edoardo Graziani (basso), Andrea Piermarteri e Mirko Fermani (chitarre), mixato e masterizzato da Francesco Micucci presso il Ganapati Studio di Morrovalle (MC), “Miglior attore non protagonista” è disponibile in streaming e download su tutti gli store digitali dal 22 ottobre 2021, con videoclip ufficiale sul canale YouTube de Gli Incubi Di Freud dall’1 novembre.

BIO:

Gli Incubi di Freud sono una band alternative rock italiana originaria delle Marche: Joshua, il paziente zero, è di Ripe San Ginesio (MC), gli altri pazienti/musicisti si barcamenano tra maceratese e fermano, tra mare e monti (Matelica, Tolentino, Porto Sant’Elpidio).

Nascono da un’idea del frontman Joshua McFarrow: “esistevano de facto nel limbo delle cose incompiute già nel lontano 2013, quando ero troppo  pavido e imbarazzato per esibire al mondo le mie composizioni. Quindi è solo dopo i primi 10 kg presi sotto il  lockdown di marzo 2020 che decido di porre rimedio all’adipe da stress accumulato. Ho deciso finalmente che Gli incubi di Freud non dovevano essere incompiuti perché non sapevo più come contenere l’enorme universo semantico che ho coltivato dentro di me. Oppure è stato semplicemente quest’ultimo che è confluito nelle necessità improrogabili; mi faccio andar bene entrambi le soluzioni.” 

La band si completa così con Alessandro Camela alla batteria, Edoardo Graziani al basso, Andrea Piermarteri alla chitarra solista e Mirko Fermani alla chitarra ritmica. 

Non casuale è l’utilizzo di termini psicoterapeutici (come deducibile dal nome del progetto): il concept e le tematiche del gruppo nascono dall’esperienza in prima persona del cantante, dando seguito alle sedute in studio attraverso la musica.

“Gli incubi di Freud nascono dalla precisa necessità di fare introspezione pubblica con la schiettezza propria della musica, ambito che mi permette di muovermi senza gli abituali impacci di timido introverso quale sono.”

La genesi del progetto è raccontata in questo video: https://youtu.be/6wrqA_R3IwY  

Link Social “Gli Incubi Di Freud”

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Indie Pop

Il diritto di essere dei casinisti secondo i Diletta

Quello dei Diletta è un mondo a tinte pastello dove regna il caos, quello che avete sempre sognato: i calzini per terra, pile di libri infinite sparse ovunque, cartoline da tutto il mondo, un frigorifero cosparso di calamite. Sacro Disordine è come l’appartamento che accoglierà la nostra vecchiaia e che straborda di ricordi (fanculo al minimalismo), che contiene una vita di sentimenti e sentimentalisti, piante rampicanti che si inerpicano su tutte le pareti. Sacro Disordine è il primo album dei Diletta dove è finalmente è completamente svelato il mondo del duo lombardo, tra cantautorato ed indie pop: un disordine inevitabile e sacrosanto che è comune a tutti.

I Diletta sono un duo nato nel 2019 da un’idea di Jonathan Tupputi, voce e chitarra, e Andrea Rossini, tastiere e arrangiamenti. Da un primo approccio rock i due amici approdano a un sound più intimo e sperimentale avvalendosi prima della collaborazione di Desirée Bargna ai cori e al violoncello e successivamente di Simone Bernasconi al basso. La loro idea musicale trova compimento nel primo EP “Sacro Disordine” grazie al produttore Luca Urbani (ex Soerba, con all’attivo collaborazioni illustri fra cui Bluvertigo, Alice, Garbo e tanti altri), che dona ai Diletta quel tocco elettro-pop che stavano cercando. “Sacro disordine” concretizza il primo anno di attività passato tra prove e live nei locali del comasco, con 6 canzoni inedite, rigorosamente in italiano, a metà tra l’indie-pop elettronico e il cantautorato più intimo. La band, sostenuta da una campagna crowdfunding lanciata sulla piattaforma Ulule, ha ultimato i lavori nell’autunno del 2020 e ha pubblicato di recente i primi due singoli “Capita” e “Povera città” disponibili su tutte le principali piattaforme musicali.

Questo dei Diletta è un disco che ho avuto la fortuna di ascoltare, consumare, durante una di quelle giornate orribili che iniziano col buio, continuano con la pioggia, e finiscono con il buio, una di quelle giornate che non vedono mai la luce. Che si inizia a scrivere, a lavorare, a studiare come se fosse ancora notte, con la luce accesa anche alle undici di mattina, e non c’è scampo: bisogna restare al riparo, bisogna proteggercisi, e non fermarsi neanche un secondo. Le giornate di pioggia, che Dio ci ha donato perchè le sprecassimo, sono sfruttate fino all’ultimo secondo. Sacro Disordine, una attesa pausa di sospensione, si è rivelato un ottimo alleato: dolci parole che si intrecciano tra synth meravigliosi, che sussurrano che va bene così, che va bene anche fare un po’ schifo, che il disordine, quello mentale soprattutto, è sacro.

Un regalo a chi si sente inadatto, a chi sta affrontando una novità (un trasloco, una nuova relazione, un nuovo lavoro), qualcosa di incredibilmente bello che ci costringe ad abbandonare il nostro amato monolocale, la nostra abituale solitudine, tutto quel tempo libero che riempivamo guardando tutto quello che Netflix contiene. I cambiamenti fanno bene, ma incasinano anche tutto. Io sto affrontando tutto questo, e mi sono ritrovato nel mio Sacro Disordine che mai avrei saputo spiegare, prima dei Diletta. Un cantautorato underground di cui credevate di essere stufi, prima di ascoltarli. Non perdeteveli.

CM

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Comunicato stampa

Caramello presenta – Canarie live oggi a Milano: “Non vediamo l’ora di riabbracciare il pubblico”

Caramello è un’agenzia creativa che esalta le idee e le rende reali, da Ottobre 2020 produce eventi, showcase, concerti live e festival digitali. Ha collaborato con realtà come Arci Bellezza, Arena Milano Est, Hangar Futura, Blap Studio e ha fatto suonare Elasi, Angelica, Germanò, 2004 Sgrang, Laguna Bollente, Ginevra Nervi, Cosmetic, C+C= MAXIGROSS e molti altri.

Canarie invece è il caldo habitat musicale creato da Paola Mirabella e Andrea Pulcini. Entrambi sono conosciuti nella scena alternativa italiana per i loro trascorsi musicali con honeybird & the birdies e Persian Pelican (ancora all’attivo). Nel 2019 viene pubblicato per Porto Records Tristi Tropici, un disco dall’ossatura pop, ricco di sfumature e ritmi vibranti che racconta di come gli oscuri oggetti del desiderio cambino con il passare del tempo. In attesa di un nuovo album e del concerto di stasera, giovedì 11 novembre @ Arci Bellezza di Milano, abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con loro.

1. Come vi siete conosciuti?

Ci siamo conosciuti in Sicilia con i piedi nella sabbia davanti all’Isola delle Correnti. 
 Galeotto fu il suono delle onde del mare che non ci ha abbandonato mai, nemmeno dal punto di vista musicale.

2. Da cosa deriva la scelta di dividere in due il vostro ultimo album?

Dato il numero di canzoni che lo compongono (16) e il loro carattere libero e irregolare, ci sembrava naturale scegliere un tipo di fruizione diversa: una lenta degustazione di tutte le portate di questo canzoniere liquido che durasse un anno solare. Quasi ogni brano ha la sua temperatura di riferimento e stagione di appartenenza, quindi la tempistica di uscita non è stata mai casuale.

3. Come avete vissuto il tempo in più concesso dalla pandemia?

Tuffandoci in mondi letterari e sonori inesplorati che ci hanno dato l’impulso di iniziare e terminare la lunga scrittura di IMMAGINARI.

4. Come state vivendo il ritorno alla musica live?

Siamo stati tra i fortunati a poter a suonare anche lo scorso anno davanti a un pubblico seduto e distanziato. Ora però non vediamo l’ora di riabbracciarlo in maniera più avvolgente facendolo ballare con la nostra musica.

5. Com’è stato il vostro incontro con Mac DeMarco?

Bellissimo. Un’emozione indelebile. Quel giorno al Magnolia c’era un’atmosfera magnetica che la sua musica ha reso ancor più magica. Con noi Mac DeMarco è stato tenero, super disponibile e molto divertente, ma anche il suo pubblico ci ha accolto alla grande.

6. Il concetto di canzone pop può essere alternativo?

Alla fine quella di alternativo è solo un’etichetta che serve più a chi racconta la musica, magari per descrivere una tensione a cui aspirano certe sonorità. Per noi l’importante è che si respiri aria sempre nuova, aperta alla contaminazione.

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Indie Internazionale Pop

Le 5 cose preferite dei Labradors

I Labradors hanno recentemente pubblicato il nuovo singolo “Anger Management Plan n°327” (You Can’t Records /To lose la track), brano che segna il ritorno del power trio milanese dopo tre anni di silenzio e che ha conquistato l’inserimento in ben quattro playlist editoriali Spotify, tre delle quali global. Un risultato inaspettato ma che premia la qualità della loro musica. 

Noi li abbiamo incontrati per chiedere quali sono le loro cinque cosa preferite.

Weezer
Weezer è il nome che più spesso viene tirato in ballo quando si parla di Labradors, per una volta non a sproposito. Li seguiamo e amiamo da sempre, anche negli anni bui in cui erano diventati un meme vivente e pubblicavano musica discutibile. Poi a un certo punto si sono anche ripresi. AMPn327 è uno dei nostri pezzi in cui la loro influenza si sente più concretamente, chitarroni e quel retro gusto grunge ma catchy as fuck.

Le inside jokes
A volte i nostri pezzi nascono da piccole stronzate che succedono nella nostra vita quotidiana, cose per cui ci prendiamo per il culo a vicenda fino a diventare gag che durano anni. A parte Filippo, che dei tre è il più equilibrato, sia Pilli che Fabrizio hanno le loro issues per quanto la mala gestione della rabbia per esempio. Leggendarie le volte in cui Fabrizio ha disintegrato un porro sul piano della cucina dopo aver constatato che la sua gatta Doris gli aveva rosicchiato il cavo delle cuffie; o quella volta in cui Pilli ha scagliato un ventilatore contro la finestra in seguito a uno scazzo di coppia. Sì, quello stesso ventilatore sulla copertina di AMPn327.

“Worry” di Jeff Rosenstock
Raramente un album ci ha messo d’accordo totalmente come questo capolavoro. Jeff è un artista eccezionale e più o meno nel periodo in cui uscì “Worry” abbiamo avuto la fortuna di fare due date con lui in Italia (torna Jeff!), grazie ai nostri amici Sarah e Raffaele di Grasparossa Events. La sua influenza si è fatta sentire per tanto tempo dopo quelle date e nella linea vocale di AMPn327 abbiamo voluto omaggiare il suo modo un pò scriteriato di cantare.

“Teenage Sister”
Anche se cambiamo spesso stile nei nostri pezzi, ogni tanto ci piace mantenere una sorta di fil rouge con qualcosa che abbiamo fatto in passato. La reference per il nostro ultimo pezzo per quanto riguarda il sound è stata…un altro nostro pezzo: “Teenage Sister” sull’album “Growing Back” del 2013. Uno dei pezzi più croccanti che abbiamo mai fatto, non suonava come nient’altro su quel disco (che pure era molto croccante)e non è mai più uscito dalla nostra scaletta live.

L’aggettivo “croccante”
Qualcuno recentemente ci ha fatto notare che lo usiamo molto spesso, forse troppo. E’ così. Ci piace tantissimo. Croccante. Con il nostro nuovo singolo, poi, casca proprio a fagiolo.

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Pop Rap

Marasmo e le malinconie da fuorisede

Mi ricordo quando sono andato a vivere da solo. Mi ricordo che pensavo di essere più avanti rispetto ai miei coetanei, sapevo caricare una lavastoviglie, fare una lavatrice e addirittura stirarmi una camicia, salvo poi scoprire che la casa dove sono capitato a Milano non aveva lavastoviglie, la lavatrice era diversa da quella che conoscevo io e non c’era neanche il ferro da stiro e, come se non bastasse, nessuno mi aveva mai insegnato ad accendere un calorifero. La mia esperienza da fuorisede si preannunciava un vero disastro: e poi c’era quella ragazza, a cui non ho mai chiesto di uscire salvo poi trovarmela in casa perchè usciva con il mio coinquilino, avevo sempre freddo, sempre fame, eppure stavo ingrassando, mi vestivo malissimo e non avevo amici. Andavo ai concerti da solo, ogni tanto mi piazzavo in un bar col computer a studiare sperando che qualcuno venisse a parlarmi e tutta una serie infinita di situazioni che grazie a Dio sono finite. Pensavo di essere uno scemo, di essere l’unico al mondo che non era in grado di integrarsi, e che avrei sempre vissuto con il marchio di fuorisede sulla fronte. Poi è passato tutto, senza che me ne accorgessi, ed ho scoperto anche fuorisede di marasmo.

Questo è disco è la raccolta delle esperienze di uno studente lontano da casa che si ritrova a dover fare i conti con i nuovi incontri, con i legami passati e con quelli che si creeranno. Ogni brano è una vicenda, ed ogni vicenda è legata a quella del brano successivo, in una sorta di loop continuo delle fasi che ognuno, nella condizione di fuorisede, si ritrova a vivere. L’arrivo, il sentirsi fuori posto, l’ultima notte prima di partire. Il tutto è la metafora per parlare delle relazioni: il conoscersi, il capire che qualcosa non va, l’addio. Per poi cambiare città e ricominciare da capo.

marasmo ci porta alle cene infinite con amici casuali che noi fuorisede abbiamo fatto tutti solo per tenerci compagnia, amici di cui non ricordiamo neanche il nome, che sono svaniti subito dopo quella improbabile riunione a cui ne è seguita subito un’altra, quelle cene in cui abbiamo parlato delle nostre avventure romantiche a cui seguivano le nottate al telefono con gli amici di sempre, quelli veri, che però ci sembravano sempre più lontani, e la solitudine immensa che solo un fuorisede può comprendere. Che poi non è facile capire che quando sei un fuorisede hai fame d’amore, di compagnia, di calore, di sentirti a casa, un rifiuto è una tragedia e ogni parola un regalo immenso.

Si apre tutte con le sincopi di ssmn, con il miglior Dutch Nazari che possiamo ricordare, seguono le immersioni di fuori, e la solitudine immensa di cui è fuori dal mondo, un brano pop su cui si può ballare, che si può urlare in macchina, ma che fa anche molto male, come male, la terza traccia, il brano della mattina dopo. Scumm è dedicata a chi sta cercando di andare avanti, a chi vuole voltare pagina. Chiude tutto mrs2l, un bagno di malinconia.

Questo disco è una catarsi per tutti quelli che vogliono tornare a casa.

CM

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Comunicato stampa

Rudy Saitta presenta “Colombo”

Columbo in uscita oggi 29 Ottobre, è un omaggio a una delle serie tv preferite e che più appassionano Rudy Saitta.

Il tenente Colombo sembra distratto, goffo, smemorato ma quando meno te lo aspetti risolve il caso. Ironico, romantico, imprevedibile e attento ai dettagli che fanno la differenza.

Scritto da Rudy Saitta e Paolo Caruccio aka Fractae.

Nel video promozionale del brano il tenente Colombo è interpretato da Carmelo Saitta, nonché nonno dell’autore che gli ha anche trasmesso la passione per la serie.

BIO:

Rudy Saitta nasce in Sicilia, cresce in Piemonte e sogna di vivere in Sud-America. Di giorno insegnante di inglese e di notte cantautore tropicale. Laureato al conservatorio Ghedini di Cuneo comincia ad esibirsi in giro per l’Italia sia come corista che come cantautore.
La Repubblica di Palermo scrive: “…nel frattempo dalla Sicilia parte un’ondata di vitalità musicale under 30, una sorta di “squadra primavera” che si muove alle spalle di chi, come Dimartino e Colapesce, per esempio, ha portato la nuva Sicilia della musica a Sanremo.Una pattuglia che vede in prima fila… la voglia di evasione dalla vita di tutti i giorni in Rudy Saitta, cantautore nato 29 anni fa a Patti, era già molto presente anche prima della pandemia…”

SOCIAL:

https://www.facebook.com/saittarudy/

https://www.youtube.com/user/SaittaRudy/videos

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Internazionale Pop

Scoprite la radio rap di Sebaa

Che poi è davvero strano, perchè per me un disco rap è sempre stato la colonna sonora per fare un casino della Madonna durante una festa illegale durante la quarantena, per riempire gli spazi vuoti, per non sentire la noia, per tenere il ritmo di lavoro costante, qualche volta ci è scappato anche un limone con qualcuno con cui non sapevo di cosa parlare. Un disco rap non è mai stato intimista per me, non mi è mai successo di ascoltare un disco etichettato come urban o come rap e sentirmi meglio anzi, la tensione saliva sempre, era un innesco a far succedere qualcos’altro. In sintesi: non ho mai ascoltato un disco rap per stare da solo, prima di Butterfly Radio di Sebaa.

Quello di Sebaa è un disco d’esordio strano, stratificato di influenze. Lo dobbiamo chiamare rapper, perchè di fatto fa rap, però si muove su binari diversi da quelli a cui siamo abituati ascoltando Graffiti Pop su Spotify, diversi da tutto ciò che troviamo in classifica: Sebaa gioca con il soul, con il gospel, compone canzoni pop che ti si annidano nel cervello, mascherandole da brani rap. Uno spaccato di una scena che non conoscevamo, quella del nord d’est italiano, che non è coatta come quella romana, che non se la tira come quelli di Milano, che non gioca a fare la colonna sonora di Gomorra come succede al sud. Sebaa, è strano, folle, sfacciatamente sincero e incredibilmente segnante.

Un nuovo mondo stratificato e complesso di influenze, rigorosamente senza genere. Sebaa è dunque un rapper atipico: la musica diventa uno strumento per dire la propria, un esercizio di stile per migliorarsi. Solitamente in un programma radiofonico vengono trasmessi brani di artisti diversi dello stesso genere. In questo caso però, tutto si ribalta: l’artista è uno solo e i generi e le influenze cambiano di brano in brano.

Butterfly Radio si apre con Happy Gospel, come la migliore delle domeniche mattina, quando hai dormito un’ora in più per il cambio dell’ora e hai ancora una schiera di amici che si sono insediati nel salotto, sono già svegli da ore e non fanno che spadellare pancake, tutto bello finchè non ti rendi conto che in realtà vuoi stare da solo. Segue feel blue, che forse essere single non è più una figata, ormai da molti mesi. Segue Ritornare bambini è un’immersione subacquea nella memoria, Radio Interlude è la pausa per andare in bagno e chiamare gli amici per il cinese di stasera, Costellazioni il migliore dei viaggi in treno notturni. Sample Love il chiassoso riassunto di tutto.

Auguro a James Blake di scoprire Sebaa e innamorarsene.

CM

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Pop Rap

Casto ci ricorda che è tutto “Okay”

Atmosfere elettroniche, beat che sembra provenire da una galassia lontana, stiamo parlando del nuovo singolo di Casto che grida al mondo che è tutto “Okay”. Cantato in collaborazione con rckt e Illvminate, il nuovo singolo pubblicato il 24 ottobre per Awary Records e The Orchards è stata lanciata in orbita e sta girando già all’impazzata.

Lo abbiamo conosciuto con il suo singolo d’esordio “Weekend”, in cui Casto ci raccontava cosa voleva dire per lui sentirsi come se fosse sempre un fine settimana e ora possiamo continuare ad ascoltare una sua nuova produzione che dimostra quanto l’artista abbia voglia di sperimentare, mescolare insieme generi e sonorità elettroniche, e perché no, anche voci e stili di altri artisti. La tripletta Casto, rckt e Illvminate ha saputo dare i suoi frutti: “Okay” è uno di quei brani che oltre a trasmetterti le good vibes, ti fa anche ballare e lasciarti andare.

“è tutto okay” continuiamo a ripeterci nella mente e con questo pensiero nel cuore ci fortifichiamo ogni giorno, spronandoci a fare sempre di meglio. Forse è proprio questo il messaggio che Casto vuole dare ai suoi ascoltatori, e forse è proprio questo il motto che lo accompagna nella vita. Noi vogliamo sperare che sia così.

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Indie Pop

I sogni di BERT che danno forma alla realtà

A metà strada tra il cantautorato e il pop, troviamo la nuova canzone di Bert, dal titolo “Sembri magica”, che potete ascoltare su tutte le piattaforme dal 22 ottobre. Il cantante romagnolo ha scelto di affidare la sua musica all’etichetta spezzina Revubs Dischi: è da questo momento in poi che tutta la magia di Bert si trasforma in straordinaria realtà.

Sembri magica” rappresenta per Bert il cambiamento, personale ed emotivo, che si accetta però col sorriso. Non sempre, infatti, siamo abituati a vivere le tramutazioni come delle evoluzioni, spesso perciò tutto questo non può che generare traumi. In “Sembri magica”, infatti, Bert decide di andare a ripescare nel ricordo, nel nascosto, tutto quello che lo aveva fatto soffrire in passato, tramutandolo quindi in musica. Cosa c’è di meglio, no?

Bert sa bene come fare con le parole, ce lo confermano le sue precedenti uscite, otto in totale, che sono state i rami per lui che gli hanno permesso di mettere le ali per poi finalmente spiccare il volo. Con “Sembri magica”, Bert ci incita a non smettere mai di sognare, perché sono proprio quelli a dare forma alla nostra vita; un augurio dunque che anche noi, dopo aver ascoltato il suo ultimo singolo, non possiamo che ripetere anche all’artista, magari chi sa, in visione di un album!