Fuori dal 28 febbraio “Una canzone semplice”, il singolo di debutto dei Laica Luna. La band di Trieste si presenta al mondo con un pizzico di ironia: un titolo fuorviante perché il brano non è assolutamente la hit estiva che ci si può aspettare.
“Una canzone semplice” si muove su una base rock con ritmi incalzanti soprattutto nel ritornello. L’inizio lascia spazio alla melodia per poi far entrare Lana con la sua voce graffiante e potente. Il testo è una presentazione di come dovrebbe essere una canzone semplice e quale sarebbe il suo scopo, ma il tutto esplode nel ritornello quando si canta “non ce l’ho”.
Non potevamo che conoscerli meglio così, con le loro cinque cose preferite.
- Il crepuscolo
A Paolo (Chitarra) piace il crepuscolo perché è il momento nel quale le ombre stanno per sparire. Le ombre definiscono gli oggetti. Sono il loro contorno. Ma nel buio tutto è uguale pur restando gli oggetti se stessi. L’universo che esplora Laica Luna è buio, ma proiettando un raggio di luce si intravvedono i contorni delle cose, parti, frammenti che possono essere messi assieme per capire cosa siano, o forse solo per creare chimere. Ma anche quest’ultime possono dirci qualcosa su cosa abiti la nostra mente.

- I segni
A Jaren (batterista) piace quando qualcosa diventa segno. Il segno e’ qualcosa che rimanda a qualcos’altro. A quello che non c’e’ nel ‘riquadro’. C’è bisogno di un’interpretazione, ed in questo, l’uomo proietta il suo modo di pensare, ed in quel momento si rivela. Capire i segni è capire l’uomo. Capire quello che abbiamo dentro, è uno degli obiettivi di Laica Luna. I segni del mondo che ci circonda sono spesso simulacri, fraintendimenti o manipolazioni. L’ironia è un modo per demolire i simulacri. Così, ad esempio, la pipa di Magritte non è una pipa ma qualcos’altro.

- Il vento
A Luca (Bassista) piace il vento, lo fa sentire libero e lo fa respirare. Il vento non si vede. Si vede quello che il vento muove. Si vedono i suoi effetti; i risultati della sua volontà. A Trieste, Laica Luna vive nel vento. Un vento che ha un nome: Bora. Che ci scuote come fosse una forza misteriosa, come fosse un destino, come volesse sempre farci cadere. E’ un vento imprevedibile, ma chi vive qui lo capisce e sa come usarlo per andare avanti; contro il destino. E’ questo che distingue a Trieste l’uomo dalle cose. Il primo contrasta il destino, le cose invece sono in balia del vento.

- Cantare con gli amici
A Lana (voce) piace cantare con gli amici ed ancora di piu’ in osmica. L’osmica e’ un tipo particolare di agriturismo familiare tipico del Carso triestino dove si mangiano affettati, formaggi e si beve il vino di qua: forte ed aspro, e si canta. Canzoni antiche nel nostro dialetto, che è una miscela di tutte le lingue dei popoli che vivono a Trieste. Si sta assieme e si ascoltano le storie di tutti. Tante inventate di sana pianta, tante vere, e non sai mai cosa sia finzione e cosa realtà. Un’atmosfera sospesa: un limbo ed un musical allo stesso momento.

- Le emozioni
A Laica Luna piace la musica che trasmette emozioni perché sono queste ad illuminare il buio nel quale viviamo. Laica Luna esplora il buio tra gli oggetti luminosi nel cielo, sondando la complessità degli esseri umani rimasti senza dei, senza miti e senza scuse; come fece Laika dalla sua astronave. Laika è viva! Vive sulla Luna!
