Esce venerdì 5 novembre 2021 per Lost Generation Records (e in distribuzione Believe)“Coro per la fine del mondo”, il nuovo singolo della cantautrice e producer Kimerica. Atmosfere crepuscolari e metropolitane e un sound che oscilla tra dark e indie tratteggiano i contorni di un incontro al limite del sovrannaturale, alienante, autodistruttivo, che si risolve con l’arrivo, comunque, di una nuova alba.
La chimera è un animale reale ma anche mitologico, composta da parti di provenienza mista. È mostruoso e fantastico, utopistico, illusorio. Kimerica è il rosso e il bianco, è testa di leone e coda di serpente, ma soprattutto è una cantautrice e producer in bilico tra mondi sonori contrastanti, tra elettronica e forma canzone. “Coro per la fine del mondo” è il suo primo singolo per Lost Generation Records.
Dal 22 ottobre è disponibile in rotazione radiofonica “MAGGIE DICKSON”, brano di VINCENZO GRECO già presente su tutte le piattaforme di streaming. Il pezzo è estratto da “Tra sogno e realtà”, suo ultimo album. Accusata di aver ucciso il figlio neonato, il 2 settembre 1724 Margaret Dickson viene condannata a morte per impiccagione a Grassmarket, Edimburgo. Perché questa storia è così interessante? Probabilmente perché la donna sopravvisse miracolosamente all’esecuzione in pubblica piazza e visse altri venticinque anni. E’ proprio ispirandosi a questi misteriosi accadimenti che VINCENZO GRECO ha scritto “MAGGIE DICKSON”, brano estratto dal suo ultimo lavoro discografico full-lenght, “Tra sogno e realtà”.
“E’ troppo tardi, la testa è già dentro alla fune | Maggie sospira e se ne va | Come una fiamma senza barlume, lei è ancora viva ma nessuno lo sa”.
Vincenzo Greco nasce a Milano il 18 Marzo, unendo un triangolo che ha gli altri due angoli a Barletta (mamma) e Caserta (papà) che si sono incontrati proprio nel capoluogo Lombardo. Si copre l’Italia con due caratteri così diversi, lei esigente e tosta lui un gran cuore mai arrabbiato, confluiti in Vincenzo. Che da un lato si è distinto come imprenditore ma dall’altro lo vuole fare anche con la musica. Entrata nella sua vita con la grande musica italiana, andando da Umberto Tozzi, il primo cd, fino a Dino Daniele. Per tanti anni è stata una colonna sonora. La svolta è stata al momento in cui la vita l’ha portato a separarsi, la tensione e le paure di vedere allontanarsi il figlio è confluita in “Piccolo Re”. Canzone scritta di getto sullo scorrere impetuoso delle emozioni. La canzone è stata fatta ascoltare a Beppe Carletti dei Nomadi che ha deciso di prenderla nelle sue edizioni. Questa cosa ha cambiato completamente la prospettiva, la chitarra, fin lì giusto strimpellata, ha iniziato ad essere sempre più importante. Il desiderio di diventare un musicista ha portato all’incontro con Stefano de Marchi che oltre ad essere coautore e compositore è diventato l’amico con il quale affrontare, con band o solo con le chitarre, qualsiasi situazione.
“Maggie Dickson”, brano estratto dall’album “Tra sogno e realtà”, è disponibile in digitale dal 22 giugno e in radio dal 22 ottobre 2021.
Esce lunedì 4 ottobre 2021 per Adesiva Discografica e in distribuzione SELF Sono come suono, il nuovo secondo singolo di Pellegatta (nome d’arte per Manuela Pellegatta). Il brano è un nuovo capitolo che ci avvicina sempre di più alla pubblicazione di un nuovo album: un brano di electro-pop che suona dolce-amaro, per chi non ha timori di suonare sfacciatamente pop e di fare di Sono come suono un vero e proprio manifesto musicale, per chi ha preso qualche chilo e sta attento al colesterolo.
Il singolo, prodotto da Paolo Iafelice –già al lavoro con Fabrizio De André, Ligabue, Fiorella Mannoia – è un brano che rispecchia lo stile semplice e diretto della cantautrice che racconta“sono come suono è la sveglia delle sei, il caffè bollente che ti tiene in pista per quattro anni, un periodo in loop e porte spazio temporali di istanti irripetibili. Il brano è stato registrato in tre momenti differenti, prima durante e dopo un trasloco, l’apri pista dell’album fluorescente. Da maggio 2020, ho deciso di concludere tutte le registrazioni del nuovo album attraverso una collaborazione a distanza insieme al produttore Paolo Iafelice e Sara Velardo alle chitarre, la squadra non si cambia”
Film da rivedere : Pomodori verdi fritti alla fermata del treno.
Mi piacerebbe fare un pigiama party con le mie amiche storiche e rivedere insieme questo film con una cofana di pop-corn. Pomodori verdi fritti alla fermata del treno è un film travolgente, parla di Evelyn, casalinga dedita al marito e alla casa, la sua felicità è confinata fra le quattro mura di una villetta nell’Alabama. Dentro a questa apparente felicità si nasconde una insoddisfazione spesso colmata dall’esigenza di mangiare cibo spazzatura davanti alla tv.
Ogni settimana Evelyn ha il compito di andare a trovare la zia in una casa di riposo dell’Alabama e durante le sue visite incontra Ninny “l’ammaliatrice di api” una persona speciale che da ragazza per il suo talento innato si arrampicava sugli alberi incantando le api per raccogliere il miele senza farsi pungere. Ogni settimana Ninny racconta un pezzo della sua storia e il film prende una piega del tutto inaspettata i flash back riportano ai ricordi degli anni 20, dei personaggi che ha conosciuto in giovinezza, di un ristorante vicino alla stazione del treno dove con la sua amica Ruth aveva preso in gestione. Evelyn fa tesoro delle parole della vecchina e cerca di mettere in pratica quello stesso spirito Towanda ribaltando casa abbattendo tutti quei muri che per anni non le hanno fatto vedere la sua grinta. Questo è solo un film, ma in realtà se ci pensate quante volte capita di ascoltare una storia e cambiare il proprio punto di vista sulle cose. Non posso raccontarvi tutto il film nei dettagli quindi preparatevi un barile di pop-corn e buona visione
L’ordine
Come in un girone dantesco, la mia punizione divina è riordinare ogni venti minuti tutti i giochi di Gabriele. Non so come faccia a spargere a spargere per casa tutte le sue costruzioni, credo che abbia un talento naturale preso dalla sottoscritta. L’ordine è diventato una mia conquista spirituale che ogni giorno cerco di mettere in pratica pazientemente, non solo in casa ma anche nella mia vita. Ho apprezzato il lato buono del disordine, stimola la memoria visiva e quindi per anni non ho mai perso niente, si ero disordinata ma con una memoria impressionante per ogni cosa al suo posto.Negli ultimi anni dove 80% degli oggetti non sono miei, incomincio ad avere qualche difficoltà nel ricordare e quindi in primis per un sano principio di sopravvivenza ho deciso di eliminare buona parte dei miei oggetti vestiti in disuso, tenendo l’essenziale così quando li sposto nello spazio li ritrovo con facilità. Questo vale anche per la strumentazione musicale e per il set che devo preparare per il nuovo album.
Son la prima a credere che le persone non cambiano però posso sincerarmi con voi dicendo che dipende dal cambiamento e per me diventare mamma è stata una trasformazione, un cambio di pelle. L’ordine ha una connessione nella produzione musicale? Non lo so sinceramente, sicuramente aiuta ad avere le idee più chiare ma spesso per creare serve anche molto caos esistenziale.
Il cibo : dal pollo di Giannasi alle Tigelle
Il cibo che preferisco, ma soprattutto quello che mi consola dopo momenti ti pessimismo cosmico è il pollo allo spiedo ( chiedo venia per tutti i lettori vegani e vegetariani). Fabrizio, il mio compagno di vita, quando mi vedeva un po’ giù di morale andava da Giannasi, una rosticceria vicino a Porta Romana a Milano e per me quel gesto era una dichiarazione d’amore, altro che orecchini collanine … pollo, patatine ed insalatina .
Qui a Modena non ho ancora trovato il mio dispensatore di felicità, ma ho scoperto il Forno Raffaello che sforna “il gnocco” (si dice così guai dire “lo gnocco” ) Comunque ho scopeto che ci sono ben altre pietanze molto prelibate che possono palesemente sostituire il pollo come i tortellini in brodo, tigelle e borlenghi. Sempre a livello culinario importo nel modenese “le vellutone di Manu”una vellutata di verdure dell’orto servita con crostini di pane saltato in padella olio e rosmarino. In inverno questa pietanza è ben apprezzata e anche il mio bimbo chiede il bis quindi credo che siano davvero top le Vellutone di Manu e quando avanza TAC schiscetta e frizer. Adoro il piccante quello calabrese, Concy la mia ex coinquilina quando arrivava il pacco eravamo tutte entusiaste per tutte le leccornie che tirava fuori dallo scatolone, nell’appa era sempre una festa e la domenica ci preparavamo i Nachos con chili di provola fusa e olio piccante… Baboom.
Dagli indiani a Teheran
Mio fratello maggiore oltre ad insegnarmi a suonare la chitarra mi ha fatto vedere un sacco di film e documentari sugli indiani nativi d’America. Un film che mi ha sempre colpito è il piccolo grande uomo un film di Arthur Penn prodotto negli anni 70 una produzione indipendente, uno dei primi film che affronta il tema dei nativi americani da un punto di vista nuovo per l’epoca. Il protagonista Jack Crabb (interpretato da Dustin Hoffman) è l’unico superstite della battaglia di Little Bighorn nel Montana. Il film inizia con Crabb ultracentenario che viene intervistato da un giovane giornalista desideroso di acquisire informazioni nuove sugli scontri tra bianchi e pellirossa.
Il racconto percorre tutte le leggende Wester sfatando i classici miti del mondo nuovo, il pistolero Wild Bill Hickok, il Generale Custer e Buffalo Bill. Crabb attraversa ogni fase della sua vita facendo delle virate vertiginose e in lui mi sono sempre riconosciuta sebbene i contesti siano differenti ho fatto molte virate amando e rinnegando quello che so far meglio, cambiano in modo camaleontico ma vorrei tornare alle origini ovvero fare solo quello che mi fa stare bene senza compromessi e quindi tornare ad essere una Cheyenne nel mio spirito. Una canzone che associo sempre a questo film è la canzone di Fabrizio De André scritta nel 1981 “Fiume Sand Creek”. Il brano racconta della strage dell’accampamento indiano del 29 novembre del 1864.Solo dopo 136 anni il Congresso Americano riconosce colpevoli gli aguzzini della strage, quella strage fu l’inizio di dodici anni di guerre indiane che ebbero il loro culmine con la sconfitta del Generale Custer a Little bighorn.
L’Irlanda e le isole Aran
Ho visto poco ma di quel poco ne ho scritto molto, a 16 anni sono partita per l’Irlanda, era la classica vacanza studio, ma in quaell’occasione ho avuto la possibilità di vedere ad occhio nudo dei paesaggi incantati e le scogliere delle isole Aran . E’ stato un viaggio che mi ha dato lo stimolo per iniziare a suonare, tornando a casa in aereo mentre tutti erano assopiti ho iniziato a scrivere “scogliera” una ballata folk. Mi piacerebbe un giorno ritornare a Dublino e girare tutta l’Irlanda per la musica e soprattutto per la Guinness.
Il Caffè Bistrò a Milano
Uno dei luoghi di Milano ricordo il Caffè Bistro dove ho iniziato a suonare ha vent’anni. Ogni venerdì salivo sulla mensola del Caffè Bistrot con la chitarra e iniziavo a suonare indisturbata come se fosse camera mia. La sera con la mia Graziella andavo verso China Town precisamente in via Lomazzo. Nel locale ho lasciato la mia dodici corde appesa. Da qualche anno il locale ha chiuso e ora c’è una lavanderia. Di quel mondo ho scritto una canzone Bacco Tabacco e Venere, in brano che racchiude tutta la storia del mio Bistrot.
3 giorni, 3 palchi e più di 15 tra concerti e dj set fino a tarda notte. La Festa di Dischi Sotterranei avrà finalmente luogo, dopo una pandemia globale e le difficoltà del settore, dal 26 al 28 novembre a Padova: la resistenza musicale della provincia finalmente riunita, una linea up d’eccezione.
Ogni giorno vedrà un aperitivo con ingresso gratuito presso la Casetta Zebrina e con relativo concerto acustico showcase. La serate del venerdì e sabato saranno al CSO Pedro, dalle 21:30 con una carrellata di 6-7 band a sera e dj set fino a tarda notte, a cui seguirà un brunch domenicale, ancora ad ingresso gratuito, in Casetta Zebrina. I biglietti per gli eventi @ CSO Pedro saranno disponibili a 10 euro solo in cassa per la serata singola, 15 euro per il venerdì e il sabato.
Venerdì 26 dalle 18.30 @ Casetta Zebrina: Vipera (showcase) dalle 21.00 @ CSO Pedro: Orange Car Crash, Kick, Vanarin, Ulisse Schiavo, New Candys, Halley DNA, Planet Opal + DJ-set Planet Opal
Sabato 27 dalle 18.30 @ Casetta Zebrina: Roncea (showcase) dalle 21.00 @CSO Pedro: MIVERGOGNO, Baobab!, Pietro Berselli, Visconti & The Giallorenzos, Jesse the Faccio, Laguna Bollente, Post Nebbia, + DJ-set Exit Exit, un secret show
Domenica 28 dalle 11.00 @ Casetta Zebrina: brunch con DJ-set by 6Grida [Dischi Sotterranei Residente] dalle 16.00 @ Casetta Zebrina: Talk dalle 18.00 @ Casetta Zebrina: Secret Show
INGRESSO ‣ No prevendita ‣ Casetta Zebrina: eventi ad ingresso libero
‣ C.S.O. Pedro: – Prima delle 21.00: €5 per giorno – Dopo le 21: €10 per giorno – Abbonamento 2 giorni: €15
Esce oggi venerdì 5 novembre 2021 “USTIONE”, il nuovo singolo dei LISTREA. Durante l’estate, la band lombarda, inizia la scrittura di un nuovo nucleo di canzoni, registrate e prodotte completamente in home recording l’inverno stesso e “Ustione” è la prima di queste tracce che faranno parte dell’album d’esordio dei Listrea. Un disturbante mondo che ci riporta nei locali sotterranei e nel cuore della scena musicale underground: un mondo nostalgico che mischia elementi di noise, psichedelia e progressive e che ora, dopo una pandemia globale, ci sembra fantascientifico e sconosciuto. Benvenuti.
“Ustione è il secondo singolo estratto da Formicolio, il nostro album di debutto. È un pezzo nato in saletta, un pomeriggio che, quasi per gioco, ci eravamo scambiati gli strumenti. Quando è arrivato il momento di registrare ciò che avevamo preparato insieme, abbiamo cercato di mescolare le chitarre noise con degli elementi per noi relativamente nuovi: un sintetizzatore e delle percussioni elettroniche programmate, che insieme alla batteria acustica vanno a costituire il cuore e il motore della canzone. Nei ritornelli, la voce di Chiara Amalia, cara amica e 1/2 del duo sweet noise/post-punk KICK, ci è sembrata naturalmente perfetta per l’atmosfera che cercavamo di evocare con le parole del testo in quella sezione.” Listrea
Non abbiamo saputo resistere, e abbiamo chiesto loro quali sono le loro cinque cose preferite.
La saletta: “la saletta” non può che essere la nostra prima cosa preferita come gruppo. Geograficamente è una stanza tra le colline della provincia di Brescia, abbastanza difficile da raggiungere. È là che tutte le nostre canzoni hanno origine, da là il nostro suono nasce. Ci piace pensare che, attraverso le porte sottili che ci separano dall’esterno, ciò che proviamo per ore si diffonda attraverso la valle sottostante, magari trasportato in seguito dalle particelle di smog e foschia che avvolgono la pianura padana. Di sera, le luci delle persone che abitano sotto di noi sembrano dipinte da un qualche impressionista, per via della cappa d’inquinamento che riposa sugli agglomerati urbani. È un posto in cui riflettiamo, condividiamo e viviamo molto, oltre l’eccezione biologica del termine. Per ora nessuno si è lamentato del rumore.
Carmine: un altro luogo. Questo porta il nome di una persona, ed è così familiare che ci si pensa poco, ma la cosa è buffa a ben vedere. Il Carmine è un quartiere della nostra città pregno di storia e cultura popolare. È cambiato moltissimo nel corso degli anni, e probabilmente continuerà a farlo (sta cambiando per l’ennesima volta in questo momento). Ecco un primo aspetto affascinante di questo luogo, un aspetto che ci permette quasi di tracciare dei parallelismi con il nostro approccio alla musica: non è mai stato statico, perché pensiamo che artisticamente lo stare fermi equivalga alla morte. In Carmine ci andiamo quasi tutti i fine settimana per incontrare amici, anche se raramente ci si va insieme.
Stare fisicamente su un palco: saremo molto concisi: è la cosa più bella dello stare insieme a livello artistico. Ogni volta che saliamo su un palco siamo grati di poterlo fare, e quando scendiamo abbiamo piccoli istanti depressivi che si traghettano in malinconia express per il giorno dopo. Ma il meccanismo magico che viene demistificato agli occhi e allo spirito di tutti e quattro in quei minuti è davvero troppo affascinante e potente per poterne fare a meno. Non vediamo l’ora di poter suonare ancora per qualcuno.
Pastasciutta dopo le prove: cerchiamo di provare il più possibile con rigore e produttività. Suonare insieme, che sia per preparare dei concerti, scrivere un disco o improvvisare ci dona quasi sempre vitalità e gioia. Tutto ciò è però smisuratamente amplificato dalla cena post-prove in saletta. E il rigore si smolla dietro alle birrette che accompagnano la metaforica pasta in compagnia.
“Ossi di seppia” di Eugenio Montale: ci siamo conosciuti nella seconda metà degli anni di Liceo. Alle prove si parlava spesso di ciò che era accaduto durante la giornata a scuola, e in particolare di quello che si studiava in letteratura. Bafyo, Andre e Edo venivano da un’esperienza precedente in cui si cantava in inglese, ma quando abbiamo conosciuto Føbie come batterista avevamo già deciso da tempo che avremmo cantato in italiano. Stavamo cercando – a dire il vero, brancolando abbastanza nel buio – una nuova identità, e pensavamo che se avessimo trovato qualcosa di abbastanza letterario da poter ispirare i nostri testi avremmo fatto una buona impressione, dimostrando di scrivere in modo interessante. Si studiava Montale, con la smania dei programmi scolastici durante le ultime settimane prima della Maturità. Qualcuno se ne innamorò, e chiacchierando tra un pezzo e l’altro in saletta, scoprivamo che qualcun’altro già lo conosceva. Presto gli Ossi diventarono un terreno comune e calcificante, che andava di pari passo con la stesura delle prime bozze in italiano. Con il tempo abbiamo preferito abbandonare l’impronta d’ispirazione letteraria, ma le parole contenute nella Raccolta saranno sempre legate a quei primi giorni di vita, oltre che parte intrinseca delle personalità che costituiscono Listrea come entità espressiva.
Esce venerdì 29 ottobre 2021 LFS, il nuovo singolo di International Washing Machines.
Un nuovo capitolo per il progetto alternative rock di Matteo Scansani. Benvenuti in un mondo fuori dagli schemi, dalle mode, dalle dinamiche delle playlist e delle condivisioni. Questo progetto, sfacciato e sincero, è la follia emotiva di chi non ha ancora smesso di sognare nella propria cameretta. Questo brano è quindi una dedica a chi non ce la fa più, a chi pensa di essere arrivato al limite, a chi sta male per colpe non loro: questo è “LFS”. Il brano racconta di tre ragazzi che decidono di farla finita, di mettere un punto alla propria esistenza, non sentendosi più in grado di sopportare il peso delle scelte e dei commenti altrui. Ogni ragazzo ha una storia e delle motivazioni diverse che li porta a fare tutti la stessa scelta. La parte finale è una protesta contro il giudizio, contro chi si sente nella posizione di poter puntare il dito, contro chi è la causa del malessere delle persone definite, erroneamente, più fragili.
La musica che fa da sfondo al tutto è un insieme di elettronica e alternative rock, con la chitarra in primo piano accompagnata da vari synth, da un basso definibile punk, e da una batteria studiata per dare il giusto movimento al pezzo. La struttura non è classica ed è molto dinamica, con momenti in cui il tutto rallenta per poi ripartire più ritmato. “LFS” rappresenta la lotta contro la superficialità del giudizio e contro l’arroganza di chi critica, di chi si sente superiore.
Non abbiamo saputo resistere, e per l’occasione gli abbiamo chiesto di invitarci nella sua camera. Lui ci ha raccontato la storia di quattro oggetti lì presenti.
Direi di iniziare dal mio angolo preferito della camera, quello da dove nascono tutti gli arrangiamenti dei miei brani. C’è poco da dire, anche se è un angolo di una stanza, questo spazio contiene un mondo, il mio mondo, il mio modo di evadere e di guardare la realtà da un terzo punto di vista.
Invece questo quadretto è un regalo di una mia amica. Lei fa questi disegni su legno, molto belli secondo me, e la storia dietro credo sia molto divertente: uno dei tanti pomeriggi che passavo a casa sua notai questo dipinto e subito le dissi che era veramente bello. Diciamo che solitamente i suoi disegni non sono così inquietanti, anzi, e lei non era molto contenta del risultato, appunto perché, secondo lei, troppo macabro. Mi disse che potevo portarmelo a casa, che era il disegno giusto per me. È un oggetto a cui sono molto legato sia per la sua bellezza che per la persona che me lo ha regalato, che fondamentalmente è la mia migliore amica. Se volete vedere altri suoi disegni o volete addirittura prenderne uno, la potete trovare su Instagram con il nome @d_00_dles
Questo è un oggetto che può essere tranquillamente definito un cimelio. È un regalo che mi è stato portato da Bologna, preso in un mercatino di libri. Sono abbastanza patito dei libri, in generale, ma pensare che questo abbia vissuto così tanto è ancora più eccitante. Questa è infatti un’edizione del 1903, con la rilegatura dei fogli mai aperta. Sì, perché questi tipi di stampa di quel periodo venivano fatto fatti su fogli che poi venivano piegati in quattro e rilegati. Per leggere l’opera bisognava infatti usare un tagliacarte, ma non mi sono azzardato minimamente a tagliare neanche mezza pagina. Mi piace tenerlo come quando è appena uscito dalla casa editrice (:
Per ultimo, ma non per importanza, il poster del brano “Annarella” di uno dei miei gruppi preferiti, i CCCP. La frase scritta invita a un momento di solitudine, condizione doverosa per alimentare i propri pensieri, per riuscire a ragionare sui propri dubbi, su quello che ci accade intorno, per mettere ordine all’interno della propria testa. Sono anche parecchio legato a questo pezzo, compagno fedele nei momenti di introspezione, di viaggio nel proprio io.
Esce venerdì 29 ottobre 2021 LFS, il nuovo singolo di International Washing Machines.
Un nuovo capitolo per il progetto alternative rock di Matteo Scansani. Benvenuti in un mondo fuori dagli schemi, dalle mode, dalle dinamiche delle playlist e delle condivisioni. Questo progetto, sfacciato e sincero, è la follia emotiva di chi non ha ancora smesso di sognare nella propria cameretta. Questo brano è quindi una dedica a chi non ce la fa più, a chi pensa di essere arrivato al limite, a chi sta male per colpe non loro: questo è “LFS”. Il brano racconta di tre ragazzi che decidono di farla finita, di mettere un punto alla propria esistenza, non sentendosi più in grado di sopportare il peso delle scelte e dei commenti altrui. Ogni ragazzo ha una storia e delle motivazioni diverse che li porta a fare tutti la stessa scelta. La parte finale è una protesta contro il giudizio, contro chi si sente nella posizione di poter puntare il dito, contro chi è la causa del malessere delle persone definite, erroneamente, più fragili.
La musica che fa da sfondo al tutto è un insieme di elettronica e alternative rock, con la chitarra in primo piano accompagnata da vari synth, da un basso definibile punk, e da una batteria studiata per dare il giusto movimento al pezzo. La struttura non è classica ed è molto dinamica, con momenti in cui il tutto rallenta per poi ripartire più ritmato. “LFS” rappresenta la lotta contro la superficialità del giudizio e contro l’arroganza di chi critica, di chi si sente superiore.
Produzione, mix e master Eugenio Bordacconi (presso il Ganapati Studio)
BIO:
International Washing Machines è il progetto musicale solista di Matteo Scansani, che ha l’intento di far incontrare parole e temi con le movenze della musica elettronica. La ricerca del suono ha lo scopo di creare un prodotto originale, con influenze provenienti dalla musica elettronica tedesca, dall’alternative francese, dal pop inglese, dal cantautorato contemporaneo italiano, mescolando chitarre elettriche e sintetizzatori. I testi in questo progetto hanno un ruolo di primaria importanza e niente viene lasciato al caso, lasciando all’ascoltatore un insieme di parole pronte ad essere rimodellate da ogni personale interpretazione.
IWM non è per i primi, per i migliori, per i più bravi. Arrivare secondi, non vincere mai, fregarsene del giudizio basato sulle convenzioni sociali, far rinascere la poesia, il bello: questa è la rivoluzione che si vuole attuare, che si deve attuare.
Esce venerdì 29 ottobre 2021Un’ora d’aria, il nuovo singolo del cantautore ligure Limbrunire (al secolo Francesco Petacco), un nuovo capitolo che, con synth trascinanti ed evocativi, come una profezia casuale (perchè questo brano nasce in realtà prima della pandemia globale che ci ha colpito), evidenzia l’esigenza di prenderci una pausa: dal lavoro, dal nostro pianeta, da tutto quanto, anche solo per un’ora, anche solo per tornare da te.
Un’ora d’aria nasce nel dicembre 2019, in largo anticipo su ciò che avrebbe sconvolto e poi cambiato il mondo. Non è quindi un brano profetico pandemico, ma a quest’ultima realtà alquanto claustrofobica può assolutamente essere contestualizzato. Un’ora d’aria fa leva sull’evasione dai tempi odierni costipati in un divenire confuso, ovattato dal pulviscolo dell’incertezza e dalla richiesta continua e frenetica di soddisfare e portare a termine la completa disumanizzazione dell’individualità sacra e intangibile che risiede in ognuno di noi. Non ha una matrice malinconostalgica, rappresenta piuttosto il punto d’incontro tra la coscienza e la volontà di prendersi e riprendersi un’ora d’aria come atto sovversivo al retaggio sociale, sempre più simile a una prigione a cielo aperto e quanto più distante dalla parola libertà nella sua massima accezione.
Limbrunire (Francesco Petacco) nasce a Sarzana (La Spezia). Cantante, musicista e autore, vince nella categoria band il Premio Lunezia Nuove Proposte 2009 con il brano La Giostra. Con il gruppo rock-pop Trenet produce un Ep. e un album Non Vestiamoci, ed è finalista al Premio Inedito 2015 nella categoria testi. Nel 2016 vince il Premio Autore Controcorrente Pino Daniele e nel 2018 pubblica La Spensieratezza il suo primo album solista edito da A Buzz Supreme, promosso in club, festival, piazze e showcase. Durante Il Tenco Ascolta in apertura a Lo Stato Sociale riceve il Premio Energia e Musica per la capacità di miscelare testi dal forte richiamo storico letterale alla musica elettronica. Successivamente è tra i finalisti del contest indetto da Edizioni Curci/ L’Autore il mestiere della musica. Nel 2019 viene inserito da iMusician Digital nello loro Top5 Artist mondiale al fianco di Bollani, Low ecc ecc. Nel 2020 pubblica Kalpa, un Ep. strumentale che promuoverà con un installazione interattiva all’interno di bagni, lungo corridoi e punti di passaggio in alcune città italiane. Nel gennaio scorso presenta Io, tu e le piramidi, il suo primo romanzo edito da Nulla Die edizioni che promuoverà in diverse librerie indipendenti e caffè letterari, di recente invece rientra tra i finalisti del primo concorso nazionale sulla tematica ambientale (Circonomia/Green Music Contest) aggiudicandosi per l’occasione il Premio Speciale Radio Alba.
Una rivincita non soltanto di tipo sentimentale, ma anche personale; un’autentica rivalsa verso tutto ciò che cerca di buttarci a terra: questo il cuore pulsante del nuovo singolo di CHRISTIAN BARONI, dal titolo “TUTTA MIA LA CITTÀ”, cover dell’omonimo brano dell’Equipe 84. Ciò che l’artista vuole trasmettere all’ascoltatore tramite questo brano è la consapevolezza di poter reggere l’urto contro ogni colpo e di riuscire a ripartire ogni volta, a prescindere da ciò che ci circonda.
«Ho scelto questo brano come mio secondo singolo perché è parte di me da sempre – spiega il giovane artista a proposito della nuova release – Mi ha dato consapevolezza e forza in vari momenti della mia vita. Portarlo come seconda uscita è motivo di grande orgoglio e responsabilità da parte mia»
Per l’occasione abbiamo chiesto all’artista di raccontarci le sue 5 città del cuore:
Roma è la città in cui sono nato. Roma è la città in cui vivo. Roma è tante cose. Così criticata sotto alcuni punti di vista, ma così meravigliosa da toglierti il fiato dopo ogni passo fatto in qualsiasi strada ti trovi. Ti abbraccia e ti porta con sé in un viaggio che percorre un lasso di tempo di più di due millenni e mezzo. E questa storia te la fa pesare tutta non solo per il passato, quanto per quello che ha ancora da dare. Perché Roma è infinita ed immensa sotto tutti i punti di vista. Descriverla in tante parole è riduttivo, bisognerebbe inventarle. Ma non serve, ci pensa già lei. Basta aprire gli occhi e lasciarsi trasportare dal suo incanto.
Firenze è un amore a prima vista. Non sai spiegarti come, ma già dal primo sguardo ti rapisce e non ti dà altra scelta che adorarla smisuratamente. Fa venire il mal di testa dalla bellezza che emana in ogni piazza, in ogni via percorsa tra la gente. E l’arte, la letteratura, i musei, la storia. Credo di aver lasciato un solco nella Galleria degli uffizi per quante volte ho fatto avanti ed indietro. Mi scuso, ma credo di essere più che giustificato. Il Duomo è meraviglioso, ma Piazza della Repubblica vista dall’alto in serata scusate, ma ho ancora i brividi sulla pelle.
Londra è svegliarsi una mattina di fine ottobre, bere il tuo thé, scaldarti nella coperta e accorgerti che sei al 7 luglio. Amo l’autunno e di conseguenza non posso che adorare tutto ciò. Londra è il moderno fuso a quello stile Vittoriano che sa tanto di favola. Una città multiculturale a livelli massimi: ristoranti, negozi, bancarelle. Puoi trovare un qualsiasi cibo, oggetto che provenga da qualsiasi parte del mondo. La musica nei locali fino a tardi; pub sempre pieni di persone che sembrano vivere in una festa perenne e magari trovare gli stessi la mattina dopo, per strada in giacca e cravatta giorno dopo giorno. Londra è tutto e l’estremizzazione di tutto. E non serve passeggiare per la già nota Piccadilly. Basta respirare, guardarsi intorno in un qualsiasi punto della città e vedere un mondo intero racchiuso in una metropoli.
Amboise non è sicuramente uno di quei posti super famosi di cui tutti conoscono l’esistenza. Non è neanche una metropoli, anzi. È un piccolo paese nel Centro – Valle della Loira in Francia. È tutto molto magico, quasi surreale con questi castelli, paesaggi per cui sembra quasi di guardare una sequenza di cartoline una dopo l’altra. Il centro storico soprattutto di sera, si trasforma in un qualsiasi film ambientato in una Francia di inizio 900 tra sale da the, bistrot e quelle luci calde che rendono un’atmosfera molto romantica. La prima volta sono capitato lì per sbaglio, ma dopo cinque minuti pensavo già a tutte le volte che ci sarei riandato. Forse un pezzo del mio cuore ancora galleggia lì sul bordo della Loira. Spero di poterlo andare a salutare al più presto.
Lisbona è quella che tra le mie città preferite è più particolare, quasi strana. Ho un rapporto di amore e sofferenza verso lei. Molto legato forse a questioni personali. Ma la cosa che più mi piace sono proprio le persone. Ho sempre avuto un rapporto splendido con ogni ragazzo/a portoghese conosciuti lì, mantenendo anche amicizie a distanza molto belle. Proprio per questo ho potuto conoscere e visitare la città a fondo. Molto italiana sotto certi punti di vista, molto fredda in altri. Ho questo feticismo nel girare la notte per capire quanto una città mi colpisca profondamente e parlando per estremi, piazza del commercio ed il quartiere antico hanno un fascino tanto grande e differente tra loro che quasi dimentichi di essere nello stesso luogo.
Come in un film in cui ti puoi salvare / Ma quando è steso a terra non gli dai il colpo fatale”. Per il suo singolo d’esordio, Alfiere prende spunto da una tipica situazione dei film horror: quella in cui il persecutore è a terra ma la vittima non sfrutta l’occasione di dargli il colpo di grazia, consentendogli così di ripresentarsi più volte. Una metafora che dà anche all’artista, psicologo di professione, l’occasione di elaborare su concetti che hanno a che fare con il funzionamento della nostra mente: Il solito horror, in uscita il 29 ottobre 2021 (peraltro giusto in tempo per Halloween), racconta le fatiche della vita quotidiana nel complesso percorso di crescita personale dell’essere umano. A volte la scena “horror” ce la confezionano altri, ma più spesso di quanto crediamo la allestiamo da soli diventando al contempo killer e vittime di noi stessi, schiavi delle nostre abitudini peggiori o invischiati ripetutamente in relazioni tossiche. Ma il brano racconta anche la strada verso la svolta, che deve passare necessariamente dal conflitto (con l’altro e con noi stessi) e che ci costringe a metterci a nudo di fronte a emozioni divoratrici quanto umane e sane come la disperazione, l’ansia, la rabbia. Se questo processo ci spinge al cambiamento, possiamo trovare il nostro riscatto. “Quando scrivo tendo a perdermi nei meandri dei miei viaggi mentali e ad avere uno stile complesso e articolato. Stavolta invece volevo uscire con un pezzo concreto, comprensibile, spendibile, ma che non rinunciasse a trasmettere un messaggio psicologico profondo, positivo, di trasformazione.”
DATA DI USCITA: 29/10/2021 – CODICE ISRC: ITKQT2100021 si autorizza utilizzo per trasmissione radiofonica
BIO Alfiere, nome d’arte di Alessandro Pieri, è un cantautore originario di Finale Ligure. Vive a cavallo tra Pavia e la provincia Savona, lavorando come psicologo specializzato in apprendimento e difficoltà scolastiche. Dal 2017 è docente a contratto di psicologia generale presso l’Università di Pavia. La sua famiglia d’origine è già catturata dalla musica: madre mezzosoprano con diversi anni di pianoforte alle spalle, padre e nonno baritoni con esperienze di canto corale. Da sempre amante del canto, all’età di undici anni inizia a scrivere i propri pezzi. La svolta arriva a fine 2019, quando sente l’urgenza di dare spazio pubblico al proprio lato creativo. Inizia così un percorso di studi presso la Scuola di Alta Formazione Vocale “Milano in Voce”, lavorando con maestri come Laura Raimondi, Alex Filippi, Andrea Rodini, Raffaella Misiti e Ludovico Clemente, che si proporrà poi come produttore per il primo EP di Alfiere, Gradi di Libertà. A Natale del 2020 esce la sua prima cover, Snowman di Sia, mentre l’anno successivo lancia sui social un programma di cinque cover, una al mese, per l’apertura al suo primo progetto musicale: tra queste ricordiamo Nobody’s Perfect di Jessie J, Scopriti di Folcast e Sweater Weather dei The Neighbourhood, in collaborazione con Martina Cangelosi degli Elettrika. Il suo singolo d’esordio – Il solito horror – esce il 29 ottobre 2021.