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Pop

Le cinque cose preferite di Kimerica

Fuori da venerdì 5 novembre 2021 per Lost Generation Records  (e in distribuzione Believe) Coro per la fine del mondo”, il nuovo singolo della cantautrice e producer Kimerica. Atmosfere crepuscolari e metropolitane e un sound che oscilla tra dark e indie tratteggiano i contorni di un incontro al limite del sovrannaturale, alienante, autodistruttivo, che si risolve con l’arrivo, comunque, di una nuova alba

Ableton Push

Questo è Ableton Push, il mio fidato supporto nelle mie sessioni di produzione. Da quando l’ho comprato (ci ho fatto il filo per anni) non so più come facevo prima, con questo oggettino fantastico ci ho scritto un sacco di pezzi divertendomi il triplo, e poi mi fa sentire una vera producer 🙂

Poster

É stato appena a svariati muri per poi finire “provvisoriamente”, all’ennesimo trasloco, appoggiato per terra in corridoio. Amo profondamente quello che rappresenta questo poster: quattro artisti incredibili nel culmine del loro percorso creativo, la buona musica, la mia infanzia. Ah, Abbey Road è uno dei dischi migliori della storia della musica, se non sei d’accordo non possiamo essere amici.

Biografia di Marina Abramovic

Questo libro (un po’ vissuto, si è preso la pioggia) ha avuto un impatto enorme sulla mia vita, sia perché la storia di Marina Abramovic è incredibile ed estremamente d’ispirazione, sia perché l’ho letto in un momento delicato e instabile per me, mi ci sono tuffata dentro e ne sono uscita arricchita.

Scarpe

Queste scarpe assurde le ho prese per un videoclip, che poi è la scusa che uso sempre per comprare qualsiasi capo d’abbigliamento e simili che chiaramente non metterei per andare a fare una passeggiata in centro. Rosse, esagerate, eccentriche: Kimmosissime.

Gatti

Ultimi ma non per importanza, non potevo non menzionare Ciuco e Codamozza, i veri padroni di casa. Per me casa è dove stanno loro, insieme abbiamo già affrontato 4 traslochi in 4 città diverse, loro sono il mio punto fermo. Oltre a fornirmi pet terapy gratuita 365 giorni l’anno, sono parte della famiglia, anche se mi mordicchiano tutti i cavi audio.

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Elettronica

Cosa c’è nella camera di Ulisse Schiavo

Esce mercoledì 17 novembre 2021 il nuovo singolo di Ulisse Schiavo dal titolo Precious Silver Grace. Un nuovo capitolo e un cambio di direzione per il cantante e chitarrista padovano classe 1994. Un brano che è un tormento elettronico, che suona come la colonna sonora di una fuga notturna, come perdersi all’interno di un club sotterraneo berlinese: un feat fantascientifico tra Jeff Buckley e Apparat.
 

Così abituati a sostare, sicuri della forza che ci attacca al suolo, saliamo e ci eleviamo caricandoci il peso. Pesiamo con le nostre suole le nostre caviglie, le rotule e la spina dorsale, i nostri capelli, le nostre palpebre. Stiamo.
Eretti e fieri, in equilibrio sulle nostre estremità, ci agitiamo per non cadere.

Inermi, di fronte a certe angolazioni di noi stessi.

Inspira a pieni polmoni e dai silenzi e dalle pause e dalle esplosioni e i dirottamenti e l’intimo in vetrina e nel tuo buio lasciati percorrere dal mancamento. Abbandonati alle sabbie mobili del pavimento liquido su cui da sempre combatti. Ora correggi la luce per essere dal lato giusto dell’inquadratura, col tuo nuovo sguardo, la tua nuova prospettiva. Finalmente vivo. E quando sei dall’altra parte, piegato, accogli il dolore nel ventre e nello stomaco. Accoglilo come tuo compagno fino alla caduta. E ascolta la calma del corpo esausto.

Riparti dal piano terra ed ascendi con lo sguardo ben fisso su di te.
Perché è nel momento della noia che inizia l’attacco. Per una nuova difesa.

Segui le tracce di chi porta con sé lo stendardo della grazia. La grazia preziosa. La grazia d’argento dell’armatura riposta. Segui le tracce di chi ha con sé la memoria dell’esperienza, imparane il linguaggio e lasciati guidare verso il fuoco per essere in luce, sotto la giusta luce a cui sei stato affidato, dalla quale sarai plasmato d’energia già caricata in altri corpi, pronta ad essere sfruttata, per aumentarti.

P S G è la parte più sensibile di forze non violente, pronte a mostrarsi a chi è dalla parte giusta dell’inquadratura, disposto a guardare e a cercare l’altra parte. Ed è il corpo di più voci nude. Lo stesso corpo che si moltiplica pronto a guardarsi da fuori. Un corpo a corpo meticoloso fra le voci della stessa gola che si lascia addomesticare per potenziarsi.

Come sempre, non abbiamo saputo resistere, e gli abbiamo chiesto di fare un giro a casa sua!

Inizio dal basso, da questi splendidi Marsell che non mi toglierei mai. Sono uno a cui piace tenere le scarpe ai piedi, mi fanno sentire pronto. Ricordo che da bambino prima di suonare la mia chitarra giocattolo sentivo l’esigenza di mettermi le scarpe. Io faccio tutto con le scarpe, l’unica cosa che faccio senza è scopare.

Questo è decisamente uno dei miei dischi preferiti, e non solo per come è registrato e suonato, ma soprattutto per la delicatezza e la grazia che trasmette. Quella voce è così fragile che non sai che cazzo dire.

La prima parrucca che ho comprato circa due anni fa, ovviamente dai cinesi. L’ho anche colorata con una bomboletta fuxia con scarsi risultati. Purtroppo si sono persi i frisè che aveva sulle lunghezze. In fondo ho sempre pensato di volermi rasare per poter indossare ogni giorno una parrucca diversa: questa sarebbe quella del lunedì mattina.

Questo libro è un regalo di Gina. Anche di Marco. E pure di Massimo. Devo loro tanto, e questa copertina è meravigliosa.

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Comunicato stampa

“Seta” è il nuovo singolo di Forse Danzica

Esce venerdì 18 novembre 2021 in distribuzione Believe Seta, il nuovo singolo di Forse Danzica. Un nuovo capitolo electro-pop dalle venature post-punk che affronta il tema della dipendenza affettiva: un nuovo brano dedicato a tutti quelli che amano ballare sulle canzoni tristi e che conferma il progetto Forse Danzica tra i più interessanti della scena underground.

È un pezzo che ho scritto in un periodo in cui mi sentivo emotivamente dipendente da alcune persone che per motivi differenti erano inevitabilmente distanti da me, e quindi c’è dietro l’idea della ricerca di una distruzione interiore, di qualcosa che più fa male, più è indispensabile e totalizzante, di un’indagine del dolore ad ogni costo, che porta a sospendere ogni altra azione e rinunciare a ogni altro interesse per esiliarsi in un letto. Abbiamo cercato di rendere questa idea attraverso atmosfere rarefatte e malinconiche, ma anche di restituire l’idea di una doppia faccia, come la luna, attraverso il drop centrale, momento di sfogo isolato e estemporaneo, che sembra condurre a qualcosa di diverso ma che invece finisce per esaurirsi in se stesso per ritornare a malinconia e rassegnazione. 

SCOPRI IL BRANO SU SPOTIFY: https://spoti.fi/3CxYbRm

Autore: Matteo Rizzi (Forse Danzica)
Testo: Matteo Rizzi (Forse Danzica)
Produzione: Matteo Rizzi (Forse Danzica) + Marco Boffelli (Forse Danzica)
Additional Production: Davide Foti (alone.nowhere x Studio Cemento)
Mix&Master: Davide Foti (alone.nowhere x Studio Cemento)

Direzione Artistica: Puccio Arianna x Studio Cemento
Foto: Andrea Venturini
Assistente: Alberto Ricchi
MUA: Chiara Ottonello
Styling: Giada Restelli
Clothes: Dr. Martens
Guest: Fatima Brunengo
Location: Istituto Italiano di Fotografia

Mgmt: Filippo Duò x Nevada Production
Distribuzione: Believe Music Italia


Forse Danzica è il progetto di Matteo Rizzi, cantante, musicista bergamasco classe ’97, nato durante un viaggio a Danzica insieme a Marco Boffelli, produttore e amico fin dal liceo, con cui sono stati co-prodotti tutti i brani. Dopo le prime pubblicazioni indipendenti, nel 2021 sono usciti due singoli per Believe, dopo aver avviato la collaborazione con Studio Cemento relativamente alla parte grafica del progetto. Raffinatezza fashion addicted e paranoie (new) romantiche si sintetizzano nelle atmosfere rarefatte, dolci e lunari che dialogano con un recupero di un’elettronica ricercata e “filologica” di matrice dark, su cui falsetti e melodie incalzanti trasportano liriche di angoscia e di rassegnazione, con punte di ironia dal gusto letterario

https://www.instagram.com/forsedanzica/

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Pop

Cosa c’è nella camera di Nyco Ferrari

Esce mercoledì 17 novembre 2021 (in distribuzione Sony Music e prodotto da Golpe MusicZingaro, il nuovo singolo di Nyco Ferrari. Un nuovo capitolo per il cantautore di stanza a Milano: un brano sfacciatamente pop anche per chi non ascolta pop, per chi spesso cede ai clichè e per tutti quelli che si ritrovano sempre agli aperitivi, ma anche per chi ama il cinema d’autore e i circoli letterari. Qui Nyco Ferrari offre una versione ironica ed ossimorica di sé stesso: un’anima impegnata che si ritrova a ballare con poco. 
 

Zingaro.
Un po’ distanti dalla città.
Musica leggera in periferia. Ballare soli fregandosene di tutto. Ballare con poco.

Zingaro è una canzone con due anime.
C’è quella spensierata, che canta “popporoppò” sui tetti di Milano a ritmo di reggaeton.
E c’è quella impegnata, che chiede, senza cortesia, di non sprecare tempo alienandosi nel virtuale, ma di tornare alle immagini concrete della vita vera: una schitarrata alla luna, un viaggio esotico, una scelta coraggiosa come quella di cambiare tutto.
Cliché, forse, ma quanto mi piacciono i cliché.

 

Per l’occasione, non abbiamo resistito, gli abbiamo chiesto se potevamo un giro a casa sua.

Per la categoria “pollice verde”:

Io parlo con le piante. Ok, freak. Ma i discorsoni che ci facciamo… Questo cactus ha un nome, ma non posso dirlo perché è omonimo dell’allieva di canto che me l’ha regalato. Era poco più di un cetriolo verde quando me l’ha portato dicendomi “ti assomigliava, e te l’ho preso”.  Mi sta simpatico perché non sapendo se preferiva le foglie o le spine se le è tenute entrambe.

Per la rubrica “arte contemporanea”:

Glenda. In arte Glenda Es Feliz, l’artista dell’autoritratto. Per chi non la conoscesse, Glenda dipinge prioritariamente se stessa, e ad ogni autoritratto va sempre più giù, gli occhi dei suoi quadri sono sempre più profondi. E questo quadretto è un unicum. Qui Glenda sorride! E mi fa impazzire come ride perché è il riso di qualcuno che ha appena realizzato qualcosa di fantastico, ha appena capito che dentro di sé c’è qualcosa di meraviglioso che non lo abbandonerà mai. Poi con ‘sti capelli colorati mi sembra una Amie Winehouse appena arrivata a Camden Town che ha deciso di voler essere quello che le pare.

Dipartimento “Arte Africana”:

L’essenza. Arrivare all’essenza delle cose. Toccarle con mano, sentire la terra a contatto con la pelle. E poi il caldo. Sentire il caldo che ti veste come un abito e il mondo che emana afrori estatici. Scusa mi perdo quando ci penso. Ma diciamo che le maschere africane mi riportano a questo universo che poi alla fine sfocia nello spirituale, che è un po’ l’orizzonte a cui punto. Questa è una statua Bambara dal Congo comprata con i soldi di una giornata di busking a Milano. Il ragazzo che me l’ha venduta mi ha assicurato che purifica gli ambienti dalle cattive energie.

From New York with Love:

Questa è un’opera di James Hill, che si firma 1471, ma chiamatelo 14, Fourteen se siete suoi amici. Lo trovate spesso vendere le sue opere, nella stazione della metropolitana di Times Square. È probabilmente la reincarnazione di Basquiat. E questo guantone è un casino, giuro, servirebbe un libro per descrivere l’impalcatura concettuale che lo definisce. Ma in breve: vi campeggia “555” che per 14 è il numero della transizione, e nel suo alfabeto segreto c’è scritto “THE EMPTINESS IS ENOGH”: poca grammatica per dire una cosa: “il vuoto basta.” È l’oggetto più emblematico della mia vita, perché riassume l’insegnamento più grande che mi ha dato New York.

Infine, posiamo per la categoria “Saturday Night Ball”

La Disco Ball. È un oggetto che ho riscoperto da pochissimo, trovandola per caso in un mercatino dell’usato. Non significa più molto a noi notturni del 2022, e invece è l’epitome della nostra società: è un oggetto che attira la nostra attenzione non facendo altro che riflettere tutto ciò che ha attorno, continua a cambiare, non riusciamo mai ad avere un’immagine precisa di quello che riflettono i suoi mille piccoli schermi, e ballandoci sotto nella trance dei nostri rituali moderni alziamo le braccia verso di lei come in adorazione di una divinità. Ti ricorda qualcosa? Filosofia a parte, metti la tua canzone preferita, spegni la luce, e puntaci addosso una torcia. 

Buon viaggio.

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“Frammenti” è l’album di debutto di Jamila

Esce venerdì 12 novembre 2021 FRAMMENTI l’album di debutto di JAMILA per Ferramenta Dischi in distribuzione The Orchard. Un nuovo e definitivo capitolo per la cantautrice italo-algerina di stanza a Firenze che, complice la produzione di ZIBBA, si sviluppa come un flusso di coscienza, un’autobiografia musicale composta di frammenti sinceri e puri, immersi in brani di cantautorato pop al femminile. Frammenti sono brani che si muovono in equilibrio perfetto tra acustico elettronico, tra introspezione e voglia di condividere il più possibile con gli ascoltatori.

Frammenti. Frammenti di me, frammenti di vita, frammenti di luce, di ombra, di conoscenza. E’ fra i frammenti che ho cominciato ad unirmi al mondo e sono i frammenti il modo che ho di portarmi il mondo sempre dentro. Piccoli angoli, dolci e sbiaditi ricordi, altalene fra il presente e l’eterno passato. Frammenti, in ritardo per come sono ora, in tempo per come sarò sempre. (JAMILA)

BIO:
Jamila Kasraoui, classe 2001, nasce a Scandicci, in arte Jamila. Padre algerino, madre italiana. Jamila è musicista, scrittrice e cantautrice. Il suo rapporto con la musica e la scrittura inizia molto presto. Nel 2018 esce il suo primo album completamente autoprodotto dal titolo “Ego”. Durante il suo percorso incontra i ragazzi di Ferramenta Dischi, etichetta discografica fiorentina con la quale è attualmente sotto contratto. ZIBBA diventa mentore e produttore artistico del nuovo album .

La Dottrina delle Piccole Cose” è il primo singolo estratto dall’album, restituendo agli ascoltatori un mondo personale fatto di esperienze individuali, ma universali allo stesso tempo. Ad Agosto 2020 inizia il suo “Tour delle Piccole Date” in cui ha avuto modo di fare da apertura ai concerti di Brunori Sas e Dente. A Dicembre 2020 viene chiamata dalla rivista Vanity Fair perché selezionata tra vari artisti emergenti under 30 per partecipare alla campagna pubblicitaria “Jackie’s Garden” promossa da Gucci, un corto realizzato da Beniamino Barrese, il cui obiettivo è quello di raccontare la storia degli artisti chiamati a parteciparvi, valorizzandone la diversità con un’accezione positiva, come sottolinea la stessa Jamila. Ha vinto recentemente il Premio De André e il Premio de Premi 2021 organizzato dal MEI a Faenza ad ottobre.

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“Battuta/Bazooka” è il nuovo singolo di Ponee

Esce venerdì 19 novembre 2021 Battuta/Bazooka (in distribuzione Believe), il nuovo singolo di Ponee, un nuovo capitolo e un nuovo inizio sfacciatamente pop per il cantautore urban di Milano. Battuta/Bazzoka è presentato insieme alla realtà creativa “Caramello”, di cui Ponee è co-fondatore e con la quale dà sfogo alle proprie idee, tra showcase, concerti e format musicali. 

Il brano si lancia verso nuovi orizzonti sonori e nuove sfumature vocali, tra melodie pop e testi un po’ amari un po’ ironici, dal sapore fresco, dal sapor di Caramello

SCOPRI IL BRANO SU SPOTIFY: https://spoti.fi/3kQEuxY

Prodotto da Simone Manzotti 
Mixato presso Blap Studio
Master di Claudio Giussani
Cover di Roberto Redondi 


BIO: 
Ponee 
è il principale alter ego musicale di Antonio Schiano, che si contorce tra ulteriori mutevoli personalità: event manager, dj, autore per sé e per altr*. Ponee è però quella verità più nascosta, sommersa tra i pensieri, in bilico tra il reale e l’immaginato; un modo per raccontarsi senza i filtri della quotidianità più superficiale. Esordisce con il primo singolo “Excalibur” nella primavera del 2020, poi un Ep di 5 tracce in multi-color, poi la scelta di camminare su nuove strade, con il supporto e il sapore della propria realtà Caramello che, contemporaneamente, muove i primi passi verso il proprio concetto di creatività a 360 gradi; ovunque ci sia musica.

https://www.instagram.com/ponee_suona/

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“Mal di testa” è il singolo d’esordio di Gretel

Fuori da venerdì 19 novembre il singolo d’esordio di Gretel, nome d’arte di Greta Parra, giovane cantautrice classe 2000 che già in passato è stata semifinalista ad Area Sanremo e Castrocaro. Mal di testa è il suo primo singolo, inserito nel progetto Formica Groove e distribuito da Artist First. 
 

In questo brano sono racchiuse sensazioni, emozioni, stati d’animo di un amore finito; però esprime anche il desiderio di andare avanti, perchè la vita è una sola e, nonostante la rabbia e la delusione, non c’è tempo per piangersi addosso.

(Gretel)

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Autore:
 Greta Parra, Andrea Maestrelli 
Etichetta: Formica groove 
Publishing: Gianni Rodo Edizioni 
Distribuzione: Artist First

 

BIO:
Greta Parra, in arte Gretel, nasce il 4 maggio 2000 in provincia di Pisa e attualmente frequenta la facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze. Studia canto dall’età di dieci anni partecipando a vari concorsi nazionali e regionali e vincendone alcuni. Nel 2017 è stata semifinalista ad Area Sanremo e semifinalista a Castrocaro. Ha avuto alcune esperienze lavorative sia come solista in alcuni locali, sia facendo da corista in una cover band di David Bowie. Negli ultimi anni ha preso parte ad alcuni spettacoli a scopo benefico. A suo dire, la sua più bella esperienza musicale è stata quando ha vestito i panni della principessa Disney Cenerentola all’interno di uno spettacolo presso l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. A settembre 2019 vince il concorso nazionale “Fantastica” a Fiuggi, portando il titolo in Toscana dopo tanti anni. La finale è stata trasmessa su Sky. Negli ultimi due anni si è dedicata alla scrittura di brani inediti e con uno di essi, a febbraio 2020, ha vinto un concorso nazionale. Il suo sogno più grande è quello di poter trasformare la passione per il canto in un vero e proprio lavoro.

https://Gretel.lnk.to/Malditesta

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“Another Planet” è il nuovo singolo di Pietro Gandetto

Fuori da oggi venerdì 19 novembre il nuovo singolo di Pietro Gandetto dal titolo Another planet,pezzo che anticipa l’uscita di un disco che vedrà la luce a dicembre. Il cantautore, originario di Alessandria ma milanese d’adozione, ci regala un brano dal sound internazionale dove l’amore è anche un pretesto per affrontare tematiche di stretta attualità che ci riguardano tutti: il riscaldamento globale e il cambiamento climatico. Un brano che ispira positività e cambiamento in un connubio tra sonorità vintage anni ’80, dal  sapore quasi dance, e suoni contemporanei più minimalisti ed evocativi, in una sintesi  ben riuscita tra strumenti suonati e linee elettroniche. Un viaggio in un futuro ideale, in cui “l’altro pianeta” diventa il rifugio di una storia d’amore, che sulla terra viene messa in discussione dall’incerto futuro del pianeta.

Another Planet è un brano che parla di amore, ma l’amore qui è anche un pretesto per parlare di altri temi che mi stanno molto a cuore come il climate change e il riscaldamento globale. L’uomo sta provocando la più grande estinzione di massa della storia del pianeta con i suoi comportamenti inquinanti. È un problema che riguarda tutti e mi sentivo di scrivere un brano su questo tema.

(Pietro Gandetto)


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Voce:
 Pietro Gandetto 
Testo e musica: Pietro Gandetto
Arrangiamento e produzione: Antonio Condello 
Registrato presso: Blab Studio di Antonio Polidoro
Chitarre: Marco Pappolla
Batteria: Filippo Aquaviva
Basso: Manuel Boschetto
Mix: Antonio Polidoro
Master: Claudio Giussani 
 


BIO:
Nato ad Alessandria, milanese di adozione, Pietro Gandetto sin da piccolo si appassiona alla musica. A sei anni inizia a cantare e sostiene gli esami principali di pianoforte in Conservatorio. Negli anni collabora con svariati enti teatrali in diverse produzioni e si esibisce regolarmente in Italia e all’estero. Partecipa a diversi concorsi e manifestazioni tra cui il Tour Music Fest, per arrivare al suo debutto televisivo nel 2018 con la partecipazione al programma di Rai 2 The Voice of Italy. Dal 2018 avvia il suo progetto cantautorale con la pubblicazione di svariati singoli.  Sempre nel 2018 pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo Nuvole sgangherate (Booksprint Edizioni). Parallelamente è avvocato nel foro milanese. 

https://linktr.ee/pietrogandetto

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“Demoni” è il nuovo album de La Belle Epoque

Esce giovedì 18 novembre 2021 Demoni, il nuovo album de La Belle EpoqueDopo due singoli – “Tutto quello che saremo” e “Ad un passo dalla luna” – a fare da apripista, torna la band lombarda con un nuovo lavoro di studio che non lascia spazio a compromessi. Dieci brani per scoprire una dimensione completamente nuova della band che, messa da parte l’istintività del primo album, riesce a traghettare l’ascoltatore in un viaggio in bilico tra ragione e sentimento, spaziando tra ritmiche incalzanti, arrangiamenti cangianti e suadenti melodie.
 

Siamo quello che non vorremmo mai essere. Siamo noi stessi solo davanti allo specchio. Siamo timidi. Siamo egocentrici. Siamo le debolezze che ci sovrastano. Siamo diffidenti. Siamo le storie che non vorremmo mai raccontare. Siamo ipocriti. Siamo stupidi e non lo nascondiamo. Siamo distratti. Siamo l’amore ma non lo comprendiamo. Siamo l’odio che tratteniamo. Siamo il presente, quello che conta. Siamo i nostri demoni uno contro l’altro.
 

SCOPRI IL DISCO SU SPOTIFY: https://spoti.fi/3r28bAf

  1. I primi giorni d’autunno
  2. In piena
  3. Noi di notte
  4. Distratti da un’intensa luce blu
  5. Inchiostro e seta
  6. Tutto quello che saremo
  7. Contro i giganti
  8. Una piccola tregua
  9. Ad un passo dalla luna
  10. Montecarlo

Composto, arrangiato e prodotto da La Belle Epoque.
Registrato e mixato presso l’EDAC Studio da Davide Lasala ed Andrea Fognini tra gennaio e marzo 2020.
Masterizzato presso La Maestà Studio da Giovanni Versari.

La Belle Epoque sono
Luca Boschiroli: voce, chitarra, sintetizzatore e drum machine
Dario Sorano: voce, chitarra, sintetizzatore e tastiere
Daniele Pizzigoni: basso
Aronne Gavazzeni: batteria e percussioni

BIO:

La Belle Epoque è una band alternative-rock bergamasca attiva dal 2009. E’ composta da Luca Boschiroli (voce e chitarra), Dario Sorano (voce, chitarra e tastiere), Daniele Pizzigoni(basso) ed Aronne Gavazzeni (batteria e percussioni).  Dopo un’iniziale proposta di accurate cover di matrice anni 90, la band lavora alla stesura di alcuni brani inediti ed elaborando una dimensione sempre più personale con l’importante scelta dei testi in lingua italiana, nel febbraio 2012 viene autoprodotto un demo-ep dal titolo “Rumori dal piano di sotto” contenente 3 tracce inedite. Il sound e gli arrangiamenti diventano nel tempo più definiti e riconoscibili. I pezzi vedono convivere intrecci melodici armoniosi con incursioni elettriche più spinte, trovando una sorta di equilibrio negli intrecci di chitarre e tastiere. Mossi dal buon riscontro live e con diversi nuovi brani nel cassetto la band decide negli ultimi mesi del 2014 di dare il via al processo di realizzazione del primo disco ufficiale. 

Il progetto prende forma tra febbraio e maggio 2015, con un’intensa sessione di registrazioni presso Il Teatro delle Voci di Treviso, uno dei più grandi e più particolari studi di registrazione d’Europa, guidati dalla sapiente supervisione di Jean Charles Carbone.  Nasce così “Il Mare di Dirac”, un disco di otto tracce dal sapore decisamente live, con la quale la band vuole allargare gli orizzonti locali e spingersi in un panorama decisamente più ampio. 

Anticipato dal singolo “Cracovia”, il disco viene pubblicato nel novembre 2015, avviando così un lungo tour promozionale che vedrà la band coinvolta in numerose apparizioni live, interviste, recensioni e passaggi radiofonici. Non mancano partecipazioni ad importanti progetti nel panorama indipendente (quali le IndieMood Session, sessioni di registrazioni live tra i canali di Venezia o la partecipazione ad una compilation tributo a Claudio Rocchi per XL Repubblica) e collaborazioni con altre band del panorama indipendente locale. Dopo due anni di intensa attività e con molte nuove idee nel cassetto, nel 2018 la band decide di dedicarsi completamente alla stesura di un nuovo lavoro, con la precisa intenzione di non porsi nessun limite in termini compositivi e di arrangiamenti. Nascono cosi dieci nuovi brani molto intimi e personali, che mettono un punto alla parentesi del disco precedente e rappresentano una nuova dimensione sonora della band. I nuovi brani vengono incisi tra il gennaio ed il marzo 2020 presso l’EDAC Studio di Fino Mornasco e guidati dalle abili mani di Davide Lasala ed Andrea Fognini prende forma un nuovo disco ricco di sfumature ed arrangiamenti cangianti, che vuole strizzare l’occhio ad un articolato pop-rock d’autore. 

Interrotti dall’inaspettata e dura parentesi pandemica, la band decide di posticipare la pubblicazione del disco sino ad oggi. Alla ricerca di un nuovo inizio è cosi che viene pubblicato nel settembre 2021 un primo singolo, “Tutto quello che saremo”, un brano decisamente di rottura rispetto alle precedenti produzioni, dove le chitarre vengono momentaneamente accantonate per lasciare spazio a tastiere e ritmiche incalzanti. A seguire un secondo singolo “Ad un passo dalla luna”, brano molto intimo ed orchestrale dove la band esprime al meglio il suo lato introverso e personale. Particolarità che accompagna entrambi i singoli sono due visionari videoclip firmati Erika Errante. Due produzioni che anche in questo caso rappresentano una grossa novità per la band, tutto a preparare la strada per l’intera prospettiva dell’album.

Esce cosi il giorno 18 novembre 2021 “DEMONI” il secondo album de La Belle Epoque, un disco estremamente variegato, dove ritrovare le sonorità e le caratteristiche di scrittura della band sotto una nuova veste, meno “impulsiva” del precedente lavoro, ma molto incisiva e profonda. Un filo conduttore importante, i demoni che ognuno nasconde, a volte convivendoci a volte combattendoli. 

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Pop

Le cinque cose preferite de Limbrunire

Esce venerdì 29 ottobre 2021 Un’ora d’aria, il nuovo singolo del cantautore ligure Limbrunire (al secolo Francesco Petacco), un nuovo capitolo che, con synth trascinanti ed evocativi, come una profezia casuale (perchè questo brano nasce in realtà prima della pandemia globale che ci ha colpito), evidenzia l’esigenza di prenderci una pausa: dal lavoro, dal nostro pianeta, da tutto quanto, anche solo per un’ora, anche solo per tornare da te
 

Un’ora d’aria nasce nel dicembre 2019, in largo anticipo su ciò che avrebbe sconvolto e poi cambiato il mondo. Non è quindi un brano profetico pandemico, ma a quest’ultima realtà alquanto claustrofobica può assolutamente essere contestualizzato. Un’ora d’aria fa leva sull’evasione dai tempi odierni costipati in un divenire confuso, ovattato dal pulviscolo dell’incertezza e dalla richiesta continua e frenetica di soddisfare e portare a termine la completa disumanizzazione dell’individualità sacra e intangibile che risiede in ognuno di noi. Non ha una matrice malinconostalgica, rappresenta piuttosto il punto d’incontro tra la coscienza e la volontà di prendersi e riprendersi un’ora d’aria come atto sovversivo al retaggio sociale, sempre più simile a una prigione a cielo aperto e quanto più distante dalla parola libertà nella sua massima accezione.

SCOPRI IL BRANO SU SPOTIFY: https://spoti.fi/3vWdMZh

Gli abbiamo chiesto quali sono le sue cinque cose preferite.

1) Leggere

Non potrei farne a meno, e in questo momento storico tale aspetto ha avuto definitiva conferma. E’ ciò che mi tiene appeso all’elastico ciondolante del quotidiano, il vento leggero di tramontana del mattino, l’azzurro terso del nord, un viaggio continuo e indisturbato senza passaporto, senza nessun documento o lasciapassare falso, privo di giudizio. E’ un navigare delicato all’interno di questo e di altri mondi e poi meraviglia, scoppio luminoso del cielo plumbeo, a ritroso nel tempo, nel futuro immediato. Leggere è silenzio, è un ritmo lento contrapposto alla frenesia dell’odierno, è un paracadute aperto sulle chiusure dogmatiche di una società che esige come unico credo solo il consumo fine a se stesso.

2) Creare

La creatività, che nel mio caso complice l’onnivora curiosità contempla disparate forme d’espressione oltre a quella puramente musicale, mi è necessaria. Simile a un respiro, incontenibile come un orgasmo in essa trovo l’evasione, la scoperta di un altro io e un tempo dilatato, lento e cadenzato. E non è solamente un mestiere d’artigianato, da laboratorio, bensì un esercizio mentale e involontario continuo h24, in coda alle poste, davanti al banco del formaggio, in auto fermo al semaforo. E’ un arrovellamento immaginifico alle volte utopico lontano da questo mondo sempre più stanco.

3) Pedalare

Ho scoperto che pedalare con una certa continuità e intensità è una panacea e un toccasana oltreché per il fisico anche per lo spirito. Pedalare in salita, metafora perfetta di vita, disciplina e sudore allena la fatica, il sacrificio, il coraggio e l’autodeterminazione e in cambio dona soddisfazione, appagamento e libertà. Nel mio caso inoltre aiuta ad aprire alcune porte chiuse della mente alimentando l’ispirazione, “hyperizzando” l’entusiasmo.

4) Visitare mostre in città

Ogni qualvolta che mi reco in città ho la famelica voglia di nutrirmi di arte, come cibo per l’anima,  spesso anche senza sapere se all’interno di un museo, galleria o centro culturale di turno vi siano qualche evento speciale o mostre permanenti, o temporanee. Vado con l’ambizione di scoprire, di rimanere incantato, come il più umile dei visitatori di restare estasiato in devozione davanti all’opera d’arte dell’artista conosciuto o ancor meglio sconosciuto a me stesso in quel momento. Amo a dismisura la quiete di tale contesto, le luci soffuse o intense, il silenzio sacrale e lo scatto furtivo, le lunghe didascalie in doppia lingua e il peregrinare dinanzi alle auree magiche, lo smartphone in modalità aereo.

5) Immergermi nella natura

Non potrei privarmene, per nessun motivo. In un bosco trovo pace, rallento i battiti e alleggerisco i pensieri, mi sento a casa. Ai piedi di un lago rifletto la mia sagoma cambiata nel tempo e la persona, le mille persone che hanno abitato in me e gli altri demoni che chiedono ristoro e un pasto caldo. La natura, quale essa sia non ha fretta ne giudizio, è lì immutata e mutabile nelle fasi lunari, nasce, muore e rinasce, dona senza volere nulla in cambio se non rispetto. La natura non ha bisogno dell’uomo, ma l’uomo non può fare a meno di essa. Ecco perchè m’immergo nella natura, perchè mi è necessario sentirmi protetto, allineato.