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Comunicato stampa Post-Punk

L’EP dei VIZIOSA è una furia

“Mandic” è il nuovo EP dei VIZIOSA, uscito martedì 14 gennaio 2025. Un distillato del post punk furente e intransigente del duo eporediese, 5 elegie corrosive che raccontano storie di emarginati sociali.

Foto: Ivan Cazzola

Queste le parole con le quali la band presenta il disco:
«”MANDIC”
(sostantivo piemontese)
Si riferisce a figura sociale di persona comunemente considerata naïf e improntata a un ottimismo non agganciato alla realtà. Per tale motivo viene spesso emarginata e derisa.»

Puoi ascoltare l’EP qui:

BIO
VIZIOSA è l’incontro malato fra generazioni punk differenti, quella del ‘77 e quella del post punk più attuale.
Le canzoni raccontano in modo crudo di persone messe ai margini dalla società, maltrattate e offese, ma anche di amore e di speranza, il tutto condito da un sound acido, potente e tumultuoso. VIZIOSA mette a nudo la parte più intima e schifosa di ognuno di noi, quella che tutti cerchiamo di nascondere dentro noi stessi.

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Fonte: Costello’s Agency

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Comunicato stampa Elettronica

“IN:titolo” è l’estroso album d’esordio di Giulia Impache

“IN:titolo” è il nuovo LP di Giulia Impache, uscito venerdì 17 gennaio 2025 via Costello’s Records. Se si dovesse stilare una classifica dei dischi più originali dell’anno appena iniziato questo allucinante debutto che mescola ingegnosamente elettronica, madrigali e glitch-pop sarebbe al primo posto, ma è molto probabile che mantenga una posizione ragguardevole anche tra 11 mesi. Una penna dallo stile unico, una voce celestiale. Giulia è la fantasia al potere.

Foto: Stefano Mattea

Queste le parole con le quali l’artista presenta il disco:
«Ho scelto questa foto scattata qualche tempo fa dalla fotografa emergente Luce Berta per vari motivi, tra cui la delicatezza di questa fotografia e l’armonia delle onde create dal velo che mi avvolge. Trovo che rendano il tutto più etereo. Io e Luce abbiamo iniziato questo percorso insieme, le ho affidato l’immagine del mio progetto fin dall’inizio. Lavorando insieme, spesso anche in simbiosi, la nostra produzione artistica si è lasciata contaminare dalle nostre rispettive ispirazioni. Penso non ci sia aspetto più prezioso nel condividere l’amicizia con un’artista. La fotografia di Luce è stata adattata da Cecilia Rolfo, graphic designer torinese per la realizzazione finale della Cover del disco. Il volto in copertina si mostra al pubblico coperto da un abito velato, il mio filtro con la realtà, il velo che mi consente di esserci con delicatezza e lasciare spazio alla mia musica. Dove mi trovo? Da dove vengo? Mi hanno appena depositato dallo spazio o mi ci stanno portando?
In:titolo dai primi ascolti ti avvolge in un’atmosfera elettro-cosmica, con i suoi suoni sperimentali che si intrecciano insieme a melodie influenzate  dall’ascolto di musica antica intersecata alla line pop e alle sonorità elettroniche. E io, un po’ aliena in questo universo, mi avvalgo dei suoni per comunicare nel modo più terrestre possibile.
“Vorrei che i testi delle canzoni che compongono il disco facciano fluttuare con semplicità chi ascolta in delle suggestioni in cui rivedersi”
Per questo i brani hanno dei testi volutamente sospesi, come quelle storie dal finale aperto che lasciano all’immaginazione delle persone la possibilità di crearselo da sé. Con le parole creo delle immagini che permettono di avvicinarsi al mio mondo e alla mia musica.
Da sempre sono affascinata dal mondo della fantascienza, mischiato agli anime giapponesi e alla passione per l’epoca medievale e la musica antica. Tutto questo si può ritrovare  nel disco “In:titolo”.
Perché ho scelto questo nome? Mi sono chiesta: “come lo intitolo? In:titolo!”
Alla fine come si fa a racchiudere un percorso, che dura da anni, di scoperta, studio e sacrifici per la musica in un’unica parola?
“In:titolo” è un modo per esorcizzare il fatto che tutto debba essere sempre preso troppo sul serio. Sono una persona ironica e mi piaceva giocare anche con il mondo dell’arte contemporanea, in cui le opere sono spesso prive di titolo.»

Puoi ascoltare l’album qui:

BIO
Giulia Impache è una cantante e compositrice italiana. Il suo suono e la sua ricerca musicale esplorano la voce in relazione al corpo su un piano tecnico ed emotivo. Si tiene lontana da etichette e generi, cercando di mantenere la sua natura ibrida, data dalla miscela di influenze che vanno dalla musica antica al folk e dall’ambient all’elettronica “spaziale”. Aperta all’ascolto, è stata in grado di plasmare una miscela stilistica e sonora che coinvolge la voce come strumento per creare suoni avvolgenti, eterei e oscuri.
La sua ricerca mira anche a rompere il legame canonico con le parole. Sperimentando con le sonorità, si trova a parlare nuovi linguaggi basati sulla connotazione, sul fonema libero da qualsiasi legame concettuale predefinito, lo stesso impasto emotivo ed evocativo che un suono può portare.

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Fonte: Costello’s Records

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Intervista

I Flowers For Boys ci hanno raccontato il nuovo singolo “Fragile”

“Fragile” è il nuovo singolo dei Flowers For Boys, pubblicato sul finire del 2024 per Mosho Dischi.
Il nuovo brano esprime il forte senso di disagio che si prova mentre si ricerca un’identità solida in un mondo in continuo mutamento, dove spesso ci si sente fragili e vulnerabili. Il singolo è un dialogo con se stessi che esplode nella voglia di urlare la propria personalità e la propria diversità, a comprenderla, accettarla senza aver bisogno che lo facciano gli altri.
Ci è sembrata l’occasione giusta per scambiare qualche domanda alla band barese e farci raccontare di più sul loro percorso artistico.

Il vostro nuovo singolo “Fragile” esplora il tema del disagio e della ricerca di identità: come descrivereste il percorso che vi ha portato a scrivere una canzone così introspettiva e personale?
Ci siamo accorti che è l’età che stiamo vivendo che ci porta ad essere fragili. Siamo tutti e quattro più o meno della stessa età, e rendersi conto del fatto che 30 anni sono l’età giusta per avere un discreto passato e non sapere nulla di certo sul tuo futuro da un lato atterrisce, dall’altro incuriosisce. Dal punto di vista musicale, tutto questo si è tradotto in una sorta di crisi d’identità, dalla quale siamo usciti decidendo di non mascherarci più dietro ad un genere, ma di avere il coraggio di mettere tutto quello che siamo, compresi i nostri contrasti.

Nel brano si percepisce un contrasto tra rabbia e malinconia, anche nella linea vocale. Come riuscite a bilanciare queste emozioni contrastanti nella vostra musica?
È relativamente facile, l’una è il motore dell’altra e viceversa. Questa oscillazione è una dinamo che si carica da sola, per questo c’è la necessità di esplodere, poi, e una valvola è appunto la musica.

Il vostro nuovo singolo fonde alternative rock e sonorità emo, con l’aggiunta di suoni sintetici. Quali reference musicali vi hanno guidato nella creazione di questo brano e quali sono le vostre diverse formazioni?
Tutto il panorama alternative contemporaneo. In fase compositiva abbiamo divorato gli ultimi lavori dei Fontaines D. C., degli Idles, i Death Poet Society, ma anche da realtà più “locali” come i Cabrera, i Gazebo Penguins. Diciamo che ovviamente, ognuno di noi ha la sua formazione e i suoi gusti principali, che rispecchiano i loro percorsi: dal funk di Fede al rock avant garde di Nico, dal synth rock di Ric al pop di Marco. I synth poi sono un po’ il marchio di fabbrica del nostro fratello, Diego Ceo, produttore del brano.

La fragilità e la forza coesistono nella ricerca di sé: in che modo questa dualità si riflette nel vostro processo creativo e nella musica che componete?
Ogni volta che parte un processo creativo mettiamo a nudo la nostra forza e contemporaneamente la nostra fragilità. Essere in una band è meraviglioso, ma può essere un equilibrio complesso, soprattutto quando, in fase compositiva, proponi qualcosa che magari ritieni possa essere una delle migliori idee per un brano, ma poi gli altri non la pensano così. È qui che si manifesta la forza nell’accettare il parere altrui, la forza di comunicare senza ferire l’altro, ma anche la fragilità, l’esposizione totale in un momento di vulnerabilità come è quello creativo.

Il brano parla di rifugiarsi in soluzioni di comodo che alla fine non portano a un vero equilibrio. Qual è il messaggio che volete trasmettere ai vostri ascoltatori?Rompere i propri limiti fa male, è spaesante, è un urlo ed è sofferenza, che il più delle volte può essere incompresa o fraintesa da chi ci circonda, anche da chi ci vuole bene. Ma alla fine, è l’unica cosa necessaria per poter continuare a crescere, evolversi, non sedersi. È come rinascere, costantemente rinascere.

Come vi approcciate alla dimensione live? Avete qualche concerto in programma? Cosa vi riserverà il futuro?
Viviamo per i live, siamo assuefatti da tutto ciò che comporta il live: il viaggio, lo stare insieme, pesino il soundcheck. Ne abbiamo fatti molti negli scorsi anni e non vediamo l’ora di riprendere a farli. Al momento, però, stiamo ancora lavorando a nuovi brani, frutto non solo di questo nostro cambiamento, ma anche delle esperienze, delle storie e dell’energia accumulata durante un intero anno intenso di live alle spalle. Non vediamo l’ora di restituire tutto questo al più presto, nella seconda parte di questo 2025 di rinascita per noi.

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Fonte: RC Waves

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Comunicato stampa Indie Pop

L’EP di Derri contiene un’ampia gamma di colori

“L’illusione di qualcosa d’importante” è il nuovo EP di Derri, uscito venerdì 10 gennaio 2025. Come un affreschista navigato, il cantautore monzese attinge a una tavolozza ricca e brillante dando vita alla propria armonia cromatica e realizzando un disco d’esordio versatile, segnato tanto dalla vocazione alla melodia catchy quanto dalla ricerca di un sound personale.

Foto: Vincent Navarro

Queste le parole con le quali il cantautore presenta il disco:
«Il disco ricalca un periodo che ha portato Derri a cambiamenti importanti oltre che a collaborare con studi e figure del mondo della musica di tutto lo stivale, stabilendo la propria identità ed esplorandone i confini allo stesso tempo. Lo scorrere del lavoro lo vede cambiare vesti e adottare registri e stili differenti tra loro, oscillando tra pop, indie ed elettronica, sempre mantenendo centrali la voce e il racconto. I temi affrontati sono quelli dell’amore, della solitudine, dell’incomprensione ma, soprattutto, del cambiamento e della fiducia in sé e negli altri, sempre in una cifra verosimile e mai esasperata, per quanto pittoresca. L’illusione di qualcosa d’importante si manifesta su molti livelli: è quella al centro delle vicende raccontate, dove le aspettative vengono disattese fino all’accettazione finale. La vera libertà è quella portata dai brani che, sotto alla musica elaborata, nascondono esperienze molto comuni, come le sfere che nascondono il volto di Derri nella copertina; è quella degli artisti chiamati ad approcciare sempre il proprio progetto come se fosse più importante di quello che è. È quell’illusione che spinge in avanti e alla quale ricorriamo per trasformare le nostre vite ordinarie in esperienze avvincenti e particolari, ma anche quella che alle volte le sminuisce confrontandole con altre apparentemente più importanti delle nostre.
Il primo EP di Derri è l’impronta del suo cammino negli ultimi due anni, in cui il progetto si è trasformato da personale e confinato ad esteso alla collettività e più nomade: è un cammino partito da un provino per Sanremo Giovani, passato da un periodo più sperimentale connesso a Roma e alla Sardegna e concluso con la formazione di una squadra con l’obiettivo di sfornare hit, pronte a costellare il futuro del cantautore.»

Puoi ascoltare l’EP qui:

BIO
DERRI è un cantautore per necessità. Crede che la vita ordinaria sia psichedelia, che dentro alle cose di tutti i giorni ci sia tutta la poesia e il dramma di cui abbiamo bisogno.
Abbracciando un ampio spettro di generi e influenze e attingendo dalle esperienze personali più diverse, ha sempre cercato, come un alchimista, il giusto equilibrio tra canone e follia, tra pensiero ed emozione, senza mai rivelare del tutto quanto ci fosse di suo in quanto veniva raccontato. Canta in modo distintivo testi vividi, di fronte a interi panorami sonori per un’esperienza pop che è tutto fuorché plasticosa, pur mantenendo il carattere da hit. I suoi brani immortalano le affascinanti stranezze e le contraddizioni dell’esperienza in uno sfondo animato e ricco di dettagli.

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Fonte: Costello’s Agency

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Comunicato stampa Post-Punk

“Stanza 5 – Piano Terzo” è il nuovo EP delle Risorse Umane

“Stanza 5 – Piano Terzo” è il nuovo EP delle Risorse Umane, uscito venerdì 13 dicembre 2024 via Notturno Dischi. Un lavoro caratterizzato da storie tanto nostalgiche quanto nebbiose, dove le atmosfere alienanti tipiche della new wave si miscelano splendidamente con il tono crudo dei testi.

Foto: Simone Zappacosta

Queste le parole con le quali il trio presenta il disco:
«Prima di essere risorse, siamo stati umani, per la precisione giovani umani. In questo EP è racchiuso quello che ci ricordiamo di quel tempo. Se questa operazione sia una classica celebrazione dell’età dell’oro o un subdolo processo di galvanostegìa è difficile a dirsi.»

Puoi ascoltare l’EP qui:

BIO
“Ci duole rimarcare come la posizione di responsabile del Dipartimento F4 sia vacante da qualche mese.
Durante la conseguente autogestione, le Risorse Umane del suddetto dipartimento hanno di fatto prevaricato i ruoli a loro assegnati contravvenendo alle linee guida aziendali e formando un trio PP/NW.
L’azienda sta attualmente prendendo provvedimenti.”

Le Risorse Umane sono una band post punk / new wave nata sulla direttrice che divide le due grandi metropoli italiane di Milano ed Ancona.
Al momento in numero di tre, i membri del gruppo si sono incontrati all’inizio degli anni 20 seguendo certe rotte in diagonale.
80, 90, 00 sono le decadi di riferimento da cui le risorse attingono a piene mani per creare il loro immaginario sonoro.

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Fonte: Costello’s Agency

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Recensione

Introspezione e vibrazioni urbane: “Il cuore un po’ più grande” è il nuovo EP di Leo Fulcro

“Il cuore un po’ più grande” è un EP che si presenta come un viaggio emotivo e musicale attraverso la vita quotidiana, l’identità urbana e l’evoluzione personale di Leo Fulcro. Il lavoro si compone di cinque tracce che mescolano consapevolmente rap, soul e pop, esprimendo al meglio la versatilità, la profondità artistica e la capacità di raccontare emozioni con un linguaggio diretto e autentico da parte del giovane rapper adottato da Roma.

L’EP si apre con “La Musica”, che vede la collaborazione con l’artista costaricano-americano CES: il singolo di lancio è allo stesso tempo una dichiarazione d’amore per la musica e una riflessione sul potere terapeutico di questo linguaggio universale. La base dinamica e coinvolgente accompagna un testo che fonde nostalgia e rivincita, mentre Leo Fulcro rivive i suoi sogni adolescenziali e il suo legame profondo con la musica, diventata un grande amore che lo ha accompagnato nei momenti più difficili. È un brano che parla di appartenenza, di libertà di espressione e di crescita personale, capace di toccare le corde più intime dell’ascoltatore.

Segue “Lazy” che ci porta una ventata di leggerezza grazie ad un groove lento tramite cui Leo Fulcro esplora il tema della pigrizia in modo tutt’altro che banale: più che un momento di stallo, “Lazy” diventa un invito a rallentare, a prendersi una pausa dalla frenesia quotidiana e a riflettere in modo ironico e disincantato sulle piccole cose della vita. La produzione di Doppiobasso e la chitarra di Giorgio Cesaroni costruiscono una base che si sviluppa lentamente, creando un’atmosfera intima e laid back che ben si sposa con il testo giocoso ma ricco di sottotesti.

Il viaggio prosegue con “Pollo e Patate”, forse il brano più personale dell’EP, che racconta un momento di pura creatività nata dalla casualità di una serata tra amici. Leo Fulcro stesso racconta come il pezzo sia emerso quasi per caso durante una cena, un incontro spontaneo tra amici che si trasforma in musica. La produzione funky si intreccia perfettamente con la liricità del testo, dove la semplicità quotidiana diventa metafora di una ricerca interiore che oscilla tra luce e ombra. È un brano che esplora le dicotomie della vita con un tono giocoso e riflessivo, capace di entrare in sintonia con chiunque abbia mai cercato un senso nelle cose più ordinarie.

L’ascolto dell’EP prosegue con “Porta Maggiore”, canzone evocativa che permette a Leo Fulcro di dipingere un quadro vivido di Roma, esplorando il tema della marginalità e trovando un equilibrio tra il legame con le proprie radici e la tensione verso una nuova dimensione personale. Il groove e le atmosfere urbane donano al brano un carattere internazionale e poliedrico, che accompagna le parole di Leo Fulcro, intrise di riflessioni sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta, dove la città diventa il teatro di un’eterna ricerca di sé.

Il brano “Parketto”, che chiude l’EP, offre un momento di purissima introspezione: la traccia è un inno alla bellezza nascosta nelle piccole cose, quelle che spesso passano inosservate nella frenesia della vita quotidiana. La produzione minimalista lascia ampio respiro alle voci, consentendo a Leo Fulcro di raccontare una storia personale che ora si fa universale. “Parketto” incarna lo spirito di chi sa trovare senso e felicità anche nei momenti più semplici e ordinari, con una ritmica che si mescola perfettamente con il flusso poetico delle parole.

In conclusione, “Il cuore un po’ più grande” è un un mosaico sonoro che esplora le contraddizioni e le sfumature della vita quotidiana. Abile nello spaziare tra vari generi e influenze senza mai perdere la propria identità, Leo Fulcro fa del suo nuovo EP un lavoro che, con semplicità e profondità, parla a chiunque cerchi una connessione genuina con la musica e con se stesso.

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Fonte: RC Waves

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Comunicato stampa Indie Pop

“TARDA GIOVINEZZA” è il nuovo anthem dei LEGRU

“TARDA GIOVINEZZA” è il nuovo singolo dei LEGRU, uscito martedì 10 dicembre 2024. Versi taglienti a pieno ritmo per un anthem crepuscolare che parla a chiunque si senta fuori posto.

Foto: Manitu Studio

Queste le parole con le quali il trio presenta la canzone:
«”Tarda Giovinezza” esprime la frustrazione di una generazione disillusa, immaginando un ribaltamento ironico dei valori in cui il disagio si trasforma in un atto di decrescita. È un inno alla decadenza e alla ricerca di un senso, lontano dai canoni imposti dalla società.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
LEGRU è un progetto nato nel 2022 a Como e formato da Nick, Teo e Alba.
Il loro sound è un mix di sonorità elettroniche, tappeti ritmici ed effetti voce: anima pop, cuore punk, atmosfere urban.
Dopo una prima fase di scrittura ed attività live nei dintorni di provincia, nel 2023 la band inizia la produzione e registrazione a Livorno del primo LP insieme al producer Andrea Pachetti (Zen Circus, Emma Nolde, Brunori Sas, Dente).
Nel 2024 la band entra a far parte del roster di Costello Agency.
Nel 2025, dopo aver pubblicato quattro singoli, la band presenta il suo primo LP “COMFORT”, un album eclettico di 8 tracce in cui l’indie pop si fonde con la tensione del punk e la fluidità dell’elettronica.

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Fonte: Costello’s Agency

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Comunicato stampa Indie rock

Adult Matters spacca anche in acustico

“Corrupt Bastards” è il nuovo singolo di Adult Matters, uscito venerdì 6 dicembre 2024 via Costello’s Records / Wires Records. Addentrarsi nel mondo di Luigi con un pezzo così intimo, dall’arrangiamento nudo e crudo, è davvero emozionante. Adult Matters spacca anche in acustico, anche se non necessitavamo certo di prove. Speriamo ci sia modo di ascoltarlo live presto!

Foto: Simona Catalani

Queste le parole con le quali l’artista presenta la canzone:
«“Corrupt Bastards” è il secondo singolo estratto da “A Modern Witch”. È un brano acustico, l’ultimo che Luigi ha scritto per questo disco.
“L’ho scritto nel mio monolocale dove vivevo a Roma. Ero esausto dal lavoro che non mi lasciava un attimo di respiro. Mi sentivo solo, mi mancava casa mia. Non riuscivo più a suonare in giro, non avevo le energie sociali che la musica richiede, vedevo tutti i miei amici buttare fuori musica in maniera velocissima ed io ero bloccato con la mia ipocondria, ansia, disturbo ossessivo compulsivo e i miei disturbi alimentari. Pensavo che scappare in una città grande mi avrebbe salvato e invece tutto era uguale a prima: i miei comportamenti disfunzionali erano venuti a Roma con me. In questa canzone parlo agli sconosciuti che ho incontrato solo per sesso o per un drink e che non mi hanno dato un briciolo di amore e che mi hanno lasciato sempre vuoto e insoddisfatto.
L’ultima strofa è dedicata ad una persona in particolare che penso mi abbia davvero salvato la vita:

Hai separato la luce dall’oscurità e la vita dalla morte
Sei venuto da me da una nuvola calda
Hai preso a calci tutti i bastardi corrotti

“Questa persona è arrivata in un momento cruciale. I miei nonni si sono ammalati, mi sembrava come se con loro se ne stesse andando via tutta la mia infanzia. Il suo arrivo ha rimesso in ordine un bel po’ di cose, e soprattutto mi ha insegnato a volermi bene. Merito amore, basta farmi spezzare in due dagli sconosciuti o mettermi alla prova usando letteralmente tutti gli uomini con cui sono uscito per scappare via dalla mia testa e dalla realtà. La realtà purtroppo è una e nessuno scappa dalla sofferenza, dall’ingiustizia, dalla morte e dalla malattia”.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
Adult Matters è il progetto solista di Luigi Bussotti.
Chitarre 90’s, testi onesti e brutali. La sua musica è il diario segreto di una persona queer non binaria.
Luigi cresce con l’indie rock degli anni ’90, Elliott Smith e le cantautrici americane, influenze che segnano profondamente il suo percorso artistico e gli offrono la possibilità di comunicare le proprie emozioni senza filtri. Inizia a scrivere fin da piccolissimo per scappare dalla realtà di provincia, e successivamente si dedica allo studio della chitarra da autodidatta (“ho imparato a suonare la chitarra guardando i live delle mie band preferite su KEXP”).
Nel 2016 registra il suo primo album “Endings” in un home studio. Questo disco, che porta in giro per l’Italia in power trio, gli permette di ritagliarsi un piccolo spazio nella scena bedroom-pop italiana. Nel 2021 esce “Flare Up”, il suo secondo disco, un lavoro di natura lo-fi che suona ininterrottamente in tour per 2 anni con oltre 50 date italiane.
II 21 febbraio 2025 è in uscita il suo terzo disco, pubblicato da Wires Records e Costello’s Records, registrato e suonato al VDSS studio insieme ad un team di musicisti: Anton Sconosciuto, Cecilia Pellegrini, Konstantin Gukov Borisovich, Adele Altro, Beatrice Miniaci e Marcello Rotondella.

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Fonte: Costello’s Records

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Comunicato stampa Pop

L’armatura di SONORUGGIERO

“Armatura” è il nuovo singolo di SONORUGGIERO, uscito venerdì 13 dicembre 2024 (FUTURE LABEL / distribuzione Believe). ​Una traccia che dipinge i chiaroscuri della vita, sovrapponendo con grazia ombre e luci, come un pittore dell’età dell’oro olandese. Tramite un elegante pop/contemporary R&B​ confidenziale SONORUGGIERO tira fuori una prova di grande intensità. 

Foto: Antonio Nelli
Edit: Antonio Nelli, Antonio Bonasia

Queste le parole con le quali il cantautore presenta la canzone:
«In questo brano è centrale la metafora dell’armatura, simbolo della difesa che costruiamo per proteggerci dal dolore, ma che finisce per isolare. Il testo nasce da una lettera scritta a mio padre quando avevo 15 anni, rivelando il complesso rapporto tra noi. L’armatura rappresenta una corazza indossata per affrontare le tensioni che mi tormentavano in quel periodo. Si alternano immagini di freddo e solitudine a momenti di ricerca dell’intimità perduta, tra il desiderio di esprimere i sentimenti e la paura di essere feriti. Questa tensione emotiva crea un’atmosfera di profonda introspezione e malinconia, che emerge anche nella produzione musicale.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
SONORUGGIERO, all’anagrafe Vincenzo Ruggiero, nasce a Bari il 5 Marzo del 2001.
Fin da piccolo il suo legame con la musica è viscerale; inizia a scrivere all’età di quindici anni raccontando le sue verità più intime e cupe e parlando di temi familiari e sentimentali.
Negli ultimi due anni inizia ad avere le prime esperienze live e, dopo alcuni anni di scrittura e ricerca, pubblica il suo primo brano “MATTO DA LEGARE” nato dalla fusione con David Ice, producer della scena Rap e Urban Italiana, ottenendo l’ingresso in top 100 di EARONE della classifica radio.
Successivamente rilascia il brano “Cabriolet” – che vede sempre la direzione artistica di David Ice – grazie al quale riceve diversi apprezzamenti e consolida il suo status nella stampa di settore.
Nel 2024 presenta i suoi brani sul palco di Spaghetti Unplugged a Milano, dove conquista il consenso del pubblico e si aggiudica la prima posizione nella serata.
La scorsa estate pubblica il singolo “SOLO TONIGHT” (sempre con il fido David Ice) che è tuttora nella playlist “Tendenze R&B” di Apple Music.

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Fonte: Costello’s Agency

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Intervista

Il viaggio intimo e riflessivo di Cobalto

Con i nuovi singoli “Sangue Freddo” e “Blush”, Cobalto racconta le storie di chi spera che tutto torni a somigliare ai sogni perduti, a quel futuro che un tempo sembrava così vicino, con una consapevolezza interiore che riesce a dire molto di più di quanto le parole esprimono. Abbiamo intervistato il giovane musicista romano per scoprire di più sul suo progetto artistico.

Il tuo singolo “Sangue Freddo” segna l’inizio di un nuovo capitolo: un viaggio intimo e riflessivo, che parte da un’immagine evocativa potente. Che ruolo ha per te la musica nell’elaborazione delle emozioni? Credi che la musica possa essere uno strumento di catarsi per te e per il tuo pubblico?
In generale io mi sono sempre chiesto perché io abbia la necessità di scrivere una canzone. Partendo dal presupposto che per farlo, di base, bisogna avere una grande emotività, credo per me sia un momento di autoanalisi in cui riesco a parlare con me stesso, chiarire dubbi, rafforzare ciò che penso o che credo di pensare. Per me è sicuramente uno strumento di catarsi e mi auguro che lo sia anche per chiunque ascolti una mia canzone. Da un certo punto di vista, sia chi scrive che chi ascolta ha due semplici motivi: sentire di avere la libertà di esprimersi ed essere capiti.

La tua scrittura ha un taglio molto personale, con riflessioni che diventano strutture musicali sempre più complesse. Come avviene il tuo processo creativo?
Di solito compongo sempre prima la musica e poi il testo, anche se non ho una formula magica prestabilita. Il resto bene o male viene un po’ da sé. La scrittura è il momento più personale e sincero che ci sia e forse proprio da questa sincerità arriva il “taglio personale” a cui vi riferite. Scrivo parlando di me senza paura di mettere a nudo ciò che penso, che provo e cosa sento in quel determinato periodo.

Quali sono gli ascolti fondamentali che ti hanno ispirato nella creazione di uno stile personale?
Fortunatamente ascolto un po’ di tutto, mi piace spaziare nei generi e nei mood dei brani. Se proprio devo fare dei nomi direi Kid Laroi, Jack Harlow e Juice Wrld.

Nel singolo che hai pubblicato più recentemente, “Blush”, emerge un contrasto tra silenzio e consapevolezza interiore. Come hai cercato di riflettere questa dinamica nelle sonorità del brano?
Credo che anche i silenzi e le pause siano musica. Nei miei brani cerco di utilizzarne molti ed in “Blush”, nei punti che ritenevo giusti, ce ne sono abbastanza. In generale penso che il tutto debba connettersi con la successione ed il senso delle parole. Dare un respiro o una pausa può voler accentuare il significato di qualcosa che si sta dicendo e dare quindi modo a chi sta ascoltando di poter riflettere sulle parole.

“Blush” esplora l’idea di un momento in cui il cuore è silenzioso ma le emozioni si manifestano comunque, come un rossore che tradisce sentimenti profondi. Come ti sei approcciato alla scrittura di un brano che gioca tanto su ciò che non viene detto, ma che è comunque percepibile?
Ho cercato di raccontare ciò che sentivo in maniera molto sincera. Mi piace usare figure retoriche o personaggi che possano rappresentare l’idea che voglio veicolare in quel momento. In “Blush” c’è molto “detto/non detto”, che di suo è già una risposta a determinate domande.

Hai già portato dal vivo questi nuovi brani? Qual è il tuo approccio alla dimensione live?
Non ancora, sto aspettando il momento giusto per poter raccontare ancora più di me. Spero di poterlo fare presto.

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Fonte: RC Waves