I Vintage Violence, band di culto del rock underground italiano, hanno annunciato che il 19 novembre 2021 usciràMono, il tanto atteso quarto disco full electric del gruppo lecchese, prodotto da Maninalto! Records. Per celebrare la pubblicazione del disco, la band si esibirà sabato 27 novembre al Legend Club di Milano per un vero e proprio album release show, durante il quale sarà possibile ascoltare i nuovi brani dal vivo -ovvero nella dimensione che li esalta in tutta la loro esplosività- e anche assistere all’anteprima del video del nuovo singolo Astronauta.
Anticipato dai singoli Piccolo tramonto interiore e Zoloft, Mono ci regala dieci canzoni inedite della band di culto dell’underground rock italiano: in poco più di mezz’ora l’ormai familiare voce di Nico ci accompagna in un viaggio -senza ritorno- attraverso lo specchio delle apparenze sociali, alle radici di ciò che siamo, il monolite che trasforma la scimmia (mono in spagnolo, che significa anche “ossessione”) in Astronauta: dal Prato Fioritodell’infanzia ai fantasmi dell’età adulta (Dio è un batterista), dalle tematiche esistenziali (Have a Nietzsche Day) alle esplicite critiche socio-politiche (Paura dell’islam), il rapporto con la vita (Piccolo tramonto interiore) e quello con la morte (Zoloft) emergono, con eleganza e ironia, dall’estrema densità dei testi, scritti per essere letti e riletti.
Mono è una “fotografia dell’oggi” solo come pretesto per “abbozzare un affresco del domani”, per questo è pieno di suggerimenti nascosti su dove cercare La chiave (brano che chiude il disco, non a caso) della condizione umana, traccia dopo traccia, nelle pieghe di ogni verso: quello che i Vintage Violence sanno fare meglio da vent’anni a questa parte, aggiornato al 2021.
Tracklist di Mono: 1. Piccolo tramonto interiore 2. Have a Nietzsche Day 3. Dio è un batterista 4. Zoloft 5. Paura dell’islam 6. Prato fiorito 7. Capiscimi II 8. Astronauta 9. Dicono di noi 10. La chiave
Di seguito i dettagli dell’evento:
Vintage Violence + guest Sabato 27 novembre 2021 @ Legend Club, Milano, via E. Fermi 98 Ingresso: 10€ + costi di prevendita // 10€ in cassa la sera dell’evento Biglietti disponibili su Mailticket Info ed evento Facebook
BIO I Vintage Violence sono una rock band italiana nata a Lecco nel 2001. Con il primo album in italiano Psicodramma la band vince le selezioni di Arezzo Wave e partecipa al festival nell’estate 2005. Il singolo Cristina viene pubblicato da Rocksound in 35.000 copie allegate alla rivista. Nel 2006 la band raggiunge le finali nazionali di Rock Targato Italia e Sanremo Rock e va in tour con il collettivo milanese Cadaveri a Passeggio. Nel 2007 pubblica l’EP Cinema (Goodfellas) e il DVD del videoclip Le cose cambiano, finalista del concorso nazionale Nickelclip per video indipendenti. Nel 2011 i Vintage Violence pubblicano per Popolar Records Piccoli intrattenimenti musicali: undici pezzi inediti, per un disco stampato anche in vinile e accompagnato da 11 videoclip autoprodotti a costo zero. Inizia un tour lungo tutto il territorio nazionale, che porterà la band a condividere il palco con gruppi quali Il Teatro Degli Orrori, Ministri, Vallanzaska e One Dimensional Man. Nel 2012 la band vince il primo premio assegnato dall’ANPI al brano Il processo di Benito Mussolini come migliore canzone sul tema della lotta di liberazione partigiana e il rilancio dei valori della resistenza. Nel 2014 esce Senza paura delle rovine, con la partecipazione di Enrico Gabrielli (Afterhours) e Karim Qqru (Zen Circus), disco acclamato dalla critica che ne parla come di “un disco da sangue al naso” (Rockit), e ancora “il primo ascolto stordisce, il secondo affascina” (Rockerilla), “non ha cedimenti” (Blowup) e “una delle migliori interpretazioni del rock moderno con cantato italiano” (Rock Garage). Nel 2018 i Vintage Violence registrano il primo album in acustico, Senza barrè, che rivisita i pezzi di Piccoli intrattenimenti musicali e Senza paura delle rovine. Con l’uscita dei singoli Piccolo tramonto interiore e Zoloft, la band annuncia per il 22 novembre 2021 l’uscita del tanto atteso nuovo album Mono, sempre in collaborazione con Maninalto! Records.
Dopo averli ritrovati con il singolo Sottotitoli, da subito presenza costante nella playlist Rock Italia di Spotify, a quasi due anni dall’uscita del loro album d’esordio Povere bestie (gennaio 2020) i ragazzi de Il Corpo Docenti fanno doppietta con un nuovissimo brano intitolato Entrambi. Anch’esso prodotto da Divi de I Ministri, Entrambi vede la band perlustrare campi musicali fino ad ora per lei inesplorati, con gli arrangiamenti che calzano una forte componente new wave inedita per Il Corpo Docenti. Entrambi si configura così non solo come un seguito di Sottotitoli, ma ne rappresenta anche un’ideale evoluzione, in linea con la storia raccontata nel testo. Si tratta della prospettiva su due persone come lascia intuire il titolo, ma raccontata da un’angolazione individualistica, quasi solitaria: la solitudine di chi non riesce più a guardare in faccia quelli che lo circondano, di chi si isola, di chi se ne va o se ne vorrebbe andare ma non riesce, di chi non vuole omologarsi ma sente che anche chi predica l’essere sé stessi mente, omologandosi. Entrambiallora, che dal titolo evoca una qualsiasi coppia di persone, è quasi più un grido al sollievo di una sola, dell’arrivare alla fine in qualche modo a sentirsi bene.
“Entrambi nasce come un pezzo chitarra e voce con la sola voglia di raccontare qualcosa. Quasi dimenticato tra le bozze, lo abbiamo lavorato poco dopo Sottotitoli, e una volta arrangiato ci siamo resi conto che poteva esserne il perfetto seguito anche se sapevamo che questa era una storia più lineare, che suscitava emozioni diverse e ci faceva sentire quasi come se fossimo indifesi.” La band sarà in tour nelle prossime settimane; ecco le date in calendario!
6 novembre 2021 @ Circolo Arcipelago, Cremona 19 novembre @ Ziggy Club, Torino 2 dicembre @ Mare Culturale Urbano, Milano
BIO Il Corpo Docenti nasce a Milano nella primavera del 2017. Il trio, composto da Lorenzo “Benzo” Manenti, Federico Carpita e Luca Sernesi, inizia a lavorare ai primi brani che prenderanno vita in Scivoli, EP d’esordio della band, prodotto, registrato e mixato da Michele Marelli (Mahmood, Bugo e Paletti) al Monolith Studio di Brescia e uscito il 5 ottobre 2018 per Libellula Music/Tempura Dischi. Dopo il tour dell’EP, in cui la band condivide il palco con nomi come Punkreas, Giorgio Canali, Gomma, Cara Calma ed Endrigo, il gruppo entra a far parte della squadra di Tube Agency. Da gennaio 2019 i ragazzi iniziano a lavorare con Davide “Divi” Autelitano, cantante de I Ministri, al loro primo album ed entrano ufficialmente in studio a fine agosto ripetendo l’esperienza al Monolith. Terminate le registrazioni, il mastering del disco viene affidato da Andrea “Berni” De Bernardi dell’Elevenmastering. L’album, intitolato Povere bestie, è uscito il 24 gennaio 2020 per Manita Dischi ed è stato presentato all’Alcatraz di Milano in apertura ai Punkreas in occasione del trentennale della loro carriera. Nella seconda metà del 2021 pubblicano i nuovi singoli Sottotitoli ed Entrambi.
Dal 24 settembre è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “Unstable” (Irma Records), brano che anticipa e dà il titolo al prossimo album dei Lostinwhite. “Unstable”, nuovo brano dei Lostinwhite, parla in modalità super-energetica dello stato d’animo altalenante tra il senso di liberazione e la malinconia dopo la rottura di una storia d’amore. Lo fa con una sonorità jazz-funk a bpm elevati e con un ritornello che allenta la tensione quando la/il protagonista percepisce la libertà e il futuro. Il bridge con venature disco-funk incalza invece i dubbi e la paura del nuovo.
«“Unstable” è la titletrack dell’album che presto pubblicheremo sempre per Irma Records – spiega la band a proposito della nuova release – Per noi è un pezzo importante, perché è quello più “energetico” e forse più rappresentativo di ciò che intendiamo per “Lostinwhite Groove”. Quando lo abbiamo suonato le prime volte dal vivo, abbiamo capito, grazie al pubblico, che sarebbe stato il “nostro” singolo. Ci aspettiamo che “Unstable” possa appassionare anche i non abituali frequentatori della nostra nicchia di ascoltatori».
Abbiamo chiesto a Vittorio quali album lo hanno segnato più di altri.
THE NIGHTFLY, Donald Fagen
Ho sentito una traccia entrando in un negozio a Londra…e mi sono detto…ma che cxxxx…questa roba è sublime. Comprato. Consumato. Imparato.
100° AND RISING, Incognito
Secondo me è l’album più rappresentativo degli Incognito, scritto, arrangiato e suonato ai massimi livelli. La Bibbia del Jazz-Funk. Sentito questo disco mi sono detto…ok, farò il musicista.
THRILLER, Michael Jackson
Quando il pop, invece che omogeneizzare, innovava. Un album che a fatica è stato affidato a Quincy Jones (l’etichetta diceva che Q era troppo…jazz). Alla faccia.
UNORTHODOX JUKEBOXE, Bruno Mars
Essere commerciali senza essere banali. Talento da vendere. Produzione pazzesca. Scrittura curatissima.
Dopo l’anteprima su Sky TG24 è da oggi è disponibile al pubblico un bellissimo videoclip per Efelidi, singolo con cui Ubertone ha segnato il suo esordio ufficiale nel mondo della musica e che anticipa l’uscita del suo primo album. Il video, realizzato interamente con la tecnica dello stop motion, è stato firmato da Stefano Bertelli, già noto al pubblico per aver lavorato come regista alle opere di diversi grandi della scena italiana ed internazionale, tra cui Robbie Williams, Frank Sinatra e Caparezza. Ho scritto Efelidi in un momento di felicità rara, in cui la bellezza era quasi difficile da elaborare. È stata prodotta quando ormai quel momento era passato ma sono contento che, in questo pezzo, quei giorni e quella sensazione io abbia potuto cristallizzarli e conservarli vivi. Il regista del videoclip, Stefano Bertelli, lo conoscevo di fama da molti anni: da quando vidi su YouTube il video di Cinestetica dei Marta Sui Tubi e me ne innamorai. Da allora Stefano ha realizzato videoclip per dei giganti come Robbie Williams, The Game e Frank Sinatra. Sapevo che viveva nella mia città ma non lo conoscevo di persona. Un incontro fortuito ha fatto nascere questa collaborazione inaspettata. L’idea del soggetto gli è venuta mentre eravamo al telefono e io l’ho sposata immediatamente. Quando poi l’ho vista realizzata è stata una botta di emozione non da poco. Tutto ciò che vedete è fatto di carta e animato con la stop motion, anche ogni singolo fotogramma del mio playback.
(Ubertone)
L’arrangiamento del brano è di Graziano Beggio, pianista e arrangiatore di Rovigo. Il mix e il mastering sono stati affidati a Pablo Rabinovich, ingegnere del suono di Buenos Aires, che ha finalizzato 5 dischi vincitori del premio Gardel (il premio musicale più importante in Argentina). L’assolo di violino è suonato da Sofia Di Mambro, della Gaga Symphony Orchestra, che ha accompagnato Francesco De Gregori e Patty Pravo in molti concerti. Il regista del video è Stefano Bertelli, co-fondatore della SeenFilm. Nella sua videografia ci sono nomi come Robbie Williams, Frank Sinatra e AlterBridge, solo per citarne alcuni. Tra gli italiani: Caparezza, Marlene Kuntz e Arisa.
BIO: Ubertone (al secolo Marcello Ubertone, nato a Rovigo nel 1982) non ha cominciato a suonare ora. Ha iniziato a scrivere canzoni nel lontano 1999, in Kentucky, dove stava svolgendo un anno di studio all’estero. Il percorso che lo ha condotto solo adesso a pubblicare il suo primo singolo ufficiale è stato lungo e avventuroso. Di mezzo c’è stato un incontro con Mogol che si è innamorato di un suo pezzo e lo ha portato al CET, la sua scuola in Umbria, c’è stata l’esperienza con la Gialappa’s Band per cui ha scritto come autore numerose canzoni comiche, ci sono state le aperture dei concerti di Brunori SAS e Pinguini Tattici Nucleari. E poi ancora esibizioni sui generis come gli house concert nei salotti e “Il concerto più piccolo del mondo” che ha tenuto l’anno scorso in occasione del festival letterario Rovigoracconta: in una piazza vuota, chiusa appositamente per lui, ha suonato una canzone per una o due persone alla volta. Il brano Efelidi, che preannuncia la pubblicazione a breve del suo primo album, segna il suo arrivo sui canali ufficiali della musica.Instagram YouTube Facebook Spotify
Dal 17 settembre sarà disponibile in rotazione radiofonica e sulle piattaforme di streaming “PARADISO LIBRE” (Golden Factory Records), il nuovo singolo della band ALTAPRESSIONE.“Paradiso Libre” è la meta di un percorso, tanto reale quanto virtuale. È il bisogno di restarsi accanto per non perdersi, ma senza mai fermarsi. Note e parole creano un dondolo mentale dal quale si fa fatica a scendere; il desiderio, infatti, è quello di continuare a salire.
Spiega la band a proposito del brano: «Avevamo voglia di un posto dove sentirci leggeri come angeli ma sporchi come diavoli. Ora lo abbiamo».
Il videoclipdi “Paradiso Libre” è una sorta di intreccio tra colori e luci naturali ed effetti che tendono a togliere il superficiale, lasciando scoperta solo l’essenza. In questo scenario, anche indossare un visore non ha l’effetto di distoglierci dalla nostra realtà ma, anzi, ce la mostra più cruda, rivelandoci le ombre al tramonto da cui traspare la serenità di essere giunti alla fatidica meta ed avere scoperto che non è “dove” ma “con chi”.
AltaPressione è un progetto musicale innovativo e indipendente che ha radici profonde, un’evoluzione musicale partita nel 2004 dopo anni di esperienza maturata come cover band. Gli esordi nella composizione richiamano inevitabilmente le sonorità da cui i componenti prendono ispirazione, ma sempre alla ricerca di un piglio distintivo e originale. L’esperienza, la passione e l’affiatamento che si respirano all’interno del progetto portano la band a conquistare in breve tempo numerose soddisfazioni. Nel 2011 l’identità degli AltaPressione viene rafforzata dall’inizio della collaborazione con Roberto Terzani (ex Litfiba), che ne diventa il produttore artistico, determinandone la svolta nella personalità musicale. Molti sono i traguardi che gli AltaPressione raggiungono negli anni, calcando palchi di prestigiosi festival nazionali nei quali ottengono importanti vittorie e riconoscimenti. Nel dicembre del 2012, il loro album d’esordio “AltaPressione” viene presentato in anteprima da Red Ronnie sul palco dello storico Roxy Bar. Da lì a poco si susseguono una serie di eventi che rafforzano il percorso musicale del gruppo: il primo singolo “Vieni Via” ottiene subito oltre 200.000 visualizzazioni su Youtube; il secondo, “Amami Ancora”, diventa Disco Supersonic ed entra nella programmazione di Radio105. A febbraio 2014 il brano “Il giorno che non c’è” viene scelto dal regista Giovanni Veronesi per far parte della colonna sonora del film Una donna per amica, con Fabio De Luigi e Laetitia Casta. I lavori di composizione e sperimentazione continuano e gli AltaPressione raggiungono la loro nuova identità musicale proponendo nei più importanti club nazionali una scaletta di cover deep house riarrangiate con un’impronta fresca e personale. Nuove sonorità e una profonda maturità musicale acquisita negli anni danno vita al disco che vanta la collaborazione come co-autore di Francesco Ciccotti. “Solo Stanotte”, il primo singolo di questa nuova avventura, esce a maggio 2018, vincendo il Premio Lunezia e conquistando la finalissima del Deejay on stage.
Il loro ultimo singolo, “Paradiso Libre”, è disponibile in rotazione radiofonica dal 17 settembre 2021.
Dall’8 ottobre è disponibile in rotazione radiofonica “MAGMA”, nuovo singolo di MATTEO MAIONE pubblicato su tutte le piattaforme di streaming il 1° ottobre.
Cantare l’amore come qualcosa di primordiale che sta all’origine del tutto, disegnarlo come un flusso senza fine che ci avvolge dall’inizio del tempo: questo l’obiettivo di MATTEO MAIONE con il suo terzo singolo, “MAGMA”, un brano nato per raccontare l’amore, mistero assoluto della nostra vita, usando gli elementi della natura – l’acqua e il fuoco, le rocce e la terra, la lava e il vulcano – a simboleggiare in modo sensoriale, visivo e uditivo, l’eruzione di questo sentimento, la fuoriuscita di quell’ardente magma che altro non è che la nostra stessa esistenza.
«Ho deciso di pubblicare questo brano come terzo singolo perché credo che mai come in questo momento l’amore possa aiutarci a combattere le difficoltà e i cambiamenti sociali e umani che si sono verificati nell’ultimo anno e mezzo – spiega l’artista – E allora “risalire dal fondo” significa ergersi finalmente al di sopra del dolore e della perdita, “eruttando in un mondo” per far esplodere fuori tutto ciò che abbiamo accumulato dentro; e finalmente affrontare il vulcano “tenendoci per mano”, vivere insomma fino in fondo la passione, addirittura fino al punto di farla incenerire, per poi rinascere nuovamente».
Il videoclip ufficiale di “Magma” include una sequenza di immagini incentrata sul conflitto tra il ghiaccio e il fuoco, forze opposte eternamente a confronto. In questa lotta impari, appare una donna che, come in una favola senza tempo, si sveglia in un luogo forse a lei (s)conosciuto e inizia a correre sulla neve alla ricerca di qualcosa.
Biografia
Matteo Maione nasce a Roma il 28/10/1971, e dopo aver vissuto tutta l’infanzia e l’adolescenza a Frosinone, torna nella sua città natale. La passione per la musica è cominciata fin da bambino attraverso lo studio del pianoforte; in seguito, Matteo capisce che quello strumento poteva dargli la possibilità di esprimere sensazioni ed emozioni profonde e sconosciute; da qui le prime improvvisazioni, composizioni, poi l’amore per il cinema e la ricerca di sonorità che potessero essere un connubio armonioso con le immagini. Infine, negli ultimi anni emerge la necessità di raccontare le esperienze di una vita, trasformando l’esistenza stessa in una grande colonna sonora, in cui la musica fosse il cuore e le parole fossero il racconto lucido ma anche immaginario della memoria e di un presente senza tempo. Preceduto dai brani “Ad un metro di distanza” e “Che peccato”, il terzo brano di Matteo Maione, dal titolo “Magma”, è disponibile in digitale dal 1° ottobre e in radio dall’8 ottobre.
Da venerdì 15 ottobre sarà disponibile in rotazione radiofonica “LA MIA CITTÀ”, il nuovo singolo di GIACOMO LURIDIANA, già disponibile sulle piattaforme di streaming dal 10 ottobre. “La mia città” è una profonda riflessione in musica su quando si confonde l’odio con l’amore e il dolore col piacere.
Spiega l’artista a proposito della nuova release: «La città è il posto dove tanti si sentono frustrati, sfruttati, ma al sicuro in qualche modo».Il videoclip di “La mia città” è girato a Liverpool dal videomaker Davide Silis.
Giacomo Luridiana è un cantautore di Milano innamorato di Springsteen, Linkin Park e Joji. Ha iniziato a scrivere poesie da piccolo, ha imparato a suonare la chitarra classica e da quel momento ha scritto canzoni per cercare di esprimere qualcosa di sfuggente. Primo classificato alla quarta edizione del concorso Divagazioni d’Arte. A ottobre 2021 esce il suo nuovo singolo “La mia città”, disponibile in rotazione radiofonica dal 15 ottobre 2021.
Walter Somà (co-autore di Edda in Semper Biot e Odio i vivi, ma anche di molti altri brani successivi) torna sulle scene dopo un periodo di assenza con un nuovo singolo in collaborazione con Ave Quasàr. Esce infatti venerdì 15 ottobre 2021 I movimenti del cuore (fuori per Ohimemewww.ohimeme.com e in distribuzione Artist First), il nuovo singolo degli Ave Quasàr feat. Walter Somà. Una accoppiata atipica che unisce le qualità per una canzone estemporanea, in bilico tra il concreto e il virtuale nella sua creazione. Un brano romantico, distruttivo, disturbante e bellissimo.
Come nasce la vostra collaborazione? Ci sarà un seguito?
Luca: La nostra collaborazione nasce da una mia richiesta che Walter ha accolto a braccia aperte. Essere corrisposti è motivo di grande entusiasmo. Credo che potrebbe esserci un seguito perché ci scambiamo costantemente canzoni e testi. Non ci corre dietro nessuno. Se uscirà qualcosa è perché sentiremo di averlo finito.
Per gli Ave Quasàr: com’è stato lavorare con un autore “esterno”? Come sono nati invece i testi dei vostri precedenti singoli?
Luca: I testi dei nostri singoli precedenti nascono da me. Alcuni vengono da un vero e proprio flusso di coscienza. Altri sono più ragionati. Per esempio “Miserabile il male” è un brano scritto pensando ai fanatici religiosi e ai loro gesti folli. A volte scrivo un pezzo pensando da subito di cosa parlare, altre volte mi lascio trasportare.
Lavorare su “I movimenti del cuore” scritto da Walter è stato utile, addirittura formativo. Ho osservato la mia voce da fuori in maniera più distaccata, forse mi sono emozionato di più perché avevo meno paura di lasciarmi andare meno paura di sbagliare e di guardare in faccia emozioni forti.
Poi conoscendo il percorso artistico di Walter avevo anche massima fiducia nella sua narrazione, nella sua capacità di portare a galla significati profondi con un vocabolario fatto di moltissimi colori.
Per Walter Somà: come mai hai scelto di tornare sulla scena musicale, proprio con questo singolo?
Walter: Era diverso tempo che non avevo voglia di lavorare all’uscita di una canzone. Non avrei neanche avuto chiaro in che direzione mandarla. La proposta di Luca degli A.Q. è stata semplice, cioè lavorare su un mio brano. Avrebbero prodotto e pensato loro a tutto il resto. Ma proprio a tutto. Sono una realtà artistica e professionale molto efficiente ed ispirata. Nel mondo A.Q. ho sentito una grande energia e voglia di seminare, ed è stata una cosa contagiosa. Il dialogo con Luca G. ha poi dato molto senso a questo gesto. Allora ho scelto un brano che poteva prestarsi al progetto.
Di cosa parla I movimenti del cuore?
Walter: Mah, non è che parla. Straparla, come un folle. Suggerisce di valutare le tue scissioni interne e ti chiede come sei messo, rispetto alla società, rispetto al prossimo, rispetto alla realtà. Rispetto alla vita. Credo ci sia sempre un invito all’amore in quello che scrivo. Anche se magari non si capisce bene, leggendo.
Esce mercoledì 20 ottobre 2021 (distr. Believe) Gios3, il nuovo singolo di Muriel, il primo e unico brano d’amore della cantautrice pop: una relazione a distanza, la pioggia e i tatuaggi di cui in fondo non ci pente mai abbastanza. Una voce fuori dal coro che porta oggi un brano che parla dell’amore più quotidiano e atipico, facendo a botte col sonno.
Non abbiamo saputo resistere, e le abbiamo chiesto quali sono le sue 5 cose preferite.
Mi chiedete cinque cose preferite, in poche parole l’impossibile. O forse la domanda più semplice che mi sia mai stata rivolta. Dipende da come vogliamo leggerla. Sono una di quelle persone che della vita apprezza a pieno ogni istante, difetto, profumo, sapore, sensazione; scegliere non sarà per niente facile. Quindi ho pensato di uscire dagli schemi e di proporvi due versioni, due interviste, con la speranza che vengano considerate entrambe.
La prima, forse quella che vi aspettavate.
MUSICA Da buona musicista non posso non includere la musica tra le mie cinque cose preferite. Un album ? Troppo difficile scegliere. Per non parlare di un pezzo, un solo ed unico pezzo. Non ne sarei in grado. Quindi opto per confidarvi il mio gruppo del cuore, o meglio quello che più, in tutti questi anni, mi ha accompagnato alla scoperta della vita. Sto parlando dei Radiohead e ammetto di averli ereditati da mio padre. Me li ha fatti amare lui, facendomeli conoscere, ascoltare, osservare. Di artisti straordinari ne ho la bocca piena, amo la musica e tutti coloro che sono stati capaci di onorarla, ma i Radiohead, beh, loro hanno quella sonorità pazzesca in grado di farti sognare, quella sofferenza che lasciano intravedere gentilmente in ogni parola, quell’immagine così vivida ed impattante. Sono decisamente loro la mia band preferita.
ODORI Dopo il divorzio dei miei genitori, mia nonna giocò un ruolo fondamentale nella mia crescita. Senza di lei non sarei di certo la persona che sono fiera di essere oggi, mi ha dato tanto. Ne custodisco segreti, racconti immortali, consigli, ma soprattutto ricordi. E tra questi si nasconde il mio odore preferito, quello che mi fa sentire a casa, al caldo, protetta tra le braccia di qualcuno di così forte da sapermi proteggere dal mondo intero. Il profumo di mele cotte e cannella. La mia merenda per quasi una decina d’anni non appena arrivava il freddo. Non può non rientrare nella lista delle mie cose preferite.
OGGETTI Vi sembrerà assurdo, ma tra le mie cose preferite rientra anche Conny, un coniglietto di pezza con qualche mese di vita in più di me. Mia madre era incinta quando lo comprò con l’intento di farmi avere un compagno di viaggio dal giorno zero. È stato ovunque assieme ha me, ha girato il mondo. Ha visto pianti, amori, fallimenti, risultati raggiunti. Ha visto tutto di me. Oserei dire che mi conosce più di chiunque altro. E che se potesse parlare vi racconterebbe chi sono forse meglio di come lo farò io. O forse no, dato che ho le canzoni che lo fanno per me. Conny è tra la top5.
LUOGHI Es vedrà, Ibiza. Senza nemmeno pensarci un secondo ecco il mio luogo preferito. Il mondo è un entusiasmante insieme di angoli meravigliosi, scorci mozzafiato, oceani infiniti e montagne così alte da toccare il cielo con la punta del naso, ma niente, supererà mai quel pezzo di roccia. Ibiza è la mia isola, quella in cui ho vissuto per cinque estati, quella che ho odiato, che mi ha deviata, che mi ha cambiata, che mi ha tradita, che mi ha cresciuta, fatta soffrire, divertire, sognare e che è ha giocato un ruolo fondamentale nella scoperta di ciò che sono. Ero ancora una bambina quando misi piede per la prima volta nei club più famosi al mondo. E stupidamente, per diverso tempo, ho pensato si trattasse solo di quello. Ho pensato che “la isla mágica” fosse solo feste, divertimento e follie annesse. In realtà c’è molto altro, ma come tutte le cose, ognuno ha i propri tempi per scoprirlo. Scappai dall’Italia con la speranza di curarmi, dalla fine di una relazione malata, dalle mie dipendenze spicce. “Dalla padella alla brace” così si dice, no? Ma d’altronde cosa ci si potrebbe aspettare da un’adolescente alle prese con il mondo dei grandi? Al posto di uscire dal mio vortice del terrore ho iniziato a girarvici dentro ancora più forte, senza accorgermene, senza esserne nauseata. Poi la resa dei conti. La triste verità viene a bussare alla porta di ognuno, e non ha peli sulla lingua nel dirci che siamo dei poveri falliti. E allora scegli, scegli se crogiolarti, se consolarti facendo ciò che hai sempre fatto pur di non pensarci, o se prendere fiato e cambiare dal giorno alla notte la tua esistenza. Ho scelto la seconda. Ed è stata la decisione migliore che potessi prendere nella mia vita. Sono fiera di me, del fatto di aver commesso errori e di aver rimediato ad ognuno di questi. Ma tornando a noi, in questo subbuglio di distrazioni, ambizioni sbagliate, esempi pessimi e pensieri assurdi, un luogo mi ricordava chi fossi davvero. Ed vedrà. Una roccia così grande, sola, in mezzo al mare. Mi rifugiavo li, quando mi rendevo conto di come tutto stesse andando per il verso sbagliato. E la guardavo, osservavo il sole cadervici dietro, e mi sentivo viva, mi sentivo vera, mi sentivo io. Venivo spesso presa in giro dai miei amici dell’epoca, gli stessi che ancora credono che la vita sia tutta lì. È che mi ammutolivo, spesso recitavo sottovoce il namyo renge kyo con la speranza che qualcuno mi salvasse, senza rendermi conto che lo stavo chiedendo a me stessa e che dopo qualche anno mi sarei ascoltata. Insomma, detta così sembra una di quelle storie romanzate, ma non vi è virgola di finzione. È stato un percorso lungo, che è costato sofferenza a me ma a soprattutto a chi mi amava ed era costretto ad essere spettatore del mio declino, inerme. Ma a tal proposito concludo con una frase dei miei genitori quando decisi di confessar loro tutto quanto. “Educare un figlio non significa impedirgli di sbagliare, significa dar lui i mezzi giusti per poter rimediare agli errori che commette. Noi di te ci fidiamo, ci siamo sempre fidati, sapevamo che saresti tornata ad essere la persona che sei.”
GESTI Si tratta di una di quelle cose che si fanno in maniera abitudinaria, maniacale, senza pensarci, il classico tic. Ognuno di noi ne ha almeno uno. In questo caso lo chiamerò “ il mio gesto preferito”, il gesto che più mi soddisfa ma che allo stesso tempo mi renderà calva prima o poi, ed è quello di farmi dei veri e propri nodi scorsoi con i capelli e toccarne la parte di ciocca ripiegata. Non so descrivervi la sensazione, mi prenderete per matta, ma è puro godimento. Mi rilassa, mi aiuta a concentrarmi, a portare pazienza a non andare nel panico in situazioni da batticuore. In tanti mi hanno consigliato di tagliarmi i capelli corti, così da perderne il vizio, ma temo sia l’idea peggiore a cui si potesse pensare. Impazzirei, completamente. Ecco la quinta ed ultima cosa preferita.
Ma arriviamo alla seconda versione. Quella per un verso banale, per l’altro ricercata. Cito i King Crimson ed il loro celebre brano “Sex, sleep, eat, drink, dream”. Un cliché per molti, ma abbiate il coraggio di dirmi che non sono le cinque meraviglie dell’esistenza? Pur non essendo un’amante delle dormite, non posso che non essere d’accordo. In questo caso il piacere è strettamente correlato alla necessità, al bisogno e credo funzioni. Sono cose così scontate, da non essere prese in considerazione. Spero che questa seconda versione venga apprezzata perché ecco l’esempio di come, tante volte, la soluzione l’abbiamo sotto gli occhi. Senza bisogno di pensare, di cercare tra i meandri nella nostra mente, ecco le cinque cose preferite mie e credo di molti altri.
SEX C’è chi si nasconderà dietro l’immagine di un puritano moralista e chi non potrà che darmi ragione. Il sesso fa sorridere il mondo, da sempre. Ci rende liberi. Il sesso buono, ovviamente. È quel posto sicuro in cui possiamo essere chi vogliamo, sperimentare, dare vita a fantasie, mostrarci senza imbarazzo. È quel posto sicuro in cui tutto è concesso e possiamo viziarci di piaceri nuovi e sensazioni ordinarie. Fare l’amore, scopare, avere rapporti, chiamatelo come volete, ma è bello. Tra i preferiti, subito.
SLEEP Vi ripeto, non sono una gran dormigliona, anche la domenica mi alzo presto perché credo che dormire più del dovuto sia una grandissima perdita di tempo, tuttavia amo il risposo. Ora ditemi, quanto è bello chiudere gli occhi e riaprirli ore dopo sentendosi nuovi, rigenerati ? Quanto è magico non accorgersi di quando ci si addormenta eppure rendersi conto di come la nostra testa ed il nostro corpo siano restati operativi nel mentre, facendoci respirare e vivere esperienze oniriche? Un bisogno piacevole, quello del sonno. Assolutamente si, dormire rientra nelle cose belle della vita.
EAT Ho sofferto di anoressia, senza vergogna ammetto di esserci cascata in quella trappola senza senso, ma a maggior ragione ora apprezzo il piacere del gusto. Quanto ci piace mangiare? La sensazione che ci provoca dentro un piatto di pasta, il profumo della pizza o l’idea di un pancake con la nutella. Mangiare è necessità e piacere allo stesso tempo. Mangiare ci rende felici. Per forza di cose rientra tra le cinque cose preferite.
DRINK Il sentirsi appagati nel bere un bicchier d’acqua. Pensateci, è meraviglioso. Qualcosa di tanto banale, quanto necessario. Un gesto a cui non viene dato peso, ma che ci da piacere. Bere è tra le cinque cose preferite.
DREAM Vivere senza sognare? Impossibile. Chiunque sogna, magari senza rendersene conto. E ci investiamo tempo, tante volte inconsapevolmente, nell’abbellire i nostri sogni. La differenza sta nel mobilitarsi per renderli reali o nello stare fermi e continuare a sognare. La seconda la vedo come una perdita di tempo, ma comunque come un qualcosa di estremamente piacevole. Sognare, perciò, non può non rientrare nella lista delle mie cinque cose preferite.
Con Piccolo tramonto interiore abbiamo celebrato il ritorno dei Vintage Violencea sette anni di distanza dall’ultimo album Senza paura delle rovine (2014). Ora la band di culto del rock underground italiano è pronta a sganciare la notizia-bomba: il 19 novembre 2021 uscirà Mono, il tanto atteso quarto disco full electric del gruppo lecchese, prodotto da Maninalto! Records. Ad accompagnare l’annuncio, ecco il nuovissimo singolo Zoloft, uno dei pezzi probabilmente più profondi dell’album, che riflette sul nostro rapporto con la morte e con la vita ma anche con i nostri dubbi e le nostre paure esistenziali, spesso in maniera più che provocatoria come ai Vintage Violence da sempre piace fare. Zoloft è un “canto che alla noia preferisce la paura”, e l’inquietudine da cui muove la si percepisce per intero nell’intenso finale dove il brano scatta “come la scintilla che precede lo schianto”, con le chitarre tirate accompagnate dagli archi di Nicola Manzan (Il Teatro Degli Orrori, Bologna Violenta) per un momento di rara catarsi rock.
Di seguito la tracklist di Mono: 1. Piccolo tramonto interiore 2. Have a Nietzsche Day 3. Dio è un batterista 4. Zoloft 5. Paura dell’islam 6. Prato fiorito 7. Capiscimi II 8. Astronauta 9. Dicono di noi 10. La chiave Ascolta Zoloft: https://open.spotify.com/track/5s6meoQYxtQkTQJaWrcRUd
DATA DI USCITA: 22/10/2021 – ETICHETTA: MANINALTO! RECORDS – CODICE ISRC: ITZB52110029
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Musica e testi di Rocco Arienti, arrangiato da Vintage Violence Produzione artistica di Rocco Arienti, registrato e mixato da Lorenzo Monti allo Yard Audio Studio Masterizzato da Giulio Ragno Favero BIO I Vintage Violence sono una rock band italiana nata a Lecco nel 2001. Con il primo album in italiano Psicodramma la band vince le selezioni di Arezzo Wave e partecipa al festival nell’estate 2005. Il singolo Cristina viene pubblicato da Rocksound in 35.000 copie allegate alla rivista. Nel 2006 la band raggiunge le finali nazionali di Rock Targato Italia e Sanremo Rock e va in tour con il collettivo milanese Cadaveri a Passeggio. Nel 2007 pubblica l’EP Cinema (Goodfellas) e il DVD del videoclip Le cose cambiano, finalista del concorso nazionale Nickelclip per video indipendenti. Nel 2011 i Vintage Violence pubblicano per Popolar Records Piccoli intrattenimenti musicali: undici pezzi inediti, per un disco stampato anche in vinile e accompagnato da 11 videoclip autoprodotti a costo zero. Inizia un tour lungo tutto il territorio nazionale, che porterà la band a condividere il palco con gruppi quali Il Teatro Degli Orrori, Ministri, Vallanzaska e One Dimensional Man. Nel 2012 la band vince il primo premio assegnato dall’ANPI al brano Il processo di Benito Mussolini come migliore canzone sul tema della lotta di liberazione partigiana e il rilancio dei valori della resistenza. Nel 2014 esce Senza paura delle rovine, con la partecipazione di Enrico Gabrielli (Afterhours) e Karim Qqru (Zen Circus), disco acclamato dalla critica che ne parla come di “un disco da sangue al naso” (Rockit), e ancora “il primo ascolto stordisce, il secondo affascina” (Rockerilla), “non ha cedimenti” (Blowup) e “una delle migliori interpretazioni del rock moderno con cantato italiano” (Rock Garage). Nel 2018 i Vintage Violence registrano il primo album in acustico, Senza barrè, che rivisita i pezzi di Piccoli intrattenimenti musicali e Senza paura delle rovine. Con l’uscita dei singoli Piccolo tramonto interiore e Zoloft, la band annuncia per il 22 novembre 2021 l’uscita del tanto atteso nuovo album Mono, sempre in collaborazione con Maninalto! Records.