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Comunicato stampa Indie Pop

“TRAGICA MAGICA NOTTE” è il live di CIMINI

Il 13 luglio 2024 torna in concerto al Botanique con “TRAGICA MAGICA NOTTE” ovvero
un concerto d’anteprima con orchestra nel giardino di Bologna

Un evento unico, pieno di sorprese e anticipazioni, che segna il ritorno di CIMINI. Il cantautore, bolognese d’adozione, per l’occasione sarà accompagnato dalla sua band e dall’orchestra Leggera. 

Nella splendida cornice dei Giardini di Filippo Re e in esclusiva per il BOtanique Festival, verranno presentati, oltre che il classico repertorio del cantautore, alcuni inediti che faranno parte del nuovo lavoro prossimamente in uscita, il tutto riarrangiato e riproposto in chiave orchestrale.


Illustrazioni a cura di Enea Luisi

CIMINI

Cantautore calabrese trapiantato a Bologna, conosce il successo nel 2017 con “La legge di Murphy”, brano cult della scena indie-pop italiana. Nel 2018 pubblica l’album “Ancora Meglio”, a cui segue un tour di oltre 100 date nelle principali città italiane. Nel 2021 esce “Pubblicità”, accompagnato dal fortunato “Karaoke Tour”, uno spettacolo a metà tra il teatro canzone e un concerto vero e proprio sotto la regia di Lodo Guenzi, che riesce a portare con grande successo CIMINI in tutti club italiani più importanti nonostante la difficile situazione di pandemia, poi riproposto in full band nell’estate 2022

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Elettronica Indie Pop

Cosa c’è nella camera di Alfonso Cheng

FINFERLAND è il nuovo album di ALFONSO CHENG, “bedroom music maker” campano classe 1990. Il disco pubblicato lo scorso venerdì 17 maggio per .Belva e Manita Dischi.

Un crogiolo postmoderno di citazioni musicali e culturali che arrivano dagli anni 90, ma non sono mai uguali alla sorgente.

Non potevamo quindi farci invitare nella sua cameretta, quella in cui prendono forma le sue canzoni, per vedere quali sono gli elementi che la contraddistinguono.

L’angolo dei ricordi

L’angolo del ricordo, i due vinili dei miei nonni materni, poi ci sono tutti i pass dei festival dove ho suonato, i dischi delle mie vecchie band le prime cassette numerate 01 del mio primo disco, e tanti altri ricordi.

Le action figure

Ogni tanto mi devo fermare e prendere l’action figure di Sanji, devo sconnettere la mente dal mondo, e devo immaginare di stare nel mondo di One Piece.

Korg Monotribe

Questa foto rappresenta l’inizio, dove è nato tutto. Infatti il mio primo disco è tutto fatto con questi tre strumenti. Il microfono era di mio nonno, lo presi da piccolo da casa sua. Il Korg monotribe, una delle mie macchine preferite, che uso ancora durante i live, e la mitica Casio ( immancabile in ogni casa ). Ricordo che nel 2020 avevo solo questi tre strumenti oltre la chitarra acustica e il basso, e registravo con questo microfono vicino le casse di questa Casio ( non avendo nessuna uscita jack).

Il mio synth preferito

Questo è il mio synth preferito in assoluto, è una riproduzione boutique del Juno 60 e 106, super compatto e piccolo e comodo da portare ovunque. Con questa ci ho registrato Sabatosera e poi tutto il secondo disco. Non me lo toglierò mai.

L’immancabile Microkorg

Lui è l’immancabile Microkorg. ultimamente lo sto usando pochissimo, però con lui ho registrato un pezzo nuovo nuovo nuovo di zecca!

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Pop

Vi raccontiamo “Amor Vincit Omnia” dei Miqrà

Chitarre, poesia, pensieri, parole, flussi di coscienza, groove, queste alcune delle parole che descrivono i Miqrà nella loro essenza più intima.

Il disco della band siciliana di cui vi parleremo s’intitola “Amor Vincit Omnia” ed il suo linguaggio arriva diritto al cuore, come una freccia che non fa male. Il disco però, non è un semplice tripudio di belle parole “sole cuore amore”, i Miqrà infatti sanno usare molto bene le distorsioni mettendo in bella mostra anche i muscoli, le ferite e le malinconie più profonde che possono trasformatisi in veri e propri manifesti.

A partire dal singolo “La catastrofe in me” possiamo sentire come la band non si sia mai fermata dall’ultimo disco notando una certa evoluzione (basti pensare agli archi inseriti nel brano). Una crescita che ha potenziato il sound della band siciliana che saltella tra l’indie ed il mainstream mantenendo sempre inalterato il proprio spirito rock’n’love.

In estrema sintesi, il disco dei Miqrà è un disco per esteti della parola, per ricercatori assetati di poesia e viaggiatori incanti alla scoperta di musica indipendente non scontata. “Amor Vincit Omnia” è un disco che seppur complesso e contorto a tratti può dare grandi soddisfazioni alla band sia in termini di pubblico che di qualità degli ascolti, attirando sempre di più in audience di persone che ricercano ancora la bellezza nella musica. Ad maiora.

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rock

Le 5 cose preferite di Luca Salmaso

“Ossa” è il nuovo singolo di Luca Salmaso, cantautore brianzolo dalle sonorità dark acustic. “Ossa” anticipa la pubblicazione del nuovo disco “Draghi fama e fango”, che si preannuncia come un concept album che parla di un nuovo inizio dopo lo zero, attraverso storie vissute personalmente e da persone vicine in questi anni post covid.

Noi gli abbiamo chiesto di raccontarsi attraverso le sue 5 cose preferite!

LA CUCINA

Amo cucinare, amo andare a mangiare in ristoranti particolari e non, dalle trattorie dei camionisti ai ristoranti stellati e amo la cucina in generale di tutto il mondo, la cucina è un po’ il cuore della casa, la sacralità della tavola e la ricchezza di significati antropologici dell’alimentazione ne ha fatto un luogo di intensa vita sociale e comunitaria, il camino nelle case di campagna era sempre il centro della vita familiare: ci si scaldava, si cucinava, si recitava il rosario, si parlava, si ascoltavano le storie dei nonni, insomma la cucina è tanto per me, è convivialità, è come dice Borghese un atto d’amore.

I VIAGGI

Il viaggio di per se è una cosa che ha sempre fatto parte della mia vita, ho avuto una vita “rock’n’roll” e fin da bambino sono stato fortunato ad avere dei genitori che non si sono mai stazionati su un luogo ma hanno sempre voluto vedere posti nuovi e scoprire, ho avuto l’opportunità di viaggiare molto per piacere ed a volte l’obbligo per lavoro ma sempre con quel ansia buona del viaggio e la voglia di vivere il luogo in cui mi trovavo e scoprire le abitudini e comportamenti del luogo.

LA MUSICA

Si è banale e scontato per un musicista ma non potrei viverne senza, anch’essa ha sempre fatto parte della mia vita sin da bambino, qualsiasi cosa faccio ha sempre un sottofondo ed una colonna sonora, è una delle 5 cose che riesce ancora ad emozionarmi e farmi venire la pelle d’oca.

FARE E DISFARE

Non riesco mai a stare fermo, devo sempre fare qualcosa, dormire la reputo una perdita di tempo e ne avrò tanto per farlo, “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita” diceva Confucio ed io nel momento in cui sento il peso del “lavoro” cambio.

I RIBELLI EDUCATI

Non quelli che accompagnavano Celentano “anche se non mi dispiacciono” ma i ribelli, gli anticonformisti, coloro che vogliono cambiare le cose e non si accontentano, i matti che vedono le cose come vogliono loro fregandosene dei giudizi altrui, chi coltiva la propria personalità, a chi le proprie tradizioni, le origini, le usanze, i costumi e la cultura, le valorizza per costruire il futuro, chi vive non semplicemente per il fatto che sta respirando “citando Neruda”, tutto questo con il massimo rispetto per chi la pensa in maniera differente che forse è questo il vero fulcro della ribellione.

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Elettronica Pop

Cosa c’è nello studio de LE CANZONI GIUSTE

Poche settimane dopo l’uscita di “Metaversus“, il nuovo singolo della band più eclettica di Pescara, LE CANZONI GIUSTE, abbiamo pensato di farci ospitare nel loro studio dove musica, creatività e gioco si uniscono in una formula esclusiva.

Prima di svelarvi cosa ci hanno mostrato vi lasciamo con l’ascolto del brano pubblicato lo scorso 19 aprile in maniera autoprodotta!

Scrivania
Senza di essa non avremmo la comodità di poterci accomodare e passare ore intense di session.
A volte restiamo settimane intere a scrivere canzoni e fare produzioni, e l’ordine e l’ambiente di lavoro sono fondamentali.

Metapo e Fraligatr
Il fulcro del nostro mantra: aggressività e spirito di conservazione, ci aiutano a ricordarci sempre chi siamo e cosa vogliamo essere.

Bruno
Non è una cosa, ma è fondamentale. Il punto focale de LCG.

La Play Station
Che fai, tra una pausa e l’altra, un caffettino, una sigaretta e una partita alla play.

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Pop

Le 5 cose preferite dei Camera a Sud

Da venerdì 19 aprile sarà disponibile in streaming e in digital download “Guarda che Luna”
(RadiciMusic Records), il nuovo singolo della swing band Camera A Sud, reinterpretazione del grande classico di Fred Buscaglione. Il brano anticipa la pubblicazione del prossimo disco della formazione siciliana, un lavoro che si preannuncia ricco di sperimentazioni sonore.

Per noi si sono raccontati attraverso le loro 5 cose preferite!

Sperimentazione

Ci è sempre piaciuto sperimentare con la musica sin dagli inizi della creazione della band. Abbiamo strutturato un repertorio basato sui grandi classici della musica italiana dallo swing degli anni 30 fino ai ritmi dei 60 riarrangiando tutto e mescolando i nostri singoli background musicali. La stessa formula l’abbiamo utilizzata in studio avvalendoci del supporto dell’elettronica per cercare di dare una veste che ci piace definire “modernamente retrò” alle cover che abbiamo reinterpretato.

Buscaglione

Fred Buscaglione è uno degli artisti a cui maggiormente ci siamo ispirati e di cui abbiamo reinterpretato diversi successi. Nei nostri lavori discografici è possibile trovare le versioni electroswing di brani come Che notte, Teresa non sparare, fino ad arrivare al nostro ultimo singolo “Guarda che Luna”, un brano senza tempo intriso di atmosfere suggestive e nostalgiche. Abbiamo cercato di affrontare esteticamente il concetto musicale del brano tentando di portarlo su un nuovo piano dell’apprezzamento della struttura sonora, della melodia, dell’armonia e del ritmo. L’intenzione è quella di poter far arrivare agli ascoltatori nuove sensazioni e nuovi punti di osservazione e ascolto tramite sonorità contemporanee.

Energia

L’energia è la cosa che mettiamo in tutto quello che facciamo e nel nostro lavoro ne serve parecchia, per affrontare migliaia di chilometri, le ore di live, il coinvolgimento e l’interazione con il pubblico, la preparazione personale e di insieme, i cavilli burocratici, la ricerca e lo sviluppo di nuove idee. Il lavoro del musicista richiede tanta dedizione, disciplina, un pizzico di follia e come dice il Maestro Siracusa “Tanta energia”.

La nostra terra (Sicilia)

Le radici sono fondamentali per noi. La nostra terra è il luogo da cui traiamo ispirazione, le cui tradizioni ci influenzano e ci definiscono come artisti. È il paesaggio che colora le nostre canzoni e le nostre storie, che ci ricorda chi siamo e da dove veniamo. Ogni nota che suoniamo è un omaggio alla bellezza della nostra terra, ai suoi panorami mozzafiato, alla sua gente e alla sua cultura unica.

Audrey Hepburn Sabrina (1954) USA Directed by Billy Wilder

Eleganza

L’eleganza è parte integrante della nostra identità. Ci piace curare l’outfit, scegliendo abiti che riflettano il nostro stile. Vestirsi bene è ma una forma di espressione artistica. È un modo per comunicare chi siamo attraverso ciò che indossiamo, per lasciare un’impressione duratura e trasmettere un senso di fiducia e sicurezza sul palco e nella vita di tutti i giorni. Oggi crediamo ci sia bisogno di eleganza, non solo nel vestiario, ma nei sentimenti, nella musica, nelle relazioni, nel linguaggio. Come disse Dostoevskij “la Bellezza salverà il mondo”.

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Indie

Altrove ci raccontano “Panorama a metà strada”

“Panorama a metà strada” è il nuovo singolo della band veneta Altrove, fuori su tutte le piattaforme digitali dal 12 aprile e distribuito da Distrokid. Il titolo del brano prende ispirazione dalla serie televisiva animata “Bojack Horseman”, nello specifico dalla puntata 15 della stagione 6. Nell’episodio, infatti, il protagonista del cartone fa un sogno che lo costringe a tirare le somme della sua vita, a rendersi conto di essere stato intrappolato da una realtà splendida, ma artefatta che lo ha trasformato sempre più nella brutta copia di se stesso.

Ricalcando l’esperienza di Bojack, gli Altrove dedicano le strofe ad un flusso di coscienza indefinito ed irrazionale per poi lanciarsi andare ad un ultimo e disperato grido d’aiuto nei ritornelli. Il significato introspettivo e complesso del testo si contrappone a delle sonorità pop e leggere, con una strumentale incalzante e delle ritmiche serrate.

Ciao ragazzi! Il vostro nuovo brano prende ispirazione da “Bojack Horseman”, in particolare da un episodio in cui il protagonista si rende conto di essere intrappolato in una realtà in grado di renderlo la brutta copia di se stesso; in che modo questa sensazione ha condizionato la scrittura del singolo? Vi sentite anche voi un po’ intrappolati in un ambiente analogo?

La puntata in questione ha un significato fortissimo. Il testo ha iniziato a prendere forma di getto, così come tutta la canzone, in uno dei nostri “ritiri” in cui stacchiamo da tutto per passare qualche giorno insieme in montagna e lavorare alla nostra musica. Con le prime parole si è creata questa connessione con la storia di Bojack e con tutte le sensazioni che la puntata “Il Panorama a Metà Strada” portano.

Il senso di smarrimento e di travolgimento del protagonista è qualcosa che rivediamo molto anche nella società di oggi, anche su noi stessi. Le strofe vogliono rappresentare più che altro un flusso di coscienza indefinito, così come il sogno ricorrente di Bojack che caratterizza la puntata, culminando poi nei ritornelli in un grido di aiuto. Viviamo in una società fortemente instabile e dinamica ed è qualcosa che vediamo tutti i giorni, a volte questo crea delle opportunità, altre ci fa sentire in trappola, frastornati e in continua comparazione agli altri.

Definireste “Panorama a metà strada” una canzone generazionale?

Sicuramente è una canzone che può rappresentare uno spaccato della società odierna. Non solo la nostra generazione viene colpita dal disagio della precarietà, ma la richiesta di aiuto comprende probabilmente un disagio trans-generazionale.

A chi è rivolto il “grido d’aiuto” protagonista del ritornello?

Bojack nella puntata cerca disperatamente di mettersi in contatto con Diane, senza riuscirci. Lo stesso grido di aiuto c’è nella nostra canzone, non è rivolto ad una sola persona specifica ma è più che altro uno stato d’animo. L’ascoltatore si può rispecchiare nella solitudine del grido stesso e quindi esserne il vero destinatario.

Il sound di questo nuovo pezzo appare un po’ più articolato rispetto a quello del vostro album d’esordio “Mongolfiere”, è così? Avete sperimentato un po’ di più durante la sua scrittura?

Il nostro album “Mongolfiere” è frutto di tanta passione, ma anche dell’inesperienza che al tempo della sua scrittura ci caratterizzava ancora. Abbiamo fatto tesoro di ciò che abbiamo imparato mentre ne affrontavamo la creazione, e il nuovo singolo è il primo frutto di ciò che ne è seguito. Siamo ora forti di esperienze di gruppo e personali che ci rendono più capaci, e dell’appoggio di alcune figure che hanno deciso di accompagnarci nella nostra avventura.

Tutto questo ha contribuito fortemente a rendere più dinamiche e articolate le fasi di scrittura, arrangiamento e produzione dei pezzi.

Il vostro progetto si basa molto sull’autoproduzione; quanto è difficile mantenere una propria indipendenza nel settore musicale in Italia nel 2024?

Nonostante registrare e produrre musica oggi sia più facile e più accessibile economicamente rispetto al passato, grazie ai vantaggi della digitalizzazione, per ottenere un risultato di qualità è necessario ricorrere all’utilizzo di strumentazione avanzata, e spesso al supporto di professionisti nel settore.

Noi riusciamo a mantenere una nostra indipendenza nelle fasi creative iniziali e di preproduzione, anche grazie alla disponibilità di alcuni esperti inseriti nel progetto.

Tuttavia, ad esempio, nelle fasi di registrazione di alcuni strumenti, di mixaggio e masterizzazione, ci affidiamo agli studi.

Gran parte delle spese del vostro prossimo lavoro è stata coperta tramite crowdfunding, raccontateci un po’ di questa esperienza…

Ci piace pensare la nostra “comunità altroviana” come una famiglia, e per questo abbiamo chiesto aiuto alle persone che credono nella nostra musica e che vogliono vederla realizzata. La musica costa, e noi, da studenti universitari, non riusciamo a coprire tutte le spese.

Per questo abbiamo deciso di aprire il nostro primo crowdfunding, dopo mesi di preparazione, e di studio delle ricompense da assegnare ai donatori. Siamo stati molto sorpresi dalla portata della risposta che abbiamo ricevuto, raccogliendo in poco tempo molto più di quanto ci aspettassimo e riuscendo a coprire buona parte delle spese. Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito. Anche oggi che scriviamo, abbiamo usufruito delle vostre donazioni per il mixaggio di uno dei brani che uscirà nel prossimo periodo.

Parlateci un po’ dei vostri progetti futuri, avete già delle date da proporci?

La nostra primavera di live è già piena. Suoneremo a San Donà il 21 aprile e il 10 maggio, e a Mogliano Veneto il 1 maggio. Dopo un periodo intenso di registrazione e produzione di brani, siamo contenti di poter tornare live, più pronti e carichi che mai.

Anche quest’estate vorremmo suonare spesso in pubblico, anche fuori dal Veneto. Stiamo definendo proprio in queste settimane le date e gli eventi a cui parteciperemo.

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Comunicato stampa

Torna la Trentin Music Awards 2024

Torna anche quest’anno la premiazione del Trentin’ Music Award, il premio che vuole dare un riconoscimento alle migliori produzioni musicali nate in Trentino. 

Il premio è stato inventato da Capitan Wyzno che, pur non facendo più parte della Giuria, manderà un saluto a inizio serata tramite collegamento live. Quella stessa sera, dopo le premiazioni, ci sarà l’esibizione di alcuni dei Vincitori.

LE NOVITA’:

Prima su tutte la serata di presentazione che si terrà allo SmartLab di Rovereto giovedì 14 marzo dalle 21.00 in poi dove si potrà assistere dal vivo alla premiazione dei Vincitori delle 8 categorie proposte: Miglior Copertina, Miglior Video, Miglior Singolo, Miglior Album, Miglior EP e Miglior Progetto Esordiente, Miglior Progetto Strumentale, Miglior Progetto Rap/Hip-Hop

Le ultime due categorie sono state aggiunte quest’anno al fine di poter dare maggiore visibilità alle numerosissime produzioni del 2023 e valorizzare anche il lavoro dei musicisti più giovani.

I PREMI:

Il vincitore di ogni categoria riceverà premi promozionali e la possibilità di registrazione presso il Metrò Rec di Riva del Garda. Quella stessa sera, dopo le premiazioni, ci sarà l’esibizione di alcuni dei Vincitori del Trentin’ Music Award.

LA GIURIA:

Gli organizzatori del Premio, nonché giurati, sono operatori del settore musicale locale: Fabio Desanti dell’Adige, Switchradio e NBC Reteregione, Max Bortolameotti dell’Ass. Sonà e di Rockabout, Giusy Elle di Electric Duo Project, Francesca Chizzola di Indiemood, Federica Fanizza di Artesnews e Stefano Zanol di Area Musica di APPM.

Giurato speciale per la categoria rap: Wad di Radio Deejay.

GIURIA ESTERNA E PREMI SPECIALI:

Per coinvolgere l’intero reparto musicale della Provincia e arricchire l’offerta di premi per i musicisti trentini, sono state coinvolte altre realtà del settore: Upload, Onda Musicale, Centro Musica di Trento, Corriere del Trentino, Radio Retebusa e la grafica Ayla Parisi.

MISSION:

Trentin Music Award si pone l’ambizioso traguardo di creare una scena musicale locale valorizzando il contributo degli artisti nostrani e supportandoli con l’appoggio di tutta la rete di professionisti della provincia. Perché la musica è espressione di sé, è crescita personale e motivo di aggregazione, un modo sano e positivo per crescere e sviluppare il proprio talento.

I NOMINATI:

Per tutto il 2023 sono state valutate più di 200 pubblicazioni musicali. Alla fine, dopo una votazione, si possono presentare le Nomination divise per Categoria (in ordine alfabetico):

TMA 2023 – Nomination come Miglior Singolo

Felix Lalù & Whitenoise – Tendon

Pheromones – Red Light Room

Supercanifradiciadespiaredosi – Aggiovaggio

The Bastard sons of Dioniso feat. Coro della Sat – Il tuo tesoro

The Mesh-aP – Take One More Beer

TMA 2023 – Nomination come Miglior EP

Astio – Bocche stanche

Cannibali Commestibili – Dio sta invecchiando male

Humus – Non è giusto

Pheromones – Pheromones

Wild bek – Wild bek

TMA 2023 – Nomination come Miglior Album

Elisa Maitea – Maitea

ILPALESECHEAMO – Una storia italiana

Jambow Jane – Three

Ringo Blues – Bless My Soul

The Bankrobber – Lighters and Lovers

TMA 2023 – Nomination come Miglior Progetto Esordiente

Amarena

Azetagi

Fat Honey

HRTBRKR

Medaglia

TMA 2023 – Nomination come Miglior Progetto Strumentale

Alex Calliari – Fuck the system

Bandastorta – Drum Bun

Nick Petricci – Dangerous District

Daniele Tommasini – A desert called empire

Il Concerto delle Scimmie – Zolfo

TMA 2023 – Nomination come Miglior Progetto Rap/Hip-Hop

Carpa feat. L4asso e 8 Syntagma – Buio (qui ed ora)

Drimer – Facile

Malogrido – Fuori di casa

Mr. Stiv – Non ho più paura

Ranabis feat. Giovane Feddini e Ric de Large – L’oracolo

Sara Kane – 1200

TMA 2023 – Nomination come Miglior Copertina

Astio – Bocche stanche – Artista: Zach Hobbs

Cannibali Commestibili – Dio sta invecchiando male – Foto di Nicola Stenico, Grafica di Adriano Siesser, Artwork di Rasa

Felix Lalù & Whitenoise – Tendon

Radiofontani – Dusk in the Gorge Valley/Tune Up – Artista: Stefania Barozzi

Supercanifradiciadespiaredosi – Aggiovaggio – Artista:Brodolfo Sgangan

TMA 2023 – Nomination come Miglior Video

Astio – Bocche stanche – Artista: Zach Hobbs

Cannibali Commestibili – Ballerine Splatter – Artista: Kaiber

Fil – Quello che rimane – Artista: Alberto Capuzzo – LISCHE E

ILPALESECHEAMO – Il mare che i terroni rimpiangono – Artista: Purple Pixel

Supercanifradiciadespiaredosi – Aggiovaggio – Artista: Marcello Plotegher

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Elettronica Intervista Pop

Il nuovo EP di ELIO guidato dai quattro elementi naturali. L’intervista al cantautore laziale che ama l’elettronica

Il 30 gennaio 2024 è uscito “Un nuovo richiamo”, l’EP d’esordio di Elio con distribuzione Artist First. Abbiamo colto l’occasione per fare qualche domanda al cantautore.

Ciao Elio, rompiamo il ghiaccio chiedendoti di raccontare ai nostri lettori cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera solista, dopo quasi 10 anni di esperienze musicali variegate, tra le quali ricordiamo quella di gruppo con Il Grande Capo e l’interessante progetto Animaliguida, dove assieme a Roberta Lanave creavate degli happening a cavallo tra una performance teatrale e un concerto sperimentale.

Ciao!

Il mio rapporto con la scrittura è un rapporto assiduo da quando ho 15 anni. Ho sempre visto la “struttura Canzone” come un contenitore all’interno del quale inserire quello che vivevo nell’istante in cui lo vivevo. Lavoro in teatro da sempre e conosco persone meravigliose che negli anni hanno collaborato con me, e che hanno contribuito a trasformare il mio “centro di gravità permanente”. Ma due anni fa ho capito che era necessario assumersi la responsabilità di un gesto solitario, di un’azione artistica che avesse totale appoggio sulle mie stesse radici e in cui specchiarmi e ritrovarmi. 

Per il tuo percorso solista hai avuto al tuo fianco Roberto Cammarata, musicista e produttore già “dietro” importanti realtà palermitane come La Rappresentante di Lista e Omosumo. Come si è sviluppato il lavoro con lui?

Il lavoro con Roberto è stato intenso e coinvolgente. Ha colto nelle demo che gli avevo proposto dei lati che non avevo valutato, li ha amplificati e ha dato respiro alla struttura musicale, senza aver paura di dare un taglio diverso rispetto all’originale. Ho seguito i suoi suggerimenti, le sue visioni, e ho imparato moltissimo da lui. E’ stato davvero molto importante per me. 

Il tuo EP d’esordio ha un concept molto particolare, una sorta di viaggio introspettivo attraverso diverse fasi della vita. Com’è nata l’idea di associare le canzoni del disco ai quattro elementi naturali?

Quando ho scelto i brani dell’EP ho volutamente scelto quattro canzoni molto diverse tra loro. Ho immaginato di potermi presentare attraverso le varie sfaccettature del mio mondo creativo. Ho cercato di specificarne sempre di più la differenza, ed ecco che gli elementi naturali sono venuti in aiuto. Ogni canzone ha un particolare e dettagliato rapporto con l’elemento a cui è stata associata.

Sappiamo che Giovanni Lindo Ferretti e Franco Battiato sono un po’ i numi tutelari del progetto. Ci sono stati anche ascolti internazionali che hanno influenzato il sound e lo stile di “Un Nuovo Richiamo”? In certi momenti ci sembra che ti sia avventurato vicino a lidi elettronici nordeuropei.

Sono contento che sia arrivata questa sensazione. Adoro i Royksopp, Kalkbrenner e in generale la musica elettronica nordeuropea (mi viene in mente anche Rasmussen). Non nego di essere anche molto condizionato dai Depeche Mode e dall’indietronica francese, che negli ultimi anni imperversa nei miei ascolti.

Ci salutiamo con una curiosità. Leggendo i crediti del tuo lavoro abbiamo notato che dietro le foto e l’art direction del disco si cela Ilaria Tortoriello, la stessa persona che suonava il basso nella tua vecchia band, Il Grande Capo. Se non si tratta di un clamoroso caso di omonimia, puoi raccontarci come si è sviluppata la nuova collaborazione con lei?

Io e Ilaria ci conosciamo da quando avevamo 16 anni. Entrambi facciamo parte di un piccolo gruppo di creativi che come noi sono cresciuti nel Sud Pontino, che hanno vissuto anni bellissimi di musica live, spaziando tra tantissimi generi musicali, e che negli anni non hanno mai smesso di credere nella ricerca artistica, facendola diventare il loro modo di sopravvivere. Abbiamo suonato insieme per quattro anni ma Ilaria nel frattempo è diventata una fotografa straordinaria. Abbiamo creato un concept che accompagna ogni canzone dell’EP. Mi sono affidato completamente, anche perché la collaborazione che dura da anni in questi casi fa la differenza. Ilaria ha dato al progetto ancora più forza grazie al suo lavoro.

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Pop

Le 5 cose preferite di Tommaso Tam

Nel vasto panorama musicale italiano emerge con forza e originalità il quinto album di Tommaso Tam, intitolato “Isola di Tam”, in uscita il 12 gennaio per Manita Dischi.

Anticipato dal singolo omonimo, questo lavoro si distingue per la sua natura narrativa e distopica, trasformando l’esperienza d’ascolto in un viaggio avvincente attraverso mondi sonori inediti. Tam dimostra una continua voglia di esplorazione e innovazione, arricchendo ogni traccia con arrangiamenti curati e contrasti potenti tra melodia e ritmo.

La sua voce, precisa e penetrante, si fa portavoce delle contraddizioni che permeano la nostra esistenza quotidiana, regalando all’ascoltatore un’esperienza emotiva e riflessiva senza precedenti.

Noi gli abbiamo chiesto di raccontarsi attraverso le sue 5 cose preferite!

TASCAM PORTA ONE

Quando ero adolescente, avevo escogitato un modo per registrare sovraincidendo da solo più strumenti, utilizzando due radio  registratori a cassetta. Registravo qualcosa sul primo, poi riavvolgevo il nastro e lo facevo ripartire mentre premevo il tasto  REC sul secondo registratore. Dopo svariati passaggi, ovviamente il fruscio di sottofondo diventava insopportabile, ma a quel tempo era l’unico modo “ fai da te” per riuscire nell’impresa. 

Qualche anno dopo scoprii che esistevano dei registratori a cassetta multitraccia, i cosiddetti 4 piste, a un prezzo abbordabile. Acquistai il TASCAM Porta One. E imparai ad usarlo molto bene, tanto che ci ho registrato i miei primi tre album, Girare, Misogenio e Meccanismo base.Aveva anche una tracolla che permetteva di portarlo in giro e per questo motivo era il Santo Gral dei rumoristi ( gente che va in giro a registrare suoni di ogni tipo).

La comodità di averlo in casa invece, mi consentiva di registrare al momento qualunque idea volessi buttare giù, semplicemente collegando lo strumento o il microfono e schiacciando il tasto Rec. Immediato e diretto. La difficoltà principale era quando le 4 tracce non ti bastavano più. Per sovrapporne delle altre il metodo, chiamato “Ping Pong”, consisteva nel passare tre tracce sulla quarta vuota. A quel punto il mix delle prime tre doveva essere perfetto perché una volta riversate sulla pista libera, sarebbero  state definitivamente cancellate  in un secondo momento, per consentire la registrazione di nuove sovraincisioni.

Il processo non perdonava errori, per cui doveva essere un lavoro molto accurato. Oggi con le svariate Daw al computer, hai accesso a un numero di centinaia di sovraincisioni, e con l’ editing puoi fare miracoli, per non parlare del digital recording. Ma io sono rimasto per oltre due decenni, fedele al mio TASCAM a cassetta. E devo dire che il suono era molto  interessante seppur in qualità lo fi. Ho provato a registrare una seconda volta dei brani in studio, sperando venissero meglio che sul Tascam, ma dovetti ricredermi.

La magia dell’estemporaneità e dell’approccio analogico diretto, aveva una marcia in più nonostante la qualità audio inferiore. Adesso sembra una follia, ma perfino i Beatles registrarono Sgt Pepper nel 1967 su uno Studer  4 tracce a nastro, riversando poi le 4 tracce su un’unica traccia di un  secondo Studer per dare spazio a nuove sovraincisioni.

FILOSOFIA 

Nietzsche considerava la musica espressione dello spirito dionisiaco, totalmente autosufficiente; ovvero non ha bisogno di unirsi a immagini e concetti, perché possiede dentro se stessa le chiavi del mondo. Tra i filosofici che più mi hanno influenzato c’è Alan Watts. 

Sosteneva che ciò che non è definibile a parole o per concetti non esiste per noi, pur essendo lì, proprio di fronte ai nostri occhi, ciò che non riusciamo a controllare è ostile, e pertanto va combattuto, anche se è parte di ciò che siamo. Questo è il punto di partenza medio di ogni persona nell’età moderna: la separazione da noi stessi, il cosmo, le altre persone. Ho scritto “Cosmoillogico”, il mio quarto album, riflettendo proprio su questi concetti. La percezione dello spazio vuoto tra una cosa ed un’altra, inteso come separazione invece che come connettivo, ci porta a sentirci anziché uniti al tutto, disconnessi dal tutto.

In realtà lo spazio è tanto necessario quanto ciò che lo riempie, e viceversa, proprio come gli intervalli nelle note sono tanto fondamentali ad una canzone quanto le note che la compongono. Senza una di queste due cose non ci sarebbe melodia. La separazione tra noi e il tutto, compreso noi stessi, parte quindi da questa errata concezione del vuoto come inesistenza e separazione. Negli anni, ho anche imparato a togliere le  note, più che ad aggiungerne.

Deve essere tutto al servizio del brano che si sta scrivendo. I virtuosissimi li lascio nei live che faccio con le varie band in cui suono.

THE BEATLES

I Beatles li ho scoperti a cinque anni, perché mio padre aveva nella sua auto, tre musicassette tra cui una raccolta dei loro brani dal 1962 al 1965. Grazie a loro mi sono avvicinato alla musica. Ho cominciato con la chitarra e poi crescendo, ho imparato a suonare la batteria e il piano. All’inizio i miei mi comprarono degli strumenti giocattolo. Mi ricordo ancora una batteria fatta di cartone e plastica che venne prontamente sfondata  poco tempo dopo. A mia richiesta, ogni tanto mi regalavano un’altra cassetta dei fab four, e mi ricordo che rimanevo sempre meravigliato dalla bellezza della musica che ascoltavo, pur rendendomi conto che c’era un abisso tra il sound di Revolver(1966) e un album come Hard day’s night (1964), nonostante solo due anni di differenza.

Anche il loro aspetto fisico era molto diverso negli anni. Guardate una foto di Lennon nel 1965 e una nel 1968! Ero talmente affascinato, che per capire i testi delle canzoni, imparai molto presto l’inglese (10 anni), che ancora oggi è una delle mie passioni. Questa mia passione ha avuto il culmine qualche anno fa, quando sono riuscito a trovare e a mettere insieme 3 matti come me, per creare una Beatles tribute band. Ancora oggi, The Menlove Beatles tribute, mi portano sui palchi di tutta Italia e all’estero, prevalentemente nord Europa.

MONDO INVISIBILE 

Sono sempre stato una persona  abbastanza razionale; ho studiato scienze naturali all’Università e  per quasi 38 anni ho creduto che l’uomo fosse nato semplicemente per crepare.Poi una serie incredibile di eventi sincronici susseguiti da varie esperienze dirette di fenomeni particolari, che molti definirebbero “paranormali “, osservazione di energie sottili, e alcune mie avventure extracorporee, mi hanno preso a schiaffoni in faccia,catapultandomi senza ritorno verso una visione diversa del tutto.

Il Tommaso di 12 anni fa non riconoscerebbe affatto il Tommaso di oggi. Negli ultimi dieci anni, inoltre, mi sono appassionato e interessato alla fisica quantistica, allo studio del subconscio, agli UFO e a tutta la letteratura del settore esoterico. Niente é come prima. La ricerca e la sperimentazione su me stesso, continua.

ANIMALI

Sono cresciuto in un paesino della Carnia ( Friuli) in mezzo alle montagne, i contadini, tra covoni di fieno, vacche, galline, maiali e cavalli. E fin da piccolo trovavo ingiusto e aberrante, vedere come venissero sfruttati, maltrattati, e uccisi meramente a scopo culinario. Dal punto di vista biologico, uomo e animali sono parte dello stesso regno ed hanno le stesse necessità fondamentali: mangiano, dormono, si accoppiano, si difendono. E soffrono.

In questo non c’è differenza. Da molti anni ho scelto una dieta vegetariana proprio per questa mia sensibilità nei loro confronti. Ma non sono un rompi scatole nei riguardi di chi non la pensa come me. Anni fa scrissi una bella canzone intitolata “Lo zoo” che fa parte del mio terzo album “Meccanismo base”; è un brano a cui sono molto affezionato ed è molto rappresentativo  di questa tematica.